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(sylvestro)
00lunedì 2 novembre 2009 14:06
Le banche finanzino il debito pubblico irredimibile

Stop crisi/ La ricetta di Giancarlo Politi, lettore di Affari, per fare uscire l'Italia dalla recessione: le banche finanzino il debito pubblico irredimibile. Ecco come

Giovedí 29.10.2009 10:44
Sig.Micheli,

Rif. SUO ESSAY CHE HO LETTO SU WALL STREET ITALIA
Io, che sono solo un pensionato 68enne ex bancario, è da anni che predico che le crisi finanziarie sono solo ologrammi e che quello che dobbiamo temere sono le crisi economiche. Finalmente Lei, con autorevolezza, lo spiega.

Io lo dico con parole semplici e con sillogismi.
1. La finanza non è economia; essa è solo un metro numerico delle COSE ECONOMICHE. metro, paraltro elastico, usato a gogò a seconda della bisogna.
2. In anni non sospetti (anni 90) ho sempre detto che la carta finanziaria in circolazione (che pur va nel benedetto e stupido PIL) supera di venti volte gli affari delle COSE (le sole che dovrebbero costituire il PIL). Oggi siamo al redde rationem.
3.La crisi è una sola: quella economica e cioè:
- eccesso di produzione che ha riempito di cose non indispensabili e servizi le nostre case. Adesso non compriamo nulla (eccetto l'essenziale) anche perché abbiamo tutto.
- poiché compriamo molto meno, le aziende producono molto meno fino a fermarsi.
- se si fermano le aziende, arrivano i licenziamenti che generano altra gente che non puo' comprare.

QUINDI IL MONDO SI E' FERMATO PER ABUSO DI PRODUZIONE DI COSE INUTILI. Questa è crisi economica e non chiacchiere. La disoccupazione poi , è l'essenza della crisi e non un effetto marginale come taluni la dipingono dicendo che ''c'è anche il problema della disoccupazione''. SIAMO CHIARI: la disoccupazione è l'essenza della crisi e l'infimo punto dlella crisi.

Passando alla finanza le cose che seguono la crisi sono:
- se le aziende non lavorano e non hanno ordinativi, sarebbe amorale che le banche le finanziassero; tradirebbero i risparmiatori.
- se le banche non finanziano le imprese, mandano i bilanci in rosso. Come rimedio parziale e temporaneo possono tenere in piedi i bilanci licenziando la gente: ma poi che fare?

Poi ci sono tutti gli ''ologrammi finanziari'' che sono una ventina di volte le cose reali. Mi riferisco ai derivati patologici. Il cerino rimarrà in mano a qualcuno ed il oro azzeramento sarà una default traumatico ma salutare. Almeno si reincomincerà dalle cose. Ma quando si reincomincerà?

Nessuno sa fra quanti lustri. Il mondo si è fermato ed i più deboli stanno peggio di tutti. Gli USA, che sono fuori dalla mischia degli stati ordinari e sono potenza imperiale, possono ripartire come hanno sempre fatto a partire dalla loro dichiarazione di indipendenza e cioè: POSSONO STAMPARE DOLLARI A GOGO' COME INIZIARONO A FARE DAL 15 AGOSTO 1971 quando abbandonarono il rapporto di $35.00 per oncia di oro. Il dollaro è IRRIFIUTABILE tant'è che la Cina , che ne è piena, è legata mani e piedi agli USA.

L'inflazione è sempre stato il motore USA verso l'esterno. La svalutazione del Dollaro verso l'Euro poi era prevedibilissima. L'Europa è stata punita per aver sfidato l'impero creando quel pezzo di carta che è l'Euro e che non ha dietro uno stato federato (come volevano Adenauere e De Gasperi) ma una serie di staterelli tenuti insieme con la pece ed in conflitto l'uno con l'altro e con una BCE che, dimentica dell'economia, ha concentrato tutti i suoi sforzi contro l'inflazione(ossessionata da Weimar) distruggendo così l'economia. L'area Dollaro esporta. L'area Euro non esporta poiché ha i prezzi gonfiati con la parità attuale del dollaro raddoppiata dal 2002 in poi.
Veniamo all'Italia:

ECONOMIA: le banche, anziché riattardarsi a fare profitti sui derivati con i risparmi delle gente e con i proventi del Tremonti Bond, farebbero meglio ad utilizzare il loro grandissimo network world wide delle banche corrispondenti per farne dei terminali operativi commerciali (con relative fee) a vantaggio degli esportatori italiani e del turismo italiano.

Ciò mediante contatti e missioni veloci mirate al business. Questo network è potentissimo e nessuno lo usa. O meglio, io lo ho usato negli anni 70 in forma artigianale con qualche risultato. Ma la mia banca era ''rara avis'' all'avanguardia. Oggi con INTRANET.SWIFT, internet ecc, si potrebbero fare affari (in reciprocità) con le banche estere con velocità ed estensione elevate a potenza rispetto agli anni '70. Occorre gente motivata e competente. Le banche la hanno? Se non la hanno la preparano velocemente? Io credo che la loro clientela apprezzerebbe tali inziative e non starebbe a discutere sul quarto di punto di tasso di interesse se le banche procurassero ordinativi.

RETI BANCARIE IN ITALIA:
Oggi Intranet e la telematica in genere rendono indispensabile che le banche VENDANO I LORO IMMOBILI, facciano cassa, usino massicciamente la telematica e, per avere reti fisiche, si rivolgano al FRANCHISING e cioè: Poste 14.000 sportelli, Banche di Credito Cooperativo: 4.000 SPORTELLI. QUESTI 18.000 sportelli possono essere dei punti commerciali capillari per canalizzare alle cosiddette grandi banche le operazioni CORPORATE e retail che tali punti non possono gestire con le loro piccole forze. Altre reti amiche in franchising per le grandi banche sono: POMPE DI BENZINA,RICEVITORIE,TABACCHERIE,UFFICI DEI PROFESSIONISTI,FARMACIE,PUNTI COMMERCIALI QUALIFICATI IN GENERE.
E' evidente che il personale bancario va riciclato presso le reti in franchising(a provvigione) fino ad estinzione e/o pensionamenti.

DEBITO PUBBLICO IRREDIMIBILE:
Le banche, con la liquidità derivante dalla vendita degli immobili e dai risparmi derivanti dall'adozione delle filiali in franchsing citate, dovrebbero proporsi come sottoscrittrici di un IMMENSO DEBITO PUBBLICO IRREDIMIBILE con cedola al 5% DURATA 60 ANNI. Meglio una bella cedola che immobili costosi da mantenere. Del resto abbiamo dei precedenti di debito irredimibile: Rendita Italiana 5% del 1935 quotata in borsa fino agli anni '90. Ovviamente il TESORO dovrebbe emettere tale DEBITO IRREDIMIBILE per destinare la raccolta alla ESTINZIONE del debito attuale redimibile e,così, fare la riforma fiscale con una FLAT TAX al 20% omnibus urbi et orbi per INVOGLIARE le PMI a ripartire. Cito le PMI poiché esse sono la nostra ossatura. I padri fondatori lasciano il testimone ai figli; ma questi non ci stanno a pagare tasse e contributi al 60% e più. Preferiranno mollare e non cercare ordinativi. Se mollano le PMI. siamo tutti fritti.

