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I numeri della crisi in Irlanda, dalle banche ai conti pubblici

21 novembre 2010




Le banche che rischiano il crac, i conti pubblici fuori controllo e una crisi politica pronta ad esplodere in qualsiasi momento. È il quadro che circonda la crisi irlandese, stretta fra necessità di risanare drasticamente la deriva del bilancio e lo spettro che ciò possa colpire la crescita economica. Innescando una crisi dei mutui che rischierebbe di aumentare a dismisura i costi dei salvataggi bancari.

Le banche
Gli istituti di credito sono il vero centro nevralgico della crisi irlandese. Non per niente l'intervento d'emergenza che Dublino sta trattando con Bce, Fmi e Commissione Ue punta proprio a stabilizzare le banche, con un intervento immediato che - secondo le ultime indiscrezioni - sarebbe di 10 miliardi, al quale si aggiungerebbe un fondo d'emergenza per rendere disponibili, se necessarie, ulteriori risorse. Le banche irlandesi hanno assorbito da sole un quarto della liquidità riversata sull'area euro dall'Eurotower. Finora il governo ha nazionalizzato Anglo Irish, Irish Nationwide ed Ebs, oltre a iniettare corpose dosi di liquidità in Allied Irish e Bank of Ireland. In totale gli istituti di credito hanno richiesto interventi per 50 miliardi di euro, il 28-31% del Pil.

I conti pubblici
Le stime sulle dimensioni di un salvataggio Ue-Fmi arrivano a 90-100 miliardi, e il rischio è che più si aspetta più i costi sono destinati a lievitare, come per la Grecia. L'obiettivo è quello di evitare il ricorso al mercato da parte di Dublino per tre anni.
La manovra correttiva del governo Irlandese sarebbe invece sui 15 miliardi in 4 anni, un intervento massiccio che vale il 10% del Pil del Paese e che poggerebbe per 2/3 su tagli alla spesa pubblica (da quella del welfare al numero dei dipendenti pubblici) e 1/3 su nuove tasse. L'obiettivo è quello di ricondurre il deficit, che ora viaggia al 32% del Pil, sotto la soglia del 3%, prevista dai trattati europei, entro il 2014.

Il governo
Anche se tutti i partiti irlandesi sottoscrivono l'impegno a portare il deficit al 3% del Pil entro il 2014, rimane incertezza sulla finanziaria 2011: la coalizione al governo a guida del Fianna Fail ha una maggioranza di appena tre parlamentari (con sei verdi e tre indipendenti). Fine Gael, principale partito d'opposizione, ha minacciato di votare contro il budget 2011, mentre i Laburisti chiedono per il prossimo anno una correzione del solo 3% del Pil. E a complicare ulteriormente il quadro ci si mettono ben quattro appuntamenti elettorali fra fine mese e inizio 2011 che rischiano di sconvolgere il quadro politico.

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