00 06/04/2012 21:38
Suicidio Grecia: il pensionato invocava il Kalashnikov, censurato

Debora Billi
Giovedì 5 Aprile 2012, 11:13

Il messaggio di Dimitris Christoulas, il pensionato greco suicida, invoca rivolta e Kalashnikov. Ma noi non ne sappiamo niente.



E' interessante come nessuno, dico nessuno, sulla stampa e sulla Rete italiana abbia tradotto per intero il messaggio del pensionato che si è sparato in Grecia a piazza Syntagma. Nessuno si è azzardato, pare, a parte il riferimento a lontani fatti italiani del '45. Trovo una traduzione dal greco all'inglese sul blog del prof. Piga, e scopro che il pensionato tra l'altro scrive:

Vista la mia età avanzata, non ho modo di reagire in modo attivo - ma se un mio concittadino greco afferrasse un Kalashnikov, sarei pronto a stare al suo fianco.

Io credo che questa sia un'affermazione da prima pagina, e lo credono anche i greci che infatti sono immediatamente scesi in piazza a fare casino.

Invece, noi bambinetti italiani siamo stati accuratamente sottoposti a censura.

Viene così da chiedersi cosa ci sarà mai scritto davvero nei disperati messaggi che lasciano anche i nostri suicidi (ormai due al giorno). Solo piagnistei per moglie e figli? Solo lacrime per i dipendenti e i creditori? Io non credo.

Siamo ahimé abituati a leggere spesso di uomini che, disperati e rabbiosi per un divorzio, ammazzano la moglie e poi si suicidano. E' strano che invece chi è altrattanto disperato e forse anche più rabbioso per l'annientamento della propria azienda, per la distruzione di salario o pensione, non trovi altro colpevole che se stesso. Eppure di colpevoli da additare ce ne sarebbero a iosa.

Un suicidio, cari miei, non fa notizia. E' meno interessante di una morte bianca, perché non c'è neppure la caccia al responsabile: il suicida fa tutto da solo, l'unica responsabilità è la sua. Stampa e politici lo liquidano con un paio di paroline di circostanza e la faccia compunta.

Eppure sono tutti terrorizzati, credetemi. Terrorizzati dai Kalashnikov nascosti nei messaggi dei suicidi, che siano scritti nero su bianco o meno. Perché lo sanno, che prima o poi quei fucili o quelle taniche potrebbero rivoltarsi contro di loro. E succederà, la prima volta che un aspirante suicida penserà che, in fondo, se sta per morire non ha poi nulla da perdere.
_____________________________________