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jugontina aka argenslavia

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2012 17:24
29/12/2010 14:22
 
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saccheggio per signoraggio e guerra civile razzista
a titolo di esorcismo scaramantico (tipico dei tifosi romanisti) faccio un bel recap sulla prospettiva peggiore che aspetta questo paese...

avendo accennato al discorso solo di passaggio e in maniera non esaustiva, lo faccio intanto per appuntarmi le cose e fare chiarezza con me stesso, poi se per qualcuno e' di interesse tanto meglio...


sull'argentina ho postato diverse volte il documentario qui sotto:




sulla jugoslavia di materiale documentario video non se ne trova molto, ma la storia e' ben riassunta su wikipedia


aggiungo che il discorso del saccheggio mediante corruzione e debito pubblico (altro che il signoraggio!) e' facilmente riportabile al bel paese (telecom, autostrade, prossimamente ENI come YPF), quello della escalation secessionista in jugoslavia e' un po' piu' difficile, visto che fino a oggi, a contrapporsi agli sbraitanti ubriaconi della lega, al massimo c'erano i fascistoidi romani...


ma pian piano si sta creando una coscienza "storica" "alternativa" anche al sud, nonostante tutte le fregnacce propagandate per i 150 anni dell'unita' d'italia...

e su youtube iniziano a vedersi delle tracce:





me sa' che me devo legge l'omonimo libro di gramsci, si trova in pdf, gratis, su liber-libri

e ancora:


e questo sta linkato (in automatico da youtube) sulla home odierna di grillo (l'ultimo a destra):


e devo pure rivedere questo atroce film...


e' successo qua dietro e pochi anni fa, solo perche' i crucchi s'erano rotti le palle di fare il bagno a rimini,
che ormai s'era riempita di neoricchi russi e quindi volevano provare le spiagge croate
, per cui:
DOLE RUKE SA YUGOSLAVIA! (se non ricordo male...)


PS: rinnovo l'invito a evitare di mettersi nei guai con i buffi e a trovarsi un cantuccio comodo per assistere allo "spettacolo"

[SM=g1750163]
Vedi anche: Questione meridionale - Italia 1864
[Modificato da marco--- 22/08/2011 18:38]
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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
29/12/2010 15:30
 
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playlist disponibile...
per chi, in un modo o nell'altro e' riuscito ad attrezzarsi con una internet TV (sogny sogny vaffanculo), e' disponibile una simpatica playlist




penso sia sempre meglio che rincoglionirsi col grande fratello, visto che:

The bottom line is that the government is getting what they have ordered. They do not want your children to be educated… they do not want you to think too much.
That is why our country and our world has become so proliferated entertainments, mass media television shows, amusement parks, drugs, alcohol and every kind of entertainment.- to keep the human entertained.
So that you don’t get in the way of important people by doing too much thinking.
You had better wake up and understand that there are people who are guiding your life and you don’t even know it.


[SM=g9128]

[Modificato da laplace77 29/12/2010 16:04]
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29/12/2010 18:05
 
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Re: playlist disponibile...
laplace77, 29/12/2010 15.30:

per chi, in un modo o nell'altro e' riuscito ad attrezzarsi con una internet TV (sogny sogny vaffanculo), e' disponibile una simpatica playlist




penso sia sempre meglio che rincoglionirsi col grande fratello, visto che:

The bottom line is that the government is getting what they have ordered. They do not want your children to be educated… they do not want you to think too much.
That is why our country and our world has become so proliferated entertainments, mass media television shows, amusement parks, drugs, alcohol and every kind of entertainment.- to keep the human entertained.
So that you don’t get in the way of important people by doing too much thinking.
You had better wake up and understand that there are people who are guiding your life and you don’t even know it.


[SM=g9128]





....l'ho visto tempo fa noleggiato in DVD.....notevole!

15/02/2011 13:26
 
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dice che nun me capischeno quanno parlo...
...e allora uso le parole di questo tizio...


fonte: il fatto quotidiano

...

Professor Giannuli, con le grandi scadenze che da qui al 2012 rischiano di mandare in frantumi il sistema mondiale dell’economia, cosa può succedere all’Italia?

Di tutto e di più. Il rischio più grosso è indubbiamente se salta l’euro. A quel punto se la scelta ricadrà sui due euro, noi rischiamo davvero la secessione. È un rischio molto vicino, si badi bene.

...


...e mo' si nun capite nun e' corpa mia...

[SM=g9128] [SM=g9128] [SM=g9128]



PS: pure questo l'avevo detto anche io...

...e' la soddisfazione della "scoperta indipendente", altro che brevetti...

...