Anche la politica faccia la sua parte e cioè: smetta di fare i balocchi con il gossip e si metta al servizio dei cittadini. Litigheranno poi quando ci sarà grasso che cola. Ora è solo un cupio dissolvi.

Saluti.
Giancarlo Politi pensionato in VINCI(FI)
(sylvestro)
00venerdì 6 novembre 2009 17:35
Passera - Qualcuno va lasciato indietro

Le banche passeranno dei guai se investono soldi nelle imprese destinate a soccombere. Questo il commento rilasciato dall’Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo che, in merito al taglio dell’Irap, è di poche parole.

L’ad di Sanpaolo lancia quindi un suggerimento agli istituti di credito, che devono consapevolmente rendersi conto che alcune imprese non saranno in grado di superare la crisi, e soprattutto dei “guai che le banche passerebbero, se mettessero i soldi in tutte le imprese”.

“Altrimenti ripeteremmo lo stesso errore che ha portato alla grande crisi”, lancia un monito Passera, “crisi che è partita dalla mancanza di capacità di valutazione del credito”, spiega.

Questa linea di approccio si mostra quindi in contraddizione con le promesse del governo, secondo Passera irrealizzabili, di non lasciare indietro nessuno.

[SM=g1750163] Mala tempora currunt ... [SM=j7569]
nazionalsindacalista
00venerdì 6 novembre 2009 21:48
Re:
[QUOTE:98722199=(sylvestro), 06/11/2009 17.35Le banche passeranno dei guai se investono soldi nelle imprese destinate a soccombere. Questo il commento rilasciato dall’Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo che, in merito al taglio dell’Irap, è di poche parole.

L’ad di Sanpaolo lancia quindi un suggerimento agli istituti di credito, che devono consapevolmente rendersi conto che alcune imprese non saranno in grado di superare la crisi, e soprattutto dei “guai che le banche passerebbero, se mettessero i soldi in tutte le imprese”.

“Altrimenti ripeteremmo lo stesso errore che ha portato alla grande crisi”, lancia un monito Passera, “crisi che è partita dalla mancanza di capacità di valutazione del credito”, spiega.




Ecco allora perchè non smollano Risanamento?
[SM=g7574]

(sylvestro)
00venerdì 6 novembre 2009 21:56
Re: Re:
nazionalsindacalista, 06/11/2009 21.48:



Ecco allora perchè non smollano Risanamento?
[SM=g7574]




[SM=g1749718]

Pensa se ci fossero giornalisti come te alle conferenze stampa [SM=g1747532]

[SM=g1750152]
grella
00sabato 7 novembre 2009 01:22
Re: Re:
nazionalsindacalista, 06/11/2009 21.48:



Ecco allora perchè non smollano Risanamento?
[SM=g7574]




Un vecchio detto dialettale diceva: " Se devi 10k alla Banca son HaCCHi tuoi a dargleli , ma se gliene devi 10mln son HaCCHi loro a riprenderseli..........."!!!!! [SM=g8759]




(sylvestro)
00venerdì 13 novembre 2009 16:49



"Casa, se non ora quando"

Ore 15:55
venerdì, 13 novembre 2009
"Casa, se non ora quando" è il progetto di sostegno al mercato immobiliare e all'edilizia del quale si sono fatti promotori il Giornale di Brescia e l'Editoriale Bresciana. Un'idea che ha trovato riscontro nelle istituzioni, nelle realtà economiche e nelle associazioni di categoria legate al mercato dell'immobile.

"Tutti insieme, insieme a te" [SM=g7728] è lo slogan del progetto che si compone in diverse fasi. Nel corso di sei mesi, il Giornale di Brescia e i suoi partner organizzeranno incontri sul territorio per fare incontrare domanda e offerta, per riunire costruttori, immobiliaristi e professionisti dei settori legati all'immobiliare (banche, notai, architetti, ingegneri, geometri) assieme a chi sta valutando la possibilità di effettuare investimenti e ha bisogno di raccogliere informazioni le più aggiornate possibili.

Non solo. I mezzi dell'Editoriale Bresciana svilupperanno una serie di speciali legati al tema della casa affrontato nei suoi molteplici aspetti. Ogni incontro sul territorio diventerà oggetto di programmi speciali, ai quali si legheranno interviste ai protagonisti dell'iniziativa.

[SM=g7752]
(sylvestro)
00venerdì 13 novembre 2009 17:09

Il Governo esclude la Cedolare secca sugli affitti. Assoedilizia: grave errore di politica economica

"...
Il nostro Centro Studi Fisco ed Economia stima che il raggiungimento dell'obiettivo per l'Italia di spostare il rapporto tra abitazione principale in proprietà e abitazione in locazione dall'attuale 73/18% ad un traguardo del 68/23% [SM=g7840] (obiettivo non utopistico ove si consideri che lo strumento di intervento è triplice:a/recupero del nero; b/assorbimento del già costruito;c/investimenti in nuova produzione edilizia) possa generare:

- un incremento strutturale di redditi locativi soggetti a tassazione dell'ordine di 8 MLD di euro all'anno con relativo gettito IRPEF di circa 1,4 MLD e Registro per 16 mln di euro.

- ed un incremento straordinario del PIL in un quinquiennio di ben 60 MLD connesso alle prospettive di aumento della nuova produzione edilizia; con relativo gettito IRES, IVA e di oneri sociali
..."
(sylvestro)
00sabato 14 novembre 2009 10:10

200 mq al minuto

"...
Nella seconda metà del Novecento sono stati ricoperti di cemento e asfalto, nel nostro paese, oltre 11 milioni di ettari, ossia un terzo del territorio nazionale [comprese le montagne]. Questa crosta aumenta di 100 chilometri quadrati l’anno, 30 ettari al giorno, 200 metri quadrati al minuto
...
Il comune di Roma sta per varare una sua soluzione all’«emergenza abitativa», cioè al fatto che migliaia di famiglie non hanno il reddito per pagare i prezzi artificiali [finanziari] degli immobili, che illustra bene questa deriva. L’assessore, certo Antoniozzi, mentre vende 8 mila immobili di proprietà pubblica, concede ai costruttori di costruire quel che gli pare dove gli pare, decine di migliaia di appartamenti per scopi «sociali» che distruggeranno il già discutibile Piano regolatore di Veltroni per offrire appartamenti ad affitto calmierato [coi soldi del comune], che dopo 25 anni torneranno di proprietà di chi li ha costruiti. L’idea che si possa intervenire sull’enorme quantità di case che vengono tenute sfitte [e se aggiungi una stanza la quotazione sale] non sfiora nemmeno le menti degli amministratori
...
è il mattone il vero tema caldo, anche se tutti fanno finta di niente
..."
(sylvestro)
00venerdì 20 novembre 2009 15:10
Piano di accumulo e investimento immobiliare

