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Immobiliare è Nera, Breglia : La Ripresa slitta al 2012

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2012 13:46
26/03/2011 00:39
 
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Re: Re: Re:
FourCorners, 3/25/2011 10:15 PM:

Sintesi del Rapporto Nomisma per chi va di fretta.

1. È tutta colpa delle banche.
Troppo disponibili con i vecchi mutuatari:
- IERI per via del credito facile, che ha gonfiato le quotazioni oltre ogni limite
- OGGI per l'inaccettabile lentezza dei pignoramenti nei confronti di famiglie e imprese in difficoltà!
MA ANCHE troppo selettive, oggi, con la nuova generazione del parco buoi.

2. Una scoperta sensazionale: gli immobili sono ILLIQUIDI!!!
Tanto più se qualcuno vi ha convinto che la vostra catapecchia vale come un attico con vista su Central Park.
Il problema è che il mercato immobiliare italiano è caratterizzato da incertezza sui valori di mercato e disinformazione.
Ma per fortuna, da oggi, ci pensa Nomisma con i suoi nuovi indici, costruiti in base allo... SCONTO!

FourCorners





Praticamente hanno tracciato un quadro devastante: secondo loro o si crolla o non c'è nulla da fare per il mercato immobiliare [SM=g6941]


Un eccesso di ottimismo aveva spinto, già all’inizio dello scorso anno, a ritenere ormai esaurita la fase recessiva che caratterizzava il mercato immobiliare italiano da oltre un biennio e contestualmente avviata la ripresa, seppure le evidenze in tal senso fossero ancora piuttosto flebili.

....

L’ipotesi di una pronta ripartenza non teneva, tuttavia, in debita considerazione le profonde modifiche nel frattempo intervenute nell’allocazione del credito da parte delle banche, nel tentativo di ridurre la rischiosità degli impieghi e ripristinare un’adeguata solidità patrimoniale.
Per comprendere la rilevanza degli aspetti creditizi nell’evoluzione del mercato occorre, innanzitutto, riconoscere il ruolo che l’allentamento dei criteri di selezione e il conseguente aumento delle disponibilità economiche hanno avuto nel “gonfiare” livelli di attività e quotazioni nella fase ascendente del ciclo immobiliare. L’infondata convinzione che la finanziarizzazione del contesto avrebbe garantito la sostenibilità di prezzi altrimenti inaccessibili, associata all’incapacità di definire in maniera congrua il corrispettivo per il rischio di controparte e settore sia a livello corporate che a livello retail, ha inevitabilmente comportato un innalzamento del grado di dipendenza del settore rispetto al sistema bancario.
La maggiore selettività scaturita dalla crisi finanziaria, riducendo la disponibilità di un sostegno divenuto per molti imprescindibile, pregiudica, di fatto, le prospettive di una pronta ripresa.




Come dire .... col doping finanziario il mercato è andato a bombva, senza di esso non si può parlare di ripresa in nessun modo .... operazione verità [SM=g1750147]



A complicare il quadro concorre, oltre alla debolezza economica della domanda, la lentezza con cui i prezzi del comparto residenziale tendono ad adeguarsi alle mutate condizioni di mercato. Alle abituali lentezze di adattamento riconducibili alla componente di utilizzo insita nell’investimento si aggiungono, nel caso italiano, la durata e i costi del processo di recupero coattivo in caso di insolvenza del mutuatario.
L’inefficienza di tale processo induce le banche ad avere un atteggiamento di disponibilità nei confronti di famiglie e imprese in difficoltà (evitando per queste ultime l’immediato rispetto delle condizioni di loan to value in caso di flessione dei prezzi), all’insegna della formula “extend and pretend”, piuttosto che avventurarsi in faticose dismissioni.
Il mancato arrivo sul mercato di molti immobili a garanzia di mutui entrati in sofferenza ha, senza dubbio, consentito di non accrescere ulteriormente la pressione ribassista sulle quotazioni.Le capacità negoziali del sistema bancario non paiono, tuttavia, illimitate, soprattutto nella prospettiva che il progressivo innalzamento dei tassi di interesse determini un ampliamento delle sofferenze.
Gli immobili a garanzia di crediti deteriorati da una parte e l’ingente mole di invenduto dall’altra, rappresentano un ostacolo al momento insormontabile sulla via della ripresa
.





In sintesi:
- la crisi ha indebolito la capcità finanziaria degli acquirenti;
- le banche non si avventurano in pignoramenti lunghi anni e tendono ad essere accomodanti, anche se la prospettiva di rialzo dei tassi con conseguenti rialzi delle sofferenze fanno pensare che il giochino del rinvio stia per finire;
- invenduto e crediti deteriorati pesano come macigni sulla ripresa (oltre a quanto detto sopra): è veramente una soddisfazione vedere Nomisma che conferma ciò che si va dicendo da anni ormai.



In assenza di una repentina correzione al ribasso dei prezzi (specie delle localizzazioni secondarie) e di un allentamento dei criteri di concessione del credito è, infatti, impossibile ipotizzare che l’offerta attuale e prospettica trovi riscontro nelle autonome capacità di assorbimento della domanda.



Stoccata fatale: o si cala per bene e rapidamente o addio sogni di gloria. Era ora che dicessero certe cose.


Un’attenta analisi delle disponibilità reddituali delle famiglie e dell’onerosità e accessibilità del mercato creditizio, in relazione ai prezzi delle abitazioni, restituisce un’immagine nient’affatto tranquillizzante. L’idea secondo cui gli irrisori tassi di interesse comportino necessariamente una maggiore facilità di accesso al credito rischia di rivelarsi fuorviante, se non verificata alla luce delle effettive politiche di allocazione del sistema bancario. L’attenzione che, in questa fase, soprattutto i grandi gruppi dedicano a preservare lo stock di mutui in essere ed, eventualmente, a contendere le posizioni dei competitor, rivela il minore interesse per il mercato dei flussi (anche a causa dell’impossibilità di un corretto pricing in funzione del rischio), con inevitabili ricadute negative sul numero di transazioni immobiliari. La ponderazione delle diverse componenti spinge a propendere per l’inaccessibilità del mercato alle attuali condizioni per una notevole quota della domanda potenziale. Un arretramento dei prezzi, soprattutto nelle localizzazioni secondarie, associato ad una politica creditizia meno selettiva nei confronti delle nuove operazioni, continuano a sembrare condizioni imprescindibili per un’effettiva ripartenza del mercato.



In sintesi:
- la gente non ce la fa a comprare a questi prezzi;
- l'unica prospettiva per la ripartenza è quella di forti storni.



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