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L'insana tentazione di investire in immobili

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2013 14:01
03/08/2011 09:40
 
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Pensare di risparmiare comprando casa è solo un'illusione (Fonte: idealista.it - 03/08/2011)



Con gli attacchi speculativi sul debito italiano e la crisi economica che non demorde, circola l'idea che a questo punto l'investimento più sicuro sia comprare casa. Ma non tutti la pensano così. L'insana tentazione di investire in immobili: è questo il tema di un analisi di un esperto in investimenti, che spiega perché, di fronte alla crisi economica, comprare casa per mettere al sicuro i propri risparmi non è una buona idea.

Marco Liera, direttore di YouInvest, una scuola per imparare ad investire, già responsabile per otto anni di plus-24 il sole 24 ore, non ha dubbi. La casa non è un buon investimento.



Il testo del video.

Benvenuti a YouInvest.
Di fronte alle inquietudini senza precedenti che si diffondono sugli investimenti cosiddetti di carta quali quelli che riguardano i titoli di stato italiani e perfino statunitensi, la tentazione, ancora una volta, è quella di mettere tutti i risparmi in depositi bancari o in immobili. Sui primi vedo meno rischi di disillusione che sui secondi, per disillusione intendo la mancata rispondenza dell’effettivo profilo rischio rendimento di un investimento rispetto a quello atteso. L’unico e ingombrante rischio che vedo nell’investimento in depositi bancari è quello della probabile mancata difesa dall’inflazione nel lungo periodo, ma gli immobili, e stiamo parlando degli investimenti in immobili diversi dall’acquisto della prima casa, sono a mio avviso più insidiosi in questa ricerca di sicurezza, il grande vantaggio che gli immobili mantengono rispetto agli investimenti di carta, sotto il profilo della sicurezza percepita, è quello di non avere un prezzo pubblicato periodicamente sui giornali o rilanciato dalle TV e dai siti internet, ciò ha spinto chi li possiede a detenerli con l’orizzonte temporale che si è rivelato corretto, ossia almeno una decina di anni. La trasparenza degli impieghi finanziari come titoli di Stato ed obbligazioni a lungo termine, ETF, fondi comuni con quotazioni che salgono e scendono rese note in tempo reale, spinge la maggior parte degli investitori a non detenere questi strumenti con l’orizzonte temporale corretto, che anche nel loro caso dovrebbe essere almeno di un decennio, a meno che non siano posseduti in un’ottica di trading con tutti i rischi del caso. Il fatto che in passato su periodi di 10 anni e più gli investitori in immobili abbiano percepito di aver ottenuto un profilo rischio rendimento soddisfacente, da una parte non garantisce che questo sia avvenuto con certezza, nel calcolo dei risultati di un investimento occorrerebbe tenere conto non solo della rivalutazione, ma degli oneri a carico della proprietà come la manutenzione straordinaria, le imposte sempre maggiori che, tra parentesi, non tutti i proprietari immobiliari hanno pagato, fatto che de solo spiegherebbe come mai essi li ritengono dei buoni investimenti, il rischio di morosità dei conduttori, i periodi di sfitto, il rischio di degrado dell’area in cui sorge l’immobile, l’illiquidità dell’investimento e così via. Dall’altra parte, ammesso e non concesso che tenendo conto di tutti questi fattori il rendimento reale e corretto per il rischio degli immobili sia stato effettivamente soddisfacente non vi è nessuna certezza che questo risultato debba essere replicato anche in futuro, posto che nell’immobiliare per via delle notevoli asimmetrie informative che caratterizzano questo mercato ci sarà sempre la possibilità di fare buoni affari per quei non molti che hanno un mandato informativo, ed è per questo che a Lugano YouInvest propone con il centro di studi bancari un corso in real estate web management tenuto dal professor Ezio Bruna. In generale l’asset class immobiliare non potrà non risentire delle attuali dinamiche economiche e demografiche. In un’economia a crescita nulla scarseggia la disponibilità reddituale a indebitarsi per comprare case o altri immobili. Una popolazione sempre più anziana e quindi in fase di decumulo della ricchezza avrà più esigenza di vendere immobili anziché di comprarli. Non pochi benestanti hanno esigenza di liberarsi da immobili costosi da mantenere arrivati per successone anche a causa delle conflittualità che sorgono tra gli eredi e l’impreparazione degli stessi a gestirli. Quanto al comprato commerciale e uffici basta fare un giro nelle grandi città per vedere quanta nuova offerta sta arrivando e quanti spazi siano sfitti. I dati di Nomisma mostrano che il numero delle compravendite immobiliari è sceso del 3,6% in Italia nel primo trimestre del 2011 rispetto a un anno prima, con una punta di almeno 8,9% per i negozi, stiamo parlando di una punta negativa ovviamente, per fine anno Nomisma prevede un calo ai livelli del 1997 del numero di compravendite nel residenziale. E i prezzi? Sono scesi, ma meno di quanto sarebbe necessario, per via del fatto che i proprietari privati non sono indebitati e dicono di non avere fretta di vendere. Chi ha intenzione di comprare ha ancora meno fretta.
[Modificato da marco--- 16/10/2013 13:58]
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