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Signoraggio bancario: Arrigo Molinari vs Bankitalia S.p.A. e BCE

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2016 10:22
31/07/2011 22:22
 
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Arrigo Molinari vs Bankitalia S.p.A. e BCE (Fonte: fusiorari.org - di Alessandro Lioy - 29/06/2010)

Signoraggio bancario: molte persone non sono neanche a conoscenza del problema, altre, poche, hanno provato ad opporsi senza, però, ottenere ciò che si erano prefissati, per una ragione o per un’altra.

Arrigo Molinari, nato ad Acri nel 1932, si laurea in Giurisprudenza nel 1953 a Napoli. Nello stesso anno vince il concorso di vicecommissario aggiunto di Polizia. Nel corso degli anni, presta servizio alla questura di Imperia, al commissariato di Sanremo e alla questura di Genova. Dirige pure diverse scuole di Polizia. Da avvocato, Molinari si dedica ad un fenomeno, nella provincia di Imperia, di anatocismo bancario, riuscendo a far indagare sei ex direttori di un istituto di credito. La sua battaglia più grande, però, inizia a ridosso dell’anno duemila e lo vede citare in giudizio Bankitalia per la truffa del Signoraggio. Riproponiamo uno stralcio di un’intervista che il quotidiano Il Giornale ha proposto nel mese di settembre del 2005. Cliccando sul link in calco è possibile leggerla integralmente.

”LA MIA ULTIMA BATTAGLIA CONTRO L’EURO” - Dica la verità, avvocato Molinari: anche lei ce l'ha con Fazio. Infierisce. «Neanche per sogno. Io ce l'ho con la Banca d'Italia e con i suoi soci voraci banchieri privati». Cos'hanno fatto di così terribile? «Hanno divorato l'istituto centrale di Palazzo Koch, rendendolo non più arbitro e non più ente di diritto pubblico. Con un'anomalia tutta italiana». Ai danni dei risparmiatori. «...che adesso devono sapere esattamente come stanno le cose». Ci aiuti a capire. «Sta tutto scritto nei miei due ricorsi, riuniti ex articolo 70 del codice di procedura civile, contro la Banca d'Italia e la Banca centrale europea per la cosiddetta truffa del "Signoraggio", consentita alle stesse fin dal 1992». Ricordiamo chi era, allora, il ministro del Tesoro. «Era un ministro sottile che ha permesso agli istituti di credito privati di impadronirsi del loro arbitro Bankitalia, e quindi di battere moneta e di prestarla allo Stato stesso con tasso di sconto a favore delle banche private». Il "Signoraggio" è questo? «Il reddito da "Signoraggio" a soggetti privati si fonda su una norma statutaria privata di una società di capitali, e quindi su un atto inidoneo e inefficace per la generalità, per cui i magistrati aditi dei tribunali di Genova, Savona e Imperia non troveranno alcun ostacolo derivante da un atto di legge. L'inesistenza di una disciplina normativa consente di accogliere i tre ricorsi senza problema di gerarchia di fonti». Le conseguenze del "Signoraggio"? «Rovinose per i cittadini, che si sono sempre fidati delle banche e di chi le doveva controllare». (…) Un bel problema, non c'è che dire. «Infatti. Ma voglio essere ancora più chiaro. L'emissione della moneta, attraverso il prestito, poteva ritenersi legittima quando la moneta era concepita come titolo di credito rappresentativo della Riserva e per ciò stesso convertibile in oro, a richiesta del portatore della banconota». Poi, invece... «Poi, cioè una volta abolita la convertibilità e la stessa Riserva anche nelle transazioni delle Banche centrali avvenuta con la fine degli accordi di Bretton Woods del 15 agosto 1971, la Banca di emissione cessa di essere proprietaria della moneta in quanto titolare della Riserva aurea».

L’OMICIDIO MOLINARI - Assassinato, nella sua abitazione di Andora il 27 Settembre 2005 con numerose coltellate, Arrigo Molinari non riuscirà mai a deporre all’udienza fissata per il 5 Ottobre 2005. Una strana coincidenza o un’altra prova che i poteri forti non vogliono che tutto questo venga denunciato, come nell’omicidio di J.F. Kennedy? L’unico dubbio che a distanza di quasi cinque anni da questo omicidio abbiamo di fronte è se non ci troviamo di fronte a una democrazia azzoppata.