Le bombe del ‘93, il black out del ’94, tutto va studiato in base alla rottura di vecchi equilibri. Abbiamo detto che, senza più l’Unione Sovietica, i partiti e il welfare diventano ferri vecchi, dei costi che qualcuno non vuole più sostenere.

...


[SM=g7574] [SM=g7574] [SM=g7574]

[Modificato da laplace77 15/02/2011 13:31]
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14/03/2011 21:47
 
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dopo radiopadania...

arriva pure

fonte: corriere

L CASO

Barra, Bennato e mail anti-Savoia
La sfida (on air) a Radio Padania


Guaglione: ecco «Regno fm», emittente neoborbonica
Trasmette da Barletta per le «notizie taciute dai libri»


«Tu piemontese, ’nu miezo francese, stive ’nguaiato fra diebete e spese. Sì addeventato grand’ ommo e sovrano cu ’e sorde d’ ’e banche napulitane». È la strofa di «Malaunità», canzone napoletana e battagliera. È la rabbia urlata contro i violenti invasori del Meridione: i Savoia. A pochi giorni dal 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia è sufficiente un clic per incontrare questa ribellione a scoppio ritardato. Basta connettersi al sito www.regno.fm, una webradio che inneggia al Regno delle due Sicilie, ai Borbone e alla cultura di un Sud glorioso, vittima sacrificale del patriottismo sabaudo. La webradio trasmette on line — da qualche settimana — canzoni e informazioni rigorosamente borboniche. «Diffondiamo notizie che i libri di storia, di regime, hanno finora sottaciuto. Come giornalista ed editore ho sentito il bisogno morale di dare voce a vicende rinnegate», dice Paolo Guaglione ideatore della «radio del bel Reame», com’è scritto sull’homepage. Papà di due bambine, 45 anni, di Barletta, città da cui si irradiano via web le news anti-risorgimentali, Guaglione si definisce borbonico e orgoglioso dei trecento contatti giornalieri della radio. «Arrivano tantissime mail piene di complimenti», commenta mentre sulla scrivania zeppa di libri, fogli, penne e telefonini, cerca i dati di ascolto.

«Ci seguono anche dall’estero: New York, Parigi e persino dall’Australia». Il palinsesto della webradio è strutturato in base al genere musicale in programmazione: si va dalla musica napoletana antica, ai testi di Concetta Barra ed Eugenio Bennato. A fare da intermezzo, piccoli spazi informativi legati alla storia del regno di Napoli, sfregiato e distrutto dall’arrivo dell’esercito sabaudo. Tutte le notizie sono precedute da una voce femminile che, con tono dolce, tuona: «A scuola non mi hanno fatto sapere che...». «Certo — dichiara Guaglione — a scuola tante cose non sono state insegnate mentre Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele, tre massoni, sono stati presentati come eroi che hanno liberato il Sud dalla tenaglia borbonica. Non è andata così. A Napoli si viveva bene, nessuno andava via. E dal Nord scendevano al Sud per lavorare e stare meglio». Al contrario di come avviene adesso. Guaglione è il solo a occuparsi della webradio che presto però, avrà una redazione. Perché oltre a Internet e alla radio è previsto un progetto editoriale più ampio che coinvolgerà anche la televisione «per restituire dignità a un popolo privato della memoria», rincara l’editore mentre mostra il suo iPad su cui c’è l’immagine «della mia patria vista dall’alto»: è l’Italia meridionale fotografata dal satellite, il resto della Penisola non c’è. Ed è un po’ un controsenso per lui che edita anche un canale satellitare che, ironia della sorte, si chiama W l’Italia channel.

«La mia patria è questa», insiste mostrando l’iPad e continua: «È così non solo per me. All’estero quando si dice di essere italiani, gli stranieri sorridono e dicono pizza, sole, mare e mandolino, mai Tarvisio o la polenta. E questo conferma che l’Italia siamo noi, il Sud», ribadisce Guaglione. In ufficio ha persino la macchina per il caffè Borbone. «È stata una piacevole sorpresa», ammette. Qualcosa però non torna: se i Borbone avevano creato un regime con un welfare efficacissimo, se il popolo stava bene, perché i soldati reali non difesero il loro regno? «Perché le guardie furono corrotte dai Savoia e da soli i contadini che divennero briganti non riuscirono a frenare l’incursione», spiega Guaglione. «I Savoia rubarono ben 432 milioni di vecchie lire dal banco di Napoli». Beh, ma dopo l’unificazione del Paese quei soldi erano del re d’Italia.

