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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
03/02/2009 18:29
 
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COSTRUZIONI, CROLLO DEGLI AFFARI "COSI' LE BANCHE CI SOFFOCANO"
Da "MATTINO DI PADOVA E CATENA VENETA" del 03-02-2009, pag.11

Costruzioni, crollo degli affari «Così le banche ci soffocano»
di Gianluca Codognato
MESTRE. Ci sono le difficoltà delle famiglie, testimoniate dal crollo delle compravendite. Ci sono i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, i problemi legati agli investimenti in infrastrutture. La crisi finanziaria. Ma ad aggravare le già negative performance del settore edile in Veneto — che a fine 2008 segna un meno 4,5% alla voce investimenti — ci pensa soprattutto la stretta creditizi;), applicata ricali ultimi mesi dalle banche. È questa la principale indicazione che emerge dal VII rapporto sulle costruzioni in Veneto nel 2008, presentato ieri. Gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti. E intanto il presidente dell'Ance regionale, Stefano Pelliciari, lancia l'allarme: «le banche ci richiedono il rientro immediato da alcune esposizioni e aumentano gli spread. Così si soffoca il comparto».
Contrazione. Le difficoltà del settore costruzioni in Veneto sono riassunte dai numeri. Nel 2007, gli investimenti riservati alla realizzazione di nuove abitazioni e di immobili non residenziali privati e pubblici, o destinati a ristrutturazioni. Recuperi e manutenzioni, erano di oltre 16 miliardi e mezzo di euro. A fine 2008 ne sono stati stimati 16 miliardi e 200 milioni: il 4,5 per cento in meno. Le previsioni del 2009 sono ancora più negative e si aggirano attorno al meno 10 per cento. Il settore più in difficoltà è quello delle costruzioni non residenziali pubbliche. Sono in pratica diminuiti gli appalti affidati dalle amministrazioni locali alle aziende. E gli stessi Comuni, per rispettare il patto di stabilità, spesso non sono in grado di onorare i debiti con le imprese edili.
Stretta creditizia. In una congiuntura già di per sé negativa, il comportamento delle banche venete nei confronti delle imprese edili s'è fatto alquanto restrittivo. Nel periodo gennaio-settembre 2008 nella nostra regione si è registrato un calo del 18 per cento per quanto riguarda il finanziamento al comparto non residenziale. I mutui erogati alle famiglie hanno subito un decremento del 3,6 per cento, ma nel solo terzo trimestre 2008 la riduzione è stata di oltre il 20 per cento. Secondo una indagine dell'Ance, poi, a settembre 3008 solo un terzo delle imprese associate rivelava difficoltà nell'accesso al credito. Un mese dopo questa cifra si e impennata, arrivando al 65%. Fra i disagi riscontrati: la richiesta di maggiori garanzie, l'allungamento dei tempi di istruttori, la richiesta del rientro, l'aumento dello spread, la concessione di importi inferiori rispetto a quanto domandato.
Tassi. Anche per quanto riguarda i tassi di interesse, le valutazioni dell'Ance regionale sono critiche nei confronti degli istituti di credito. «Basterebbe poco per avere tassi ottimali — spiega Antonio Gennari, direttore del centro studi dell'associazione regionale dei costruttori. Le banche dovrebbero ridurre lo spread venendo così incontro alle esigenze delle famiglie e degli imprenditori. La situazione in questo modo manifesta grande incertezza». Secondo i rappresentanti dei costruttori veneti, la richiesta di immobili non manca. C'è però da dire che nel primo trimestre 2008 i contratti di compravendita sono diminuiti del 18 per cento.
Infrastrutture. L'inversione di tendenza, secondo Pelliciari, dipende adesso anche dagli investimenti in infrastrutture. «Solo questo tipo di spesa è in grado di sostenere reddito e occupazione — sottolinea a questo riguardo il presidente regionale dell'Ance —. In attesa di un programma che si muova in tal senso, non si può non notare con disappunto la gravita dei tagli alle risorse per infrastrutture previste nella legge finanziaria 2009. Come Ance — continua Pelliciari —, abbiamo più volte chiesto al governo nazionale e regionale di destinare una quota sostanziale di risorse alla realizzazione di opere medio-piccole, diffuse sul territorio, immediatamente cantierabili. Sarebbe opportuno estendere nel 2009 quanto previsto per il 2008. Ovvero escludere dalle sanzioni gli Enti locali che nel corso dell'anno effettueranno i pagamenti relativi a investimenti pubblici già realizzati, superando i limiti imposti dal patto di stabilità».

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