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Lodi - Vendite di case in calo del 27%

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2011 14:18
10/06/2009 11:29
 
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Fonte: Il Giorno Lodi e Pavia - 10/06/2009

Vendite di case in calo del 27%

Il prezzo delle abitazioni nuove non scende, meno 6% per l'usato

Il calo medio delle vendite 2007-2008 a livello nazionale è del 15,1%, mi domando come sia possibile che nella città in cui si è registrato il maggiore calo delle compravendite (-27%) i prezzi del nuovo possano restare stabili, questi i dati di FIAIP: Variazioni prezzi 2007-2008.
E' proprio vero che in Italia non c'è trasparenza nell'ambito dei dati relativi al settore immobiliare: Serve trasparenza sui dati immobiliari

Marco
[Modificato da marco--- 10/06/2009 11:30]
13/04/2010 21:54
 
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Lodi, alcune agenzie sono state costrette a chiudere i battenti
A picco il mercato del mattone

di TIZIANO TROIANELLO
— LODI —

SETTORE immobiliare in picchiata anche nel Lodigiano. A Lodi e dintorni si conferma la tendenza negativa nazionale segnalata dagli ultimi dati dell’Istat nelle ultime ore. Anzi gli addetti ai lavori parlano di situazione più grave rispetto alla media del Paese. Calano i prezzi e calano anche le transazioni. Per quanto registrato dall’Istituto nazionale di statistica, le compravendite di unità immobiliari, nell’ultimo trimestre del 2009, sono crollate in Italia del 10,5%, rispetto allo stesso periodo del 2008. «Se analizziamo la situazione specifica del Lodigiano vediamo che i dati sono più preoccupanti — dichiara Tindara Catena Gatto, presidente della Fiaip Lodi (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) —. Ci risulta un ribasso, a livello di compravendite, di circa il 30%. La situazione è pesante. Dal settembre 2008 a oggi la crisi economica ha fatto sentire i suoi effetti sulla nostra attività in maniera molto forte e il nostro settore è ancora in sofferenza. In questo momento c’è qualche lieve impercettibile segnale di ripresa, ma è ancora troppo presto per parlare di una tendenza positiva. Registriamo una certa curiosità da parte degli acquirenti, un certo interessamento che ci auguriamo possa trovare concretizzazione». La presidente degli agenti immobiliari riferisce in questi 18 mesi di “passione” c’è stata nel territorio qualche “isola felice”, qualche zona caratterizzata dalla presenza di immobili di particolare prestigio in cui l’affare è giunto in porto solo con un piccolo ribasso di prezzo.

«FACCIO riferimento ad esempio — afferma — alla zona di Codogno della nuova lottizzazione ai bordi della strada verso Cavacurta. Qui le nuove villette non hanno risentito più di tanto della crisi. In generale però, restando ancorati alla realtà codognese caratterizzata da un “oligopolio”, in molti casi non si è potuto approfittare del ribasso dei prezzi e il mercato è tuttora stagnante. A Casalpusterlengo, dove non c’è monopolio da parte dei costruttori, si è invece potuto usufruire un po’ di più dei ribassi dei prezzi. Tanto per avere un’idea, se fino ai primi mesi del 2008, si era arrivati a vendere le abitazioni nuove chiedendo mediamente tra i 2 mila e 100 e i 2 mila e 300 euro al metro quadro (con punte in alcuni casi di 2 mila e 700) adesso siamo arrivati anche a 1.500, 1.600 euro al metro quadro, un calo di circa il 30%». «A Lodi — conclude Tindara Catena Gatto — il crollo delle compravendite è stato sostanzialmente in linea con i dati provinciali. Rispetto alla Bassa però nel capoluogo alcune agenzie sono state costrette a chiudere i battenti».
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14/04/2010 00:12
 
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Anche il prezzo del nuovo può calare (e non di poco, parliamo del 30%!) sgretoliamo definitivamente alcuni falsi miti! [SM=g6963]

Marco
24/04/2010 17:44
 
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Ringraziando stelafe per la segnalazione del documento

Bolla immobiliare: 5mila case invendute (Fonte: ilgiorno.ilsole24ore.com - di Francesco Neri - 24/04/2010)

LA CRISI del settore edile non accenna a dare segnali di ripresa.La situazione di stallo che coinvolge imprese, professionisti e privati continua a segnare il trend negativo iniziato nel lontano 2008 , un anno prima degli sconvolgimenti della crisi economica. «Le imprese edili hanno smesso di crescere sia come numero di aziende che come fatturato — spiega il segretario generale della Confartigianato di Lodi, Vittorio Boselli — e se pensiamo ai primi mesi del 2010, i segnali non sono certo dei migliori». La causa è da ricercare nel periodo storico che si sta attraversando: le famiglie e le giovani coppie hanno in media una scarsa disponibilità economica. «Un altro fattore da tenere in considerazione — continua Boselli — è la disparità che si è venuta a creare tra domanda e offerta, che ha generato un forte “surplus” di costruzioni invendute.