"...
Un’altra forma sicura di investimento, è l’investimento immobiliare. [SM=g6942]

Si tratta di un mercato in crescita costante [SM=g7728] , nonostante le previsioni nere [SM=g9128] che si sono invano [SM=g1765347] susseguite negli anni [SM=g7752] . In questo periodo, in particolare [SM=g1749697] , si è registrata una vera e propria impennata [SM=g1752717] nel mercato, anche grazie alla diffusione della cultura [SM=g1750164] del mutuo e dell’indebitamento [SM=g7840] [SM=g1750147] .
Ecco che un immobile può essere inteso come acquisto in sé [SM=g1750163] e come investimento [SM=g1750163] (nel caso in cui, ad esempio, l’immobile sia destinato all’affitto) [SM=g1750163] . L’investimento immobiliare, del resto, va a vantaggio di coloro che hanno una liquidità tale da sostenere una spesa di questo tipo [SM=g7840] [SM=g1750147] [SM=g1750147] [SM=g1750147] [SM=g1750147] .
..."

Traduzione: il club dei match-holder vi aspetta, meglio se venite col portafoglio pieno.





Chi non e' ancora infartuato per le risate puo lasciare un commento a questo articolo nella sezione in basso


(sylvestro)
00mercoledì 16 dicembre 2009 13:07
Lo scudo fiscale rilancia il mattone a Milano. Ma solo per le case di lusso


Mercoledí 16.12.2009 10:07

“Lo scudo fiscale potrebbe portare una boccata d’ossigeno al mattone: i patrimoni da rimpatriare sono ingenti, ed è logico immaginare che una grossa fetta verrà reinvestita nel mattone”. A dirlo ad Affari è Vincenzo De Tommaso, 36 anni, portavoce di idealista.it, portale di annunci immobiliari gratuiti per i privati.

Nel 2002-03 il rientro agevolato venne assorbito per un terzo dall’immobiliare e diede una forte spinta, insieme all’introduzione dell’euro, alla risalita dei prezzi delle case, tuttavia il quadro economico era molto più stabile di quello attuale.

Cosa ci si può attendere dopo il termine del 15 dicembre?
Il ministro Tremonti si attende in dote dallo scudo 4 mld di euro. Rientrerebbero dunque circa 80 mld di euro dalle attività degli italiani all’estero. Per lo scudo 2009 abbiamo motivi per ritenere che tale scelta potrebbe essere confermata da un numero maggiore di utenti rispetto al passato. Negli scorsi mesi l’ufficio studi di idealista ha fatto delle analisi sul rendimento degli investimenti immobiliari che da ragione a chi oggi scommette sul mattone

Com’è il mercato immobiliare milanese?
Il rendimento degli immobili in città come milano e roma è superiore ai titoli di stato e a livello internazionale le 2 metropoli italiane sono nella top 5 delle città europee più care dove conviene investire.

Quali effetti avrà lo scudo sul mercato italiano nel prossimo anno?
E’ plausibile che una montagna di danaro rientrante dall'estero verrà riversata sul mattone nel prossimo triennio con un effetto speculativo che potrebbe andare ben oltre la portata dei flussi di investimento.

Come evolveranno i prezzi?
In sostanza si corre il rischio che tutte le aspettative riposte degli operatori sul rientro del tesoretto dai paesi stranieri e la ‘bolla di parole’ che ne consegue, provochi come effetto un aumento generalizzato dei prezzi con effetti negativi sui piccoli risparmiatori presi in mezzo da prezzi alti e pigioni insostenibili.

Esiste un rischio speculazione?
Questo scenario prefigura la necessità di interventi pubblici tesi a introdurre dei correttivi per ridurre l'effetto speculativo ai danni delle famiglie, ad esempio sugli affitti. Nei mesi scorsi abbiamo rilevato comprare un bilocale a milano è fuori dalla portata dei meneghini. Per chi percepisce un salario pari alla media italiana - meno di 16 mila euro netti l'anno, per circa 1.300 euro al mese (ocse) - è già impossibile accedere a un mutuo per l’acquisto di un immobile standard, con una metratura di 65 m2.

Chi sono i più svantaggiati?
I più svantaggiati saranno i “first-time buyers”, giovani, gli immigrati e coloro che per qualche motivo (ad esempio, una separazione) devono lasciare l’abitazione in cui vivevano. la difficoltà di trovare prestiti che coprano almeno 80% del valore dell’immobile sarà sempre più grande d’ora in avanti.


Quali tipologie di immobili potrebbero beneficiare del rientro di capitali?

Case di pregio o di lusso, seconde case in località esclusive e più in generale immobili da mettere a reddito, in genere bilocali e monolocali in quartieri centrali e semi-centrali delle grandi città
FraMI
00mercoledì 16 dicembre 2009 15:03
grella
00mercoledì 16 dicembre 2009 15:12
Re: Uomo dell'anno...
FraMI, 16/12/2009 15.03:

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/copertina-time/1.html




Ah.......... pensavo fosse "pilota dell'anno"............ [SM=g6942]






FraMI
00mercoledì 16 dicembre 2009 15:24
Re: Re: Uomo dell'anno...
grella, 16/12/2009 15.12:



Ah.......... pensavo fosse "pilota dell'anno"............ [SM=g6942]









[SM=g1750152]

Punti di vista... [SM=g1749711]
TobaccoFlower
00mercoledì 16 dicembre 2009 17:27
Re:
(sylvestro), 16/12/2009 13.07:

Lo scudo fiscale rilancia il mattone a Milano. Ma solo per le case di lusso




Quali tipologie di immobili potrebbero beneficiare del rientro di capitali?

Case di pregio o di lusso, seconde case in località esclusive e più in generale immobili da mettere a reddito, in genere bilocali e monolocali in quartieri centrali e semi-centrali delle grandi città



Come no. ce lo vedo proprio il multimilionario mafioso che compra un bilocale sopravvalutato per metterci dentro gli studenti [SM=g7574]
(sylvestro)
00mercoledì 16 dicembre 2009 17:54
Re: Re:
TobaccoFlower, 16/12/2009 17.27:



Come no. ce lo vedo proprio il multimilionario mafioso che compra il bilocale per metterci dentro gli studenti [SM=g7574]




Non ci sono solo i pezzi grossi ad aver portato i soldi in Svizzera o a San Marino; come ben ricordava qualche servizio/articolo la Svizzera e' a soli 70 km da Milano.

Qualsiasi sciur Brambrilla con la fabbrichetta o lo studio o il laboratorio o l'ambulatorio poteva varcare il confine con 50-100k euro in tasca alla volta; adesso che ne ha scudati 300k-800k ... [SM=g1750163]
(sylvestro)
00giovedì 24 dicembre 2009 08:04
(sylvestro)
00domenica 27 dicembre 2009 12:14
Il mattone nel prossimo futuro

Cortina 27 Dicembre 2009 (Corsera.it)

Intervistiamo Matteo Corsini Presidente di Corsini real estate consulting sulle previsioni immobiliari per il 2010.


