dgambera, 06/06/2008 16.59:
Ma lo fanno oppure è inapplicato sulla carta? Perchè io non ho mai sentito parlare di situazioni simili.
Dovrebbe essere così:
1) se l'asset dato in garanzia (possono essere anche titoli, non solo immobili) da chi chiede il prestito alla banca si svaluta, da contratto la banca, mostrando la relativa certificazione che attesta la svalutazione (nel caso di titoli il concetto è più evidente), PUO' pretendere un immediato reintegro delle garanzie. Cioè l'indebitato deve colmare in qualche modo il gap nella garanzia. Se non è in grado di colmarlo, la banca intanto ha IL DIRITTO di prenders l'asset dato in garanzia (es immobile).
2) Ma poichè l'asset è svalutato, la banca PUO' pretendere in sede di giudizio il risarcimento per le perdite (compresi interessi persi) e i danni eventuali. In questo caso, in caso di successo giudiziale, scatta il pignoramento di altri beni del debitore, come il quinto dello stipendio (che potrebbe essere l'unica cosa che resta).
Premesso che il punto 1 viene usato spesso dalle banche per strozzare aziende che magari saranno rivendute dopo il fallimento con belle plusvalenza, LA DOMANDA E':
nel caso di asset immobiliare residenziale, QUANTE VOLTE E IN QUALI CASI EFFETTIVAMENTE LA BANCA CHIEDE IL REINTEGRO, OVVERO PROCEDE ALLA CAUSA PER PRETENDERE DI RECUPERARE LE PERDITE SU ALTRE PROPRIETA' DEL DEBITORE OLTRE QUELLE DATE IN GARANZIA? Come dicevamo la tipica altra proprietà può essere uno stipendio (per legge non più di un quinto).
Io credo che la banca normalmente si limita a prendere l'immobile quando il debitore non paga, salvo premessa. Ma QUANDO E IN QUALI CASI PUO' AVERE INTERESSE A PERDERE ALTRO TEMPO IN UNA CAUSA CIVILE PER PRENDERE IN RISARCIMENTO, AD ESEMPIO, ANCHE IL QUINTO DELLO STIPENDIO (oltre all'asset dato in garanzia)?
NORMALMENTE CIO' ACCADE? PERCHE' LA BANCA NEI CONTRATTI SI TUTELA LASCIANDOSI QUESTA POSSIBILITA', ma non mi è chiaro se e in quali condizioni procede a darvi seguito, e se soprattutto è un fatto sporadico nei fatti oppure no.