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Crisi Finanziarie

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    labottegadelfuturo
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    00 26/05/2009 18:23
    Retrospettive e Prospettive
    La storia dell’economia moderna è costellata di eventi ciclici, di recessioni e di espansioni. Confrontando gli eventi accaduti nelle due più gravi crisi degli ultimi cento anni ci sono somiglianze notevoli. Due teorie interpretative a confronto ci indicano anche i possibili scenari futuri

    Corre l’anno X e l’economia, dopo un’orgia monetaria risalente a pochi anni prima, soffre una breve recessione, ma la banca centrale interviene e ripristina le normali condizioni economiche. È l’anno X+3, e c’è un lieve rallentamento, la politica monetaria interviene di nuovo, e l’economia torna presto sui binari normali. Nell’anno X+7 c’è una nuova recessione, però un po’ più grave della precedente, la banca centrale interviene per l’ennesima volta e impedisce alla recessione di svolgersi secondo il suo naturale percorso. Nell’anno X+9 arriva un ennesima recessione, stavolta però la politica monetaria, spaventata dalle bolle speculative azionarie e immobiliari che si sono sviluppate soprattutto a partire dall’anno X+7, non è più espansiva, e la crisi si rivela grave e persistente, anche per una serie di condizioni al contorno che poco hanno a che fare con la moneta, le banche e la finanza.

    LA STORIA SI RIPETE - Corre l’anno Y e l’economia, dopo un’orgia monetaria risalente a pochi anni prima, seguita da una grave recessione, si trova in una crisi finanziaria: le autorità monetarie intervengono, e lo spettro del panico si allontana. Arriva l’anno Y+3, e c’è una recessione un po’ più pesante, ma la politica monetaria agisce tempestivamente e gli effetti reali sono limitati. Nell’anno Y+11 c’è una crisi finanziaria abbastanza grave, ma le autorità monetarie intervengono con successo: comincia però ad essere evidente una bolla speculativa nei mercati azionari. Nell’anno Y+13 la bolla esplode, ma la politica monetaria interviene massicciamente e tempestivamente: la recessione è breve e superficiale. In compenso, la ripresa è lenta, e cominciano a la bolla si sposta sull’immobiliare. Nell’anno Y+18 ormai la bolla immobiliare è evidente a tutti tranne ad una delle tre note scimmiette. Nell’anno Y+20 l’enorme bolla immobiliare esplode e rischia di trascinare con sé tutti i mercati monetari e finanziari. La politica monetaria persiste e diventa molto più aggressiva, ma le condizioni al contorno reali che aggravarono la crisi dell’anno X+9 sono quasi del tutto assenti. Cosa succede dopo è difficile da dire, per motivi che sarebbero evidenti una volta noto Y.

    LE POSSIBILI INTERPRETAZIONI - Ci sono due possibili interpretazioni delle due catene di eventi: la prima è che la successione di crisi ed interventi che vanno dall’anno X all’anno X+9, e dall’anno Y all’anno Y+20 e successivi, sono legati da un filo rosso, in un rapporto stretto di causa ed effetto; la seconda è che ogni crisi è una storia a sé, che i mercati non hanno memoria di lungo termine, e che quindi tra la crisi X+9 e le crisi precedenti non ci sono legami, come non ve ne sono tra la crisi Y+20 e le precedenti. La prima teoria fa notare che i continui salvataggi ed interventi, sia sotto la forma - apparentemente innocua - di tagli ai tassi e garanzie di liquidità agli operatori, sia sotto le forme - meno frequenti e molto più aggressive - di salvataggi orchestrati dal settore pubblico e ricapitalizzazioni a spese del contribuente - hanno conseguenze di lungo termine sugli incentivi degli operatori finanziari: far rischiare di meno incentiva maggiori rischi; assicurare la liquidità incentiva investimenti illiquidi; stabilizzare i mercati finanziari nel breve termine incentiva l’indebitamento a breve per finanziare investimenti lunghi; dopare i mercati azionari incentiva maggiori investimenti “a leva”, cioè basati sull’indebitamento.

