Cedolare secca

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
(sylvestro)
00mercoledì 11 novembre 2009 16:11
Finanziaria: il governo prepara un emendamento omnibus

Salta la cedola secca

"...
La mancanza di copertura economica ha fatto perdere quota all'ipotesi di approvazione della cedolare secca del 20% sugli affitti
..."
(sylvestro)
00venerdì 21 maggio 2010 08:27
"L'affitto langue anche con la cedolare secca"
di Raffaele Lungarella, collaboratore www.lavoce.com
20/05/2010

- Riuscirà l'introduzione di una tassazione con cedolare secca del 20 per cento a ridare fiato al mercato delle case in affitto in Italia?
Sarà molto difficile.
Le simulazioni mostrano qualche vantaggio solo per i proprietari collocati negli scaglioni di redditi Irpef più elevati, mentre per quelli degli scaglioni più bassi il nuovo sistema potrebbe risultare addirittura svantaggioso.
I guadagni sarebbero ancora più limitati se i vincoli di gettito portassero a un aumento del canone imponibile.
L’introduzione della cosiddetta cedolare secca su redditi da locazione, cioè di una imposta sostitutiva con un’aliquota unica del 20 per cento al posto dell’attuale tassazione ad aliquota progressiva, trova un consenso diffuso.
I suoi sostenitori ritengono che possa generare diversi effetti positivi: ridare ossigeno a un mercato dell’affitto divenuto troppo asfittico a causa della scarsa redditività dei capitali in esso investiti; accrescere le possibilità per le famiglie di prendere in affitto un alloggio, come conseguenza della riduzione dei canoni che accompagna l’aumento dell’offerta; aumentare la trasparenza del mercato rendendo poco conveniente affittare senza contratto ed evadere il fisco.

Ci soffermiamo qui esclusivamente sul primo punto, per valutare, sulla base dei risultati di alcune elementari elaborazioni, se e a quali condizioni l’introduzione del nuovo sistema di tassazione dei canoni può aumentare il rendimento (al netto delle imposte) dell’investimento immobiliare e, per questa via, stimolare l’offerta di alloggi in affitto.
Per semplificare, si ipotizza che 1) i proprietari degli alloggi da affittare assumano le loro decisioni unicamente considerando il rendimento al netto della tassazione dell’investimento, trascurando altri importati fattori, come rischio di morosità o incertezza dei tempi necessari per rientrare in possesso dei beni; 2) i canoni restino agli stessi livelli precedenti - il che rende conflittuali tra di loro i primi due benefici indicati sopra.
Il regime che chiamiamo concordato riguarda le città classificate ad alta tensione abitativa e tassa il 59,5 per cento del canone, il cui importo viene determinato applicando criteri stabiliti in via generale da accordi tra le associazioni dei proprietari e quelle degli inquilini.
I canoni devono essere più bassi di quelli di mercato, ma ai nostri fini ciò è irrilevante.
Per valutare in che misura l’introduzione della cedolare secca potrebbe stimolare i proprietari ad accrescere l’offerta di alloggi in affitto, si può fare riferimento a un canone annuo di 9.600 euro per un appartamento del valore di 240mila euro (rendimento lordo del 4 per cento).
Applicando al canone ipotizzato di 9.600 euro il regime di tassazione ordinario, il reddito al netto delle imposte oscilla tra i 7.723 euro per i proprietari collocati nello scaglione di reddito più basso ai 6.091 per quelli collocati nell’ultimo scaglione; con il regime concordato questi valori estremi sarebbero rispettivamente 8.286 e 7.144 euro.
Con la cedolare secca il reddito netto sarebbe uguale per tutti i proprietari, a prescindere dal loro livello di reddito.
Sarebbe però fortemente influenzato dalla percentuale del canone assoggettata a imposta. Tassando l’intero canone si avrebbe un reddito al netto dell’imposta di 7.680 euro che diverrebbe di 7.968 euro tassandone l’85 per cento e salirebbe a 8.458 euro sottoponendo a imposta il 59,5 per cento del canone (i dettagli nella tabella 1, si veda in allegato).
Come si nota dalla tabella 2 (si veda in allegato), che evidenzia le differenze di reddito nelle varie ipotesi contemplate nella tabella 1, affinché gli effetti del nuovo regime impositivo assumano un qualche rilievo è necessario che il locatore sia negli scaglioni di reddito più elevati e che a fronte della riduzione di aliquota non vi sia un aumento del canone assoggettato a tassazione.
Ad esempio, nel caso di regime concordato (tassazione del solo 59,5 per cento del canone), un contribuente con un reddito di oltre 75mila euro avrebbe un risparmio di imposta di circa 1.300 euro, se la base imponibile a cui si applica la cedolare rimanesse il 59,5 per cento del canone, ma il risparmio si ridurrebbe a meno di 550 euro se il canone fosse interamente tassato (i dettagli nella tabella 2).
I guadagni sarebbero più elevati con il regime ordinario, superando però i duemila euro l’anno solo nel caso estremo e ben poco realistico in cui, assieme all’introduzione della cedolare, il canone imponibile passasse dal regime ordinario (85 per cento del canone) a quello concordato (59,5 per cento del canone).
L’incremento, al netto dell’imposta, che ci si può attendere dal ricorso alla cedolare secca non sembra essere tale da eliminare l’ostacolo dello scarso rendimento che, si ritiene, comprime l’offerta di alloggi in locazione.
L’ aumento massimo che può verificarsi non raggiunge il punto percentuale neppure nel caso estremo e poco realistico di un contribuente che attualmente paga l’aliquota più elevata (43 per cento) su una base imponibile pari all’85 per cento del canone, e che sarebbe invece tassato, dopo la riforma, con una cedolare secca del 20 per cento su una base imponibile del 59,5 per cento del canone (vedi tabella 3, si veda in allegato).
Se il passaggio dalla tassazione progressiva alla cedolare secca si accompagnasse, invece, a una abolizione delle deduzioni dall’imponibile (ossia se fosse tassato, dopo la riforma, il 100 per cento del canone), il maggior rendimento, per un contribuente nello scaglione più elevato, sarebbe solo di 0,22 punti percentuali o di 0,66, a seconda che il regime vigente fosse, rispettivamente, il regime concordato o regime ordinario.
Naturalmente, scivolando negli scaglioni di reddito più bassi, la crescita del rendimento si riduce fino a diventare, in taluni casi, perfino negativa (i dettagli sempre in tabella 3).