«No — ribatte — quei soldi non furono usati per far crescere il Paese ma solo per rimpinguare le casse piemontesi, in rosso da tempo». La visione della storia italiana qui, nella sede della webradio alla periferia della città della disfida franco-italiana, ha il sapore di un romanzo tragico dove le vite dei contadini si intrecciano alla crudeltà dell’esercito sabaudo che «rase al suolo paesi come Pontelandolfo e Casalduni non prima di aver stuprato donne e ucciso bambini», racconta Guaglione. E allora il 17 marzo come lo trascorrerà? «Isserò una bandiera a lutto», dice. La chiusura però è repubblicana: «La mia festa patriottica è quella del 2 giugno. Quella e basta».

Alba Di Palo
14 marzo 2011


a quando una radio "centralista"?

tipo www.radiomagnaccioni.fm...

[SM=p7579]

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Re: saccheggio per signoraggio e guerra civile razzista
laplace77, 29/12/2010 14.22:

a titolo di esorcismo scaramantico (tipico dei tifosi romanisti) facc...

sulla jugoslavia di materiale documentario video non se ne trova molto, ma la storia e' ben riassunta su wikipedia

...





l'attualita' preme e la storia pare ripetersi...

altro che 150 anni dell'unita. qui si rischia il processo inverso:




Organizzazione delle forze armate yugoslave

Le forze armate jugoslave erano costituite dal Esercito, dalla Marina e Aviazione che a partire dal 1969 vennero affiancate dalla Difesa territoriale, una forza militare di riserve autonoma con una organizzazione molto decentralizzata ed indipendente affidata alle singole repubbliche che formavano la federazione.


Difesa territoriale

Le Forze di difesa territoriale (in serbo-croato Teritorijalna odbrana, TO) erano una delle quattro forze armate della Repubblica socialista federale di Jugoslavia. Costituivano una milizia di riserva indipendente dagli altri rami e autonoma nell'addestramento e nell'organizzazione, che era affidata a ciascuna delle Repubbliche federate.

Scioglimento

All'inizio degli anni '90, con il dissoluzione della Jugoslavia e l'emergere del nazionalismo serbo all'interno dell'Armata popolare jugoslava (molti ufficiali e soldati non-serbi abbandonarono l'esercito), le Forze di difesa territoriale, grazie alla decentralizzazione della struttura di comando, parteciparono alle guerre jugoslave, aiutando con successo Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, a secedere dal governo centrale. Dopo lo scioglimento della Jugoslavia la difesa territoriale fu sciolta e i suoi membri integrati nei nuovi eserciti dei paesi balcanici.



dice: ma che c'entra con l'italia??

andatelo a chiedere ala lega, non siamo ai livelli di "forza armata indipendente" ma poco ci manca (e cmq e' il primo assaggio)...

La Lega chiede di istituire gli eserciti regionali

La Lega vuole istituire gli eserciti regionali. Imitando il modello della Guardia nazionale americana, pronti a intervenire in caso di calamità naturali, di gravi attentati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi e per mantenere l’ordine pubblico qualora il Consiglio dei ministri o i Governatori regionali lo deliberino. La proposta di legge è stata presentata dalla Lega il 15 marzo ed è stata annunciata oggi alla Camera. Il provvedimento, che porta la firma di quasi tutti i componenti del gruppo del Carroccio (ad eccezione del capogruppo Marco Reguzzoni) prevede che le “milizie” siano composte, tra l’altro, da cittadini italiani volontari cessati dal servizio senza demerito con età inferiore ai 40 anni.

Immediata la reazione dell’opposione. ”Nel mezzo del conflitto libico, la Lega, che detiene la golden share del governo, trova il tempo per cadere nel ridicolo e per ridicolizzare le Istituzioni”, ha detto Ettore Rosato del Pd. ”Se è una provocazione – prosegue il parlamentare – è di cattivo gusto. Se è una cosa seria è ancora più preoccupante. Si tratta di un’iniziativa pericolosa – conclude – contro la quale ci opporremo con tutte le nostre forze”. Mentre Massimo Donadi, presidente del gruppo Idv alla Camera, definisce l’iniziativa “l’ultima follia leghista, l’evoluzione delle ronde padane, l’eterna tentazione del Carroccio di creare uno stato nello Stato”, ha detto. “Il cinismo della Lega non ha limiti – spiega – utilizza questa pericolosa panzana delle milizie territoriali per fare campagna elettorale in vista delle prossime amministrative. Un atteggiamento, come al solito, irresponsabile dal punto di vista politico e culturale”. Berlusconi ed i vertici del Pdl, secondo Donadi, “hanno il dovere di intervenire come capo del governo italiano e come rappresentanti del principale partito della maggioranza per stoppare un progetto che ha l’unico obiettivo di mettere a rischio l’unità dello Stato”.