Corsini : Saremo ancora noi a trascinare l'economia italiana,vento in poppa per il mercato immobiliare per l'inizio dell'estate.

Geronzi: Ma non c'è la crisi del settore immobiliare?

Corsini:Assistiamo ad un periodo di contrazione,ma come sappiamo è stata salutare e quando i prezzi scendono si vende meglio e più velocemente di prima.Nell'ultima fase dell'anno abbiamo fatto ancora il pieno di vendite immobiliari. Sopratutto nelle grandi città le occasioni fioccano.

Geronzi: Quali ad esempio sono le migliori occasioni per l'investimento immobiliare?

Corsini: a Roma le migliori occasioni sono i grandi stabili a buon mercato,le grandi società o i fondi che hanno sbagliato strategia a medio termine,devono uscire dagli investimenti poco remunerativi e i prezzi sono allettanti.

Geronzi: Dove consiglia quindi di mettere mano nel mattone per il 2010?

Corsini : Il migliore investimento per il 2010 sono le unità immobiliari commerciali a reddito,come ad esempio ipermercati, supermercati, comunque centri commerciali con il cuore pulsante del food.Ma vedo bene anche grandi unità immobiliari ad uso ufficio nei centri storici, tagli che vanno bene per le medie e grandi imprese.Un ottimo investimento su cui noi siamo specializzati.

Geronzi: Cosa significa investire nel mattone e nell'immobiliare? Sopratutto conoscenza delle normative urbanistiche ed edilizie,una conoscenza specifica che rende digeribile gli aspetti giuridici delle transazioni immbiliari.Senza cultura non si emerge in nessun mestiere.

Geronzi: Come vede lo sviluppo del settore?

Corsini :Io credo che il mercato immobiliare in Italia per il 2010 si evolverà verso una professionalizzazione nei vari settori del real estate : terziario, commerciale, uffici e residenziale. Ci sono grandi gruppi che stanno facendo bene come Toscano nel settore residenziale,ma nel segmento corporate uffici e commerciale, le strutture operanti hanno bisogno di personale altamente qualificato,che oggi in Italia è difficile individuare. Molti studi legali si improvvisano nel settore real estate, ma poi agli avvocati manca l'anima commerciale e quando un avvocato mette le mani in una vendita immobiliare ,quasi sempre questa non decolla. Il loro punto di vista è quello giuridico,lo scontro processuale, noi invece dobbiamo amalgamare le esigenze dei venditori con quella dei compratori.

Geronzi: Dunque investimento immobiliare per il 2010,ma prima è necessario uno studio approfondito.

Corsini: Quando scrissi che Dubai era un pericolo per il real estate,nessuno mi ha creduto,eppure quella intervista venne pubblicata su Il Sole 24 Ore e Volpes in quei tempi apriva un ufficio accanto alla Scala di Milano per indorare la pillola degl investimenti megli Emirati Arabi.Ero andato prima di tutti gli altri in Dubai,per primo avevo intravisto una possibilità di investimento,ma a seguito di specifiche analisi del settore,la qualità delle costruzioni,cominciarono a sorgermi dei dubbi e gli affari sono quasi sempre fiuto,sopratutto.

Geronzi: Pericoli dunque per il real estate 2010?

Corsini : No ma dobbiamo stare attenti,circostanziati,capire bene cosa facciamo e sopratutto negoziare il prezzo alla morte. [SM=g7840] [SM=g7574] Che dio inoltre ci scampi dagli avvocati incapaci e gli operatori improvvisati,che immaginano questo mestiere sia aprire la porta di casa,senza capire se le fondamenta reggeranno al primo colpo di vento.

Copyright 2009 Corsera.it riproduzione consentita citando la fonte.
(sylvestro)
00venerdì 8 gennaio 2010 11:38
(sylvestro)
00mercoledì 13 gennaio 2010 16:26
(sylvestro)
00giovedì 14 gennaio 2010 17:46
Benetazzo [SM=g6942]


Razza che ammazza

Benetazzo - giovedì, 14 gennaio 2010 - 15:17 CET

Adesso mi è tutto più chiaro. Al momento in cui sto scrivendo mi trovo allo Space Needle di Seattle, ormai saranno più di trenta giorni che sto girovagando per gli States con l'intento di realizzare un videodocumetario sulla crisi finanziaria e quella immobiliare: Boston, New York, Miami, Atlanta, Phoenix, Las Vegas, Los Angeles, Seattle e Chicago. L'economia americana è collassata per motivazioni razziali: il suo destino sembra ormai segnato da un lento ed inesorabile declino economico e sociale. Chi confidava in un miglioramento con l'avvento di Obama, mitizzandolo come il nuovo Kennedy, ha iniziato a ripensarci. L'America di Obama non è l'America di Kennedy: alla metà degli sessanta, la popolazione americana era costituita per circa l'80% da bianchi caucasici (europei ed anglosassoni) e per il il 20% da svariate minoranze etniche (afroamericani, ispanici, orientali). Oggi è tutto cambiato: il 30% sono bianchi caucasici, il 30% sono ispanici, il 30% sono afroamericani ed infine il 10 % sono orientali. L'America come vista nei serial televisivi con i quali siamo cresciuti, da Happy Days a Melrose Place, non esiste più.

Questa trasformazione del tessuto sociale ha comportato un lento e progressivo cambiamento negli stili di vita, nella capacità di risparmio, nella responsabilità civica e soprattutto nella stabilità e sicurezza economica. La cosiddetta crisi dei mutui subprime trova fondamento proprio in questa constatazione. Mi permetto di aprire una parentesi per accennare al meccanismo del credit scoring (necessario per comprendere il fenomeno dei subprime): in America ad ogni contribuente viene assegnato un punteggio di affidabilità utilizzando una scala valori che va da un minimo di 300 ad un massimo di 850 punti (è un modello matematico sviluppato da una società quotata al Nyse, Fair Isaac Corp.). All'interno di questo range possiamo individuare tre categorie di soggetti: prime consumer (750-850 punti con excellent credit), midprime consumer (720-750 con good credit) ed infine subprime consumer (660-720 con fair credit). Evito di soffermarmi nelle categorie con il rating inferiore (low and bad credit) per limiti di esposizione. In base alla categoria di appartenenza varia la disponibilità di accesso al credito ed il costo dello stesso. Sostanzialmente il credit scoring è un modello di valutazione che consente di comprendere chi affidare e per quanto, oltre al fatto di selezionare i buoni pagatori da quelli cattivi, il tutto rapportato alla propria posizione debitoria e disponibilità reddituale.

