Crisi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 .... 2020, prepariamoci a diventare poveri

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marco---
00martedì 8 dicembre 2009 15:08
Fonte: ecolcity.it - di Roberto Franzè - 16/04/2009

Crisi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 .... 2020, prepariamoci a diventare poveri. 1° parte

Crisi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 .... 2020, prepariamoci a diventare poveri. 2° parte

Ho dato uno sguardo piuttosto veloce, entrambi i documenti sono piuttosto lunghi, nella seconda parte si fissa lo scoppio della bolla immobiliare italiana per l'anno 2010.

Marco
laplace77
00martedì 8 dicembre 2009 15:54
Re:
marco---, 08/12/2009 15.08:

Fonte: ecolcity.it - di Roberto Franzè - 16/04/2009

Crisi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 .... 2020, prepariamoci a diventare poveri. 1° parte

Crisi economica 2009 - 2010 - 2011 - 2012 .... 2020, prepariamoci a diventare poveri. 2° parte

Ho dato uno sguardo piuttosto veloce, entrambi i documenti sono piuttosto lunghi, nella seconda parte si fissa lo scoppio della bolla immobiliare italiana per l'anno 2010.

Marco




interessante, anche se...

cmq m'e' piaciuta questa:



marco---
00martedì 8 dicembre 2009 15:58
Re: Re:
laplace77, 12/8/2009 3:54 PM:

interessante, anche se...

cmq m'e' piaciuta questa:

grafico

Direi un significativo aumento, e il grafico si ferma al 2006!
Indovinate un po' dov'è finita la maggior parte dei soldi? [SM=g8079]

Marco
labottegadelfuturo
00martedì 8 dicembre 2009 16:32
516n0r46610 ?
Alla fase lista della spesa su come evitare la fine del mondo mi sono cappottato dalle risate.
Scusate...mi ci mancava nibiru,2012,le profezie di celestino i rettliani,le scie chimiche e la fatina dei denti :D


La "wish list" è realizzabile solo con l'uomo forte al comando (vedi prima parte dell'articolo dove effettivamente si elogiano le cose buone) che dovrebbe arbitrariamente decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Anche avessimo una personalità così illuminata (e ne dubito fortemente) rischieremmo di avere influenze negative su tanti aspetti della società e dell'economia.

Concordo su di un aspetto...corriamo il rischio di ritrovarci a dover organizzare "macro" (o micro) zone quasi autosufficenti dal punto di vista energetico e\o nucleare.
Ma non credo che sia ora il momento.
...a mio avviso eh?
FraMI
00mercoledì 9 dicembre 2009 15:08
ecolcity?
Me lo ricordo...

Aveva condiviso per un pò, qui con noi...quando si parlava di autocostruzione e cohousing...

Se ci sei, batti un colpo! [SM=g1747536]
marco---
00mercoledì 9 dicembre 2009 15:20
Re: ecolcity?
FraMI, 12/9/2009 3:08 PM:

Me lo ricordo...

Aveva condiviso per un pò, qui con noi...quando si parlava di autocostruzione e cohousing...

Se ci sei, batti un colpo! [SM=g1747536]

Hai ragione, me ne ero dimenticato, iscritto il 18 marzo 2009, 18 post, se ritornerà ci farà certamente piacere. [SM=g6963]

Marco
FraMI
00venerdì 11 dicembre 2009 17:37
Il Giornale...eh?
www.ilgiornale.it/economia/provocazione_quella_sovranita_moneta_mani_private/11-12-2009/articolo-id=406009-page=0-co...

Grazie a Dubbioso1...

