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Irlanda - innestata la retromarcia

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2012 11:39
06/04/2007 22:01
 
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Secondo Boloomberg, in Irlanda la festa è finita:
www.fiaip.it/Ecostampa/documenti/E0K/E0KKV.PDF

L'Irlanda può sembrarci marginale, ma è il paese dell'Unione che ha più sviluppato la sua economia negli ultimi 10 anni e dove la Bolla ha espresso il suo meglio... [SM=g6880]
28/11/2010 10:10
 
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Mike, dalla bolla del mattone ai debiti

Leonardo Maisano
28 novembre 2010

DUBLINO. Dal nostro inviato
Con la mano destra taglia l'ultimo filo elettrico, con quella sinistra aggiusta la luminaria. «Un po' più in là... Sì così... Le pare che vada bene?». Sì, Mike, le luci vanno bene. Mister Wallace sorride, inforca la scala e scende a terra rimirando dal basso gli addobbi del magro Natale di Dublino. Cinghia stretta per tutti, soprattutto per lui, builder irlandese, vil razza dannata in questi giorni. Eccolo qui un costruttore, uno di quelli che hanno cambiato il volto alla città di James Joyce concentrandosi sulle due rive del Liffey, secondo il vecchio adagio dell'immobiliarista, location, location, location. «E avevo ragione, quello che mi è rimasto almeno lo affitto e giro gli incassi alle banche». Tutti? «Tutti, o quasi». Mike Wallace, 55 anni, capello bianco lungo fino alle spalle, orecchino a forma di corno arancione, mani callose e testa fine è passato dall'opulenza di un patrimonio da cento e più milioni di euro, prodotto da aziende che impiegavano 260 persone, a un debito di quaranta. Gli restano 75 immobili, fra negozi, abitazioni, uffici e lotti di terra, ha wine bar e una squadra di calcio di Wexford Youths. Tutto ciò e molto altro rendeva, oggi è una zavorra di debito che lo trascina giù. «Non sono ancora fallito. Le banche non si sono ancora rivoltate contro di me, ma hanno incominciato con i più grandi costruttori. I Mc Namara, i Dunne, i Carroll». Nomi che escono dall'epopea dell'emigrazione irlandese, come il suo, Wallace, che è appena più in giù nella lista nera degli istituti di credito.
Aspetta la sua ora e intanto fatica, come fa da quando aveva 16 anni, figlio con 11 fratelli di un macellaio di Wexford, arrivato a Dublino per lavorare e studiare. «Facevo il manovale e andavo all'università. Mi sono laureato di notte e ho costruito case di giorno. A 35 anni avevo l'appalto per rifare le strade del centro e ho cominciato, anzi abbiamo - precisa guardando il partner di sempre, Ed Carroll, con il quale condivide la congiuntura triste e, in questi istanti, una pentola di tagliatelle con le cime di rapa - cominciato a comprare terreni. Nel 1997 con 250mila euro si prendeva un quarto di ettaro nel centro, qui attorno. Dopo due anni di pratiche burocratiche tutti i permessi erano pronti e si poteva costruire. Il gioco era semplice si comprava e si alzavano palazzi, con i danari del primo si prendeva altra terra e via in un crescendo senza fine. Almeno così pareva».