Più carte di credito utilizzate, più fido richiedete, più le rate dei prestiti pregressi pesano in percentuale sul vostro reddito mensile, più ritardi nei pagamenti avete nel vostro track record personale, più il vostro credit scoring tenderà ad essere di basso livello. Sulla base di questo sistema, il 20% della popolazione americana è un soggetto prime, un altro 25% midprime ed infine quasi il 30% è un soggetto subprime. Il livello medio di credit scoring per un cittadino americano si attesta intorno ai 680 punti (subprime). Dal punto di vista statistico, troviamo tra i soggetti fair e low credit, per la stragrande maggioranza, gli appartenenti alle classi sociali legate alle ondate immigratorie degli ultimi decenni (per quello che ho potuto vedere non penso sia casuale).

Ma torniamo a noi. Durante la metà degli anni novanta, con l'intento di mitigare le tensioni e le disparità sociali della popolazione, nella constatazione che solo il 20% degli afroamericani ed il 30% degli ispanici erano proprietari della loro casa contro il 60% della popolazione bianca, vennero istituite delle piattaforme di ammortizzazione sociale che avrebbero consentito l'acquisto facilitato di un'abitazione a soggetti con capacità di redditto e disponibilità limitate. In buona sostanza il governo federale avrebbe garantito attraverso le varie GSE (Government Sponsored Enterprise come Fannie Mae (NYSE: FNM - notizie) e Freddie Mac (NYSE: FRE - notizie) ) la remissione dei debiti concessi alle fasce sociali più deboli. Fu così che le banche iniziarono lentamente, ma con le pressioni del governo, a prestare denaro quando qualche anno prima non lo avrebbero mai fatto. La ratio su cui poggiava questa scelta politica era identificata nella volontà di rendere i poveri meno poveri in quanto se “possiedi” un'abitazione puoi pensare di pianificare la tua vita e stabilizzare il tuo nucleo familiare, oltre a questo non dimentichiamo le motivazioni politiche volte a conquistare nuove fasce di elettorato grazie a proposte molto popolari.

Quello che è successo dopo a distanza di anni, dalla Lehman Brothers (NYSE: LEH - notizie) alla Fannie Mae, ormai fa parte della storia, senza dimenticare anche la complicità o incompetenza della FED. Una politica immigratoria troppo liberale e la mancanza di protezionismo culturale hanno presentato un conto impossibile da pagare per l'America che oggi inizia a comprendere cosa significa aver perso la propria originaria identità etnica. Lo scenario macroeconomico che caratterizza adesso il paese è tutt'altro che confortante e a detta di molti analisti indipendenti americani il peggio deve ancora arrivare. La disoccupazione è ovunque con disperati (non gli homeless) che chiedono l'elemosina di qualche dollaro e accampamenti di tende sotto i ponti delle freeway nelle grandi città. Obama ha subito una perdita di popolarità devastante, persino le persone di colore che lo hanno votato girano per le città con cartelli appesi al collo con la dicitura “Obama, dovè il mio assegno ? Allora quando arriva il cambiamento ?” In più occasioni mi sono sentito dire che la colpa è riconducibile ad un eccesso di liberalità immigratoria e ad una insensata politica di sostegno alle fasce sociali più deboli, che ha innescato il fenomeno dell'”overbuilding in bad areas”. Si è costruito troppo ovunque in area residenziali scadenti, prestando parallelamente denaro a chi non lo avrebbe mai meritato in passato.

Troppi messicani ed orientali entrati nel paese, legalmente e clandestinamente, hanno consentito l'abbassamento medio dei salari, mentre le concessioni, i sussidi ed il credito facile ai neri hanno distorto l'economia statunitense, rendendola drogata ed artefatta, portandola a basarsi esclusivamente sul consumismo sfrenato, il ricorso al debito e sulla totale incapacità di risparmio. Non lo avrei potuto immaginare, ma vi è un risentimento ed un odio trasversale tra le varie etnie che popolano il paese che mi ha più volte intimorito: bianchi contro afroamericani, ispanici contro afroamericani, orientali contro ispanici, insomma tutti contro tutti. In più occasioni per le strade di Miami e Chicago ho assistito ad episodi di tensione razziale stile “Gran Torino”. Chi parla con ingenuità evangelica di integrazione razziale per questo paese, probabilmente ha studiato per corrispondenza all'Università per Barbieri di Krusty (noto personaggio della serie televisiva The Simpsons)..

I bianchi benestanti che fanno gli executive (dirigenti, funzionari o colletti bianchi ben pagati) si autoghettizzano da soli in quartieri residenziali che assomigliano a paradisi dentro a delle prigioni, con videosorveglianza e servizi di sicurezza privati degni del Pentagono. Di contrasto dai fast food, ai jet market, alle pompe di benzina, a qualsiasi altro retail service a buon mercato, trovate tutte le altre razze che ramazzano i pavimenti, servono ai tavoli, lavano le vostre auto, consegnano pizze a domicilio o guidano i taxi per uno stipendio discutibilmente decoroso. L'America per alcuni aspetti (opportunità di lavoro per i giovani che hanno indiscusse capacità) può sembrare superficialmente un buon paese, ma se ti soffermi ad osservarla con un occhio critico, sotto sotto è un paese marcio e primitivo da far schifo, a me si è rivelato per quello che è realmente ovvero un calderone multirazziale con la maggior parte delle persone (bianchi compresi) che hanno il senso di autocoscienza di uno scarafaggio. L'americano medio (che sia un bianco, cinese, messicano o afroamericano) se ne frega assolutamente dei problemi ambientali del pianeta, della sofferenza inaudita degli animali nei loro allevamenti intensivi, delle carestie in Africa o dei conflitti in Medio Oriente, si interessa solo che possa ingozzarsi di hotdog, bere fiumi di coca cola, guardarsi il superbowl e guidare il suo megatruck dai consumi spropositati. Pur tuttavia, nel lungo termine sono piuttosto dubbioso che si possa riprendere dal processo di imbarbarimento ed impoverimento sociale che lo sta caratterizzando, per quanto potenziale bellico possa vantare, questo non lo sottrarrà dalla sorte che lo attende, prima il collasso economico e dopo quello sociale, scenario confermato anche da molte fonti di informazione indipendente che non si mettono a scimmiottare a turno a seconda della corrente politica che vince le elezioni, tipo la CNN o la FOX.


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Riproduzione concessa con citazione della fonte
EugenioBenetazzo.com
(sylvestro)
00domenica 17 gennaio 2010 10:44
laplace77
00domenica 17 gennaio 2010 14:38
Re:
(sylvestro), 17/01/2010 10.44:





incredibile...

leggo bene sotto?

"prezzi crollati", "non compra piu' nessuno", eccetera?

ma non andava tutto alla grande?

[SM=g1747522] [SM=g1747522] [SM=g1747522]


PS: sulla parte "investimenti": in generale e' vero quanto dice ("big-ones" vs. "parco buoi"), ma nel 2010 permangono grossi rischi: a oggi tutto si regge sui BRIC, mi pare (e la cina mi pare quella piu' "pericolosa", anche perche' c'ha un mare di $$$, in caso di guai --> ben altri guai)...

