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In Cina sta scoppiando la bolla immobiliare. La crescita sarà sotto al 6%? (Fonte: investireoggi.it - 20/05/2014)

In Cina sarebbe già in corso lo scoppio della bolla immobiliare. Gli analisti di Nomura si mostrano abbastanza pessimisti sull’impatto che tale fenomeno avrà sulla crescita già quest’anno, avvertendo di attendersi che il pil potrebbe aumentare meno del 6%, quando le stime ufficiali di Pechino restano ancorate a una previsione del +7,5% e gli altri analisti ritengono che non si dovrebbe scendere al di sotto del 7,3%.

Nomura basa le sue previsioni stimando che il settore immobiliare e annessa industria pesino per il 16% del pil cinese, quando altri economisti li stimino intorno al 25%.

Fatto sta che a marzo, l’istituto statistico nazionale, il National Bureau of Statistics, ha registrato un calo nelle costruzione ad aprile in otto delle città monitorate dalle quattro rilevate a marzo. A Hangzhou, capitale della provincia orientale di Zhejang, i prezzi delle nuove case sono diminuiti dello 0,7%.

Secondo il China Real Estate Index System, le vendite di case sono crollate del 9% ad aprile su marzo in 44 città e del 19% su base annua. Al contempo, la crescita media dei prezzi è stata dello 0,1% a livello congiunturale e del 9,1% sullo stesso mese dell’anno precedente.

In due province del nord-est, gli investimenti immobiliari sono crollati più del 25% nel primo trimestre e in altre due si sono registrati cali più contenuti. Sta di fatto che Nomura prevede che la crescita del pil potrebbe scendere sotto il 6% quest’anno e al 6,8% nel 2015.

Gli analisti di Ubs si mostrano più prudenti, ma abbassando le stime dal 7,5% al 7,3% per l’anno in corso e dal 7% al 6,8% per il 2015.

Secondo Nomura, tuttavia, ci sarebbero alcune misure che la banca centrale potrebbe adottare per contrastare il collasso del comparto immobiliare, come il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria per le banche di 50 punti base e l’aumento degli investimenti pubblici. In quel caso, il governo potrebbe centrare l’obiettivo della crescita per quest’anno al 7,4%, ma si tratterebbe solo di rinviare il crollo all’anno prossimo, aggravando allo stesso tempo il grave problema della sovrapproduzione nel settore.

Certo, la bolla immobiliare potrebbe scoppiare più lentamente del previsto o la ripresa dell’economia mondiale potrebbe attutire in parte l’effetto negativo del collasso immobiliare, grazie all’aumento delle esportazioni cinesi. Ma la Cina certamente non correrà per un pò come nell’ultimo ventennio. E non è una buona notizia nemmeno per il resto del pianeta.