Anche se mi preoccupa un pò l'ultima frase:

'In Italia non sarà difficile convincerne i governanti, visto che più volte è apparso chiaramente che la loro insofferenza per la situazione è quasi pari alla nostra. '
stelafe
00mercoledì 10 febbraio 2010 15:40
Il rischio di una nuova crisi negli anni fra il 2014 e il 2015
Dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1970 il sistema economico godeva di 4 grandi stabilizzatori. 1) Lo stato sociale moderno assicurava circa il 35% dei redditi delle famiglie attraverso i trasferimenti sociali. 2) Con l' aumento del potere d' acquisto dei lavoratori crescevano il consumo e il risparmio che alimenta gli investimenti: un circolo virtuoso. 3) La politica fiscale e monetaria mirava a stabilizzare le oscillazioni del ciclo nell' ottica keynesiana del deficit spending. 4) Tutto ciò avveniva nell' ambito del sistema monetario internazionale di Bretton Woods (1944) legato a un supporto reale, l' oro. Negli ultimi 3040 anni il modello capitalista è andato incontro ad una rivoluzione profonda. Lo stato sociale ha ridotto i trasferimenti alle famiglie proprio nel periodo nel quale il monte salari rispetto al Pil iniziava a diminuire. Ma è nella sfera finanziaria e monetaria che la rivoluzione è stata più radicale. Con il nuovo sistema monetario internazionale in essere dal 1971 fondato sul dollaro inconvertibile, pur restando moneta di riserva, gli Stati Uniti hanno goduto dell' incredibile privilegio di produrre la moneta in cui si indebitano. Ed è proprio dall' inizio degli anni 1970 che la bilancia dei pagamenti americana è andata in rosso anno dopo anno per importi cospicui. La conseguenza è stata che altri paesi come la Germania, il Giappone e negli ultimi anni la Cina registrassero corrispondenti avanzi nella loro bilancia di pagamenti che gonfiavano le loro riserve di crediti sull' estero e quindi la massa monetaria. Mentre nel periodo di Bretton Woods le riserve valutarie sono aumentate del 55% in trent' anni, esse sono cresciute di 30 volte dal 1971 ad oggi. Questo passaggio alla fiat money anche sul piano internazionale, cui si è associato l' aumento dell' offerta dei titoli da parte delle pubbliche amministrazioni, di cui l' invenduto sul mercato veniva acquistato dalle banche centrali, ha generato una grande espansione della massa monetaria. Nei decenni 1970 e 1980 ciò si è tradotto in un pesante fenomeno inflazionistico, ma dal 1990 con la globalizzazione che inondava i mercati occidentali di prodotti a basso prezzo, i tassi d' inflazione si sono abbassati, pur in presenza di una crescita enorme di offerta di moneta. La politica monetaria cioè è rimasta accomodante con tassi di interesse in diminuzione quasi continua. Ciò ha contribuito a mettere un pavimento, un floor, sotto i prezzi delle azioni e degli immobili creando le condizioni per il formarsi di bolle speculative. Tutto ciò spiega perché i prezzi delle azioni e degli immobili abbiano raggiunto nel 2007 dei livelli che senza un regime di fiat money non sarebbero mai stati toccati. Di fronte all' inevitabile crollo del mercato immobiliare e azionario e alle condizioni di credit crunch che ne sono seguite, tutto ciò che i pubblici poteri sono stati capaci di fare è stato quello di abbassare i tassi a zero e stampare moneta. È illusorio pensare che, dopo aver dato al mercato drogato da 40 anni di finanza un' ulteriore massiccia dose della medesima, ora si possa pensare di realizzare un ritorno graduale a condizioni di normalità: la exit strategy è solo uno slogan e una pia illusione. Questa storia ha solo due conclusioni possibili. A) La prima è che la situazione economica rimanga così brutta che le borse, dopo aver fatto un bel rally dal marzo 2009, non riescano a decollare stabilmente e crollino un' altra volta. È lo scenario giapponese. B) La seconda è che si metta in moto una nuova ondata di rialzi alimentata da una sorta di fuoco verde dalla Fed all' azzardo morale. In questo caso il Dow Jones salirebbe anche a 2030 mila punti. L' appuntamento con la grande crisi verrebbe rinviato al 20142015, ma questa volta il gap fra i prezzi di borsa e i fondamentali sarebbe così grande che il crollo successivo sarebbe veramente inarrestabile, anche perché con tassi bassi e bilanci pubblici in profondo rosso non ci sarebbero più le munizioni per intervenire. Io credo che, dopo una correzione che dovrebbe caratterizzare le borse da qui a maggiogiugno 2010 è questo secondo scenario e non quello giapponese che ha maggiori probabilità di verificarsi. - FRANCESCO ARCUCCI

ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/08/il-rischio-di-una-nuova-crisi-ne...
nazionalsindacalista
00mercoledì 10 febbraio 2010 17:57
Re: 516n0r46610 ?
labottegadelfuturo, 08/12/2009 16.32:




La "wish list" è realizzabile solo con l'uomo forte al comando (vedi prima parte dell'articolo dove effettivamente si elogiano le cose buone) che dovrebbe arbitrariamente decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato.



Che fai, mi deventi nazio pure te? [SM=g7576] [SM=g7576]

labottegadelfuturo, 08/12/2009 16.32:



Anche avessimo una personalità così illuminata (e ne dubito fortemente) rischieremmo di avere influenze negative su tanti aspetti della società e dell'economia.




Ah... ecco...

Cmq Roberto di Ecolcity aveva simpatie per il ventennio... me lo ricordo per quel po' di discussioni che facemmo qui sul forum... [SM=g7576]

labottegadelfuturo
00mercoledì 10 febbraio 2010 18:12
Re: Re: 516n0r46610 ?
nazionalsindacalista, 10/02/2010 17.57:



Ah... ecco...

Cmq Roberto di Ecolcity aveva simpatie per il ventennio... me lo ricordo per quel po' di discussioni che facemmo qui sul forum... [SM=g7576]






Beh, sono un amante delle chiacchere speculativo-teoriche.

E l'idea dell'uomo forte al comando potrebbe risolvere taluni problemi creandone degli altri.

E poi facciamo finta che un uomo di tale pasta, completamente disinteressato ed amante del bene comune, esista e in qualche modo lo si riesce a mettere al comando.

Sotto di lui si creerà una casta di nani e ballerine (ruffiani e puttane? ) interessata più ai cavoli propri che al bene del paese e...avremmo gli stessi problemi ;)


E poi si sa Mussolini è un appendice del socialismo ;)
Ariakan.
00venerdì 12 febbraio 2010 20:24
Dopo essre caduti nella trappola del parco buoi casa volete cadere nella trappola del parco buoi politico? nessuna situazione giustifica un uomo forte, aka, dittatore, al massimo questo è qualcosa che a molti farebbe comodo far credere alla massa.

Con un dittatore, scorre il sangue :D e non è detto che non sia anche quello di chi lo ha voluto il dittatore
labottegadelfuturo
00venerdì 12 febbraio 2010 20:41
Re:
Ariakan., 12/02/2010 20.24:

Dopo essre caduti nella trappola del parco buoi casa volete cadere nella trappola del parco buoi politico? nessuna situazione giustifica un uomo forte, aka, dittatore, al massimo questo è qualcosa che a molti farebbe comodo far credere alla massa.

Con un dittatore, scorre il sangue :D e non è detto che non sia anche quello di chi lo ha voluto il dittatore



Avrei potuto fare di questo forum un bivacco di manipoli (quasi cit.)

:P
(sylvestro)
00lunedì 24 maggio 2010 20:07
Gli imperativi dell’Fmi: “l’Italia deve aumentare le tasse, combattere la disoccupazione e abbassare i salari dei dipendenti pubblici”


L’Italia deve “mantenere la disciplina fiscale, ridurre il peso del debito pubblico e aumentare il tasso di crescita nel lungo periodo”: a chiederlo è il Fondo Monetario Internazionale. Nell’Article IV anticipato dall’agenzia Ansa il Fmi sottolinea che “concorda con l’obiettivo delle autorità di un consolidamento fiscale basato sulla spesa”.