(sylvestro)
00domenica 17 gennaio 2010 14:55
Re: Re:
laplace77, 17/01/2010 14.38:




incredibile...

leggo bene sotto?

"prezzi crollati", "non compra piu' nessuno", eccetera?

ma non andava tutto alla grande?

[SM=g1747522] [SM=g1747522] [SM=g1747522]


PS: sulla parte "investimenti": in generale e' vero quanto dice ("big-ones" vs. "parco buoi"), ma nel 2010 permangono grossi rischi: a oggi tutto si regge sui BRIC, mi pare (e la cina mi pare quella piu' "pericolosa", anche perche' c'ha un mare di $$$, in caso di guai --> ben altri guai)...





You got it.


Per il BRIC ... [SM=g1749704] passami la brutta battuta: [SM=g7802] ci resteranno solo le BRICiole. (noi Europa e soprattutto Italia)

Se e' vera la storia del decoupling etc, etc, ... chi c'e' gia' come azienda (in Cina, India e Brasile) ci restera' a fatica [SM=g9058] chi ha perso il treno s'attacca (a tal proposito ricordo che Romiti sono vent'anni che ci investe) ed in ogni caso gli itagliani non ci guadagneranno un granche'.

Per la Russia ... bah ... io continuo ad avere dubbi che potra' annoverarsi tra le future superpotenze; ha risorse, ha tecnologia militare ... ha palle ma non ha (a mio modo di vedere) un substrato socio/culturale moderno che ne puo' fare una grande Nazione.
(sylvestro)
00domenica 24 gennaio 2010 11:27
L’Italia che si sbriciola abita nei centri storici: a rischio una casa su tre


Abbandono e politiche edilizie: così si spiega il degrado

ROMA— Niente meglio dei titoli dell’Ansa degli ultimi due o tre anni fa capire perché Favara è lo specchio di un Paese che si sbriciola sotto i nostri occhi. Eccone un minuscolo campionario. «Palazzina fatiscente crolla a Palermo». «Crolla parte facciata casa a Venezia, evacuate tre famiglie». «Crolla solaio abitazione nel Barese, muore un’anziana». «Crolla facciata casa nell’Imperiese». «Crolla metà abitazione, sfiorata tragedia nel Cagliaritano». «Bimbo cade da balcone stabile fatiscente». «Crolla tetto abitazione centro storico di Osimo». «Crolla casa nel Materano, morto bambino di sette anni». «Crolla cornicione palazzo a Napoli, feriti due passanti».

Si potrebbe andare avanti per pagine, senza che questo freddo elenco ci dica perché l’Italia cade a pezzi. E chi ne fa le spese, alla fine, sono sempre i poveracci. Scorrendo un recente dossier del Wwf si scopre che dal 1994 sono stati riempiti di costruzioni 3,5 milioni di ettari, dei quali due milioni di terreni agricoli: come Lazio e Abruzzo messi insieme. Ormai è impossibile tracciare un cerchio di 10 chilometri di diametro «senza intercettare una zona costruita». Un fatto che indigna la Coldiretti: «In Italia i centri storici sono degradati perché si preferisce cementificare le campagne dove negli ultimi 40 anni è scomparso quasi un terzo del territorio agricolo». L’architetto e urbanista Aldo Loris Rossi ha calcolato che un terzo del patrimonio immobiliare italiano sia a rischio. Circa 40 milioni di vani, realizzati tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1975: case tirate su senza alcuna precauzione asismica, pur essendo in zone dove la terra trema, o semplicemente costruite male. Un periodo durante il quale abbiamo assistito a un’espansione edilizia senza precedenti, proseguita selvaggiamente negli ultimi quindici anni, nonostante la popolazione sia rimasta sostanzialmente stabile. Al punto che oggi il 20% del patrimonio abitativo è vuoto: calcolo, naturalmente, per difetto, se si considerano le case abusive che continuano a spuntare come i funghi. l’Italia del piano casa e delle new town di Silvio Berlusconi è un Paese dove ci sono 120 milioni di vani abitativi, due per ogni residente. Neonati compresi. Un Paese che negli ultimi quindici anni ha approvato due devastanti condoni edilizi, che hanno regolarizzato costruzioni spesso realizzate senza osservare le minime regole di sicurezza strutturale. Soltanto in Sicilia, nei dieci anni intercorsi fra un condono e l’altro sono apparse 70.047 case abusive.

Tutto ciò è avvenuto anche a scapito dei centri storici che, appunto, cadono a pezzi. Come Favara. O Salemi, che il sindaco Vittorio Sgarbi sta cercando di salvare vendendo a un euro le case fatiscenti ai vip che si impegnano a risanarle. Meglio costruire nelle aree libere: è decisamente più redditizio. Per i costruttori come per gli amministratori. Se la stima di Rossi è realistica, significa che una casa su tre in Italia è fatiscente. Ma se è realistica anche quella della Protezione civile, allora la situazione è ancora più grave. Degli 11,2 milioni di edifici privati, 7 milioni e mezzo sono in zone sismiche. «E il 73% di questi non è protetto per il terremoto», ha detto ad Alessandra Arachi del Corriere il direttore dell’ufficio sismico Mauro Dolce.

Per non parlare del degrado del patrimonio pubblico, che il terremoto dell’Aquila, e ancora prima quello di San Giuliano di Puglia, hanno mostrato in tutta la sua spietata evidenza. Il Quaderno bianco sulla scuola messo a punto da Fabrizio Barca un paio d’anni fa rivela che, secondo alcune stime ministeriali, all’inizio di questo decennio «circa il 57% delle scuole italiane non possedeva un certificato di agibilità statica, né igienico sanitaria, e oltre il 73% era privo di certificato di prevenzione degli incendi». Secondo un’indagine pubblicata dal settimanale Panorama, nel 2008 le scuole a rischio crollo erano 9.920. In questo Paese ci sono situazioni come quella sperimentata dai vigili del fuoco di Ancona, costretti per anni ad avere il quartier generale in una palazzina dichiarata inagibile. I vigili del fuoco! Che c’entra questo con Favara? C’entra eccome, perché dimostra quanto scarsa sia in Italia l’attenzione dello Stato e delle amministrazioni per la sicurezza. Il vicepresidente della Regione Siciliana, Michele Cimino, che oggi promette «la totale messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente», dovrebbe ricordare che nel 2002 i suoi predecessori in giunta approvarono la sanatoria delle costruzioni abusive sulla costa. E che il dramma della frana di Messina di qualche mese fa ha nomi e cognomi. Dal 2007 a quel terribile giorno, come ha raccontato sempre sul Corriere Marco Imarisio, la polizia municipale aveva chiesto la demolizione di ben 1.191 manufatti abusivi e pericolosi. Ma una ruspa non si è mai vista.

