Crisi del settore edile: Ferrara e le sabbie mobili della Regione
Presentato il Rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Emilia-Romagna
mercoledì, 17 febbraio 2010, 0:02
Alzi la mano chi, girando per Ferrara, la sua provincia ed anche il Basso Polesine – Occhiobello terra di “emigranti” ferraresi e la nuova zona residenziale in particolare – non vede
appesi a destra e a manca cartelli di case nuove (ed anche l’usato non fa eccezione) in vendita. Cartelloni che, a memoria, sono lì da un bel pezzo.
O chi, cercando case nuove sui portali immobiliari o sui giornali free che si trovano nei bar e nei centri commerciali, non
vedono mese dopo mese calare i prezzi di nuove proposte che rimangono invendute.
L’immobilismo del mercato immobiliare è cosa che si protrae ormai da tempo, ed è confermato e supportato dai dati presentati presso la sede di Unioncamere a Bologna ieri mattina.
La conclusione del Rapporto congiunturale sull’industria delle costruzioni in Emilia-Romagna vede nel calo dell’accesso ai mutui la causa preponderante che porta inevitabilmente dietro di sé l’
invendibilità del mattone.
In Emilia Romagna la tendenza generale è che si compri e si venda poco in ambito immobiliare, anche se non mancano province che fortunatamente per l’economia globale fanno eccezione.
Il calo medio in Emilia Romagna del mercato immobiliare si attesta sul -19,5%, ma fa pensare il -50,8% registrato a Reggio Emilia. Se quello reggiano è il dato più negativo, il dato più positivo (in senso relativo visto il segno meno davanti) è quello registrato nella provincia di Forlì-Cesena (-7,7%). L’intero sistema immobiliare regionale viaggia quindi tra questi due estremi.
Si diceva dei mutui. E qui entra in gioco la questione relativa al nostro territorio. Se la media emiliano romagnola nel primo semestre del 2009 vedeva i mutui calati del 7,5%, Ferrara si è distinta in negativo con il 15,6% di deficit rispetto alla rilevazione precedente.
Anche in questo ambito svetta Reggio Emilia (-27,4%), Ferrara risulta seconda, poi Ravenna (-11,6%), Bologna (-10,2%) e Modena (-6,7%).
Ma si anticipava che esistono anche delle province con trend opposto: i mutui erogati in crescita a Rimini (+21,2%), Forlì, Parma e a Piacenza.
La crisi è fatta anche di molte altre componenti. L’arrancare del settore edile oltre che risentire dell’immobilismo degli immobili destinati a privati, non può compensare buttandosi sul settore pubblico:
nel quadriennio 2005-2009 le spese delle amministrazioni comunali per l’acquisizione di beni immobili hanno fatto segnare in Emilia Romagna Emilia-Romagna un dimezzamento (-46,6%).
Ma l’allarme rosso non ricade solo nelle compravendite. Le difficoltà incontrate dal settore edile ricadono a catena sull’occupazione: non meraviglia ma preoccupa il calo del 6,1% degli occupati dal quarto trimestre del 2009 al terzo del 2009: il settore in questo lasso ha salutato circa 10.200 occupati.