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JAPAN 1989
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L' ELDORADO SOTTO LE CASE - Repubblica — 06 gennaio 1989

"Il boom dei prezzi degli immobili, insieme a quello della Borsa, che è stato più o meno contemporaneo, per la prima volta in questo dopoguerra ha spaccato un paese costituito fino a tre anni da una magmatica ma sostanzialmente omogenea classe media. Ora le classi sono almeno due: da una parte chi ha e dall' altra chi non ha."

"I primi sono coloro che nel 1985 possedevano almeno un appartamento o un po' di azioni quotate alla Borsa di Tokyo. Costoro nel volgere di poche lune si sono trovati miliardari in yen, cioè ricchi più di quanto una vita di risparmi avrebbe mai potuto consentire. Se hanno venduto hanno i denari, se non hanno venduto si sono assicurati una rendita che per un appartamento da 100 metri quadri in semicentro è di circa 120 milioni l' anno. Non solo, avendo una casa è stato facile farsi prestare denari dalle banche a tassi bassissimi per comprarsene una da abitare, per investire in Borsa oppure per fare altre speculazioni immobiliari. Il cespite è diventato, per chi lo ha saputo gestire, un potente moltiplicatore di ricchezza. Chi ha, non solo possiede un rilevante patrimonio, ma ha anche notevoli capacità di consumo, spende molto, ha scoperto motivazioni e meccanismi di gratificazione individuale che non sono tradizionali della cultura giapponese, insomma la sua vita è cambiata e non di poco; è stato come se il primo premio di una lotteria miliardaria fosse stato vinto contemporaneamente da qualche milione di fortunati."

"Poi c' è chi non ha. Che non necessariamente è un blue collar, un lavoratore di basso livello. Molti quadri e dirigenti si sono trovati inaspettatamente da questa parte della barricata. Non è una classe di poveri. Per loro la differenza rispetto al passato non è percettibile, non avevano prima e non hanno adesso. La differenza è nel futuro: non avranno mai. Non c' è capacità di legale accumulazione che possa far sperare a una famiglia media o anche a un dirigente giapponese di poter un giorno comprare una bella casa in un buon quartiere non troppo lontano dal posto di lavoro. Il sogno coltivato per una vita, l' incentivo maggiore al risparmio, fino a qualche tempo fa realizzabile, ora è davvero un sogno. Nel futuro la casa per tutti non c' è più."

"L' irrealizzabilità del sogno di potere in futuro possedere una casa, ha ovviamente modificato anche la loro vita. Risparmiare per la casa non ha più senso, e allora meglio spendere, consumare di più. Il boom dei prezzi immobiliari, aumentando le disponibilità di chi ha e liberando una parte delle risorse di chi non ha, è stato una formidabile spinta ai consumi interni giapponesi. Ed è questo anche il motivo per cui il governo Nakasone aveva facilitato la speculazione immobiliare (un altro motivo è che molti politici hanno partecipato attivamente a questa speculazione)."


Poi sappiamo come è andata a finire.



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