3 giugno 2012
Compravendite in calo: mercato immobiliare in profondo rosso
In calo i prezzi,ma in calo anche le vendite: il mercato immobiliare sloveno, in questo momento, non gode di buona salute.E non ci sono segnali, considerato che siamo in piena crisi economica, che le cose possano migliorare in tempi brevi. I dati pubblicati in questi giorni dall’Ufficio geodetico e dall’ Ufficio di statistica della Slovenia evidenziano questa situazione di disagio con molta chiarezza: i prezzi delle abitazioni sonoscesi inmedia del 4,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2011.
In particolare, sono calati dell’8% i prezzi delle abitazioni nuove. Un calo più accentuato – del 10,4% – era stato registrato solo nel primo trimestre del 2009. Oggi, pertanto, in Slovenia le abitazioni nuove costano il 19% in meno rispetto al periodo record (luglio–settembre del 2008) e l’8,4% in meno rispetto a un anno fa. A livello dell’intero paese, questo significa che un metro quadro di superficie abitativa – parliamo di appartamenti in condomini, non di case – viene venduto in media per 1.689 euro.
Solo nella capitale Lubiana e sulla costa, dunque nei comuni di Capodistria, Isola e Pirano, il prezzo supera i 2.400 euro per metro quadro, e precisamente 2.404 a Lubiana e 2.468 sulla costa. Nel 2010, per fare un esempio, a Capodistria il prezzo di un metro quadro di appartamento aveva raggiunto i 2.738 euro. In altre parole, un’abitazione di 50 metri quadri, per restare all’esempio di Capodistria, oggi si può acquistare per oltre 16mila euro in meno rispetto a un anno e mezzo fa.
Il calo dei prezzi non ha portato però a un aumento della richiesta, per cui sono in flessione anche le vendite. Nei primi tre mesi del 2012, in tutta la Slovenia sonostati venduti 1.464 appartamenti in condomini e 679 case, contro i 1.821 appartamenti e le 981 case vendute nell’ ultimo trimestre del 2011. Una scossa al mercato immobiliare potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Il Fondo alloggi sloveno ha annunciato infatti l’intenzione di investire 40 milioni di euro per l’acquisto di appartamenti attualmente vuoti per poi rivenderli o affittarli a equo canone. Gli esperti però sono scettici: si tratta di denaro, sostengono, che non finirà nel settore edile, attualmente in crisi, ma nelle banche, che sono proprietarie di centinaia di alloggi che le aziende edili gli hanno ceduto perché non erano in grado di pagare i propri debiti.
Dal Fondo però è giunta immediata la replica: non hanno nessuna intenzione di usare i loro mezzi per acquistare case a prezzi gonfiati.