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MEFO bond
Mettendo da parte i fini, quello bellico, la violazione dei trattati di pace, nazismo etc., tutti aspetti sicuramente deprecabili, questa è la dimostrazione di come i MEFO bond, una sorta di "moneta" complementare, sebbene spendibile unicamente a livello nazionale, abbiano potuto innescare una reale virtuosa crescita economica.
MEFO bond (Fonte: wikipedia.org)

La Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H ("Società per la ricerca in campo metallurgico") fu una compagnia statale inesistente nella realtà, creata dal Terzo Reich per finanziare la ripresa economica tedesca ed, al contempo, il riarmo, aggirando di fatto i limiti e le imposizioni del Trattato di Versailles. Questo sistema di finanziamento si basava sull'emissione di bond speciali, i cosiddetti "MEFO bond" inventati nel 1934 dal ministro del Tesoro nazista Hjalmar Schacht il quale, a nome della summenzionata compagnia fantasma, emetteva tali cambiali a guisa di titoli di stato onde rastrellare denaro da impiegare per favorire la ripresa e lo sviluppo economico della Germania insieme alla produzione di armamenti.[1] "MEFO" era dunque l'acronimo riferito a una scatola vuota, chiamata appunto "Metallurgische Forschungsgesellschaft", in nome della quale si emisero siffatte obbligazioni senza gravare sul bilancio pubblico e senza creare inflazione, in quanto tali cambiali erano "spendibili" esattamente come il denaro ma unicamente entro i confini nazionali...

...L'artificio contabile
I “MEFO Wechsel” erano delle cambiali emesse da questa fantomatica compagnia statale, quindi garantiti dallo stato ed offerenti un interesse del 4 %, incassabili dopo un lustro, che avevano lo scopo di dilazionare praticamente a tempo indeterminato i pagamenti contratti dallo Stato con le industrie private. Il progetto partì già nell’estate del 1933, dopo che il partito nazista divenne l’unico ammesso in Germania (14 luglio 1933), quando l’allora ministro tedesco delle finanze, Hjalmar Schacht (già noto per esser riuscito a debellare l’iperinflazione nel 1924) s’ispirò al precedente storico statunitense dettato dalla Guerra di Secessione, quando – sul finire del 1862 il governo nordista si trovò ad aver necessità della colossale cifra di 449 milioni di dollari (di allora, equivalenti a circa 39 miliardi di dollari del 2011). Le banche americane chiesero un interesse del 30 % sulla cifra di cui il governo nordista abbisognava, in quanto il corso bellico rendeva elevato il rischio d’insolvenza dello stato (solo dall’anno seguente, il 1863, l’esito del conflitto si mutò decisamente a favore dell’esercito nordista). Allora il presidente nordista, Abrahm Lincoln ricorse al potere conferitogli dall’articolo primo della Costituzione americana, ovvero stampare cambiali di prestito (“Greenback”) che il popolo sovrano può concedere al proprio governo (vale a dire a se stesso) senza pagare interessi di sorta e coperto non da riserva aurea, ma unicamente dalla forza lavoro del popolo medesimo. La Germania doveva, in più, reperire un mezzo di pagamento che non lasciasse traccia nei libri contabili e nel bilancio statale, per non insospettire le potenze vincitrici della prima guerra mondiale...

...Il circolo virtuoso
Il quantitativo di titoli MEFO in circolazione era tenuto segreto, al fine di non generare sospetti o panico nei sottoscrittori, cosa che avrebbe provocato un repentino ricorso di questi ultimi al rimborso, facendo di fatto crollare l'intero edificio creditizio e precipitando, al contempo, la banca centrale nell'insolvenza. L'emissione dei titoli, all'inizio, era prevista per un solo semestre, con la facoltà di una proroga di un trimestre o di un quadrimestre. In realtà si prevedeva già nel 1933 di procrastinare all'infinito di emissione in emissione. Il circolo vizioso su cui si basava l'artificio prevedeva che[8]: 1 - Gli industriali (di beni di consumo, di armi, e via discorrendo) ricevessero commesse dal governo per la produzione di beni e / o di servizi. 2 - L'importo della commessa fosse espressa sì in Reichsmark, ma fatturata dagl'industriali stessi in titoli MEFO, dal momento che i MEFO erano a tutti gl'effetti delle cambiali commerciabili sul solo territorio nazionale. 3 - I titoli MEFO erano convertibili nella valuta nazionale (il Reichsmark) su richiesta, ma erano altresì voci di bilancio finanziario, un rendiconto annuale, che venivano ripagati in valuta corrente dai lavoratori salariati nell'acquisto dei beni di consumo e dei servizi. 4 - I titoli MEFO emessi dagl'industriali erano accettati dalla Compagnia Statale fantasma e "girati" alle banche tedesche (pubbliche e private), che li accumulavano. 5 - Le banche dovevano - al termine dei cinque anni dalla data di emissione - presentare i titoli MEFO presso la banca centrale per scontarli ed estinguerli. 6 - I MEFO permettevano al governo di emettere "titoli di stato" paralleli per finanziare le spese governative, creando un deficit di bilancio statale assai più vasto di quello che normalmente avviene, tant'è che nel 1939 erano in circolazione 12 milioni di MEFO contro 19 milioni di titoli ordinari di debito pubblico. 7 - Alla fine, i MEFO erano utilizzati dal governo per ridar fiato all'economia, e - così facendo - di rinforzare l'economia stessa producendo beni e servizi che i lavoratori potevano permettersi di pagare grazie ai posti di lavoro che l'economia stessa generava. I soldi virtuali investiti nell'economia reale generavano il carburante per la crescita dell'economia in sé e per migliorare il tenore di vita della popolazione, nonché - purtroppo - per espandere il bilancio delle spese militari.
[Modificato da marco--- 24/01/2014 09:02]