Per il segretario dell’Udc “dopo la pagliacciata delle ronde, fallite miseramente perchè respinte dalla stessa società civile, prepariamoci all’ennesimo interminabile e inutile dibattito sugli eserciti regionali, l’ultima grottesca provocazione della Lega che non troverà mai attuazione. Invece di perdere tempo con queste boutade, il Carroccio pensi a governare e a sostenere seriamente le Forze dell’Ordine, che per colpa degli ingenti tagli del governo non hanno le risorse e i mezzi necessari per difendere i cittadini”, ha detto Lorenzo Cesa.

Reguzzoni ribatte. “E’ un’idea intelligente e spero che possa avere l’adesione di tutti i partiti”, ha detto il presidente dei deputati della Lega Nord. “C’è stata una raccolta di firme ed ho suggerito che fosse la più ampia possibile, in modo che non venisse marcata come una proposta di un solo partito. Per questo motivo nell’iniziativa – spiega Reguzzoni – l’iter della proposta procede bene e si svilupperà nell’ambito della commissione Difesa”.

Nella relazione del provvedimento è evidenziato come “nella Repubblica manca uno strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l’attivazione del sistema di protezione civile. L’importazione nel nostro ordinamento dell’Istituto della Guardia Nazionale – aggiungono i deputati della Lega – permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze liberando i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all’occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all’estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria”.

Secondo il progetto di legge messo a punto dal Carroccio, dovranno entrare a far parte del Corpo dei volontari militari, previo superamento di esami psico-attitudinali, i militari che non sono più in servizio (senza demerito) e che non abbiano superato i 40 anni di età. Il limite di età varrà anche per gli ufficiali e i sottoufficiali. Il reclutamento dovrebbe avvenire su base regionale. E quelli che il Carroccio già definisce “battaglioni regionali” dovranno avere prevalentemente il carattere di strutture-quadro, che potrebbero poi aumentare di numero in caso di mobilitazione.

I soldati regionali avranno l’obbligo di prestare servizio un mese all’anno, anche per garantire la formazione permanente del personale. La loro retribuzione sarà identica alla paga giornaliera che si riceve nell’esercito e ci sarà l’aspettativa non retribuita nel caso in cui i nuovi soldati lavorino nel settore pubblico o privato.

Toccherà all’Esercito e ai Carabinieri addestrare il nuovo Corpo Regionale che non dovrebbe disporre di più di 20 mila uomini raggruppati in 20 battaglioni regionali (con il nome della regione di riferimento) sotto il comando di altrettanti tenenti colonnelli distaccati dall’Esercito e dall’Arma. Ogni battaglione quindi sarà composto da mille uomini e donne reclutati su base regionale. Le uniformi sarebbero identiche a quelle dell’Esercito, ma con un distintivo in più, ‘ad hoc’ per ogni regione. Girerebbero armati (armamento leggero) come i Carabinieri. Per quanto riguarda la carriera, il governo dovrà assicurare una corrispondenza con i gradi dell’Esercito anche se con alcuni distinguo. Si preclude però il passaggio di questi miliziani regionali all’Esercito o ai Carabinieri.

Il Generale comandante del Corpo dipenderà dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per quanto riguarda i compiti deliberati direttamente dal Consiglio dei Ministri, mentre i Tenenti colonnelli, che guidano i singoli battaglioni regionali, risponderanno direttamente ai presidenti delle Regioni in cui saranno stanziati per fronteggiare le emergenze locali. Il Corpo dei volontari militari non potrà essere impiegato fuori dall’Italia. Il primo firmatario del testo è il deputato della Lega, Franco Gidoni.



La Lega: "Istituire subito gli eserciti regionali"

La proposta di legge del Carroccio punta all'istituzione di battaglioni di volontari, mille uomini per Regione, addestrati da Esercito e Carabinieri, pronti a intervenire in caso di calamità ma anche a mobilitarsi per l'ordine pubblico su richiesta dei governatori o del Consiglio dei ministri. Pd: "Pericoloso". Idv: "Ultima follia leghista"

ROMA - Andata male con la corsia preferenziale riservata agli alpini del Nord 1, la Lega ci riprova puntando addirittura più in alto, alla istituzione di eserciti regionali. Perché è questo obiettivo, corpi militari sul modello della Guardia nazionale americana, che si propone di raggiungere la Lega con una proposta di legge presentata il 15 marzo e annunciata oggi alla Camera, primo firmatario il deputato Franco Gidoni.