Pareva, in realtà, assai poco normale. «Nel 2005 i lotti che nel 1997 costavano 250mila euro non andavano via a meno di 5 milioni, venti volte tanto». Un'ebbrezza che le banche alimentavano. «C'erano sempre mutui pronti, al 100% del valore, ci chiamavano a casa per prestarci quattrini». La tentazione era troppa e il miraggio di una lotteria continua ha finito per cancellare dalla memoria di Mike anche i giorni duri di Wexford quando si dovevano mettere a tavola dodici bocche, in linea per pasti caldi e abbondanti.
«Quanto guadagnavo allora? Non lo so, sinceramente non lo so. Da ogni progetto mi restavano attaccati cinque, anche dieci milioni. Oggi gli immobili valgono meno della metà di prima e un lotto acquistato a dieci milioni non si vende nemmeno a due. Se sei di fretta perché le banche ti sono addosso, lo liquidi per uno». Se qualcuno lo compra. «Appunto». La forchetta infilza una cima di rapa, la bocca si sciacqua con un mezzo bicchiere di barbera d'Alba. «Lo importo io, un altro dei business che cerco di salvare», aggiunge scandendo a voce alta il motto stampato sulla bottiglia. «La vita è breve, lavora duro, divertiti molto». Mike Wallace ha lavorato, si è divertito e nell'incedere a razzo nella prima, abbondante metà della sua vita, ha bruciato due mogli e messo al mondo quattro figli. «Oggi dormo solo, le donne mi costano troppo». Alè con il barbera e la passione per pallone e Italia. «Tifo Toro, appena posso vado in Piemonte dove ho anche un pezzetto di terra per fare buon vino».
Forse finirà lì, fra le brume piemontesi a cercare tartufi. «Forse, non si sa mai. Tutti qui dicono che il peggio è passato che gli 85 miliardi di Fondo monetario e Ue basteranno, ma non è vero. I maggiori costruttori hanno voragini da un miliardo di euro ciascuno. E quelli esposti con palazzi in periferia non riescono nemmeno ad affittarli. Le banche succhieranno anche questi nuovi aiuti internazionali, per poi far sapere al mondo che ce ne vogliono altri. Vedrà se fra 18 mesi non saremo ancora qui a parlarne. Magari solo lei, perché i tartufi potrebbero davvero aspettarmi». Mike finisce le cime di rapa, svuota l'ultimo bicchiere e urla. «Ed passami il filo elettrico, Ed...». È Natale anche a Dublino.

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Re:
dgambera, 28/11/2010 12.35:





"il mattone non tradisce mai"

[SM=g9128]
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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
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Assalto all'euro
Ieri la Grecia, oggi l'Irlanda, domani il Portogallo e forse la Spagna. La tempesta monetaria avvolge l'Europa e preoccupa Giorgio Napolitano. Che ai politici e agli italiani ripete...

Chi ha avuto modo di parlare in questi giorni con Giorgio Napolitano ne ha colto le grandi preoccupazioni, soprattutto per l'avanzare della crisi finanziaria in Europa di cui il crac irlandese è solo la manifestazione più recente. Di qui i continui richiami alle forze politiche a un maggiore senso di responsabilità. E l'appello a ridurre un debito pubblico opprimente nella convinzione che non sia più possibile vivere al di sopra dei nostri mezzi.

.......

Inoltre, la montagna di titoli di Stato, che tale debito rappresenta, è per una buona metà nelle mani di investitori istituzionali stranieri. Anche per questo Napolitano guarda con un certo timore al contagio irlandese: se questo dovesse colpire banche europee che detengono in portafoglio Bot e Btp è come se la malattia attaccasse direttamente l'Italia mettendo a rischio la sua stabilità finanziaria. C'è poco da stare allegri. Anche perché l'Unione europea ha sì dato ascolto a Tremonti che si sgolava a ricordare la tradizionale propensione italica al risparmio privato, tale da temperare il baratro della finanza pubblica; ma gli ha anche ricordato l'impegno assunto a ridurre al 60 per cento il rapporto debito pubblico-Pil entro due anni. ( [SM=g1752717] )


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Vojo vede na righina nera discendente.

01/12/2010 18:03
 
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Irlanda sempre più al verde e anche Trapattoni si autoriduce lo stipendio

1 dicembre 2010




Anche Trapattoni darà il suo contributo al piano di salvataggio dell'Irlanda. Il ct della nazionale di calcio Giovanni Trapattoni ed il presidente della Federcalcio John Delaney hanno deciso di ridursi lo stipendio.

Secondo la stampa irlandese il Trap che guadagna un milione e 800mila euro all'anno, ha dato la sua disponibilità per una decurtazione di 100mila euro, mentre Delaney, che ne prende 430mila all'anno, taglierà del 5% la busta paga di tutti gli impiegati della Federazione irlandese calcio, a cominciare dalla sua.

In Italia invece i calciatori non sembra preoccupati da un possibile effetto contagio della grave crisi irlandese e l'11 e il 12 dicembre le squadre di serie A non scenderanno in campo. Il sindacato giocatori non ha trovato nessun accordo con la Lega calcio, dopo l'incontro di ieri, e ha confermato lo sciopero per la sedicesima giornata del campionato. (L.B.)



