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Fonte: Città Oggi Web - 04/12/2008

Berlusconi: “Proporrò al G8 di regolamentare internet”

Già sul piede di guerra i blogger italiani

Dal Web Durante la visita al polo tecnologico delle Poste Italiane, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha colto occasione per lanciare una nuova iniziativa che, sempre nell’ambito delle nuove tecnologie, mira però a raccogliere un ampio consenso, addirittura quello dei Capi di Governo che andranno a riunirsi il prossimo G8, fissato a gennaio proprio sotto la presidenza dell’Italia.
Questo l’annuncio del Premier: “A gennaio l'Italia presiederà il G8. In quell'occasione porteremo al tavolo dei Grandi una proposta di regolamentazione di Internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme”. La sede di discussione sembra quantomai appropriata perché, come fanno notare fonti vicine all’esecutivo, “un fenomeno globale come la rete web non può che essere discusso a livello globale”.

Vero è che la stragrande maggioranza delle nazioni ha fin’ora seguito la linea di principio secondo la quale non può essere negato il diritto soggettivo dei cittadini di accedere alla rete: quindi, attualmente soltanto alcuni regimi totalitari (Cina, Iran, Cuba, Arabia Saudita) pongono filtri o restrizioni alle attività in internet. Per quanto riguarda l’Unione Europea, il deputato Guy Bono col Daniel Cohn-Bendit hanno presentato in Parlamento il cosiddetto “emendamento 138”, volto a negare esplicitamente ogni forma di restrizione alla libertà degli utenti. Il successivo ritiro della norma è stato forse influenzato dal Presidente francese Sarkozy, che invece vorrebbe una legislazione molto severa per difendere la proprietà intellettuale, in particolare il diritto d’autore (in senso lato, dal momento che viene quasi sempre ceduto alla casa produttrice) conosciuto come copyright: in linea con la politica francese, si ipotizza quindi che Berlusconi vorrebbe fermare il fenomeno del peer-to-peer a livello mondiale, onde fermare quello che le industrie discografiche e del cinema percepiscono come una vera piaga.

Ben altre le ipotesi che circolano proprio sulla rete italiana, cui mancava solo questa dichiarazione per un’ulteriore alzata di scudi. La preoccupazione espressa sui vari blog, forum e siti nazionali è che, seppure la proposta non dovesse trovare riscontro all’estero, in Italia verrà comunque messa in atto una qualche forma di limitazione ai diritti degli internauti.
In tal senso molti utenti hanno già recepito il progetto di legge presentato alla Camera dall’onorevole Levi del PD (DDL n.1269), riabattezzato “decreto ammazza-blog”: la paura dei blogger è che i loro siti, seppure personali, rientrino nella definizione di “esercizio dell’attività editoriale” (art. 1: “per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e alla distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria.
L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.”) e vengano perciò sottoposti all’obbligo di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), pena l’incorrere nel reato di stampa clandestica (per cui è stato recentemente condannato lo storico Carlo Ruta, curatore del sito “AccadeInSicilia”).
Proprio nella giornata di oggi, 4 dicembre, molte pagine web verranno volontariamente oscurate in segno di protesta, in aderenza all’iniziativa “Salva i blog! No al DDL Levi n.1269!” lanciata dal gruppo “Netizen clandestino”.
Si presuppone che, qualunque progetto di regolamentazione abbia in serbo il Premier Berlusconi, difficilmente gli utenti italiani l’accetteranno senza riserve.