Ecco spiegato perché in Italia il fascicolo di fabbricato abbia incontrato così tanti ostacoli: salterebbe fuori, come dice Rossi, che una casa su tre va buttata giù o ha bisogno di interventi strutturali seri e costosi. Di che cosa si tratta? È il checkup dell’edificio fatto da ingegneri e geologi, che dovrebbe essere rinnovato ogni dieci anni. Una legge per renderlo obbligatorio sul territorio nazionale non è mai passata. La Confedilizia gli ha fatto una guerra spietata, per i costi che comporterebbe. Così la Regione Lazio, per esempio, l’ha adottato autonomamente. Ma prima il Tar, poi il Consiglio di Stato, l’hanno bocciato. E nemmeno i tentativi di ripescarlo con i piani casa regionali, hanno avuto successo. La Regione Lazio l’ha dovuto ritirare di nuovo. Mentre la Basilicata si è vista addirittura impugnare la legge dal governo. Perche conteneva l’eresia: il fascicolo di fabbricato.

Sergio Rizzo
24 gennaio 2010
(sylvestro)
00domenica 24 gennaio 2010 16:44
FIAIP TECNOBORSA CRESCITA DELLA PROFESSIONE DELL'AGENTE IMMOBILIARE.LA PIAGA DEI FALSI CLIENTI.


[SM=g1746735] [SM=g1746735] [SM=g7814] [SM=g1806253] [SM=g6941] [SM=g9589] [SM=g1752717] [SM=g1765347] [SM=g9202] [SM=g7626] [SM=j7568]

Roma 24 Gennaio 2010 (Corsera.it)
di Matteo Corsini Presidente di Corsini real estate consulting.

Chi si assume responsabilità di rappresentare la categoria degli agenti immobiliari,dovrebbe anche immaginare di tutelare la stessa ,dalle attività fraudolente del mercato.Prima piaga della professione,è quella dei falsi clienti,persone che declinano false generalità,al solo scopo di evitare il pagamento delle provvigioni.Dunque nel mare magnum dell'attività immobiliare,i nostri rappresentanti dovrebbero informare che l'incarico mediatorio è ambivalente,ovvero vale sia da parte del venditore che dell'acquirente .E se immaginiamo di dividere il settore dell'attività mediatoria,tra agenzie che svolgono la mediazione ottenendo l'incarico dal venditore,molte ne esistono che fanno esattamente il contrario.Come distinguere il ruolo dell'agente immobiliare tra la enorme crescita dei falsi clienti e dei mentitori di ogni genere e razza?

Fin quando non esisteranno regole certe e prestabilite,la professione dell'agente immobiliare rimarrà relegata in un albo,senza alcun peso specifico,forse anche inutile,poichè schierati dietro migliaia di finti clienti,convivono gli stessi agenti immobiliari ,protagonisti di una lotta fratricida dalle conseguenze quasi sempre scontate.Si vogliono porre delle regole in un mercato delle informazioni immobiliari,quando non esistono tutele neanche nel nostro ordinamento civilistico,poichè infatti la segnalazione della vendita di uno stabile,ad opera di un terzo non incide sul diritto dell'agente ad ottenere delle provvigioni,a meno che non sia provato il rapporto tra l'acquirente e il terzo.E dunque di cosa stiamo parlando?

Anche a voler considerare le informazioni immobiliari come inerenti al know-how commerciale della ditta mediatoria,è difficile marchiare con un marchio le stesse informazioni,poichè quelle stesse impattano violentemente nella tutela del nostro ordinamento, la c.d. violazione della privacy.

Le informazioni,le notizie di una vendita immobiliare,sono in realtà libere sul mercato e non esistono tutele di alcun genere,anche se la forzatura degli agenti immobiliari è quella di immaginare diritti reali o addirittura preteste economiche sulla volatilità delle stesse.Se non si immaginano dunque tutele delle informazioni commerciali nel nostro ordinamento,non si può immaginare che la professione dell'agente immobiliare possa evolversi,alla stregua dei professionisti accreditati negli ordini ad esempio degli avvocati o dei notai,che anch'ssi oggi appaiono in tutta eviendeza come desueti,conoscendo bene la mediocre preparazione .

L'attività mediatoria è ostacolata dalla capacità fraudolente degli stessi clienti di presentarsi sotto mentite spoglie,proporsi come possibile interlocutore di una vendita immobiliare,senza averne le risorse economiche o le qualità.Difficile incontrare le moglie di un avvocato che si presenta con il cognome da sposata,traendo in inganno il povero agente,che magari scoprirà alcuni mesi o anni dopo di aver venduto si l'immobile,alla stessa moglie,che ha fatto da terzo informatore al marito,sposato in separazione dei beni.Quindi?

Gli agenti immobiliari tanto fustigati dalla pubblica opinione,sono invece i primi a subire continue malversazioni a causa dei loro stessi potenziali clienti,improvvide massaie che trascorrono le ore al telefono mnasticando informazioni e ribaltandole a loro colleghe,e poi ad amiche che lavorano presso uffici legate da rapporti contrattuali di dipendenza.

Se i rappresentanti della professione non riusciranno ad ottenere una normazione più incisiva e moderna,funzionale alla attività della professione dell'agente immobiliare,penso sarà sempre più difficile districarsi tra le telefonate di pseudo clienti,truffatori e grassatori da strapazzo,rimanendo l'attività mediatoria una professione di frontiera,dove tutti combattono tutti,dove sciacalli allontanano le fiere e poi arrivano i condor ad azzannare quello che rimane dell'affare immobiliare.

Il legislatore dovrebbe ad esempio prevedere il reato di acquisizione illecita di informazioni commerciali di natura immobiliare,quando questo reato avviene tramite un identificato numero di telefono e costituire presso ogni Camera di comercio un elenco di quei numeri telefonici che vengono segnalati come sospetti,al fine di costituire una banca dati dei falsi clienti.

Ma come vediamo tutto questo e' impossibile,incostituzionale,ridicolo.la realtà è che il mercato immobiliare è il mercato più libero di ogni altro,svincolato da regole monopolistiche,centri di potere ,lobby di ogni genere o razza,anche se taluni credono e immaginano si possa addivenire a costruire ostacoli a questa libera e magnifica professione.

Nel mercato immobiliare si guadagna più che in ogni altra professione, proprio perchè non esistono regole che disciplinano il mercato,ognuno ha ragione sull'altro in virtù delle sue qualità e delle sue capacità.Chi e' più bravo vince,anche perchè gli immobili per loro natura non si possono rubare a nessuno.

Soltanto gli agenti immobiliari incapaci,immaginano di tutelare la loro professione,adottando la denigrazione del collega come sistema operativo,un modo semplice di sottrarre l'incarico al proprio concorrente,surclassarlo e metterlo all'angolo.