    DUE TEORIE, DUE SCENARI, IL FUTURO - La catena di eventi descritti dalla prima teoria è quindi così: in un anno c’è una recessione, ma i costi di questa vengono trasferiti, in tutto o in parte, dagli operatori finanziari all’intera società; la politica monetaria è inizialmente efficace, e quindi nel breve termine la stabilità economica migliora; nel lungo termine, però, l’economia si pone spontaneamente in una posizione sempre più precaria, e prima o poi o la politica monetaria “stringerà i cordoni“, oppure si rivelerà inutilizzabile, perdendo efficacia.

    Per la seconda teoria, invece, tutti questi eventi sono scollegati tra loro: gli operatori non imparano a inglobare l’aspettativa di essere salvati nei loro piani, la struttura finanziaria delle imprese non è distorta da questi incentivi perversi, le bolle speculative non hanno nulla a che fare con l’attesa di interventi salvifici da parte delle autorità. Non esiste, credo, una prova definitiva di quale delle due teorie sia corretta: i problemi epistemologici dell’economia sono tali che, prima degli eventi, gli economisti si fanno quasi sempre prendere alla sprovvista, e, dopo gli eventi, discutono per decenni sulle varie possibili interpretazioni, senza mai giungere ad una conclusione definitiva. In ogni caso, il futuro delle nostre economie dipende da quelle delle due è giusta, e le conseguenze di politica economica sono diversissime nei due casi.

    Ah, dimenticavo: X è il 1920, e Y è il 1987.

    Tratto da Giornalettismo


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    labottegadelfuturo
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    Ranch in Texas
    00 27/05/2009 15:11
    Però era tutto finito
    Articolo molto interessante

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    (sylvestro)
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    Castellina in Chianti
    00 23/05/2010 21:36
    Bolla immobiliare: una costante nelle grandi crisi



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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    Castellina in Chianti
    00 23/05/2010 21:37
    (segue) Bolla immobiliare: una costante nelle grandi crisi



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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    Castellina in Chianti
    00 23/05/2010 21:38
    (segue2) Bolla immobiliare: una costante nelle grandi crisi

    [Modificato da (sylvestro) 23/05/2010 21:39]
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    fabio_c
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    Attico
    00 09/07/2010 22:17
    Il blog WorkingIdeas racconta la crisi del 33 (d.C.):

    "…e così sul finir dell’impero…"
    Autore: prometeo
    14 marzo 2010

    «... Ora io, quando ascolto questi e simili fatti, resto in dubbio se le vicende umane siano mosse dal fato, con la sua ineludibile necessità, oppure dal caso. ...»
    (Tacito, "Annales")



    fabio
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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    00 10/07/2010 09:05
    Re:
    fabio_c, 09/07/2010 22.17:

    Il blog WorkingIdeas racconta la crisi del 33 (d.C.):

    "…e così sul finir dell’impero…"
    Autore: prometeo
    14 marzo 2010

    «... Ora io, quando ascolto questi e simili fatti, resto in dubbio se le vicende umane siano mosse dal fato, con la sua ineludibile necessità, oppure dal caso. ...»
    (Tacito, "Annales")



    fabio



    Bellissimo contributo [SM=g1750152]
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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    00 02/07/2011 21:21




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    laplace77
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    Building Site Hunter con le palle
    00 02/07/2011 23:25
    Re:
    (sylvestro), 02/07/2011 21.21:







    guarda che ad abusa di youtube si diventa...

    [SM=g9128]

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    Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    00 03/07/2011 09:45
    Re: Re:
    laplace77, 02/07/2011 23.25:




    guarda che ad abusa di youtube si diventa...

