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Investimenti nel mattone, sempre meno interesse (Fonte: news.immobiliare.it - 01/11/2012)

La giornata del risparmio ci ha permesso di fare il punto sulla situazione sul tema immobiliare, perlomeno dal punto di vista dei cittadini del nostro Paese: secondo l’ultima indagine condotta da Acri ed Ipsos solo per il 35% degli italiani ritiene che gli investimenti nel mattone siano l’impiego migliore dei propri risparmi, mentre prima della crisi la percentuale era esattamente doppia (la rilevazione del 2006 portava il dato al 70%). Che il mattone non sia più il “bene rifugio” per antonomasia? Una lettura di questo tipo, va detto, rischia di risultare perlomeno semplicistica se non tiene in conto dei fattori contingenti, che hanno reso l’investimento immobiliare molto più complesso di altre forme di accantonamento dei propri risparmi – come i conti depositi o l’acquisto di buoni del tesoro. Che ottenere un mutuo oggi sia molto più difficile rispetto al 2006 – anno che precede lo scoppio dello scandalo dei mutui sub prime, a cui è seguita, a valanga, la crisi dei mutui per la casa in tutto il mondo – è cosa nota non solo agli esperti del settore ma anche a tutti i cittadini. È naturale, quindi, che anche la percezione stessa dell’investimento nel mattone sia cambiata profondamente. Il cosiddetto credit crunch è solo uno dei fattori che ha decretato un calo “forzoso” dell’interesse degli italiani verso l’acquisto di immobili: il fatto che il primo sensibile calo dei prezzi del mattone sia arrivato solo in questi mesi ci dice molto in merito alla difficoltà di acquistare in un mercato in cui i prezzi sono rimasti davvero elevati nonostante la crisi economica. Senza contare, infine, che sono sempre meno le famiglie in grado di risparmiare cifre sostanziose: solo il 28% del totale, mentre erano il 35% un anno fa: che cali la possibilità (e quindi la fiducia) di investire è sostanzialmente fisiologico.