00 25/08/2010 21:38
Un altro interessante articolo, proposto sempre da stelafe, evidenzia infatti che il mattone non ha un colore politico, non è di parte.

Marco
Sulla fase economica (Fonte: ilpasquino.it - ANNO 4 - NUMERO 23-24 - 2008 - di Giampaolo Proni)

...Questo perché, come si è detto, il mercato immobiliare in Italia è controllato e gestito di comune accordo da pubbliche amministrazioni e costruttori allo scopo di non far scendere i prezzi. Insomma, le case costano come prima ma il mercato rallenta. Da questo punto di vista sembra che l'effetto deflattivo (abbassamento dei prezzi) sia annullato.

Non è stato lo stesso per i grandi proprietari, vale a dire le società immobiliari.

Le società immobiliari costituiscono un'utile risorsa per le imprese che detengono un patrimonio immobiliare. In pratica l'azienda scorpora tutti i suoi immobili (quelli che usa per la produzione ed eventuali altri) e li affida ad una società controllata. L'operazione presenta vantaggi fiscali e finanziari. La società immobiliare può rendere liquida una parte del suo valore emettendo titoli sul mercato, finanziando in tal modo l'acquisto di altri immobili, e facendo così aumentare ancora i prezzi. Nel mercato immobiliare si muovevano anche personaggi poco trasparenti, come i 'furbetti del quartierino', investitori come il signor Coppola, che acquistò il nostro Grand Hotel. Il settore immobiliare non ha colore politico: destra e sinistra, Fiat, banche, coop rosse e bianche, Compagnia delle Opere e Vaticano, tutti hanno il loro braccino nel cemento.

Ma la crisi ha morso molto duramente in questo settore...
[Modificato da marco--- 25/08/2010 21:39]