00 01/05/2009 13:43
Re:
dgambera, 5/1/2009 9:59 AM:

Ottimo intervento GMP. Concordo su tutto, soprattutto la parte evidenziata.

Tra l'altro mi complimento con te: sei il primo sostenitore di sx che ammette che il controllo dei media è bipartisan (o multipartisan?) e che gli atteggiamenti della serie "ma quale ideologia, prima gli affari miei" non hanno colore politico.

Ecco, per chi si è chiesto come la penso io dal punto di vista politico, oggi avete saputo abbastanza: sono abbastanza schifato da tutta questa gente.

Relativamente a questo argomento ripropongo sempre questo articolo: Sulla fase economica (Fonte: ilpasquino.it - ANNO 4 - NUMERO 23-24 - 2008 - di Giampaolo Proni)

Le società immobiliari costituiscono un'utile risorsa per le imprese che detengono un patrimonio immobiliare. In pratica l'azienda scorpora tutti i suoi immobili (quelli che usa per la produzione ed eventuali altri) e li affida ad una società controllata. L'operazione presenta vantaggi fiscali e finanziari. La società immobiliare può rendere liquida una parte del suo valore emettendo titoli sul mercato, finanziando in tal modo l'acquisto di altri immobili, e facendo così aumentare ancora i prezzi. Nel mercato immobiliare si muovevano anche personaggi poco trasparenti, come i 'furbetti del quartierino', investitori come il signor Coppola, che acquistò il nostro Grand Hotel. Il settore immobiliare non ha colore politico: destra e sinistra, Fiat, banche, coop rosse e bianche, Compagnia delle Opere e Vaticano, tutti hanno il loro braccino nel cemento.

I Comuni e il cemento

Il fatto è che la speculazione edilizia nel nostro paese è una risorsa ineliminabile. Senza gli oneri di urbanizzazione i Comuni avrebbero serie difficoltà di bilancio. I Comuni italiani nel 2007 erano 7714. Di essi, 5495 hanno meno di 5000 abitanti, 1879 meno di 25000, tot. 7374. Ognuno di questi microterritori deve avere un bilancio e deve trovare sempre più risorse da solo.


Il mio invito è quello di leggerlo integralmente, è un po' lungo ma a mio parere può valerne la pena.

Marco