    [SM=g9128]





    [SM=g1749711] [SM=g7802]
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    (sylvestro)
    Post: 7.647
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    00 05/08/2011 17:42
    Se la storia fa crac

    Dalla grande depressione ai debiti sovrani: breve compendio delle crisi.

    di Vita Lo Russo

    L'onda lunga che stai investendo i mercati e che sta facendo tremare l'Italia è solo l'ultima di una lunga serie di scosse più o meno pesanti che hanno messo a dura prova gli equilibri delle economie mondiali nell'ultimo secolo. Dalla Grande depressione del 1929 alla bolla dei mutui subprime, passando per l'esplosione del fenomeno Internet. Lettera43.it ha ripercorso i principali crac finanziari della storia.
    1929: quando tutto ebbe inizio

    Era un giovedì apparentemente qualunque a Wall Street. Ma il 24 ottobre del 1929 il ceto medio americano scoprì di colpo che a fare soldi facili con la finanza si rischia grosso. In un giorno soltanto le azioni delle società americane più quotate, molte delle quali legate al nascente comparto automobilistico, persero il 13% del loro valore.
    Seguirono pensati perdite che si protrassero fino 1932: la capitalizzazione in Borsa si ridusse del 90% e ci vollero più di 25 anni affinché i listini recuperassero le perdite. Era la cosiddetta Grande Depressione.

    RIPERCUSSIONI A CATENA IN EUROPA. Gli effetti furono immediati. Prima andarono in fumo i risparmi del ceto medio americano, poi fallirono a catena banche, assicurazioni e imprese. La crisi si propagò rapidamente a tutti i Paesi che avevano stretti rapporti finanziari con gli Stati Uniti, a partire da Gran Bretagna, Austria e Germania, dove il ritiro dei prestiti americani fece saltare il complesso e delicato sistema delle riparazioni di guerra, trascinando nel vortice anche Francia e Italia.
    Un anno più tardi le economie più ricche del mondo si trovarono a fronteggiare un calo di domanda legato all'austerity e agli oltre 20 milioni di disoccupati, 12 dei quali negli Usa, 6 in Germania e 3 in Gran Bretagna. L'Urss non fu colpita dal crac, ma a Berlino lo scontento favorì l'ascesa al potere di Hitler e del partito nazionalsocialista.

    1985: gli antenati dei subprime
    Wall Street, 1929.

    Ventisei anni fa, le Saving and Loan associations, piccole istituzioni americane specializzate nel raccogliere risparmi e concedere mutui - una struttura simile alle nostre Casse di credito cooperativo -, dichiararono bancarotta, bruciando i soldi di chi aveva ottenuto un mutuo per costruire la propria casa.

    VINCOLI FINANZIARI MOLTO RIGIDI. Le Saving & loans (S&L) erano state istituite nel 1800, per favorire l'acquisto delle case Oltreoceano. Fino agli inizi degli Anni '80 furono soggette a vincoli finanziari molto rigidi. Ma con l'avvento di Jimmy Carter e Ronald Regan cominciò la loro deregulation.
    Queste banche “speciali” potevano pagare tassi d'interesse di mercato sui depositi, prendere a prestito denaro della Federal reserve, contrarre mutui e prestiti commerciali, concedere credito al consumo, rilasciare carte di credito, e possedere immobili. Senza le stringenti garanzie richieste alle grandi banche.

    IL PRIMO CROLLO IMMOBILIARE. Nel 1985 la costruzione di case nuove su suolo americano crollò da 1,8 a un milione, il valore più basso dalla Seconda Guerra mondiale.
    Le S&L cominciarono a fallire. Fu l'amministrazione di Bush padre a dover fronteggiare gli effetti di una crisi che ebbe un contorno quasi solo americano ma che si protrasse per un decennio, abolendo gli organi di vigilanza, commissariando gli istituti di credito, e stanziando 50 miliardi di dollari per stimolare la ripresa.

    1987: L'unico, vero Black monday
    L'apertura del Philadelphia Inquirer dopo il Black Monday del 1987.

    Il 19 ottobre del 1987, un lunedì, il Dow Jones perse il 22,61% del suo valore, il peggior crollo finanziario della storia. Si stima che in quel Black monday (lunedì nero) si siano volatilizzati all'incirca mille miliardi di dollari. Nelle due settimane successive l'ondata di panico contagiò i mercati di tutto il resto del mondo.
    Fra le 23 piazze finanziarie, 19 implosero bruciando più del 20% della loro capitalizzazione. Il mercato statunitense fu il primo a crollare, seguirono le piazze asiatiche, a esclusione del Giappone.

