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Mercato immobiliare italiano: andamento delle compravendite

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2017 08:44
09/09/2010 15:58
 
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9 SETTEMBRE 2010 – MERCATI IMMOBILIARI ITALIANI

I quotidiani italiani danno i numeri,
ma non verificano l’immobiliare



Istat, nel 1° trimestre del 2010
+ 2,3% nelle compravendite


REAL ESTATE – IMMOBILIARE | Reporter sens frontière (Rsf) ha pubblicato la prima classifica mondiale della libertà di stampa e non sono mancate le sorprese. Innanzitutto va rilevato che, pluralismo e libertà nella diffusione delle notizie non sono una prerogativa dei paesi più ricchi e sviluppati. L’Italia è al 40° posto, dopo Cile e Corea del Sud. Ma libertà di stampa è anche dovere di informare, cioè di andare oltre la verità ufficiale. I Quotidiani, sia politici che economici o di partito, di oggi 9 settembre 2010, danno ancora una volta acriticamente il dato Istat che conferma quello dell’Agenzia del territorio secondo cui il mercato immobiliare sarebbe cresciuto nel primo trimestre del 2010 del 2,3% annuo. Con gradazioni differenti di ottimismo o di trionfalismo aprono con la ripresa del mattone oppure riprende al corsa al mutuo delle famiglie italiane, i giornali su questo settore oscillano tra il Solone la mosca cocchiera e il fariseo lasciando alle lobby italiane, acriticamente, la possibilità di far arrivare i loro comunicati stampa al grande pubblico senonché poi gridare ai furbetti del quartierino o alla razza padrona o al capitalismo straccione quando appare sulla scena anche solo un rumor di scandalo. Il mattone non oscilla in Italia, i prezzi non possono crollare, una percentuale a una cifra di crescita ben al di sotto del 5% non sposta nulla nei mercati immobiliari italiani, perché di mercati territoriali dobbiamo parlare nel nostro paese non potendo parametrare un immobile di Milano con uno di Genova o di Firenze. Ma perché tutto questo? In Italia ci sono quasi 8 persone su 10 che posseggono un bene di proprietà e questo bene è la loro casa, per cui ci vivono e non la possono utilizzare come leva economica per far crescere il loro benessere indebitandosi come negli Stati Uniti in quanto il nostro sistema creditizio non lo consente e perciò non la scambiano a meno che, come è successo per quasi un decennio, anche le banche non droghino il mercato spingendo sull’acceleratore dell’offerta di mutui facili come è stato nella fase di accorpamento delle stesse in Italia e prima di Basilea 2. I prezzi, che poi sono valori di stima immobiliare, sono come gli exitpoll, solo che qui li si richiede agli addetti ai lavori che tengono una forbice superiore al 30% di oscillazione derivante da molte variabili e non corrisponde mai ai prezzi reali di compravendita perché in Italia c’è l’ennesimo conflitto d’interesse, quello degli agenti immobiliari, che rilevano i prezzi e poi fanno e subiscono il mercato guadagnando a seconda delle fasi più dal venditore che dall’acquirente o viceversa. Le questioni o l’agenda d’interesse del cittadino-consumatore sono sempre le stesse – le riporta in un articolo La Stampa – Domande e risposte sulla casa (qui sotto – scarica il pdf). Le analisi andrebbero fatte sull’Industria immobiliare e delle costruzioni, sulle compravendite immobiliari passate – andata e ritorno – da 600mila a 800mila all’anno. Oltre il 30% di crescita mantenuto per un decennio e poi crollato con la crisi economica globale in un anno. Come è stata possibile una corsa al mattone così sfrenata, qui si sono depositati e immobilizzati capitali, provenienti da dove se non dal sommerso o nero, le società hanno utilizzato gli immobili e la leva finanziaria e li hanno sopravvalutati per gonfiare bilanci di un’economia in perdita. Si sono consentite favole di “Signor nessuno” che sono state utilizzate come “teste di legno” per poi scaricarli come “furbetti” del quartierino ma i grandi operatori o player da tempo con capitali internazionali hanno manovrato dietro le quinte determinando così un’economia italiana cristallizzata e oggi sono troppo grandi per fallire e complice il sistema bancario stanno svendendo i patrimoni per salvarsi. Mentre i piccoli operatori, costruttori e immobiliaristi, che hanno costruito molto, forse troppo, e senza regole perché i Comuni italiani alla canna del gas hanno concesso licenze edilizie a gogo, oggi, soffrono, s’impiccano, falliscono perché hanno creduto, speculando, ma chi non l’avrebbe fatto a un boom di vendite senza fine.

GIOVANNI PIVETTA – Direttore House Living and Business
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