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Il lato B della crisi economica: cala il mercato delle case in affitto in città Lo rileva l’osservatorio Tecnocasa

di Alessandro Bettelli

REGGIO EMILIA (24 maggio 2010) - La Congiuntura economica negativa, inquadrata in un contesto globalizzato di interdipendenza spazio-temporale dei fenomeni, produce riflessi negativi in ogni situazione del quotidiano. Da una parte l’alto tasso di disoccupazione, che di fatto sta declinando in precariato l’equilibrio fra domanda e offerta di lavoro, dall’altra l’incertezza sulla ripartenza del sistema industriale locale non fanno che gettare ombre lunghe sul futuro delle nuove generazioni.
Un futuro che, però, è già iniziato. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: a partire da quello che dovrebbe essere il primo passo della crescita della persona, che oggi è diventato un vero tabù: il lasciare la famiglia d’origine per andare a vivere da soli.
Ebbene oggi sono diventate insormontabili le barriere che separano i giovani dall’accesso alla casa. E le ragioni sono di diversa natura.
I costi delle locazioni, nella maggior parte dei casi, sono così alti da costituire una porzione troppo consistente dei bassi redditi, di norma precari, percepiti all’ingresso nel mondo del lavoro. Quindi non resta che l’accensione del mutuo, ma anche in questa ottica il classico prestito dedicato all’acquisto di un immobile, risulta impraticabile soprattutto pensando alle future prospettive salariali. In altre parole: oggi più di ieri la banca non sgancia un becco d’un quattrino in assenza di garanzie forti, quali può essere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
La conclusione? Gli istituti di credito fanno sempre più fatica a erogare credito, comprare una casa senza l’aiuto di un finanziamento è pressoché impossibile, e alla fine non resta che continuare a rimanere “bamboccioni” oppure andare in affitto.
Ma, per le logiche di cui dicevamo prima, anche il mercato delle locazioni è chiamato a rispondere, ancor prima che alle logiche di mercato, allo stato dell’economia reale. E questo ha comportato una diminuzione dell’importo dei canoni. Lo rileva l’osservatorio Tecnocasa che evidenzia come - nel secondo semestre del 2009 - l’importo dei canoni di locazione sia sceso sensibilmente in tutte le province emiliane, con l’eccezione di Parma. A Reggio Emilia il canone d’affitto di un bilocale è diminuito in media dell’1,2% (per il trilocale la flessione è stata del 2,5%). A Modena il ribasso è stato del 4,4% (bilocale) e dell’8,3% (trilocale), mentre solo a Ferrara il canone per l’affitto di un bilocale è cresciuto dello 0,2% (trilocale -3,7%).
E’ bene precisare che alle variazioni percentuali al ribasso di cui stiamo dando conto va aggiunto anche il mancato percepimento da parte del proprietario dell’abitazione dell’adeguamento Istat annuale (che solitamente viene inserito nei contratti di locazione e consiste in una rivalutazione automatica dell’importo del canone). Quindi una sorta di doppia batosta. Una batosta che, però, presenta il suo lato B.
Un rovescio della medaglia favorevole a quei giovani in procinto di spiccare il volo con le loro ali e sono alla ricerca di un appartamento da affittare, possibilmente a un canone a misura di precario.
Come dicevamo, i prezzi a Reggio si sono abbassati in modo pressoché uniforme in tutta la provincia.
Certo, esistono comuni più a buon mercato di altri, ma la forbice fra le zone di maggior e minor pregio e si aggira sui 150 euro mensili.
Per un bilocale economico bisogna andare nella prima periferia di Bagnolo, dove si può affittare a 350 euro, a Fogliano (380 euro) o a Cadelbosco Sopra.
Qualora si fosse alla ricerca di un bilocale in una zona più centrale, ecco che a Regina Pacis, Cavriago o Sant’Ilario, il canone sale fino a 500 euro mensili.
Venendo ai trilocali, quelli più economici si possono affittare a Bagnolo (400 euro) a Due Maestà (450 euro) e a Montecchio (450 euro), mentre a Castellarano e Sant’Ilario d’Enza il canone medio sale attorno ai 600 euro. Rimane inteso che questi sono dati rilevati dell’osservatorio Tecnocasa e che, dunque, rappresentano un campione piuttosto preciso della realtà del mercato delle locazioni, per quanto non esaustivo.

La situazione in Italia
Nel corso del secondo semestre dell’anno scorso i valori dei canoni di locazione in Italia hanno segnalato una diminuzione: -0,4% per i bilocali e -0,3% per i trilocali. Nelle grandi città la contrazione è stata della stessa entità. In tutte le metropoli si registrano leggeri ritocchi verso il basso dei canoni di locazione ad eccezione di Palermo (+1,5% per i bilocali e +1,3% per trilocali) e Genova (+1,3% per i bilocali e i trilocali).
Anche nella seconda parte del 2009 si è confermato un aumento della domanda di immobili in affitto, alimentata da coloro che non riescono ad accedere al mercato dell’acquisto non avendo i requisiti per poter ottenere il mutuo.
E’ continuato il leggero ribasso dei canoni di locazione perché il budget da destinare all’affitto si è ridotto e, allo stesso tempo, c’è stata offerta sul mercato che ha consentito maggiore scelta a chi cercava l’immobile.
I potenziali locatari inoltre si sono dimostrati sempre più attenti alla qualità dell’immobile da affittare, prediligendo le tipologie in buono stato di conservazione (con particolare attenzione alla manutenzione degli impianti), ben arredate (le tipologie arredate sono più richieste soprattutto da single e studenti, le famiglie preferiscono arredare da sé gli immobili), inserite in buoni contesti condominiali. Ben valutata la presenza di servizi nella zona.
Anche sul mercato degli affitti dunque la qualità abitativa diventa premiante e permette di spuntare canoni di locazione più elevati rispetto alla media della zona. I ribassi dei canoni di frequente si giustificano con una bassa qualità dell’immobile affittato.
Il contratto di locazione a canone libero è quello più stipulato, ma quello a canone concordato è sempre più apprezzato.
Gli affitti più elevati si registrano a Roma (850 euro al mese per un bilocale e 1.050 euro al mese per un trilocale) e a Milano (750 euro al mese per un bilocale e 1.050 euro al mese per un trilocale).
Come nella prima parte dell’anno, anche nella seconda parte del 2009, se il valore del canone di locazione era vicino all’importo di una rata di mutuo si è preferito comunque l’acquisto.
Chi cerca in affitto.
A cercare casa in affitto tramite le agenzie del Gruppo Tecnocasa sono state prevalentemente persone molto giovani, di età compresa tra 18 e 44 anni. Quanto allo stato civile si segnala una notevole concentrazione delle richieste di immobili in affitto tra le categoria dei single, con un lieve aumento tra separati e divorziati. Il 38% di chi cerca una casa in affitto è rappresentato da persone fuori sede che si trasferiscono per motivi di lavoro, il 10,2% da persone che si trasferiscono lontano dal paese di residenza per motivi di studio.
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