tabelle
pax2you
00venerdì 21 maggio 2010 09:46
Re:
(sylvestro), 21/05/2010 8.27:

"L'affitto langue anche con la cedolare secca"
di Raffaele Lungarella, collaboratore www.lavoce.com
20/05/2010

Le simulazioni mostrano qualche vantaggio solo per i proprietari collocati negli scaglioni di redditi Irpef più elevati, mentre per quelli degli scaglioni più bassi il nuovo sistema potrebbe risultare addirittura svantaggioso.
I guadagni sarebbero ancora più limitati se i vincoli di gettito portassero a un aumento del canone imponibile.
tabelle



Quello che ho sempre sostenuto.
L'unica CERTEZZA e' il vantaggio fiscale per chi ha un reddito con le aliquote irpef piu' alte.

Altra certezza?
Viene meno il principio per cui piu' guadagni e piu' paghi di tasse.

Tutto il resto,tra cui il rilancio dell'affitto, sono solo ipotesi piuttosto blande.
Non mi risultano studi che dimostrino la correlazione tra aumento del mercato degli affitti e aliquota unica.

Secondo me e' solo l'ennesimo tentativo di qualche associazione che vuole portare ulteriori privilegi ai propri associati.

ps
Chi crede che il nero sia lecito non vuole pagare ne' il 43% ne' il 20%.
Non vuole pagare tasse e basta.

dgambera
00venerdì 21 maggio 2010 09:57
Re: Re:
pax2you, 21/05/2010 9.46:



Quello che ho sempre sostenuto.
L'unica CERTEZZA e' il vantaggio fiscale per chi ha un reddito con le aliquote irpef piu' alte.

Altra certezza?
Viene meno il principio per cui piu' guadagni e piu' paghi di tasse.

Tutto il resto,tra cui il rilancio dell'affitto, sono solo ipotesi piuttosto blande.
Non mi risultano studi che dimostrino la correlazione tra aumento del mercato degli affitti e aliquota unica.

Secondo me e' solo l'ennesimo tentativo di qualche associazione che vuole portare ulteriori privilegi ai propri associati.

ps
Chi crede che il nero sia lecito non vuole pagare ne' il 43% ne' il 20%.
Non vuole pagare tasse e basta.






Quoto e rilancio: vorrei far notare che gli affitti stanno calando anche senza cedolare secca. Indovinate un pò che effetto ha questo sulle quotazioni dell'asset, visto che i rendimenti cominciano ad andare vicini al 2% netto? [SM=g9058]
(sylvestro)
00venerdì 21 maggio 2010 10:17
Re: Re:
pax2you, 21/05/2010 9.46:



Quello che ho sempre sostenuto.
L'unica CERTEZZA e' il vantaggio fiscale per chi ha un reddito con le aliquote irpef piu' alte.

Altra certezza?
Viene meno il principio per cui piu' guadagni e piu' paghi di tasse.