IL PIANO CASA non ha fatto lievitare in alcun modo la domanda perché, oltre ad una maggiore povertà delle famiglie italiane, anche le banche sono in generale meno disposte a concedere mutui. Come se non bastasse, la qualità delle costruzioni invendute (si parla di circa 700 appartamenti solo nel capoluogo) è poco in linea con le nuove regole sul risparmio energetico: si tratta infatti di costruzioni che hanno seguito criteri “vecchi”, mentre oggi la domanda esige nuovi criteri, come l’utilizzo di particolari materiali e nuovi sistemi più efficienti». La situazione occupazionale non migliora la situazione. «Il settore edile — conclude Boselli — vede l’occupazione in costante flessione per tutto il 2009 e i dati relativi ai primi mesi di quest’anno segnano una debole e quanto mai irrisoria crescita».

ANCHE Mauro Sangalli, segretario dell’unione Artigiani di Lodi e Provincia, ribadisce il fallimento del piano casa. «Le aspettative erano tante — conferma Sangalli — ma in concreto non è servito quasi a nulla. Non solo i privati non hanno usufruito di questa opportunità offerta dal Governo, ma neppure le imprese che avrebbero avuto sulla carta sulla carta l’opportunità di migliorare i propri spazi si sono trovate a far fronte a ben altri problemi, soprattutto di tipo economico. Tra i professionisti la priorità è diventata quella di dover “pagare i conti”. Noi, sinceramente — prosegue Sangalli — speravamo che il piano casa riuscisse a fare da traino per risollevare il settore edile. Positiva l’idea di poter ampliare la cubatura, ma nel concreto non si è dimostrata una necessità. Nel Lodigiano contiamo più di 5mila appartamenti invenduti, si è venuta a creare da alcuni anni una “bolla immobiliare”. Speriamo che l’Università riesca a risolvere almeno in parte la situazione di Lodi».
[Modificato da marco--- 24/04/2010 17:46]
08/06/2011 14:18
 
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Case, Lodi resta fuori dalla ripresa del mercato

(8 giugno 2011)

In Lombardia nel 2010 le compravendite residenziali hanno mostrato una lieve crescita, ma non nel Lodigiano. È quanto emerge dal rapporto, a cura di Ance Lombardia e Cresme, “Il mercato immobiliare in Lombardia 2011”.
Non solo: secondo il rapporto presentato oggi in occasione dell’Eire 2011, Lodi contraddice anche un’altra caratteristica emersa dai dati regionali dello scorso anno, che mostrano come a trainare la debole ripresa siano stati i capoluoghi di provincia (+ 4,7 per cento in media), mentre negli altri comuni si è registrata ancora una piccola flessione. Nella città del Barbarossa succede il contrario: il capoluogo fa segnare un calo dell’8,3 per cento, mentre il resto della provincia il calo non raggiunge il punto percentuale. Il dato in realtà va letto insieme a quello del 2009, quando il mercato immobiliare a Lodi aveva vissuto un anomalo “rimbalzo” e aveva mostrato una timida ripresa (0,8 per cento) in controtendenza con il dato medio regionale dei capoluoghi (- 8,5 per cento).
Dai dati contenuti nello studio emerge che nel 2010 il fatturato del mercato immobiliare in Lombardia vale 22,7 miliardi di euro, di cui 18,2 provenienti dal settore residenziale e 4,4 da quello non residenziale. Dopo il «massimo storico» raggiunto dal mercato lombardo nel 2006 (con un giro d’affari record di poco inferiore ai 40 miliardi di euro), nel 2007 si è avuto un primo contenuto calo del fatturato (-3,4 per cento), a cui sono però seguiti due anni consecutivi con contrazioni a doppia cifra (-17,8 per cento nel 2008 e -23,7 per cento nel 2009). Il 2010 si è chiuso ancora in campo negativo (-5,9 per cento): dal 2006 il giro d’affari del mercato immobiliare lombardo si è ridotto di circa 44 punti percentuali, corrispondenti a una perdita di 17,3 miliardi di euro di fatturato.
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