Trapattoni takes one for team by accepting €100,000 pay cut

The Irish Times - Wednesday, December 1, 2010


EMMET MALONE

FORGET PORTUGAL and Spain, the repercussions of the Irish financial crisis are now being felt in Italy, with members of the Irish football management team agreeing to take a pay cut of “in excess of 5 per cent” to help their employer in its hour of need.

Giovanni Trapattoni said yesterday he had agreed to take the cut, believed to be in the region of €100,000 per annum, after speaking with FAI general secretary John Delaney in Milan last month.

“We spoke with John maybe two weeks ago,” he said, while attending the official launch of the 2011 Europa League final which is to be played at the Aviva stadium on May 18th. “John spoke with me and said: ‘The FAI has a problem, what do you think about agreeing to reduce your agreement because of this situation?’

“I said that we could discuss this and accept it, also Marco (Tardelli) and the staff. I think this is right.”

When the reduction is applied to the pay of Tardelli and Fausto Rossi as well as Irish members of the coaching and scouting staff like Mick Martin and Don Givens, the saving should amount to something in the region of €160,000. It is estimated a third of that saving would accrue to businessman Denis O’Brien, who currently pays half of the management team’s major salaries.

The FAI has never disclosed Trapattoni’s salary but he is understood to be paid €1.8 million a year under a contract to the end of the European Championship qualifying campaign.

“This isn’t something that was forced by either party,” said Delaney, who confirmed he has also taken a “significant” pay cut.

“It was discussed and it was very simply agreed, I think maybe, in 30 seconds, to be honest with you . . . When someone has a contract they can keep you to it if they want to but he wanted to come here today and show his solidarity with the rest of the staff.”

Delaney said he hoped there would be no further cuts or redundancies required by the association, which is believed to be more than €50 million in debt but, he added, there were no guarantees.

Also speaking at the launch, Minister for Sport Mary Hanafin welcomed Trapattoni’s gesture and suggested that others in sport should consider following suit.“There are people in this country who are earning over half a million – €1.8 million in Giovanni Trapattoni’s case – and there’s absolutely no justification for those high levels at all.”

01/12/2010 23:07
 
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Re:
giemmeppi, 06/04/2007 22.01:

Secondo Boloomberg, in Irlanda la festa è finita:
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L'Irlanda può sembrarci marginale, ma è il paese dell'Unione che ha più sviluppato la sua economia negli ultimi 10 anni e dove la Bolla ha espresso il suo meglio... [SM=g6880]



Post del 2007, della serie "Non si poteva prevedere........." [SM=g7574]




--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
15/12/2010 14:22
 
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Ecco come lo spiegano a Taiwan...


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Re: Ecco come lo spiegano a Taiwan...
VxVendetta., 15/12/2010 18.58:







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Re: Ecco come lo spiegano a Taiwan...
VxVendetta., 12/15/2010 6:58 PM:






Da noi è diverso [SM=g9058]
19/12/2010 01:23
 
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"E' il momento buono per comprare..."
"Oversupply"
"Il calo sta rallentando"
"Siamo ai livelli del 2002"
"Il fondo è ormai stato toccato"
"Da noi è diverso"

I cinesi scommettono su Dublino

di Nicol Degli Innocenti 18 dicembre 2010


Toccare il fondo: è questo il momento che gli irlandesi attendono con ansia. Dopo quasi cinque anni di calo del mercato immobiliare e prezzi più bassi del 44% in media rispetto all'apice del 2007, l'unica speranza rimasta è quella di raggiungere presto il nadir per poi poter tornare a risalire. Gli esperti sono divisi tra i pessimisti che non vedono ripresa fino almeno al 2012, i realisti che puntano all'anno prossimo e gli ottimisti che invece ritengono il mercato abbia già toccato il fondo, proprio in queste concitate settimane in cui la crisi ha costretto Dublino ad accettare il pacchetto di aiuti dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale.


