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Fusione fredda: in Grecia la prima centrale da 1 megawatt

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2011 13:48
28/07/2011 13:58
 
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Fusione fredda: in Grecia la prima centrale da 1 megawatt (Fonte: codenamejumper.wordpress.com - 03/04/2011)

Come fare per uscire dal petrolio senza usare il nucleare? Con le energie rinnovabili. Un’altra strada per produrre energia potrebbe essere la “fusione fredda“. In questi anni la fusione nucleare fredda è stata snobbata dall’establishment scientifico. Lo scorso 14 gennaio a Bologna, però, in un capannone della zona industriale Roveri, il professore dell’Alma Mater Sergio Focardi e l’ingegner Andrea Rossi hanno presentato una macchina: l’Energy Catalyzer. E ora Rossi sta lavorando in Grecia alla costruzione di una centrale da 1 megawatt.

Il tema della fusione fredda è controverso. Nel mondo scientifico, dopo gli esperimenti condotti da Martin Fleischmann e Stanley Pons nell’Università di Salt Lake City nel 1989, il dibattito non si è mai arrestato, come lo scetticismo. Fino al gennaio scorso, quando Rossi e Focardi, davanti a scienziati e giornalisti hanno effettuato la loro dimostrazione: un bel po’ di idrogeno è stato pompato in una macchina (una specie di tubo lungo un metro) che conteneva nichel e i due elementi avrebbero deciso di “sposarsi”, cioè di fondere i loro nuclei rilasciando un quantitativo X di energia e “partorendo” un po’ di rame.
Il rapporto, redatto qualche giorno dopo l’esperimento da osservatori dell’università di Bologna, parlava di “impressionante produzione di energia”: con un’immissione di energia pari a 0,6 Kw si è registrata, in uscita, una quantità di energia pari a 12 Kw.
L’E-cat, è stato sviluppato da Andrea Rossi (che ne detiene i segreti industriali e i brevetti) sulla base degli studi di Focardi. Funziona a moduli ed è potenzialmente replicabile su scala industriale a seconda delle necessità di produzione. Se dovesse essere confermata, la scoperta di Focardi e Rossi costituirebbe una rivoluzione nella produzione di energia. Pulita, “leggera” ed economica: “Per quanto riguarda i costi” – afferma Rossi – “si prevede 1 centesimo di euro per kWh per l’energia elettrica e 0,3 cent per kWh termico. 2.000,00 € per kW di potenza (acquisto dell’impianto)”.L’ingegner Andrea Rossi è un personaggio dalla storia controversa: negli anni ’80 costituì un’impresa, la “Petrol Dragon” con la quale assicurava di poter convertire i rifiuti in petrolio greggio. Fece fortuna ma durò poco: arrivarono le inchieste giudiziarie e fini anche in carcere e il suo progetto si infranse in 17 anni di processi. Una truffa secondo alcuni, un voltafaccia rispetto a un’impresa innovativa secondo Rossi.
Ora l’ingegnere sta lavorando ad Atene per consegnare, entro l’ottobre 2011, il primo impianto di produzione di energia basato sul suo brevetto: una centrale da 1 megawatt da realizzare mettendo in rete i sui catalizzatori. Della cosa si è occupata anche la televisione pubblica greca. Pare ci sia interesse anche dalla Svezia. Qui in Italia invece non c’è alcun piano industriale, se non la collaborazione sul piano scientifico con l’Università di Bologna.

Ai nostri microfoni, in un’intervista concessa in esclusiva, Rossi ha spiegato di aver scelto un partner industriale per velocizzare le pratiche: l’iter autorizzativo per un impianto” industriale” necessita di tempi minori rispetto alla vendita per uso “domestico”, perchè il controllo dell’impianto è costante e continuo, ed affidato ad un tecnico responsabile.
Il motivo del limitato interesse dei media italiani alla sua scoperta, secondo Rossi, è dovuta al fatto che, essendo una “tecnologia estremamente innovativa“, dopo la dimostrazione sperimentale è necessaria una realizzazione industriale. Ci tiene a precisare, Rossi, che la sua tecnologia non utilizza materiale radiottivo, né in ingresso né in uscita.