Per il Fondo “il contenimento dei salari del settore pubblico dovrebbero essere un elemento chiave della strategia di consolidamento”. La spesa pensionistica in Italia “rimarrà tra le più elevate del mondo”, mentre il tasso di occupazione resta “tra i più bassi in Europa: per questo l’organizzazione chiede di aumentare ulteriormente l’età pensionabile e di adottare riforme del mercato del lavoro che introducano maggiore flessibilità per i contratti a tempo indeterminato e maggior protezione per quelli a termine.

L’Fmi sostiene che una “seconda generazione di riforme del mercato del lavoro è necessaria per rafforzare il legame tra salari e produttività e per permettere ai salari di rispondere meglio alle differenze regionali”.

Le banche italiane trarranno beneficio dal miglioramento della situazione economica, ma “resteranno soggette a delle vulnerabilità” e, in particolare, “continueranno ad andare incontro ad un elevato livello di rischio di credito nel prossimo paio d’anni”.

Inoltre, dice l’Fmi, gli istituti italiani “dovrebbero aumentare la propria capitalizzazione, come raccomandato dalla Banca d’Italia”. Il Fondo specifica poi che “per le due maggiori banche, un ulteriore deterioramento del rischio di credito nell’Europa dell’Est potrebbe aggiungere pressione sugli utili”.

Sulle tasse, gli economisti di Washington puntano il dito contro Roma: in Italia, sottolineano, “l’onere delle tasse è elevato e pesa in modo disomogeneo sui lavoratori dipendenti e sui pensionati”, e premono per “una riforma fiscale nell’ottica di ridurre il peso del fisco e aumentare la propensione a pagare le tasse”.

Per l’organizzazione la riforma fiscale “dovrebbe diminuire il costo del lavoro e aumentare il tasso di occupazione, che continua ad essere uno dei più bassi in Europa”.

Il Fmi fa poi un appunto al governo sul condono fiscale: nonostante il suo successo in termini di volume di capitali rientrati, si legge infatti, “la recente amnistia fiscale potrebbe ridurre la già bassa propensione a pagare le tasse”. E inoltre, avverte il Fondo, “misure che funzionino da deterrente per l’evasione fiscale sono ancora da vedere”.

Per questo triennio l’Fmi prevede che il debito pubblico italiano si attesterà quest’anno al 115,8 per cento del Pil, con una crescita dello 0,8 per cento, mentre il deficit sarà pari al 5,2 per cento. Nei prossimi anni il debito è destinato a salire per portarsi al 120,5 per cento nel 2011 e al 121,6 per cento nel 2012, mentre il Pil aumenterà dell’1,2 per cento nel 2011 e dell’1,5 per cento nel 2012. Secondo il Fmi, inoltre, “il debito potrebbe salire a circa il 125 per cento del Pil” nel medio periodo. Quanto al deficit, nel 2011 e 2012 si attesterà al 4,9 per cento.

Da Washington si evidenzia l’importanza del “contenimento dei salari del settore pubblico. La progressiva riduzione dei dipendenti pubblici dovrebbe continuare, e un rigido controllo dei salari pubblici è necessario, specialmente a livello di governo locale”.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale la Finanziaria 2009 “segna una tappa nel portare la gestione delle finanze pubbliche italiane in linea con le best practice internazionali, e potrebbe aiutare gli sforzi di consolidamento, ma l’effettiva implementazione è cruciale”.

La gestione del debito pubblico è stata “condotta prudentemente”, anche grazie all’allungamento della durata della vita del debito stesso, scrive ancora il Fondo sottolineando che “questi sforzi dovrebbero aiutare a rafforzare la posizione di bilancio del governo”. Secondo il Fmi, tuttavia essi “non possono sostituire un prolungato consolidamento fiscale”.

