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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
03/02/2009 18:29
 
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NEL 2009 IN VENETO L'EDILIZIA A -9,6%
Da "L'ARENA" del 03-02-2009, pag.39

CONGIUNTURA. Il rapporto dell'associazione costruttori che chiede un rapido intervento del governo per scongiurare effetti ancora più gravi nei prossimi mesi
Nel 2009 in Veneto l'edilizia a -9,6%
Stime Ance dopo un 2008 in calo del 4,5% A Verona compravendite diminuite meno che nel resto della regione: -13,5%
Giovanni D'Alessio
MESTRE (VENEZIA)
Nel Veneto le costruzioni sono calate del 4,5% nel 2008 sul 2007, (media nazionale -2,3). Il dato assoluto 2008 era 16,226 miliardi di euro. Le previsioni non incoraggiano: «Tra aprile e maggio, se le cose non cambiano, la situazione si farà veramente grave», ha affermato ieri a Mestre Stefano Pelliciari, presidente dell'Ance Veneto, associazione dei costruttori edili, alla presentazione del «Rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Veneto».
Le prospettive sono riassunte in poche parole da Pelliciari: «Le previsioni per il 2009 non fanno pensare che la ripresa sia vicina», ha premesso il presidente dell'Ance. «Le stime mettono in luce una riduzione dei livelli produttivi del settore del 9,6%. Una flessione più forte di quella prevista nella media nazionale valutata in -6,8. Siamo preoccupati per tutti i comparti: -14% per la nuova edilizia abitativa, -9,3% per opere pubbliche, -9,2% per costruzioni non residenziali pubbliche, -9,2% per costruzioni non residenziali private e -5,3% per interventi di manutenzione».
Non va meglio l'occupazione che ha segnato un -3,9% da gennaio a settembre 2008 rispetto al pari periodo 2007: -12,5% i lavoratori indipendenti, non compensata dal +2,8 dei dipendenti.
A Verona il termometro è riassunto nei dati delle compravendite. Nel primo semestre 2008 la flessione è stata del 13,5% (-1,9 in città, ma -16,9 negli altri Comuni della provincia). La media del Veneto è stata di -18,6%. Nelle compravendite, Verona sta comunque meno peggio degli altri sei capoluoghi: a Belluno il calo, sempre nel primo semestre 2008 sul pari periodo 2007, è stato del 6,8%; Rovigo, -15,1; Padova -17,1; Venezia, -18,3; Treviso -21,5 e Vicenza -27,4.
Anche i tempi di vendita si allungano passando dai 3,4 mesi del 2004 ai 5,8 di oggi e per la prima volta dal 1998, anno in cui è iniziato il ciclo espansivo», si legge nel documento dell'Ance, si assiste a «una flessione dei valori del 2,4% in termini reali nel confronto con il secondo semestre 2007». «Ma se guardiamo a cosa succede nel resto d'Europa e in Borsa», ha sottolineato Pelliciari, «la casa resta l'alternativa di investimento più valida. Chi si attende cali dei prezzi del 20% qui in Italia resterà deluso. Un costruttore non può svendere, ma lascia in pegno quello che ha costruito alle banche per il valore stipulato. Allora si andranno ad acquistare le case alle aste giudiziarie, ma significherebbe che tutto il settore è andato a catafascio». Un settore che in Veneto contribuisce con 111,4% al Pii regionale e con 9,9 a quello nazionale e rappresenta il 21,3% dell'occupazione industriale regionale.
Un passaggio fondamentale del presidente dell'Anci ha riguardato interventi pubblici e banche: «La stretta creditizia c'è, checché ne dicano le banche. Eppure le sofferenze sono in linea con i dati degli anni scorsi; l'Euribor è sceso, gli effetti sui mutui italiani si vedono meno che nel resto d'Europa ma questo è un periodo buono per investire. Il problema è che la banche non erogano credito. E il loro mestiere è quello di erogare credito».
Da un'indagine dell'associazione, illustrata da Antonio Gennari, direttore del centro
studi dell'Ance «emerge che in novembre 2008 il 65% delle imprese ha sperimentato una maggiore difficoltà di accesso al credito. In settembre era stato il 31,9% a riscontrarlo. In più, in Veneto il 67,5% delle imprese ha evidenziato un aumento dello spread». Al governo l'Ance rimprovera di non essere ancora intervenuto «in un periodo in cui servono decisioni anticicliche e rapide. Fra due o tre anni», prevede Pelliciari, «l'Italia sarà l'unico Paese Ue ad aver rispettato il patto di stabilità, ma sarà un Paese chiuso per ferie. Ai Comuni virtuosi che hanno rispettato il patto tra il 2005 e il 2007 si deve consentire di pagare, anche in deroga al patto di stabilità, i lavori già eseguiti».
Ultimo ma non meno importante «il ruolo anticiclico che possono svolgere gli investimenti strutturali pubblici, per la loro capacità di sostenere reddito e occupazione. E il Veneto ne ha bisogno», ha sottolineato Pelliciari. E Verona ancora di più, almeno secondo i dati forniti dall'Ance: i residenti in spostamento (all'interno, in entrata e in uscita) sono il 50,3% della popolazione. A Milano sono il 50,2%. »
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