Eserciti regionali pronti a intervenire in caso di calamità naturali, di gravi attentati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi. Ma anche a mantenere l'ordine pubblico qualora il Consiglio dei ministri o i Governatori regionali lo deliberino. Il provvedimento, che porta la firma di quasi tutti i componenti del gruppo del Carroccio (ad eccezione del capogruppo Marco Reguzzoni) prevede che le "milizie" siano composte, tra l'altro, da cittadini italiani volontari cessati dal servizio senza demerito con età inferiore ai 40 anni.

"Nella Repubblica - si legge nella relazione del provvedimento - manca uno strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l'attivazione del sistema di protezione civile". "L'importazione nel nostro ordinamento dell'Istituto della Guardia Nazionale - aggiungono i deputati della Lega - permetterebbe di assicurare il soddisfacimento
di queste esigenze liberando i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all'occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all'estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria".

Secondo il progetto di legge messo a punto dal Carroccio, dovranno entrare a far parte del Corpo dei volontari militari, previo superamento di esami psico-attitudinali, i militari che non sono più in servizio (senza demerito) e che non abbiano superato i 40 anni di età. Il limite di età varrà anche per gli ufficiali e i sottoufficiali.
Il reclutamento dovrebbe avvenire su base regionale. E quelli che il Carroccio già definisce "battaglioni regionali" dovranno avere prevalentemente il carattere di 'strutture-quadro', che potrebbero poi aumentare di numero in caso di mobilitazione. I soldati regionali avranno l'obbligo di prestare servizio un mese all'anno, anche per garantire la formazione permanente del personale. La loro retribuzione sarà identica alla paga giornaliera che si riceve nell'esercito e ci sarà l'aspettativa non retribuita nel caso in cui i nuovi soldati lavorino nel settore pubblico o privato.

Toccherà all'Esercito e ai Carabinieri addestrare il nuovo 'Corpo Regionale' che non dovrebbe disporre di più di 20 mila uomini raggruppati in 20 battaglioni regionali (con il nome della regione di riferimento) sotto il comando di altrettanti tenenti colonnelli distaccati dall'Esercito e dall'Arma. Ogni battaglione quindi sarà composto da mille uomini e donne reclutati su base regionale. Le uniformi sarebbero identiche a quelle dell'Esercito, ma con un distintivo in più, 'ad hoc' per ogni regione. Girerebbero armati (armamento leggero) come i Carabinieri.

Per quanto riguarda la carriera, il governo dovrà assicurare una corrispondenza con i gradi dell'Esercito anche se con alcuni distinguo. Si preclude però il passaggio di questi 'miliziani' regionali all'Esercito o ai Carabinieri.
Il Generale comandante del Corpo dipenderà dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per quanto riguarda i compiti deliberati direttamente dal Consiglio dei Ministri, mentre i Tenenti colonnelli, che guidano i singoli battaglioni regionali, risponderanno direttamente ai presidenti delle Regioni in cui saranno stanziati per fronteggiare le emergenze locali. Il Corpo dei volontari militari non potrà essere impiegato fuori dall'Italia.

Il capogruppo Pd nella commissione Difesa della Camera, Antonio Rugghia, definisce "pericolosa" la proposta di legge della Lega. "Sta forse puntando alla secessione militare?" commenta Rugghia, aggiungendo: "Sembra voler mettere in discussione l'unità stessa del paese e creare venti piccoli eserciti da brandire contro i propri vicini. Se non fosse stata presentata da un gruppo così folto di deputati l'avrei definita una pagliacciata, ma la presenza di autorevoli esponenti del Carroccio la rende seriamente preoccupante. Aspettiamo adesso la reazione del ministro La Russa". "Già la Lega ci aveva provato con la proposta sugli alpini e aveva incassato critiche su critiche da parte del mondo militare - ricorda ancora Rugghia -. Pensavamo fossero state sufficienti per mettere definitivamente da parte questi interventi di cui non si sente alcuna necessità".

In una nota, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa commenta: "Dopo la pagliacciata delle ronde, fallite miseramente perché respinte dalla stessa società civile, prepariamoci all'ennesimo interminabile e inutile dibattito sugli eserciti regionali, l'ultima grottesca provocazione della Lega che non troverà mai attuazione.
Invece di perdere tempo con queste 'boutade', il Carroccio pensi a governare e a sostenere seriamente le Forze dell'Ordine, che per colpa degli ingenti tagli del governo non hanno le risorse e i mezzi necessari per difendere i cittadini".

Per Pino Pisicchio di Alleanza per l'Italia, la Lega "gioca a risiko con gli eserciti regionali per nascondere il fallimento delle politiche sull'immigrazione". "Il problema serio della sicurezza in Italia - prosegue Pisicchio -è trovare i finanziamenti per l'attività quotidiana delle forze dell'ordine che, grazie ai tagli selvaggi del Governo, non possono nemmeno fare il pieno di benzina alle macchine di servizio. E la Lega cosa fa? Si inventa le milizie regionali: la dimostrazione dello stato di caos che ormai investe la maggioranza".

