Anche in questo caso al QE da oltre 1.000 miliardi lanciato ieri 22 gennaio 2015 da BCE (
La Bce batte le attese: maxi-Qe da oltre 1.000 miliardi. Ma l’80% dei rischi è a carico dei Paesi - Il Sole 24 Ore) non è associato un prestatore di ultima istanza, i rischi di mancata restituzione del prestito sono stati scaricati all'80% sulle banche nazionali dei singoli paesi. Nella sostanza si tratta di un prestito senza assicurazione perché manca, appunto, un prestatore di ultima istanza. I mercati, nella consapevolezza di questo aspetto, un domani potrebbero agire di conseguenza chiedendo, come in passato, interessi più elevati.
La BCE, sotto questo aspetto, continua a non comportarsi come una classica banca centrale.
Prestatore di ultima istanza (Fonte: treccani.it)
prestatóre di ùltima istanza locuz. sost. m. – Funzione svolta in genere dalla banca centrale che, per prevenire o mitigare crisi finanziarie gravi, sostiene con crediti il sistema bancario. Il ruolo di prestatore di ultima istanza consiste nel fornire liquidità in condizioni di difficoltà sia all’intero sistema finanziario sia a singoli istituti bancari, quando essi non sono in grado di finanziarsi direttamente sul mercato. Questo strumento è pensato per sostenere le banche in situazioni di illiquidità, ma non di insolvenza, ossia in solide condizioni patrimoniali che ne assicurino il buon funzionamento una volta superata l’emergenza. Tuttavia, non è sempre facile distinguere fra i due casi, soprattutto in un periodo di crisi finanziaria, proprio quando si rende necessario l’intervento del prestatore di ultima istanza. Inoltre, la semplice esistenza di tale strumento può creare un problema di azzardo morale, perché incentiva le banche a esporsi maggiormente al rischio di illiquidità, facendo affidamento sull’eventuale intervento della banca centrale. Di particolare rilievo e ancora in fase esplorativa il ruolo della Banca centrale europea, alla quale la Costituzione europea assegnava in origine solo il compito di difesa del valore della moneta contro l’inflazione. Dopo la crisi del 2007-08, e in particolare con le turbolenze che nel 2010-11 hanno colpito la credibilità di alcuni stati (Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia) rispetto al rischio di un default dei rispettivi debiti sovrani, ci si è resi conto che la mancanza nella zona euro di un prestatore di ultima istanza con la necessaria autorevolezza e indipendenza abbia costituito uno dei principali fattori del rischio di disgregazione dell’unione economica e monetaria.