Un indicatore importante depone a favore degli ottimisti: Dublino pullula di investitori cinesi e mediorientali venuti alla ricerca di affari. «È un ottimo momento per acquistare se si hanno soldi da spendere – spiega Peter Kenny, associate director dell'agenzia immobiliare Colliers international di Dublino –. Nel segmento alto del mercato si possono fare dei veri affari in città: i prezzi sono crollati di oltre il 50 per cento. Per questo sono arrivati i cinesi e i mediorientali, oltre a diversi irlandesi trasferiti all'estero anni fa che ora sono tornati con il portafoglio pieno a cogliere l'occasione. Se questo tipo di investitore ritiene valga la pena di prendere un aereo e venire qui a comprare un immobile, vorrà pur dire qualcosa».

Oltre agli investitori dall'estero, gli unici a guardarsi intorno in questo periodo sono i governi stranieri, afferma Kenny: «Ci sono almeno cinque ambasciate di paesi non europei che intendono acquistare una sede più prestigiosa, sapendo che ville che fino a poco fa valevano 25 milioni di euro si possono ora comprare per dieci». Ci sono quindi segnali di interesse per il segmento alto; anche a livelli bassi il mercato funziona abbastanza, case e appartamenti di qualche centinaio di migliaia di euro vengono venduti soprattutto ad acquirenti che hanno contanti e non devono appoggiarsi alle banche, che ora di fatto sono inesistenti. È invece totalmente fermo il mercato intermedio, spiega Kenny: «Al di sopra del milione di euro non si muove nulla». Secondo Liam Bailey, head of research di Knight Frank, «c'è molto interesse da parte degli investitori, ma ritengo improbabile che questi investimenti opportunistici decollino prima della seconda metà del 2011».

I prezzi degli immobili, sia a Dublino che nel resto dell'Irlanda, sono tornati ora ai livelli del 2002. Nell'ultimo trimestre il declino è stato dell'1,3% come media nazionale, il calo meno pronunciato dall'inizio del 2008 agli albori della crisi. Anche la traiettoria nella capitale, pur discendente, è andata migliorando nel corso dell'anno: il calo del 10,3% dei prezzi del primo trimestre 2010 è andato scemando fino a toccare il -1,2% degli ultimi tre mesi. «Il ritmo del declino nei prezzi delle case sta diventando più lento – dice Niall O'Grady, general manager di Permanent Tsb che raccoglie i dati sul mercato immobiliare –. Ma dato che il mercato resta molto tranquillo sarebbe prematuro concludere che abbiamo già raggiunto il fondo del ciclo negativo». Dublino è comunque in una posizione migliore del resto del paese, affermano gli esperti. Gli anni del boom e la frenesia di costruire hanno lasciato in eredità una serie di cattedrali nel deserto che nessuno vuole comprare e dove nessuno vuole abitare.

Ci sono miriadi di villette a schiera, grandi complessi edilizi e palazzi di appartamenti rimasti invenduti e in molti casi neanche completati per mancanza di fondi. «Per quanto la situazione sia dura, Dublino resta comunque la capitale e quando finalmente verrà la ripresa arriverà prima qui – spiega Kenny –. Ma la crisi nelle campagne durerà più a lungo: tutti i posti dove sono state date concessioni edilizie dove c'erano terreni agricoli sono ora funestati da complessi residenziali lasciati a metà, il cui valore è letteralmente crollato».
Il problema dell'oversupply è aggravato dal fatto che la crisi economica sta costringendo migliaia di giovani irlandesi a trasferirsi all'estero, quindi l'offerta di case è ai massimi proprio quando la richiesta è ai minimi. Secondo un rapporto dello stesso governo irlandese ci sono 120mila unità abitative non completate, quindi non abitate, e 10mila progetti edilizi residenziali appena iniziati e abbandonati.

Alcune autorità locali hanno proposto di demolire gli edifici, altre di usarli come case popolari, ma non ci sono i soldi per finire i lavori. «Alcune di queste case non saranno mai completate – afferma David Duffy, economista dell'Economic and social research institute –. Molte case sono state costruite in zone dove la domanda non sarà mai abbastanza alta da uguagliare l'offerta, perché non c'è lavoro e la gente non ci vuole vivere». L'unico settore del mercato immobiliare che funziona bene è quello degli affitti. I proprietari di case aspettano a vendere in attesa che i prezzi risalgano e nel frattempo preferiscono affittare. La domanda resta elevata, soprattutto da parte di stranieri. Il governo irlandese nei suoi difficili negoziati con Ue ed Fmi sul pacchetto di aiuti ha insistito per mantenere invariata l'aliquota del 12,5% per le imposte societarie che tanto ha contribuito ad attrarre investimenti stranieri. Molte imprese continuano quindi ad avere una base in Irlanda e i loro dirigenti e impiegati sono sempre in cerca di case in affitto.