Per Massimo Donadi di Idv, si tratta dell'"ultima follia leghista". "Gli eserciti regionali sono l'evoluzione delle ronde padane - commenta il presidente del gruppo Idv alla Camera -, l'eterna tentazione del Carroccio di creare uno stato nello Stato". "Il cinismo della Lega non ha limiti - spiega ancora Donadi - utilizza questa pericolosa panzana delle milizie territoriali per fare campagna elettorale in vista delle prossime amministrative. Un atteggiamento, come al solito, irresponsabile dal punto di vista politico e culturale". "Berlusconi e i vertici del Pdl - conclude il capogruppo Idv - hanno il dovere di intervenire come capo del governo italiano e come rappresentanti del principale partito della maggioranza per stoppare un progetto che ha l'unico obiettivo di mettere a rischio l'unità dello Stato".



...e tutto questo accade in un momento in cui si dovrebbero piuttosto unificare gli eserciti europei, onde evitare figuracce come le recenti litigate per chi comanda nelle operazioni in libia...

[SM=g7574]
[Modificato da laplace77 04/04/2011 18:11]
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fonte: blog INVESTIRE OGGI SICURO

L' ITALIA RISCHIA IL COLLASSO : "Il caso Argentina", per non dimenticare

Le prime pagine dei quotidiani parlano di
“Scelte Coraggiose”, “Austerità, “Piani di ristrutturazione del debito” e “Privatizzazioni”...


La politica tenta di rispondere ai mercati dando ai leoni affamati quello che vogliono purchè si allontanino dal tempio almeno fino alla fine della legislatura.

E cosa vogliono i Mercati ? semplice , il massimo profitto.

L’italia non è più nemmeno l’ombra del paese che è stato durante gli anni del “miracolo italiano” e mentre pensavo ieri al miracolo italiano mi è venuto in mente quando gli Stati Uniti e l’Europa gridavano al “miracolo argentino” , gli anni 90 di Carlos Saul Menem , uno dei più grandi ladri della storia moderna.

Il suo governo ha privatizzato l’Argentina svendendola a prezzi di saldo (compagnie petroliferie, gas naturale, ferrovie , aerolinee, comunicazioni ecc ecc) e ha preso tangenti per un valore che si aggira dai 5 ai 10 billioni di dollari (divisi tra poco più di 3 persone , lui , Cavallo e Kochner).

E così hanno ristrutturato il debito e ora le agenzie di rating parlano di una buona manovra, un default doloroso ma utile.

Allego qui sotto un documentario, a mio parere il più bel documentario, sulla storia economica dell’argentina, si chiama “Memoria del Sequeo” di Fernando Solanas (uno dei più grandi registi argentini).

Trovate un oretta di tempo per guardarlo tutto , è narrato in spagnolo con sottotitoli in inglese, un livello di inglese scolastico è sufficiente per capire.

Speriamo che questa non sia la fine che toccherà a noi ma se lo guardate attentamente troverete molte preoccupanti analogie.

E ricordate di non interpretare certe informazioni come destra o sinistra o stupidate del genere, arrivati a questo punto è della vita delle persone che si parla.


[SM=g2594223] [SM=g2594223] [SM=g2594223]

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13/08/2012 12:44
 
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Rischio Argentina: boom inflazione e crescita nulla

di: WSI Pubblicato il 13 agosto 2012| Ora 11:59

E' il piu' debole del Sudamerica in termini di riserve. Indice prezzi al 20-25%. Economist si rifiuta di citare le cifre (falsate) del governo. Kichner sta portando il paese al default per l'ennesima volta?


Un passante cammina davanti a un tabellone elettronico con i tassi di cambio del valutario a Buenos Aires (Foto di Marcos Brindicci, Reuters).

New York - Il governo argentino sfugge come la peste le politiche ortodosse e non bada a spese nel tentativo di alimentare una rapida crescita economica.

I media piu' attendibili e seri come l'Economist si rifiutano di pubblicare le cifre ufficiali dell'esecutivo con il presidente Cristina Fernandeze de Kirchner che evita in tutti i modi di citare il grave problema dell'inflazione in aumento, stimata al 20-25% l'anno, il tasso piu' alto di tutta l'America Latina, anche piu' del Venezuela.

Il suo governo ha addirittura multato e fatto causa agli economisti che pubblicano le loro stime sull'indice dei prezzi, che in linea generale sono pari a due o tre volte le cifre ufficiali.

