00 23/04/2010 11:14
«Locazione convenzionata o sarà la nostra morte»

2010-04-23
— BRESCIA —

«STIAMO ragionando con la Regione per la creazione di un fondo pubblico-privato che acquisti, al prezzo massimo di 1.750 euro al metro quadro, le case invendute e le metta sul mercato a locazione convenzionata». Questo sì che potrebbe essere un sostegno all’edilizia in sprofondo rosso secondo il presidente del Collegio costruttori Giuliano Campana (nella foto).
«Per il resto c’è il nulla. L’edilizia, settore portante dell’economia che ha trainato per sette anni, è la cenerentola. Basti dire che la nostra cassa integrazione dura tre mesi!». Il 36% di sgravio sui costi di ristrutturazione è per l’utente, il Piano casa risulta complesso e costoso, non influisce se non sulle piccolissime imprese, il bando sui contributi per il risparmio energetico farraginoso. Si possono avere 5mila euro per le abitazioni di classe B, 7mila per la classe A.

«MA — dice Campana- l’arco di tempo fra preliminare e atto è talmente risicato, la certificazione talmente complessa che facciamo prima noi a concedere uno sconto, come già stiamo facendo per superare questo momento difficilissimo». Il presidente lamenta che non solo i costruttori non sono aiutati ma penalizzati fiscalmente dal decreto Visco Bersani tuttora in vigore.

«PER UN INVENDUTO di quattro anni del valore di 300mila euro, dovremo sborsarne in gabelle 110mila». E di invenduto ce n’è tanto a Brescia, fra i 5 e i 6mila alloggi. Si continua tuttavia a costruire perché i tassi sono buoni e le materie prime hanno i prezzi fermi.
Quali sono le proposte dell’associazione che riunisce gli impreditori per ridare slancio al mattone? Alleggerimento, se non eliminazione, del decreto Bersani-Visco, dimezzamento dell’Iva nelle transazioni e detrazione dall’Irpef, tassa secca del 20% sui redditi da affitto.

«BASTA con gli annunci di grandi opere che non si concretizzano, vanno messe in cantiere opere pubbliche piccole e medie che si realizzino davvero. E poi che onorino i conti. Le amministrazioni pubbliche devono pagare presto e, in caso di mora, devono farsi carico degli interessi passivi». «Mi si chiede una parola di speranza? Non ci riesco — conclude Campana — cerchiamo di sopravvivere».
M.B.
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