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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
03/02/2009 18:28
 
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COSTRUZIONI IN CADUTA LIBERA "VENETO LA REGIONE PEGGIORE"
Dal "CORRIERE DEL VENETO" Distribuito con Corriere del 03-02-2009, pag.10

Costruzioni in caduta libera «Veneto la regione peggiore»
L'Ance: frenata 2009 degli investimenti, a rischio 24mila posti di lavoro «Crisi aggravata da banche e Comuni inadempienti sui lavori pubblici»

Duecento imprese hanno fatto ricorso alla cassa integrazione e non riapriranno prima di maggio
VENEZIA — Frena l'edilizia del Veneto, frena più che nel resto d'Italia, il settore delle costruzioni, secondo l'Ance, registrerà nel 2009 un calo di investimenti del 9,6%: il dato peggiore tra tutte le regioni (a livello nazionale la diminuzione media stimata è del 6,8%). Significa un miliardo di euro in meno nei cantieri del Veneto, con 24 mila addetti che rischiano il posto di lavoro. Si ferma l'edilizia abitativa delle case e degli uffici, come quella dei capannoni industriali e delle infrastrutture. Nella regione duecento imprese edili hanno chiesto la cassa integrazione per i propri operai e non riapriranno fino a maggio.
«L'edilizia non si solleverà se la crisi durerà oltre maggio - lancia l'allarme Stefano Pelliciari, presidente Ance Veneto - la Regione deve farsi garante dei mutui per le famiglie, potrebbe essere un mezzo per dare fiducia al mercato: il 10% delle duemila imprese edili venete è fermo. Le banche concedono mutui e finanziamenti difficilmente, lo spread è ancora alto e poco conveniente, inoltre si chiedono più garanzie agli imprenditori ma si concede meno tempo per rientrare con gli investimenti».
La fotografia, dai contorni preoccupanti, è emersa dal rapporto congiunturale sul settore che l'Ance Veneto ha presentato ieri mattina. Il mercato del mattone è in stallo, i prezzi delle case cedono (anche se non crollano del tutto) mentre le vendite vanno al rallentatore perché i mutui si concedono con il contagocce: quelli concessi alle famiglie venete nel terzo trimestre del 2008, ad esempio, sono calati del 20%.
Le conseguenze sull'edilizia residenziale sono evidenti: si prevede che le case di nuova fabbricazione caleranno nel 2009 del 14%, come per gli uffici e capannoni in calo del 9% e per le ristrutturazioni, che scenderanno del 10%.
Le imprese, poi, non riescono ad accedere al credito perché le banche aumentano gli spread sui nuovi affidamenti, annullando o smorzando gli effetti benefici dell'euribor (il tasso di riferimento per il mercato del denaro in Europa) che ormai viaggia sui minimi storici. Interpellata dall'Ance, la netta maggioranza degli imprenditori edili Veneti (65%) ha dichiarato di aver avuto difficoltà di accesso al credito durante il novembre scorso, il mese caldo della crisi finanziaria: per richiesta di maggiori garanzie da parte della banca (55%) e per aumento dello spread (67%). Inoltre le imprese non riescono a farsi pagare le opere pubbliche già completate dagli enti locali che non possono sforare il patto di stabilità, così non possono partecipare all'appalto per altri lavori perché non hanno sufficiente capitale come garanzia. «Il governo dovrebbe sbloccare i fondi ai Comuni virtuosi che hanno risparmiato e adesso non possono spendere per il patto di stabilita - aggiunge Pelliciari -. Così si rischia di bloccare tutto: se si ferma l'edilizia, si ferma tutto». Nel 2008 gli investimenti pari a 16 miliardi sono calati del 4,5%, rispetto a un calo medio in Italia del 2,3%. Per il 2009 la discesa dovrebbe addirittura raddoppiare (9,6%), fermandosi a 15 miliardi di valore. «Una stasi totale», spiega Antonio Gennari, direttore del Centro studi Ance. «Servono iniezioni di fiducia. Nonostante le famiglie venete siano quelle con minor indebitamento, che si ferma al 14% rispetto alla media nazionale del 19%, le banche non trovano conveniente stipulare mutui e le famiglie, anche se hanno soldi, preferiscono aspettare un momento più sicuro».
I contratti di compravendita nel 2008 sono crollati del 18,6% in Veneto, con una tendenza della crisi ad aggravarsi negli ultimi mesi dell'anno, n volume d'affari immobiliare si è ridotto di più in provincia di Vicenza (-27,4%), alla quale seguono la provincia di Treviso (-21%) e Padova (-17,1%). «In questa situazione di crisi, il governo ha tagliato 3 miliardi di fondi in finanziaria per l'edilizia, il 13,5% in meno rispetto all'anno precedente - conclude Pelliciari -. Serve un intervento della Regione o dello Stato con fondi come quelli per salvare l'auto, e che vengano erogati senza essere solo annunciati».
Martino Galliolo
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