Negli ultimi nove anni l'economia ha visto un boom in stile cinese. Ma nel 2012 gli analisti sono molto piu' pessimisti, pronosticando una crescita bassa e in alcuni casi persino una contrazione del Pil.

Durante la crisi mondiale del 2009 l'inflazione e' calata di pari passo con la domanda. Ma quest'anno l'inflazione e' entrata in una fase di boom, per effetto delle spese pubbliche elevate, delle politiche di accomodamento monetario, dell'incremento dei salari, dei dati macro inaffidabili, dell'impatto dei controlli effettuati su import e valuta nazionale, ma soprattutto dell'inerzia.

Alcuni economisti sono convinti che il paese sia' gia' sprofondato in una fase stagflazione - un mix pericoloso di crescita stagnante e inflazione alle stelle - mentre altri lo escludono perche' scommettono su una ripresa nella seconda parte del 2013.

La situazione non puo' ancora essere associata a quella dell'iperinflazione subita dall'Argentina in passato, ma rappresenta un rischio da non prendere sotto gamba, perche' potrebbe facilmente finire per cancellare gli sforzi fatti dopo la devastante crisi del 2001-2002 per rilanciare l'occupazione, creare posti di lavoro e ridurre il tasso di poverta'.

Dovendo fare i conti con il brusco calo delle entrate fiscali, alcune amministrazioni provinciali fanno fatica a pagare i dipendenti pubblici.

La verita' e' che l'Argentina sta perdendo competivita' in maniera riguardevole, per via del fatto - in primo luogo - che l'inflazione, argomento tabu' per la presidenta Kirchner, supera la svalutazione della moneta.

Dal 2007 l'indice dei prezzi accumulato e' salito del 140%, mentre il peso ha subito una fase di deprezzamento del 40% contro il dollaro. Buenos Aires e' lo stato del continente latino americano che ha preso piu' inflazione in dollari negli ultimi cinque anni. Dal 2010 il problema si e' aggravato.

In secondo luogo a pesare sono le politiche energetiche sbagliate. L'Argentina e' diventata un paese importatore netto di idrocarburi. Basti pensare che se nel 2003 non sono praticamente stati importati combustibili, nel 2011 Buenos Aires si e' vista invece costretta a comprare oltre 9 mila milioni di dollari dall'esterno.

Infine, le incertezze monetarie, un pessimo clima creato dall'arbitrarieta' del governo nei suoi interventi microeconomici e un crescente carico fiscale, hanno spinto le imprese e i cittadini a rifugiarsi sempre di piu' nel dollaro come riserva di valore.

Nel 2003-2006 la somma e' stata pari a 1.500 milioni di dollari l'anno, nel 2007-2010 48 miliardi e solamente nel 2011 21 miliardi.

Questi tre fattori (perdita di competivita', necessita' di dollari per importare energia e una crescente fuga dal peso) hanno spinto il governo a imporre restrizioni molto rigide alle importazioni e alle operazioni di acquisto di dollari. Ecco spiegato il balzo dell'inflazione e i rischi che comporta.

Il boom dell'indice dei prezzi non ha convinto il governo a cambiare strategia e la nazione ora rischia in futuro di fare un'altra volta default, visto anch il fatto che la nazione resta la piu' debole di tutto il Sudamerica in termini di riserve del Banco Central.
[Modificato da (sylvestro) 13/08/2012 12:45]
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16/08/2012 17:16
 
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Re:
(sylvestro), 8/13/2012 12:44 PM:



Rischio Argentina: boom inflazione e crescita nulla

di: WSI Pubblicato il 13 agosto 2012| Ora 11:59

E' il piu' debole del Sudamerica in termini di riserve. Indice prezzi al 20-25%. Economist si rifiuta di citare le cifre (falsate) del governo. Kichner sta portando il paese al default per l'ennesima volta?


Un passante cammina davanti a un tabellone elettronico con i tassi di cambio del valutario a Buenos Aires (Foto di Marcos Brindicci, Reuters).

New York - Il governo argentino sfugge come la peste le politiche ortodosse e non bada a spese nel tentativo di alimentare una rapida crescita economica.

I media piu' attendibili e seri come l'Economist si rifiutano di pubblicare le cifre ufficiali dell'esecutivo con il presidente Cristina Fernandeze de Kirchner che evita in tutti i modi di citare il grave problema dell'inflazione in aumento, stimata al 20-25% l'anno, il tasso piu' alto di tutta l'America Latina, anche piu' del Venezuela.

Il suo governo ha addirittura multato e fatto causa agli economisti che pubblicano le loro stime sull'indice dei prezzi, che in linea generale sono pari a due o tre volte le cifre ufficiali.