Tutto il resto,tra cui il rilancio dell'affitto, sono solo ipotesi piuttosto blande.
Non mi risultano studi che dimostrino la correlazione tra aumento del mercato degli affitti e aliquota unica.

Secondo me e' solo l'ennesimo tentativo di qualche associazione che vuole portare ulteriori privilegi ai propri associati.

ps
Chi crede che il nero sia lecito non vuole pagare ne' il 43% ne' il 20%.
Non vuole pagare tasse e basta.




[SM=g1750152] [SM=g1750483]
FraMI
00venerdì 21 maggio 2010 13:51
Re:
(sylvestro), 21/05/2010 8.27:

"L'affitto langue anche con la cedolare secca"
di Raffaele Lungarella, collaboratore www.lavoce.com
20/05/2010

- Riuscirà l'introduzione di una tassazione con cedolare secca del 20 per cento a ridare fiato al mercato delle case in affitto in Italia?
Sarà molto difficile.

...




Domanda...Ma perchè se ne preoccupano? Mai sentito parlare della necessità di far 'partire' o 'ripartire' il mercato degli affitti negli anni scorsi... Cambiano le campane... [SM=g1749697]


pax2you
00lunedì 24 maggio 2010 08:30
confedilizia
www.confedilizia.it/ART.PRES.cedolare_secca_calcoli_veri.pdf

Credo che il promotore della cedolare secca sia confedilizia.

Sulla base di tali dati, si perviene alla conclusione che l’introduzione della tassazione fissa del 20% per i redditi da locazione porterebbe ad una perdita di gettito totale pari a 1.456 milioni di euro (meno di un miliardo e mezzo di euro, dunque), conseguenti alla perdita di 8 punti percentuali di gettito (a
causa del passaggio dall’aliquota media del 28% a quella fissa del 20%). Fin qui i dati (semplici e – si ripete – documentati). Naturalmente, dati – come s’è detto – sulla perdita di gettito totale, dalla quale va detratto quanto l’Erario potrà recuperare in termini di emersione del nero (per quantificare il quale bisognerebbe essere dei maghi, proprio perché se fosse conosciuto sarebbe represso). Per il resto,non può che essere ribadito quanto la Confedilizia sostiene da anni. E cioè che l’introduzione della cedolare secca sugli affitti sarebbe – oltre che una misura di equità (in questo si traduce l’idea di, almeno, avvicinare il trattamento tributario dell’investimento immobiliare a quello degli investimenti finanziari; e paragoni con altri tipi di tassazione sono davvero un “fuor d’opera”, specie se provengono da tecnici) – l’unica strada per ridare un minimo di redditività alla locazione.

Insomma:
1)perdita netta per lo stato di 1.456 milioni di euro l'anno(aliquota media del 28% che passerebbe al 20%) CERTEZZA
2)emersione nero IPOTESI
3)non c'e' redditivita' dalla locazione
4)equiparare l'investimento immobiliare a quello finanziario dove come sapete l'aliquota e' del 12,5%(es azioni,pct) o del 27%(bot e conti correnti) a seconda dello strumento finanziario usato.


Per l'ultimo punto consiglio a confedilizia di proporre di paragonare l'investimento immobiliare all'investimento in cambio valuta dove la tassazione sul gain e' dello 0%. [SM=g7574]



(sylvestro)
00lunedì 24 maggio 2010 08:36
Re: confedilizia
pax2you, 24/05/2010 8.30:

http://www.confedilizia.it/ART.PRES.cedolare_secca_calcoli_veri.pdf

Credo che il promotore della cedolare secca sia confedilizia.

... va detratto quanto l’Erario potrà recuperare in termini di emersione del nero
...




Io su questo punto ho imparato a non essere daccordo, per il semplice motivo che l'evasione in campo immobiliare e' quanto di piu' facile da scovare (quando non gia' nota) e sanzionare; non c'e' la volonta' politica, punto.
(sylvestro)
00lunedì 30 agosto 2010 11:54
(sylvestro)
00mercoledì 9 marzo 2011 19:24
Cedolare secca: Appc, “penalizza i piccoli proprietari”

09/03/2011

- “L'ipotesi di cedolare secca contenuta nel provvedimento del federalismo municipale azzera di fatto i canoni calmierati previsti dalla legge 431/98, la cosiddetta Legge Zagatti”.

Lo dice Fabio Coglitore, segretario nazionale dell'Associazione piccoli proprietari di case (Appc), rilanciato da Adn Kronos, secondo cui in tal modo si “creano gravi disparità tra grandi e piccoli proprietari di casa, a danno di questi ultimi, rei, il più delle volte, solo di aver fatto sacrifici per comprare la casa per i propri figli”.