    I NUOVI SISTEMI DI GESTIONE DEI PORTAFOGLI. Ma perché la caduta fu così violenta? Gli analisti tendono a dare la colpa ai nuovi sistemi di gestione automatizzata dei portafogli che, essendo tra di essi collegati tra loro e agendo su svariate piazze finanziarie, avrebbero favorito il dilagare della crisi.
    Per tutto il 1987, e fino a due mesi prima del crollo, il Dow Jones era salito a livelli straordinari (+42% da gennaio), per raggiungere il record il 25 agosto, a 2.742 punti. Da allora i mercati cominciarono a dare saltuari sintomi ribassisti. Nessuno vi prestò attenzione, compresi i quotidiani economici in piena euforia da bolla.
    La crisi tuttavia, fu tanto violenta quanto rapida. Le perdite in molti casi rimasero confinate in ambito finanziario i titoli tornarono a valori “normali” da lì a qualche mese.

    1998: la scoperta della finanza creativa
    I due matematici del fondo hedge, Myron Scholes e Robert Merton, che vinsero il Nobel nel 1997 per l'effetto leva.

    Altro caso, molto americano, fu il crac del Long-term capital management (Ltcm) un hedge fund fondato nel 1994 per il quale due matematici, Myron Scholes e Robert Merton, mesero a punto un modello economico moltiplicatore di perdite e guadagni in Borsa. I due, che si sono aggiudicati il Nobel nel '97, grazie a questa prodigiosa scoperta, sono riusciti ad applicare in finanza il cosiddetto effetto leva. Un esempio: investendo 100 dollari con una leva a 50 a +1%, si riesce a ottenere 150, ma se disgraziatamente il segno è negativo, si resta con 50.

    LIQUIDITÀ AZZERATA IN POCHI ANNI. Il Fondo nei primi due anni di vita aveva moltiplicato dell'80% la sua dotazione iniziale. Tuttavia nel 1998, con andamenti ribassisti anche lievi, il fondo aveva praticamente azzerato la sua liquidità.
    La Casa Bianca a quel punto lo ha rilevato e svenduto: il 90 % del capitale - tra cui 100 milioni di dollari appartenevano alla Banca d'Italia – fu ceduto al prezzo simbolico di 1 dollaro alle 14 delle principali banche del mondo che furono costrette a versare all'istante 6 mila miliardi di lire. La Borsa di Milano in pochi giorni era caduta del 40 %, Merril Lynch aveva perso 1,4 miliardi di dollari, Ubs quasi 800.
    2000: se la bolla trasloca su internet
    L'exploit delle azioni di LinkedIn ha fatto gridare al rischio di una bolla delle internet companies.

    L'exploit delle azioni di LinkedIn ha fatto gridare al rischio di una bolla delle internet companies.

    Alla fine degli Anni '90 il mondo era scosso da una nuova rivoluzione: l'informatica. Le aziende solo perché in possesso di un sito internet guadagnavano apprezzamenti sulle piazzza finanziarie ben oltre il loro valore reale. Ai risparmiatori il mondo software e hardware intrigava molto e, nonostante fosse ancora sconosciuto ai più, l'idea di investirvi era molto allettante. Molte di queste aziende, però, non avevano idea di come “monetizzare” i propri clic e far fruttare il fondamentale di Internet. Le loro azioni intanto continuavano a crescere, fino al 10 marzo 2000 quando il Nasdaq toccò i 5.132 punti (il 6 agosto del 2011, 11 anni più tardi è a quota 2.556).

    I TASSI DI INTERESSE SU PER SEI VOLTE. A inizio millennio circolava così tanta liquidità che la Federal reserve fu costretta ad alzare i tassi d'interesse per ben sei volte. Ma dopo la primavera e fino all'autunno del 2002 il listino dei titoli tecnologici di Wall Street cominciò un lento inesorabile crollo (bruciò l'80% della sua capitalizzazione) con lei i listini fratelli delle Borse asiatiche ed europee. Molte società sono state travolte dai ribassi: oltre al fallimento della americana WorldCom e i rossi di Cisco, l'onda ha colpito in Italia, anche Tiscali e Virgilio. La crisi di fiducia sui mercati è stata inasprita dal post 11 settembre.

