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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
03/02/2009 18:30
 
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EDILIZIA, VICENZA MAGLIA NERA
Da "IL GIORNALE DI VICENZA" del 03-02-2009, pag.13

Data 03-02-2009 IL GIORNALE DI VICENZA Pag.13
CONGIUNTURA, L'Ance ha presentato a Venezia il rapporto sull'industria regionale delle costruzioni. Gli imprenditori del settore puntano l'indice su banche e Stato
Edilizia, Vicenza maglia nera
II Veneto cala più dell'Italia (-9,6% contro -6,8%) e le prospettive sono pessime «Serve maggiore credito»
Marino Smiderle
INVIATO A VENEZIA
Così come il boom del mattone era arrivato prima in Veneto, spingendo le imprese del settore a impiegare manodopera e a investire in nuovi progetti, allo stesso modo è arrivata prima la crisi. Risultato: se gli investimenti in costruzioni sono scesi in Italia del 2,3 per cento nel 2008 e scenderanno, secondo le ultime stime, del 6,8 per cento nel 2009, nel Veneto il calo è rispettivamente del 4,5 e del 9,6 per cento.
Sono i numeri che riassumono il senso del rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Veneto, presentato ieri a Venezia dall'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) regionale. Due i principali imputati, secondo Stefano Pelliciari, presidente di Ance Veneto, e Antonio Gennari, direttore del Centro studi dell'Ance nazionale: le banche e lo Stato.
«Dopo i fatti finanziari di ottobre 2008, legati al fallimento di Lehman Brothers - osserva Gennari - la stretta creditizia è diventata evidente. E adesso siamo al paradosso che i tassi euribor, quelli presi a riferimento per calcolare le rate dei mutui, sono al minimo e rappresenterebbero un buon incentivo a comprar casa ma gli istituti di credito frenano tutto aumentando gli spread, II tutto anche se l'indebitamento complessivo della famiglie italiane è tra i più bassi in Europa, e quello delle famiglie venete tra i più bassi in Italia».
Di fronte a un rapporto medio tra i mutui ipotecali residenziali e Pii che nell'Ue a 15 è in effetti al 49,6 per cento e che negli Stati Uniti è addirittura al 71,2 per cento, l'Italia vince il premio della prudenza e della lungimiranza visto che questo rapporto si ferma al 18,7 per cento e scende addirittura al 14,2 per cento. All'obiezione che in Veneto di case ne sono state costruite tante, Gennari risponde con i numeri: «Dal 2001 al 2007 la popolazione residente è crescita del 6,7 per cento. Il Veneto, tra l'altro, è una delle poche regioni che, oltre a ospitare molti immigrati stranieri, attrae anche residenti da altre regioni. Lo spazio per crescere ancora, insomma, ci sarebbe».
Poi però guardi ai contratti di compravendita di immobili abitativi e scopri che, nel primo semestre 2008 (e quindi prima del vero e proprio crollo), era già in calo del 18,6 per cento, con la provincia di Vicenza maglia nera a causa di un preoccupante -27,4 per cento. E le cose non vanno meglio nei mutui contratti per investimenti nel settore non residenziale: in Veneto il calo, sempre nel primo semestre 2008, è stato del 17,8 per cento, con Vicenza solita maglia nera con un drammatico -45,1 per cento.
Pelliciari punta poi l'indice sul secondo imputato, lo Stato, che a suo dire dovrebbe seguire di più l'esempio della Spagna, per citare un membro dell'Ue, e spingere di più sugli investimenti in opere pubbliche infrastrutturali.
«Tra due anni - attacca il presidente di Ance Veneto - noi saremo l'unico paese europeo che avrà rispettato il patto di stabilità ma saremo costretti a chiudere. La realtà è che la Spagna e altri paesi si stanno indebitando e sforano così il tetto del 3 per cento. Se l'Italia non seguirà l'esempio europeo il nostro settore sarà costretto ad alzare bandiera bianca».
Vale la pena di ricordare che l'industria delle costruzioni produce l'11,4 per cento del Pil Veneto e contribuisce al 21,3 per cento dell'occupazione. Nelle circa duemila imprese iscritte all'Ance Veneto si prevede una riduzione della forza lavoro del 10 per cento. «Ma se il trend continua a muoversi in questo senso - osserva Pelliciari - la percentuale è destinata a crescere. E poi, se non si costruiscono case, non si vendono neanche piastrelle, mobili e via di questo passo, con conseguenze negative anche per diversi altri settori».
Ricordato il problema del patto di stabilità, che impedisce ai comuni di pagare parte dei lavori già eseguiti («In questo caso è lo Stato a chiuderci i rubinetti della liquidità»), Pelliciari torna a bomba sulla questione del credito, che per l'edilizia è essenziale. «Se in passato le banche, per motivi loro, hanno spinto forte sull'erogazione di mutui alle famiglie - afferma - adesso stiamo assistendo al fenomeno contrario. Ci sarebbero famiglie disposte a comprare un appartamento per via dei prezzi e dei tassi in calo, ma non trovano un istituto di credito disposto a fare l'operazione. Io capisco che le banche debbano cercare di recuperare soldi da tutte le parti per chiudere i buchi causati dalla finanza, ma il rischio è quello di buttare il bambino con l'acqua sporca».

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