“L'introduzione della cedolare secca - prosegue Coglitore - aumentata la disparità contributiva, in violazione dell'art. 53 della Costituzione che recita: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Invece basta un confronto tra un piccolo proprietario di case che ha un reddito inferiore ai 28.000 e un grande proprietario immobiliare che ha un reddito superiore a 75.000 per capire che il criterio della progressività non è rispettato.

Nel caso di un appartamento di circa 50 mq, a Roma, che può essere affittato con il canone libero a 800 euro mensili, la differenza d’imposta tra il sistema attuale e la cedolare secca è del tutto ininfluente per il piccolo proprietario, mentre nel caso di un grande proprietario il risparmio d’imposta è di circa euro 1.500 euro annui.

Per lo stesso appartamento dato invece in affitto a canone concordato al prezzo di 600 euro mensili la differenza è addirittura peggiorativa per il piccolo proprietario, mentre al grande proprietario non conviene più metterlo sul mercato: troppo alta l'imposta, troppo basso l'incasso.

È evidente che la norma troverà un'applicazione limitata e il federalismo peserà sull'andamento del mercato degli affitti convincendo molti a lasciare sfitto il proprio appartamento”.
Mr MAGU
00venerdì 8 aprile 2011 09:39
Re:
e infatti con questo programmino del sole24ore si puo' calcolare la differenza fra vecchia e nuova imposta.
Risulta che se hai uno stipendio basso ma una casa messa in affitto che ti arriva magari da una eredità (altrimenti come te le compri 2 case..)andresti a pagare pure di piu' di prima di tasse...

www.casa24.ilsole24ore.com/mercato-immobiliare/calcolatore/cedolare-secca-aff...

[SM=g9589]


(sylvestro), 09/03/2011 19.24:

Cedolare secca: Appc, “penalizza i piccoli proprietari”

09/03/2011

- “L'ipotesi di cedolare secca contenuta nel provvedimento del federalismo municipale azzera di fatto i canoni calmierati previsti dalla legge 431/98, la cosiddetta Legge Zagatti”.

Lo dice Fabio Coglitore, segretario nazionale dell'Associazione piccoli proprietari di case (Appc), rilanciato da Adn Kronos, secondo cui in tal modo si “creano gravi disparità tra grandi e piccoli proprietari di casa, a danno di questi ultimi, rei, il più delle volte, solo di aver fatto sacrifici per comprare la casa per i propri figli”.

“L'introduzione della cedolare secca - prosegue Coglitore - aumentata la disparità contributiva, in violazione dell'art. 53 della Costituzione che recita: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Invece basta un confronto tra un piccolo proprietario di case che ha un reddito inferiore ai 28.000 e un grande proprietario immobiliare che ha un reddito superiore a 75.000 per capire che il criterio della progressività non è rispettato.

Nel caso di un appartamento di circa 50 mq, a Roma, che può essere affittato con il canone libero a 800 euro mensili, la differenza d’imposta tra il sistema attuale e la cedolare secca è del tutto ininfluente per il piccolo proprietario, mentre nel caso di un grande proprietario il risparmio d’imposta è di circa euro 1.500 euro annui.

Per lo stesso appartamento dato invece in affitto a canone concordato al prezzo di 600 euro mensili la differenza è addirittura peggiorativa per il piccolo proprietario, mentre al grande proprietario non conviene più metterlo sul mercato: troppo alta l'imposta, troppo basso l'incasso.

È evidente che la norma troverà un'applicazione limitata e il federalismo peserà sull'andamento del mercato degli affitti convincendo molti a lasciare sfitto il proprio appartamento”.




Mr MAGU
00venerdì 8 aprile 2011 09:46
Re: Re:
se affitti con contratto libero a 6000 euro annui a seconda del tuo reddito annuale succede questo:
Reddito 16000 paghi 83 euro in più rispetto alla vecchia imposta
Reddito 26000 paghi 117 euro in meno
Rettito 260000 paghi 933 euro in meno (anzi "pagheresti" se non affittassi in nero) [SM=g10303]




Mr MAGU, 08/04/2011 09.39:

e infatti con questo programmino del sole24ore si puo' calcolare la differenza fra vecchia e nuova imposta.
Risulta che se hai uno stipendio basso ma una casa messa in affitto che ti arriva magari da una eredità (altrimenti come te le compri 2 case..)andresti a pagare pure di piu' di prima di tasse...

www.casa24.ilsole24ore.com/mercato-immobiliare/calcolatore/cedolare-secca-aff...

[SM=g9589]









(sylvestro)
00domenica 10 aprile 2011 10:21
Maxi-sanzioni per la cedolare

"Nascondere al fisco un affitto di 1.000 euro potra' costarne piu' di 105 mila"
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:33.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com