Gli economisti di Washington ribadiscono che se l’approccio durante la crisi è stato appropriato, “ora si devono fare velocemente degli sforzi per ridurre il deficit in modo sostenibile”. E, ancora, “il debito pubblico deve essere rimesso su un percorso di riduzione”. Le politiche per rinvigorire la crescita dovrebbero focalizzarsi “sulla rimozione dei colli di bottiglia strutturali, sul miglioramento della qualità dei servizi pubblici e sul rafforzamento del settore finanziario”.

Il Fondo, si legge ancora, “sottoscrive gli obiettivi fiscali delle autorità italiane di riportare il deficit sotto il 3 per cento entro il 2012″, tuttavia avverte “il consolidamento programmato non è abbastanza ambizioso”. E spiega che l’aggiustamento di bilancio programmato è basato, tra l’altro su “un assunto ottimistico di una ripresa forte e duratura” oltre che su “misure addizionali che devono ancora essere annunciate”. Il Fmi chiede anche che venga mantenuto un “monitoraggio delle finanze pubbliche a livello locale”.

24 maggio 2010 | 17:33
FraMI
00lunedì 24 maggio 2010 21:15
Re:
(sylvestro), 24/05/2010 20.07:

Gli imperativi dell’Fmi: “l’Italia deve aumentare le tasse, combattere la disoccupazione e abbassare i salari dei dipendenti pubblici”


L’Italia deve “mantenere la disciplina fiscale, ridurre il peso del debito pubblico e aumentare il tasso di crescita nel lungo periodo”: a chiederlo è il Fondo Monetario Internazionale. Nell’Article IV anticipato dall’agenzia Ansa il Fmi sottolinea che “concorda con l’obiettivo delle autorità di un consolidamento fiscale basato sulla spesa”.

Per il Fondo “il contenimento dei salari del settore pubblico dovrebbero essere un elemento chiave della strategia di consolidamento”. La spesa pensionistica in Italia “rimarrà tra le più elevate del mondo”, mentre il tasso di occupazione resta “tra i più bassi in Europa: per questo l’organizzazione chiede di aumentare ulteriormente l’età pensionabile e di adottare riforme del mercato del lavoro che introducano maggiore flessibilità per i contratti a tempo indeterminato e maggior protezione per quelli a termine.

L’Fmi sostiene che una “seconda generazione di riforme del mercato del lavoro è necessaria per rafforzare il legame tra salari e produttività e per permettere ai salari di rispondere meglio alle differenze regionali”.

Le banche italiane trarranno beneficio dal miglioramento della situazione economica, ma “resteranno soggette a delle vulnerabilità” e, in particolare, “continueranno ad andare incontro ad un elevato livello di rischio di credito nel prossimo paio d’anni”.

Inoltre, dice l’Fmi, gli istituti italiani “dovrebbero aumentare la propria capitalizzazione, come raccomandato dalla Banca d’Italia”. Il Fondo specifica poi che “per le due maggiori banche, un ulteriore deterioramento del rischio di credito nell’Europa dell’Est potrebbe aggiungere pressione sugli utili”.

Sulle tasse, gli economisti di Washington puntano il dito contro Roma: in Italia, sottolineano, “l’onere delle tasse è elevato e pesa in modo disomogeneo sui lavoratori dipendenti e sui pensionati”, e premono per “una riforma fiscale nell’ottica di ridurre il peso del fisco e aumentare la propensione a pagare le tasse”.

Per l’organizzazione la riforma fiscale “dovrebbe diminuire il costo del lavoro e aumentare il tasso di occupazione, che continua ad essere uno dei più bassi in Europa”.

Il Fmi fa poi un appunto al governo sul condono fiscale: nonostante il suo successo in termini di volume di capitali rientrati, si legge infatti, “la recente amnistia fiscale potrebbe ridurre la già bassa propensione a pagare le tasse”. E inoltre, avverte il Fondo, “misure che funzionino da deterrente per l’evasione fiscale sono ancora da vedere”.