L’alba di una nuova era? (Fonte: radio.rcdc.it - 15/01/2011)



Bologna 14 gennaio ore 16.30, via dell’Elettricista 6. In uno dei tanti capannoni della zona industriale Roveri un bel po’ di idrogeno è stato pompato in una macchina che conteneva nichel e i due elementi avrebbero deciso di “sposarsi”, cioè di fondere i loro nuclei rilasciando un quantitativo X di energia e “partorendo” un po’ di rame. Fin qui solo una minimale e riduttiva cronaca di un esperimento scientifico. Tuttavia se aggiungiamo che grazie a questo processo, partendo da 0,6 Kw se ne sono ottenuti in maniera costante circa 12 kw, dal punto di vista non solo accademico, ma anche tecnologico e, non secondariamente, economico ci troveremmo alle porte di una nuova rivoluzione in campo energetico pari a quella dello sfruttamento della fissione atomica.

La macchina in questione (sarebbe più corretto chiamarla energy catalyzer, o forse anche reattore) è il frutto delle ricerche pluridecennali del fisico Sergio Focardi e di Andrea Rossi, ingegnere presso la statunitense Leonardo Corp. e detentore del brevetto registrato in più di 90 paesi. La ricerca di Focardi come testimoniato da questo articolo scritto nel 1997 da Andrea Plazzi per il supplemento Sette del Corriere della Sera ha da lungo tempo attraversato i territori della fisica nucleare e in particolar modo il terreno impervio della fusione nucleare fredda. A differenza di uno dei più celebri (presunti) fallimenti scientifici degli ultimi anni, cioè l’esperimento di Fleishmann e Pons dove si usava il palladio, quello che è stato rappresentato alla presenza di qualche decina di scienziati qui a Bologna ha impiegato due elementi molto comuni in natura come l’idrogeno e il nichel, facilmente reperibili e a buon mercato, in grado di compenetrarsi nell’energy catalizer e rilasciare quantitativi molto consistenti di energia. La macchina inoltre avrebbe un altro vantaggio: una struttura modulare in grado di essere ricombinata in aggregati più grandi capaci di generare quantitativi di energia elettrica di centinaia di kilowatt/ora.

In questi anni la fusione nucleare fredda è stata però snobbata dall’establishment scientifico essenzialmente per due motivi. In primo luogo sono mancati dei riscontri empirici riproducibili, anche se il “Rapporto 41” commissionato nel 2002 da Carlo Rubbia all’ENEA di cui era presidente, apriva più di uno spiraglio in questa direzione. In secondo luogo manca una convincente spiegazione scientifica, ovvero si vede accadere un fenomeno, lo si riproduce ma non se ne riesce a dare una convincente giustificazione teorica: in soldoni non si sa perché.

A questo proposito è lo stesso Focardi ai nostri microfoni a chiarirci in che termini si possa parlare di fusione nucleare fredda:

Certo oltre al mistero scientifico, se ne aggiunge anche uno tecnologico e industriale. L’energy catalyzer messo in funzione in via dell’Elettricista è coperto da brevetto e dunque alcune sue parti sono per così dire “secretate” e questo potrebbe impedire la completa verificabilità dell’esperimento messo in atto dal duo Focardi-Rossi, un brevetto che avrebbe già trovato un acquirente europeo disposto a produrre il tutto su larga scala, acquirente peraltro presente in sala ma che non si è voluto palesare. Mistero nel mistero.

Vedi anche: MEG - Motionless Electromagnetic Generator
[Modificato da marco--- 28/07/2011 14:00]
29/10/2011 12:40
 
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E-Cat: risultati test 28 ottobre 2011. Ancora ignoto il cliente (Fonte: greenstyle.it - 29/10/2011)

Il test del prototipo di E-Cat da 1 MW inventato da Andrea Rossi è andato a buon fine. Leggendo il lungo report di Daniele Passerini, unico blogger ad essere accettato come spettatore del test, ma soprattutto i resoconti fatti su NyTekniK e PESN, si capisce come l’E-Cat sia riuscito a produrre 2,635 kWh durante le 5 ore di funzionamento auto sufficiente, generando dunque una potenza media di circa 470 kW.

A causa di un problema tecnico Rossi avrebbe deciso, prima di avviare il test e in accordo con il “misterioso” cliente, di produrre circa la metà del megawatt che sarebbe dovuto essere generato dall’E-Cat, ecco spiegati i “soli” 470 kW prodotti come risultato.

Sempre stando ai resoconti sembrerebbe che il misterioso cliente, rappresentato dall’ingener Domenico Fioravanti, sarebbe rimasto soddisfatto del test effettuato sull’E-Cat. Purtroppo il nome del cliente è ancora ignoto e nessuno dei presenti al test è riuscito a capire chi sia il grande gruppo industriale pronto ad acquistare la fusione fredda di Andrea Rossi.

Di seguito il video della conferenza stampa tenuta da Andrea Rossi dopo la conclusione del test sull’E-Cat:


21/11/2011 13:48
 
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