    2008: Lehman brothers e la fine del Too big too fail
    Colletti bianchi in fuga dal quartier generale di Lehman.

    Alle sei del mattino del 15 settembre del 2008 Lehman brothers si avvalse del capitolo 11 del diritto fallimentare, poco prima dell'apertura di Wall Street, Moody's declassò il rating sul debito della banca americana di ben dieci tacche (da A2 a B3).
    Declassamento lampo anche da parte di Fitch che quella mattina abbassò i titoli a breve termine da un A a una tripla C. Nel corso della giornata le azioni di Lehman persero l'80% del loro valore e il mondo assistette, suo malgrado, alle file dei colletti bianchi che uscivano dal quartier generale di quella che era considerata la quinta banca d'investimento del mondo, portandosi dietro scatoloni, piante e poltrone.

    LA COLPA TUTTA NEL MATTONE. Il crac di Lehman ha rappresentato per la finanza la fine di un mito: non è vero che se sei troppo grande non fallisci. Dietro alla crisi del 2008 c'è ancora una volta il mattone.
    Fra i principali fattori di crescita delv XXI secolo, negli Usa così come in Spagna e Irlanda, c'è la spinta dal settore edilizio. Le banche, come peraltro avevano già fatto le Saving and loan vent'anni prima, pur di fare profitti (e staccare bonus da capogiro ai manager) hanno cominciato a elargire mutui facili, chiedendo in cambio garanzie di rimborso molto scarse.

    LE EMISSIONI DI TITOLI CARTOLARIZZATI. I contratti a loro volta entravano in un complesso meccanismo finanziario, fatto di cartolarizzazioni ed emissioni di titoli cartolarizzati, che hanno gonfiato la finanza mondiale.
    Quando però gli americani hanno cominciato a perdere il lavoro, a spendere oltre le loro possibilità o semplicemente a confrontarsi con tassi di interesse più alti del previsto, hanno smesso di pagare le rate dei mutui.
    Le banche pur pignorando le abitazioni, si sono trovate nei caveau solo pezzi di carta, quei mutui che attraverso i subprime, si erano trasformati in titoli tossici.

    Venerdì, 05 Agosto 2011
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    laplace77
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    00 05/08/2011 20:40
    Re:
    (sylvestro), 05/08/2011 17.42:

    Se la storia fa crac

    Dalla grande depressione ai debiti sovrani: breve compendio delle crisi.

    di Vita Lo Russo

    ...

    1929: quando tutto ebbe inizio

    ...

    RIPERCUSSIONI A CATENA IN EUROPA.

    ...

    L'Urss non fu colpita dal crac, ma a Berlino lo scontento favorì l'ascesa al potere di Hitler e del partito nazionalsocialista.

    ...

    Venerdì, 05 Agosto 2011




    simpatico questo succedersi di "riassuntini" di vario tipo, tutti "ex-post"...

    rispetto a quanto ho lasciato quotato, c'e' da dire che la Cina non seguira' il destino dell'URSS, per ovvi motivi, mentre c'e' il rischio che l'EU seguira' la Germania di Weimar...

    che vitaccia...

    [SM=g9128]
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    (sylvestro)
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    00 05/08/2011 20:50
    Re: Re:
    laplace77, 05/08/2011 20.40:


    ... l'EU seguira' la Germania di Weimar...

    che vitaccia...

    [SM=g9128]




    [SM=g1747543] mmhmmmm , non so ... secondo me no; ma e' solo una ... sensazione (o una speranza, se vuoi [SM=g1750865])

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    (sylvestro)
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    00 01/04/2012 12:27
    Questo ragazzo fara' strada nella vita [SM=g6942] , lasciatevi spiegare la differenza tra cause ed effetti, reale e virtuale, sostenibile e catastrofico.

    [Modificato da (sylvestro) 01/04/2012 12:28]
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    (sylvestro)
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    00 07/04/2012 10:44
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    (sylvestro)
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    00 07/04/2012 10:49
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