00 23/08/2010 16:44
Falsi i prezzi delle case a Shanghai, ma le cifre truccate non frenano gli investimenti

di Antonia Bordignon
23 agosto 2010


Le compagnie immobiliari di Shanghai hanno fornito all'Istituto nazionale di statistica (Nbs) dati falsi sui prezzi delle case, pregiudicando così l'attendibilità delle statistiche ufficiali. L'accusa è lanciata, attraverso il sito web, dall'Istituto statistico stesso che precisa di aver rilevato sia omissioni che falsificazioni di dati. I prezzi ufficiali delle case in Cina sono basati sulle rilevazioni dell'Istituto nazionale di statistica e sono state già a lungo criticate, in quanto sottostimerebbero il rincaro effettivo del mercato immobiliare.


L'ultimo esempio di discrepanza tra dati ufficiali risale alla scorsa settimana. Nbs ha diffuso l'indice mensile dei prezzi delle case di 70 grandi città dal quale non risultano a luglio variazioni rispetto a giugno. La Commissione nazionale per lo Sviluppo e le riforme, invece, ha riportato che in 36 grandi città i prezzi immobiliari avevano registrato un aumento mensile dell'1,6%. La confusione regna sovrana e in assenza di dati ufficiali attendibili, molti istituti privati e società immobiliari hanno iniziato a elaborare statistiche proprie, rendendo lo scenario immobiliare ancora più oscuro.

La scarsa attendibilità delle statistiche immobiliari ufficiali non sembra, tuttavia, preoccupare gli investitori stranieri. Come si desume dalle mosse del fondo americano Blackstone che ha appena concluso il suo primo grande investimento immobiliare in Cina. Lo ha fatto, come rivela il Financial Times, stringendo un accordo con Great Eagle Holdings (marchio immobiliare di Hong Kong in grande ascesa) per costruire 1000 appartamenti di lusso nella città portuale di Dalian, nel Nord est del paese.

I prezzi immobiliari preoccupano molto le autorità di Pechino che fin dall'inizio dell'anno hanno adottato una serie di provvedimenti per limitarne l'ascesa ed evitare lo scoppio di una bolla speculativa che potrebbe avrebbe effetti pesanti sui bilanci delle banche. Il governo cinese ha infatti chiesto agli istituti di credito del paese di condurre un nuovo round di stress test, ipotizzando nello scenario peggiore un calo del 60% del prezzo degli immobili, soprattutto in alcune città dove i prezzi sono saliti in modo eccessivo. Ma i i risultati non sembrerebbero tanto allarmanti.

Nel caso della China Construction Bank(Ccb), il pricipale istituto cinese di credito ipotecario, un crollo del 63% dei prezzi immobiliari comporterebbe solo un trascurabile aumento del tasso di default dei mutui. Lo ha rivelato il 21st Century Business, citando una fonte anonima della banca. In generale, comunque, gli stress non sembrano mettere in mostra grossi pericoli per il settore bancario, che dovrebbe registrare una crescita delle sofferenze nel complesso intorno al 2%, nel caso di un crollo del 50% dei prezzi.

Il 2009 è stato un anno record per il settore immobiliare in Cina. Secondo i «poco attendibili» dati ufficiali dell'Istituto nazionale di Statistica il volume di vendite è salito a circa 940 milioni di metri quadrati, +43,9% sull'anno precedente, con prezzo medio in crescita del 24% a 4.695 yuan al metro quadrato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
_____________________________________