00 02/05/2008 08:36
A proposito di provvigioni e agenti immobiliari
da frank--


All'acquirente commissioni richieste ma non dovute?

Un lettore scrive alla redazione di Casa e Case: "sono un agente immobiliare pentito che non crede più o quasi in questo lavoro, e mi trovo pienamente d'accordo con quanto scritto da Saverio Fossati sabato primo dicembre. Nella mia città (Prato) nessuno o quasi dei miei colleghi forniscono i documenti necessari per le compravendite. Molti miei colleghi parlano di professionalità e si ritengono professionisti, quando invece il nostro lavoro si riduce nell'accompagnare i clienti a visitare gli immobili, ad aprirgli la porta, e il massimo della professionalità si raggiunge quando dobbiamo far combaciare offerta e richiesta. La provvigione è dovuta, è vero, ma con questi servizi non è giustificata. In una compravendita i nostri onorari sono molto più alti di quelli del notaio e del geometra ( figure professionali obbligatorie in una compravendita ) e oltretutto non abbiamo responsabilità nei riguardi del cliente; non penso che sia un lavoro facile, ma sicuramente non è professionale come qualcuno vuol far credere".

Di seguito l'intervento del collega Saverio Fossati

Ma a che servono queste provvigioni? Nessuno ne mette in discussione il fondamento giuridico, assicurato dal Codice civile. L'affare si conclude ed ecco qua, il compenso è dovuto dalle parti, che le hanno preventivamente ed espressamente accettate (non dimentichiamo che non esiste un tariffario!). Né si tratta di una spesa obbligatoria, dato che almeno il venditore potrebbe fare da sé (diversa la posizione dell'acquirente, che ha scelto la casa ma non l'agente). La domanda è invece un'altra: cosa giustifica sotto il profilo etico e sociale questo compenso? Le famiglie compiono, con l'acquisto dell'abitazione, la scelta più importante della vita. L'impegno economico, le aspettative, il carico di significati simbolici fa della casa non un semplice prodotto. È giusto aspettarsi che questa scelta venga compiuta in possesso di tutte le informazioni necessarie e che chi le fornisce venga adeguatamente compensato per un consulenza così importante? Certo che è giusto. Ottenere una planimetria che riproduca con esattezza la situazione reale dell'immobile e una (probabilmente diversa) del Catasto, un estratto conto dei pagamenti condominiali del venditore, una visura ipotecaria, cioè il minimo per poter contare su delle garanzie, dovrebbe essere la norma. Dati che dovrebbero essere forniti senza neppure essere chiesti. Insieme al numero esatto dei metri calpestabili e di quelli "commerciali", giusto per capire la giustificazione di una spesa che spesso impegna la famiglia a pagare un mutuo. Ma a quanti acquirenti è stata fornita un'assistenza di questo genere? A molti certo. Ma non a tutti. Eppure la provvigione l'hanno pagata tutti, senza fiatare. È la legge. Ma nessun legislatore, in un Paese in cui viene regolato il numero dei bottoni degli uscieri di ministero, è riuscito a far approvare una legge che imponesse almeno un metodo di calcolo della superficie. Le associazioni di categoria si sono impegnate, sfornando codici deontologici e modulistica a prova di bomba; ma siamo nell'ambito della buona volontà. La provvigione è sempre dovuta, certo.
Ma ci sono dei casi in cui ci si dovrebbe vergognare a chiederla.

tratto da
paoladezza.blog.ilsole24ore.com/2007/12/a-proposito-di.html