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19/12/2010 10:56
 
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Re:
Il crollo di Shrewsbury Road

Il Sole 24 ore - 18/12/2010

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-18/crollo-shrewsbury-road-081515.shtml?uuid=AYsmunsC#...





Shrewsbury Road è il Parco della Vittoria di Dublino, la strada più ambita e più prestigiosa della capitale. Peccato che nessuno in Irlanda abbia più voglia di giocare a Monopoli. Questa traversa di Merrion Road, a Ballsbridge, Dublin 4 che è il codice postale migliore della città, è una via composta da poche ville esclusive, ventitrè in tutto. È il tipo di strada dove le case sono conosciute per il loro nome più che per l'insignificante numero civico. All'apice del boom era diventata il simbolo della nuova strepitosa ricchezza dell'Irlanda. Ora è diventata il simbolo della crisi che ha travolto i milionari irlandesi e fatto precipitare il mercato immobiliare.
Nell'anno di gloria 2005 Walford, forse la più bella villa di Shrewsbury Road ma non certo la più grande, era stata venduta per la cifra record di 56 milioni di euro, quasi 140mila euro al metro quadro per i suoi 400 mq.
Nello stesso anno la più spaziosa villa Belmont era passata di mano per 30 milioni di euro, un prezzo meno esorbitante di circa 30mila euro al mq. Non a caso la via aveva fatto la sua comparsa nella lista delle dieci strade più costose del mondo compilata da Wealth Bulletin, trovandosi sesta in classifica in compagnia di vie come Avenue Princess Grace di Monaco, Severn Road di Hong Kong, Kensington Palace Gardens di Londra, Ostozhenka di Mosca e via Suvretta di StMoritz. Sembrava un sogno.
Nel 2008, quando la crisi era scoppiata e i prezzi immobiliari in Irlanda erano già scesi in media del 33%, Shrewsbury Road sembrava ancora resistere. Le poche ville sul mercato erano in vendita per prezzi tra i 25mila e i 55mila euro al metro quadro.
Adesso però la bolla è scoppiata anche qui. I prezzi sono crollati di almeno il 50% dai livelli del 2005 e in alcuni casi anche di tre quarti. «Il crollo più verticale è stato proprio al top del mercato – spiega Peter Kenny, associate director di Colliers international a Dublino –. E Shrewsbury Road era decisamente il top del mercato, l'epicentro del boom».
L'unica villa venduta di recente è stata sul mercato due mesi prima di essere acquistata a inizio dicembre per 7,5 milioni di euro.

Intanto Walford, la villa venduta per 56 milioni di euro, ora giace negletta e semi-abbandonata, l'erba un tempo curata è alta e piena di erbacce. I misteriosi proprietari, che non hanno mai voluto rivelare la loro identità, hanno tentato più volte senza successo di ottenere i permessi per costruire diverse abitazioni nel giardino intorno alla casa e recuperare almeno parte dei costi sostenuti. Adesso sembrano avere gettato la spugna.
N. D. I.



20/12/2010 00:29
 
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La Banca centrale europea preoccupata sulle garanzie dell'Irlanda

19 dicembre 2010




Ancora problemi sul fronte finanziario irlandese. La Bce ha espresso «serie preoccupazioni» sulle attività poste a garanzia nella liquidità erogata a favore delle banche di Dublino dopo il piani di salvataggio varati dalla stessa Irlanda per tale settore. L'allarme è stato lanciato dall'istituto centrale europeo in un documento pubblicato sul sito della Bce, segnalando che le leggi predisposte da Dublino potrebbero provocare conseguenze sulle azioni intraprese dalla banca centrale irlandese e da altre autorità monetarie dell'eurozona.

