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Scopo raggiunto: cancellabili le conquiste del mondo del lavoro consolidate in decenni di battaglie sindacali
Chi ha figli dovrebbe riflettere seriamente su questo importante tema, anche se purtroppo mi sembra di riscontrare un palese disinteresse in merito.
Lavoro, i govani sono disposti a rinunciare a ferie e malattia (Fonte: lettera43.it - 03/10/2016)

Il 65% dei ragazzi romani accetterebbe un impiego a qualsiasi condizione. Il ministro Costa: «Non abbiamo la bacchetta magica».

I giovani sono affamati di lavoro, tanto da essere sempre più disposti a rinunciare ai contratti regolari e ai propri diritti.
Secondo la ricerca Avere 20 anni, pensare al futuro realizzata da Acli di Roma, il 65% dei ragazzi nella Capitale farebbe questa scelta.
Il 28,2% di loro farebbe a meno dei giorni di malattia, il 26,6% delle ferie, l'11,1% della maternità.
Il 30,3% dei ragazzi non avrebbe difficoltà ad accettare un impiego che non corrisponda al proprio corso di studi.
PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO. Per accelerare il passaggio dalla formazione all'occupazione, per il 57,1% dei giovani sarebbe necessario incentivare le forme di alternanza tra scuola e lavoro.
Un discorso diverso, invece, riguarda le università: il 41,8% dei giovani ha deciso di frequentarla per la possibilità di trovare un impiego coerente con i propri interessi, il 36,9% per la difficoltà di trovare occupazione senza un titolo universitario e il 34,2% per l'opportunità di trovare un lavoro redditizio.
La solidità economica delle basi lavorative rappresenta per il 77,6% dei ragazzi romani l'elemento imprescindibile per costituire in futuro una famiglia.
Il presidente dell'Acli di Roma, Lidia Borzì si è detta molto colpita dai risultati: «Pesano come macigni e rappresentano un campanello d'allarme importante».
COSTA: «NON ABBIAMO LA BACCHETTA MAGICA». Il responsabile del Centro per la Pastorale familiare del vicariato, monsignor Andrea Manto, ha commentato: «Il tema del lavoro acquista oggi una particolare rilevanza, sia perché rappresenta una grande preoccupazione per le famiglie, impensierite dalla precarietà e dall'assenza di opportunità che non permette di guardare al futuro con fiducia, sia perché richiede una nuova cultura del lavoro in modo che la carriera non depauperi l'ambito delle relazioni costitutive dell'essere umano, come la vita di coppia, l'educazione dei figli, l'accoglienza della vita, che sono temi fondamentali per la società e per il bene comune, non soltanto in una visione della vita di tipo religioso».
Sui risultati della ricerca è intervenuto anche il ministro degli Affari regionali con delega alla Famiglia, Enrico Costa: «Avviare una politica organica significa mettersi nella testa di una giovane coppia e capire cosa chiede. Nessuno ha la bacchetta magica e soprattutto le misure per la famiglia sono una sfumatura: è fondamentale che ci siano politiche lavorative combinate tra loro».
[Modificato da marco--- 05/10/2016 11:05]