Per questo triennio l’Fmi prevede che il debito pubblico italiano si attesterà quest’anno al 115,8 per cento del Pil, con una crescita dello 0,8 per cento, mentre il deficit sarà pari al 5,2 per cento. Nei prossimi anni il debito è destinato a salire per portarsi al 120,5 per cento nel 2011 e al 121,6 per cento nel 2012, mentre il Pil aumenterà dell’1,2 per cento nel 2011 e dell’1,5 per cento nel 2012. Secondo il Fmi, inoltre, “il debito potrebbe salire a circa il 125 per cento del Pil” nel medio periodo. Quanto al deficit, nel 2011 e 2012 si attesterà al 4,9 per cento.

Da Washington si evidenzia l’importanza del “contenimento dei salari del settore pubblico. La progressiva riduzione dei dipendenti pubblici dovrebbe continuare, e un rigido controllo dei salari pubblici è necessario, specialmente a livello di governo locale”.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale la Finanziaria 2009 “segna una tappa nel portare la gestione delle finanze pubbliche italiane in linea con le best practice internazionali, e potrebbe aiutare gli sforzi di consolidamento, ma l’effettiva implementazione è cruciale”.

La gestione del debito pubblico è stata “condotta prudentemente”, anche grazie all’allungamento della durata della vita del debito stesso, scrive ancora il Fondo sottolineando che “questi sforzi dovrebbero aiutare a rafforzare la posizione di bilancio del governo”. Secondo il Fmi, tuttavia essi “non possono sostituire un prolungato consolidamento fiscale”.

Gli economisti di Washington ribadiscono che se l’approccio durante la crisi è stato appropriato, “ora si devono fare velocemente degli sforzi per ridurre il deficit in modo sostenibile”. E, ancora, “il debito pubblico deve essere rimesso su un percorso di riduzione”. Le politiche per rinvigorire la crescita dovrebbero focalizzarsi “sulla rimozione dei colli di bottiglia strutturali, sul miglioramento della qualità dei servizi pubblici e sul rafforzamento del settore finanziario”.

Il Fondo, si legge ancora, “sottoscrive gli obiettivi fiscali delle autorità italiane di riportare il deficit sotto il 3 per cento entro il 2012″, tuttavia avverte “il consolidamento programmato non è abbastanza ambizioso”. E spiega che l’aggiustamento di bilancio programmato è basato, tra l’altro su “un assunto ottimistico di una ripresa forte e duratura” oltre che su “misure addizionali che devono ancora essere annunciate”. Il Fmi chiede anche che venga mantenuto un “monitoraggio delle finanze pubbliche a livello locale”.

24 maggio 2010 | 17:33



Ieri sera tardi ho acceso la tv e visto l'ultimo pezzetto di report... Persino la gabbanelli, citando uno studio in cui si esponevano grafici, spiegava come l'italia, più facilmente di altri paesi europei, sia in grado con piccole correzioni di cambiare il suo futuro... siamo i peggio? Forse no... [SM=g7574]
(sylvestro)
00lunedì 24 maggio 2010 21:21
Re: Re:
FraMI, 24/05/2010 21.15:



Ieri sera tardi ho acceso la tv e visto l'ultimo pezzetto di report... Persino la gabbanelli, citando uno studio in cui si esponevano grafici, spiegava come l'italia, più facilmente di altri paesi europei, sia in grado con piccole correzioni di cambiare il suo futuro... siamo i peggio? Forse no... [SM=g7574]



No, non siamo i peggio sul piano delle potenzialita', nonostante debito pubblico e i vari fattori di distorsione; siamo, forse, tra i meno pronti al cambiamento, troppo impegnati a difendere interessi corporativistici e a deviare le colpe sugli altri.
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