00 15/05/2010 10:55
Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 15/05/2010 10.41:





Ma sulle piccole medie aziende, di tutta italia, io la penso in maniera differente. Anche qui puo' essere giusto, o doveroso in termini di sopravvivenza, cambiare, rinnovarsi, modernizzarsi. Ma nelle piccole realta' che conosco sdradicare i lavoratori dal posto di lavoro abituale per preparali al "Futuro" altrove significherebbe dare un'altra mazzata al tessuto connettivo della societa' (voglio dire, nel caso fosse applicato in massa)

Nel (micro) realta' in cui vivo i piccoli imprenditori volenterosi ed alacri ci sono gia', spesso hanno gia' una idea di come portare avanti la loro azienda ed i loro lavoratori e per me non ha senso azzerare questo patrimonio in nome di un revisionismo professionale calato dall'altro, magari deciso a Roma o a Milano o a Bari da qualche Confi-cazzabbubbole di turno.




Le PMI sono il cuore pulsante dell'economia italiana.Capaci di innovarsi e di essere competitive anche su mercati stranieri.
Bisogna aiutarle a crescere, mettendo a disposizione sturmenti di sostegno al credito e secondo me rendendo più stretto il rapporto con le aziende e la formazione.

Una PMI non ha da mettere in cassa integrazione, spesso la differenza per queste aziende sta nel vivere o morire.
Quindi bisognerebbe (a mio avviso) aiutarle a crearsi nuovi settori e ad innovare.
Una CIG deve essere una cosa eccezionale, non la norma.
Se inizi a chiedere la CIG un anno si e l'altro anno pure forse hai qualcosa che non va nella tua produzione.
Io te la concedo...ma cerchiamo di capire il perchè.

E' un ragionamento rischioso, lo ammetto.Perchè se non si crea un sistema di "bilanciamento di poteri e competenze" rischiamo di fare la fine della Cina comunista, con lo stato che mette il naso in tutto.

E' da lavorarci su insomma... ;)


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Complottismo? No, Grazie!!!