I rischi dell'operazione. La preoccupazione della Bce riguarda, in particolare, i rischi legati all'erogazione di liquidità a favore delle banche irlandesi: i dati più recenti, infatti, evidenziano che gli istituti di credito di Dublino hanno ricevuto 136 miliardi di euro in finanziamenti dalla Bce (un quarto del totale dell'Eurozona) oltre a 45 miliardi di assistenza d'emergenza ricevuti dalla Banca d'Irlanda. Per ottenere liquidità le banche devono accantonare attività a garanzia. E la Bce, riporta il Financial Times, punta sempre a detenere abbastanza garanzie di qualità sufficiente per minimizzare la sua esposizione nell'eventualità che alcuni finanziamenti non siano restituiti.

Il sondaggio. Il 51% degli irlandesi si dice a favore del piano di salvataggio da 85 miliardi di euro, ma per il 56% il paese, accettando gli aiuti di Ue-Fmi, ha rinunciato alla sua sovranità. Lo rivela un sondaggio, secondo il quale solo il 37% degli irlandesi è contrario al programma di aiuti e il 12% non si pronuncia, mentre il 33% non pensa a una cessione di sovranità. Il sondaggio rivela anche che il premier Brian Cowen è considerato il primo ministro più impopolare della storia recente irlandese.

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22/12/2010 16:58
 
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I numeri della crisi in Irlanda, dalle banche ai conti pubblici

21 novembre 2010




Le banche che rischiano il crac, i conti pubblici fuori controllo e una crisi politica pronta ad esplodere in qualsiasi momento. È il quadro che circonda la crisi irlandese, stretta fra necessità di risanare drasticamente la deriva del bilancio e lo spettro che ciò possa colpire la crescita economica. Innescando una crisi dei mutui che rischierebbe di aumentare a dismisura i costi dei salvataggi bancari.

Le banche
Gli istituti di credito sono il vero centro nevralgico della crisi irlandese. Non per niente l'intervento d'emergenza che Dublino sta trattando con Bce, Fmi e Commissione Ue punta proprio a stabilizzare le banche, con un intervento immediato che - secondo le ultime indiscrezioni - sarebbe di 10 miliardi, al quale si aggiungerebbe un fondo d'emergenza per rendere disponibili, se necessarie, ulteriori risorse. Le banche irlandesi hanno assorbito da sole un quarto della liquidità riversata sull'area euro dall'Eurotower. Finora il governo ha nazionalizzato Anglo Irish, Irish Nationwide ed Ebs, oltre a iniettare corpose dosi di liquidità in Allied Irish e Bank of Ireland. In totale gli istituti di credito hanno richiesto interventi per 50 miliardi di euro, il 28-31% del Pil.

I conti pubblici
Le stime sulle dimensioni di un salvataggio Ue-Fmi arrivano a 90-100 miliardi, e il rischio è che più si aspetta più i costi sono destinati a lievitare, come per la Grecia. L'obiettivo è quello di evitare il ricorso al mercato da parte di Dublino per tre anni.
La manovra correttiva del governo Irlandese sarebbe invece sui 15 miliardi in 4 anni, un intervento massiccio che vale il 10% del Pil del Paese e che poggerebbe per 2/3 su tagli alla spesa pubblica (da quella del welfare al numero dei dipendenti pubblici) e 1/3 su nuove tasse. L'obiettivo è quello di ricondurre il deficit, che ora viaggia al 32% del Pil, sotto la soglia del 3%, prevista dai trattati europei, entro il 2014.

Il governo
Anche se tutti i partiti irlandesi sottoscrivono l'impegno a portare il deficit al 3% del Pil entro il 2014, rimane incertezza sulla finanziaria 2011: la coalizione al governo a guida del Fianna Fail ha una maggioranza di appena tre parlamentari (con sei verdi e tre indipendenti). Fine Gael, principale partito d'opposizione, ha minacciato di votare contro il budget 2011, mentre i Laburisti chiedono per il prossimo anno una correzione del solo 3% del Pil. E a complicare ulteriormente il quadro ci si mettono ben quattro appuntamenti elettorali fra fine mese e inizio 2011 che rischiano di sconvolgere il quadro politico.

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In Irlanda la commedia e' all'ultimo atto



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