In ultima analisi l'informazione commerciale immobiliare non è asettica,ma è composta,cosa intendo? L'informazione o comunemente la notizia di una vendita immobiliare ha un prezzo,una classificazione catatale e una sua natura edilizia,ma quella notizia si evolve è dinamica,non è statica ad esempio come la notizia della vendita di un paio di scarpe.L'informazione completa sarà dunque quella afferente il prezzo di negoziazione,contenente anche le indicazioni relative alla parte edilizia,urbanistica,le conformità agli strumenti edilizi,la verifica delle complesse domande di condono o la rispondenza delle dichiarazioni contenute nelle DIA o SUPERDIA avvenute per tramite dei professionisti .L'informazione immobiliare commerciale è dunque molto complessa e la sua prima e fondamentale indicazione è la dinamica della determinazione del prezzo,che subisce brusche oscillazioni durante il periodo della vendita.Questo per dire che la proprietà potrebbe cambiare idea spesso e volentieri,lasciando con un palmo d naso lagente che si è dedicato alla vendita per lunghi mesi,magari decidendo di vendere all'improvviso,perchè noi non lo sapremo mai,una ingiunzione di pagamento si è trasfrmata in un pignoramento.A chi appartiene dunque l'informazione immobiliare commerciale? A nessuno io credo,perchè non esiste un prezzo fermo,una situazione psicologica uguale,la casa non è un paio di scarpe,il suo prezzo non è il cartellino appeso nella vetrina di un negozio.La formazione della vendita immbiliare è un processo di tale natura sconnessa tra profilo umano e finanziario,che molti immaginano di capire cosa sia la professione dell'agente immobiliare,ma non lo scopriranno mai durante tutta la loro vita.

Matteo Corsini
(sylvestro)
00domenica 24 gennaio 2010 18:42
Una nuova alba

di Diletta Castelli
19-01-2010 15:00

La ripresa ci sarà ma, per eguagliare i livelli raggiunti nel corso del 2007, dovremo aspettare il 2015. Almeno se si vogliono eguagliare i livelli raggiunti di tre anni fa. E’ questa l’opinione espressa da REAG, società attiva nel mercato delle valutazioni immobiliari, relativamente al mercato del real estate internazionale.
Per Leo Civelli, ceo di REAG Europe, «La maggior parte degli indici azionari legali all’immobiliare mostra oggi, rispetto a un anno fa, performance positive e addirittura sulle due cifre per molti indicatori. Nel valutare questo dato non bisogna però dimenticare che proprio dall’ottobre dello scorso anno i listini di borsa hanno subìto un deciso tracollo che in tutto il mondo ha raggiunto il picco negativo nella primavera dell’anno in corso». Per l’esperto sui mercati residenziali e commerciali pesano le previsioni relative al mercato del lavoro. E la contrazione dei prezzi e delle vendite potrebbe prolungarsi fino ai primi mesi del prossimo anno. Buone speranze possono riservare però gli indici immobiliari quotati.
«Gli indici positivi indicano sicuramente che il mattone quotato ha ricominciato ad attrarre gli investitori: le previsioni su una prossima fine della crisi economica contribuiscono ad alimentare la fiducia ma le performance si mantengono su livelli ancora lontani da quelli che si registravano nell’ottobre del 2006 o anche nel settembre del 2008. Si ricomincia a investire in questo tipo di titoli ma con cautela così come succederà anche per il mercato immobiliare “reale” non appena le banche riapriranno le linee di credito».
Anche se secondo altri operatori, è il caso ad esempio di RICS, una delle principali associazioni internazionali che raccoglie professionisti che operano nel settore immobiliare, dopo una prima fase iniziale la ripresa potrebbe però rallentare. «E’ evidente che non sarà più ripetibile fare risultati come negli ultimi dieci anni, almeno in Europa» sentenzia Andrea Ciaramella (nella foto), presidente di RICS Italia. Anche se delle buone opportunità potrebbero derivare dai mercati emergenti, soprattutto per quanto riguarda l’industria delle costruzioni. «Entro il 2020 viene stimata una crescita delle abitazioni del 70%, raggiungendo un giro di affari di 12,7 trilioni di dollari, con la Cina, l’India, il Brasile, la Russia e la Polonia alla guida» precisa Ciaramella. «Nel prossimo decennio il settore in questi paesi duplicherà il proprio giro di affari, crescendo di circa il 110% e arrivando a rappresentare il 17,2% del Pil mondiale nel 2020. Contrariamente, i paesi sviluppati cresceranno solo del 35%, stimando una crescita del giro di affari da 4,2 trilioni di dollari a 5,7 trilioni di dollari». Inoltre per l’esperto «il Nord America, da qui al 2020, sarà la regione tra i paesi sviluppati, con la crescita più alta, con picchi tra il 2011 e il 2013. Sud e Centro America invece cresceranno di circa il 70% nel prossimo decennio».
(sylvestro)
00martedì 2 febbraio 2010 17:49
(sylvestro)
00mercoledì 14 aprile 2010 17:22
14-04-10
CASE: ANCE, IN 2009 COMPRAVENDITE -11,3%, COME A FINE ANNI '90


(ASCA) - Roma, 14 apr - Nel 2009 le compravendite di abitazioni hanno subito una riduzione dell'11,3% rispetto all'anno precedente e tra il 2006 e il 2009 il calo e' stato del 30% in corrispondenza di una sostanziale tenuta dei prezzi di vendita. Sono i dati diffusi dall'Ance, l'associazione dei costruttori edili, secondo cui la forte contrazione del mercato sta riportando i livelli a quelli osservati a fine anni '90.

Al contempo, rileva ancora l'Ance, esiste un fabbisogno potenziale di abitazioni non soddisfatto: con riferimento agli anni 2004-2008, il confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie fa emergere la mancanza di circa 350 mila abitazioni. Dunque, nell'attuale situazione economica e finanziaria - sottolinea l'Ance - il fabbisogno stenta a traformarsi in domanda
.

luq/sam/bra


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[SM=g1934144]
serafin.
00mercoledì 14 aprile 2010 18:24
Re:
(sylvestro), 14/04/2010 17.22:

14-04-10
CASE: ANCE, IN 2009 COMPRAVENDITE -11,3%, COME A FINE ANNI '90


(ASCA) - Roma, 14 apr - Nel 2009 le compravendite di abitazioni hanno subito una riduzione dell'11,3% rispetto all'anno precedente e tra il 2006 e il 2009 il calo e' stato del 30% in corrispondenza di una sostanziale tenuta dei prezzi di vendita. Sono i dati diffusi dall'Ance, l'associazione dei costruttori edili, secondo cui la forte contrazione del mercato sta riportando i livelli a quelli osservati a fine anni '90.

Al contempo, rileva ancora l'Ance, esiste un fabbisogno potenziale di abitazioni non soddisfatto: con riferimento agli anni 2004-2008, il confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie fa emergere la mancanza di circa 350 mila abitazioni. Dunque, nell'attuale situazione economica e finanziaria - sottolinea l'Ance - il fabbisogno stenta a traformarsi in domanda
.

luq/sam/bra


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[SM=g1934144]




Ma roba da matti [SM=j7568]


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