Vedi anche:
Euro, arriva la conferma dell’UE: ci hanno sempre truffato
Il complotto del signoraggio? Sfatare un malinteso che copre un crimine assai più grave
La mia ultima battaglia contro l'euro
Signoraggio, esempio in soldoni
Denucia penale contro il signoraggio (Marco Della Luna)
Signoraggio: Giacinto Auriti e il paese dell'utopia
Bitcoin: la "criptomoneta" digitale anonima e sganciata dalle banche
[Modificato da marco--- 21/06/2016 09:31]
21/06/2016 10:22
 
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«La mia ultima battaglia contro l'euro» (Fonte: ilgiornale.it - 28/09/2005)

La settimana scorsa «il Giornale» aveva intervistato Arrigo Molinari, in occasione dell'udienza presso il tribunale civile su due ricorsi da lui presentati contro Banca d'Italia e Banca centrale europea. Ecco la testimonianza che stava per essere pubblicata.
Dica la verità, avvocato Molinari: anche lei ce l'ha con Fazio. Infierisce.
«Neanche per sogno. Io ce l'ho con la Banca d'Italia e con i suoi soci voraci banchieri privati».
Cos'hanno fatto di così terribile?
«Hanno divorato l'istituto centrale di Palazzo Koch, rendendolo non più arbitro e non più ente di diritto pubblico. Con un'anomalia tutta italiana».
Ai danni dei risparmiatori.
«...che adesso devono sapere esattamente come stanno le cose».
Ci aiuti a capire.
«Sta tutto scritto nei miei due ricorsi, riuniti ex articolo 700 del codice di procedura civile, contro la Banca d'Italia e la Banca centrale europea per la cosiddetta truffa del Signoraggio, consentita alle stesse fin dal 1992».
Ricordiamo chi era, allora, il ministro del Tesoro.
«Era un ministro sottile che ha permesso agli istituti di credito privati di impadronirsi del loro arbitro Bankitalia, e quindi di battere moneta e di prestarla allo Stato stesso con tasso di sconto a favore delle banche private».
Il Signoraggio è questo?
«Il reddito da Signoraggio a soggetti privati si fonda su una norma statutaria privata di una società di capitali, e quindi su un atto inidoneo e inefficace per la generalità, per cui i magistrati aditi dei tribunali di Genova, Savona e Imperia non troveranno alcun ostacolo derivante da un atto di legge. L'inesistenza di una disciplina normativa consente di accogliere i tre ricorsi senza problema di gerarchia di fonti».
Le conseguenze del Signoraggio?
«Rovinose per i cittadini, che si sono sempre fidati delle banche e di chi le doveva controllare».
Tutta colpa delle banche?
«Sarò più chiaro, la materia è complessa. Dunque: le banche centrali e quindi la Banca d'Italia, venuta meno la convertibilità in oro e la riserva aurea, non sono più proprietarie della moneta che emettono e su cui illecitamente e senza una normativa che glielo consente percepiscono interessi grazie al tasso di sconto, prestandolo al Tesoro».
Non si comportano bene...
«Per niente! Ora i cittadini risparmiatori sono costretti a far ricorso al tribunale per farsi restituire urgentemente il reddito da Signoraggio alla collettività, a seguito dell'esproprio da parte delle banche private italiane che, con un colpo di mano, grazie a un sottile ministro che ha molte e gravi responsabilità, si sono impadronite della Banca d'Italia battendo poi moneta e togliendo la sovranità monetaria allo Stato che, inerte, dal 1992 a oggi ha consentito questa assurdità».
Un bel problema, non c'è che dire.
«Infatti. Ma voglio essere ancora più chiaro. L'emissione della moneta, attraverso il prestito, poteva ritenersi legittima quando la moneta era concepita come titolo di credito rappresentativo della Riserva e per ciò stesso convertibile in oro, a richiesta del portatore della banconota».
Poi, invece...
«Poi, cioè una volta abolita la convertibilità e la stessa Riserva anche nelle transazioni delle Banche centrali avvenuta con la fine degli accordi di Bretton Woods del 15 agosto 1971, la Banca di emissione cessa di essere proprietaria della moneta in quanto titolare della Riserva aurea».
Lei sostiene che Bankitalia si prende diritti che non può avere.
«Appunto. Prima Bankitalia, nella sua qualità di società commerciale, fino all'introduzione dell'euro in via esclusiva e successivamente a tale evento, quale promanazione nazionale della Banca centrale europea, si arroga arbitrariamente e illegalmente il diritto di percepire il reddito monetario derivante dalla differenza tra il valore nominale della moneta in circolazione, detratti i costi di produzione, in luogo dello Stato e dei cittadini italiani».
Un assurdo tutto italiano, secondo lei.
«Certamente. Sembra un assurdo, ma purtroppo è una realtà. L'euro, però, è dei cittadini italiani ed europei, e non, come sta avvenendo in Italia, della banca centrale e dei suoi soci banchieri privati».
Quasi tutto chiaro. Ma che si fa adesso?
«Farà tutto il tribunale. Dovrà chiarire se esiste una norma nazionale e/o comunitaria che consente alla Banca centrale europea, di cui le singole banche nazionali dei Paesi membri sono divenute articolazioni, di emettere denaro prestandolo e/o addebitandolo alla collettività. L'emissione va distinta dal prestito di denaro: la prima ha finalità di conio, il secondo presuppone la qualità di proprietario del bene, oggetto del prestito».
Lei, professore, ha fiducia?
«Certo. La magistratura dovrà dire basta!».
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