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Pignoramenti immobiliari: la situazione italiana

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2016 09:12
20/03/2010 09:11
 
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Ancora in crescita a Verona i pignoramenti immobiliari

CRISI . Dai dati del Tribunale di Verona emergono un'impennata di esecuzioni e il crollo di vendite con o senza incanto

Alle 1.600 procedure del 2007-2009 se ne sono aggiunti 96 nei primi due mesi 2010

20/03/2010

Ancora in crescita i pignoramenti immobiliari nel Veronese. I dati ricavati dalla cancelleria delle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Verona rivelano che alle 1.600 procedure esecutive ancora pendenti, se ne sono aggiunte un centinaio: 96, per la precisione, quelle aperte fino al primo marzo di quest'anno.
Un dato in linea con l'incremento progressivo iniziato tre anni fa, il cui picco si è registrato tra il 2007 e il 2008 con l'apertura di 632 procedure, circa cento in più rispetto all'anno precedente. La lieve stabilizzazione nel 2009 (con 679) non ha migliorato il quadro, se si guarda agli ultimi tre anni, che rivelano complessivamente il 25% in più di procedure avviate, e all' ondata di pignoramenti pervenuti in soli due mesi.

ORDINANZE DI VENDITA. Sempre nel periodo 2007/2009 si nota un altrettanto aumento delle ordinanze di vendita (provvedimento del giudice dell'esecuzione con cui si dispone la vendita dell'immobile pignorato, su istanza dei creditori procedenti, e, verificata l'assenza di vincoli, si stabiliscono termini e modalità della stessa), tuttavia ridimensionato rispetto alle procedure aperte.
Questo può accadere in quanto, prima che il giudice disponga la vendita, le parti giungono ad un accordo (es.: conversione del pignoramento, con la quale il debitore si rivela capace di pagare l'intero debito, dilazionato nel tempo, obbligandosi a versare subito 1/5 del dovuto), oppure perché non sussistono le condizioni di vendibilità. Fino a marzo 2010 sono state comunque emesse già 31 ordinanze di vendita.

EFFETTO CRISI. Le imprese non ricevono i pagamenti, e chi ha debiti non è puntuale o addirittura resta insolvente.
Ma questo «è l' effetto di una situazione economica generale negativa», commenta il presidente del Tribunale di Verona Gianfranco Gilardi. «I creditori sono prevalentemente banche e istituti di credito e i soggetti più colpiti le famiglie su cui gravano mutui».
Ma oltre alle banche ci sono altri che battono cassa. «Altri creditori sono l'esattoria, in particolare Equitalia Nomos, le aziende sanitarie locali, l'Inps, tipologie abbastanza standardizzate», aggiunge l'avvocato Stefano Fanini, presidente provinciale del Codacons di Verona e Vicenza. «Talvolta subiscono pignoramenti anche coloro che esercitano attività commerciale, in seguito ad un fallimento, casi tuttavia più rari in quanto tali debitori, prima di arrivare al pignoramento dell'abitazione riescono a vendere i loro beni aziendali».

I TASSI BASSI NON BASTANO. Nemmeno la lieve riduzione dei tassi di interesse sui mutui consente alle famiglie di pagare più agevolmente le rate. Anzi, «ci sono molte richieste presso gli istituti di credito per la loro sospensione e la trasferibilità ad altri istituti che applichino tassi ancora più bassi», spiega ancora Fanini.
Da una nota dell'ufficio stampa della Caritas Diocesana di Verona si apprende che «tra la fine del 2008 e l'inizio del 2010 il Centro di Ascolto diocesano ha avuto un aumento di circa il 20% di richieste di aiuto sia nell' assistenza sanitaria sia e soprattutto di tipo economico (ogni anno accedono allo sportello almeno 3mila persone di queste l'80% sono stranieri e il resto italiani), a causa della situazione economica che, quanto al lavoro, fa intravedere scenari molto difficili».
Il giudice civile del Tribunale di Verona Paola Matteucci osserva, in proposito, che «oggi le banche sono più prudenti nella concessione dei mutui agli immigrati».
Gran parte delle procedure aperte riguarda proprio famiglie straniere che hanno acquistato prima del 2005, non sono riuscite ad estinguere il mutuo e difficilmente soddisferanno i creditori con la vendita «in quanto la maggior parte ha acquistato abitazioni vetuste e di difficile ricollocazione sul mercato» .

CROLLO VENDITE. Si assiste, infatti, ad un crollo delle vendite (con o senza incanto), a scapito del debitore stesso che, non avendo trovato alternative di soddisfazione dei creditori, ha interesse a vendere il prima possibile e al più alto prezzo di realizzo. Evidente, nel triennio, la sproporzione tra decreti di trasferimento (quindi dei rogiti) e ordinanze di vendita. Nei primi tre mesi del 2010 solo 29 (riferibili alle procedure degli anni precedenti).
Per Fanini «spesso il debitore cerca di salvare l'immobile fino alla fine, tramite un accordo con la controparte». Ma un ruolo determinante lo svolge la crisi del settore immobiliare: «vi sono pochissimi acquirenti, in generale, ma soprattutto tra coloro che acquistano all'asta con fini speculativi e non trovano, in questo momento, interesse a reinvestire», spiega Gilardi.

Francesca Saglimbeni
[Modificato da (sylvestro) 20/03/2010 09:20]
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