Negli ultimi nove anni l'economia ha visto un boom in stile cinese. Ma nel 2012 gli analisti sono molto piu' pessimisti, pronosticando una crescita bassa e in alcuni casi persino una contrazione del Pil.

Durante la crisi mondiale del 2009 l'inflazione e' calata di pari passo con la domanda. Ma quest'anno l'inflazione e' entrata in una fase di boom, per effetto delle spese pubbliche elevate, delle politiche di accomodamento monetario, dell'incremento dei salari, dei dati macro inaffidabili, dell'impatto dei controlli effettuati su import e valuta nazionale, ma soprattutto dell'inerzia.

Alcuni economisti sono convinti che il paese sia' gia' sprofondato in una fase stagflazione - un mix pericoloso di crescita stagnante e inflazione alle stelle - mentre altri lo escludono perche' scommettono su una ripresa nella seconda parte del 2013.

La situazione non puo' ancora essere associata a quella dell'iperinflazione subita dall'Argentina in passato, ma rappresenta un rischio da non prendere sotto gamba, perche' potrebbe facilmente finire per cancellare gli sforzi fatti dopo la devastante crisi del 2001-2002 per rilanciare l'occupazione, creare posti di lavoro e ridurre il tasso di poverta'.

Dovendo fare i conti con il brusco calo delle entrate fiscali, alcune amministrazioni provinciali fanno fatica a pagare i dipendenti pubblici.

La verita' e' che l'Argentina sta perdendo competivita' in maniera riguardevole, per via del fatto - in primo luogo - che l'inflazione, argomento tabu' per la presidenta Kirchner, supera la svalutazione della moneta.

Dal 2007 l'indice dei prezzi accumulato e' salito del 140%, mentre il peso ha subito una fase di deprezzamento del 40% contro il dollaro. Buenos Aires e' lo stato del continente latino americano che ha preso piu' inflazione in dollari negli ultimi cinque anni. Dal 2010 il problema si e' aggravato.

In secondo luogo a pesare sono le politiche energetiche sbagliate. L'Argentina e' diventata un paese importatore netto di idrocarburi. Basti pensare che se nel 2003 non sono praticamente stati importati combustibili, nel 2011 Buenos Aires si e' vista invece costretta a comprare oltre 9 mila milioni di dollari dall'esterno.

Infine, le incertezze monetarie, un pessimo clima creato dall'arbitrarieta' del governo nei suoi interventi microeconomici e un crescente carico fiscale, hanno spinto le imprese e i cittadini a rifugiarsi sempre di piu' nel dollaro come riserva di valore.

Nel 2003-2006 la somma e' stata pari a 1.500 milioni di dollari l'anno, nel 2007-2010 48 miliardi e solamente nel 2011 21 miliardi.

Questi tre fattori (perdita di competivita', necessita' di dollari per importare energia e una crescente fuga dal peso) hanno spinto il governo a imporre restrizioni molto rigide alle importazioni e alle operazioni di acquisto di dollari. Ecco spiegato il balzo dell'inflazione e i rischi che comporta.

Il boom dell'indice dei prezzi non ha convinto il governo a cambiare strategia e la nazione ora rischia in futuro di fare un'altra volta default, visto anch il fatto che la nazione resta la piu' debole di tutto il Sudamerica in termini di riserve del Banco Central.



sylvestro,

dai smettila di leggere certe boiate.

quello che conta è il tasso di disocupazione, quello e solo quello a prescindere dall'indice dei prezzi che giusto per la cronaca è abbastanza allineato all'inflazione dei salari : pari e patta.

non per nulla l'articolo parla di "inflazione in dollari" proprio perchè cerca di infinocchiare il disincantato lettore, logicamente parlare di inflazione "in dollari" o in talleri del beluga non ha molto senso quando i salari sono pagati in moneta nazionale e la spesa la si fà del prestinaio sempre in moneta nazionale.

per le riserve altra stronzata stragalattica, indovina qual'è il paese con le più grandi riserve auree al mondo ?
l'italia, e indovina chi stà andando a gambe all'aria !?!??!

questa roBBA è buona solo per puliri il cu..o, peccato che con l'era digitale tocca stamparsi il testo su carta Foxy e poi impiegarla come di dovere.... meglio la repubblica cartacea o il manifesto, zach via il foglio e vai di libidine sulla tazza del cesso.

ciao
Mao


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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
16/08/2012 17:24
 
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Re: Re:
ziomaoziomao, 16/08/2012 17.16:



sylvestro,

dai smettila di leggere certe boiate.

...




Vabbene, non lo faccio più, promesso
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