Re:
stelafe, 08/01/2009 15.52:
Fonte: ilpasquino.it - ANNO 4 - NUMERO 23-24 - 2008 - di Giampaolo Proni
Sulla fase economica
Alla fine la soluzione migliore sarebbe lasciare che i valori, specie quelli immobiliari, scendano, che le banche meno solide falliscano, che chiudano le aziende che speculavano sul superfluo di massa, insomma che i tanti cittadini che hanno risparmiato si comprino una casa migliore a un prezzo più basso, che i borghi e le periferie fatiscenti restino deserte e si possano finalmente abbattere, che l'economia riparta dai prodotti di prima necessità e che gli investimenti riprendano in settori nuovi, che al momento non riusciamo a prevedere.
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Questo perché, come si è detto, il mercato immobiliare in Italia è controllato e gestito di comune accordo da pubbliche amministrazioni e costruttori allo scopo di non far scendere i prezzi. Insomma, le case costano come prima ma il mercato rallenta. Da questo punto di vista sembra che l'effetto deflattivo (abbassamento dei prezzi) sia annullato.
Non è stato lo stesso per i grandi proprietari, vale a dire le società immobiliari.
Le società immobiliari costituiscono un'utile risorsa per le imprese che detengono un patrimonio immobiliare. In pratica l'azienda scorpora tutti i suoi immobili (quelli che usa per la produzione ed eventuali altri) e li affida ad una società controllata. L'operazione presenta vantaggi fiscali e finanziari. La società immobiliare può rendere liquida una parte del suo valore emettendo titoli sul mercato, finanziando in tal modo l'acquisto di altri immobili, e facendo così aumentare ancora i prezzi. Nel mercato immobiliare si muovevano anche personaggi poco trasparenti, come i 'furbetti del quartierino', investitori come il signor Coppola, che acquistò il nostro Grand Hotel. Il settore immobiliare non ha colore politico: destra e sinistra, Fiat, banche, coop rosse e bianche, Compagnia delle Opere e Vaticano, tutti hanno il loro braccino nel cemento.
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A ideale prosecuzione dei commenti a
un'altra discussione, riporto uno stralcio di un saggio di
Walter Tocci che descrive il ruolo della Politica (di cui lui fa parte) nella speculazione immobiliare, tratto dal sito web
eddyburg.it:
L’INSOSTENIBILE ASCESA DELLA RENDITA URBANA
Data di pubblicazione: 21.08.2010
Autore:
Tocci, Walter
«La rendita oggi: da premio marginale per la speculazione a motore di uno sviluppo perverso. Per combatterne gli effetti non basta più l’alleanza tra salario e profitto. Democrazia e diritto, 1/2009»
«Saggio pubblicato su Democrazia e Diritto, trimestrale dell’associazione CRS (Centro studi e iniziative per la riforma dello stato), fascicolo 1/2009. La rivista è edita da Franco Angeli. Inseriemo di seguito i primi capitoli. In calce il testo integrale, completo di note, in formato .pdf, nonché l’indice del fascicolo»
«Ora si comprende meglio che cosa è stato l’ultimo ciclo di euforia immobiliare. La crisi dei subprime è come la nottola di Minerva che si alza in volo verso sera sollecitando il pensiero a trarre un bilancio della giornata.
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L'insieme di questi provvedimenti configura una coerente politica nazionale, forse l'unica che può fregiarsi di questo titolo, poiché in nessun altro settore si è realizzata una tale concordia di obiettivi e di realizzazioni. Innanzitutto, sul piano politico con una relativa sintonia tra destra e sinistra. Poi sul piano istituzionale, con un'inusuale consonanza tra l'intervento dello Stato e quello di Regioni, Province e Comuni, tranne poche e meritorie eccezioni. Neppure i media, prima della recente crisi, avevano mai raccontato i meccanismi più o meno occulti del fenomeno, lasciando quindi l'impressione di un ampio consenso dell'opinione pubblica.
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Nel passaggio dallo statalismo al neopatrimonialismo descritto da Sapelli si consuma una trasformazione profonda dell’essenza dei partiti. A questo punto perfino la parola partito porta con sé un equivoco semantico, la usiamo per pigrizia alludendo alla vecchia forma del partito nazionale, applicandola impropriamente alle nuove forme politiche di controllo del territorio.
Queste assomigliano all’organizzazione in franchising delle reti di vendita delle agenzie immobiliari, nate come funghi in tutti i quartieri delle nostre città nel giro di pochi anni. Ciascun negozio ha un gestore autonomo degli affari, ma la rete di cui fa parte appare come un’azienda unica, perché è tenuta insieme da un marchio e da un marketing a livello nazionale. Entrando in un’agenzia di Tecnocasa o di Toscano si tratta con un rivenditore locale, ma si ha l’impressione di entrare in contatto con un grande gruppo, il quale proprio per questo sembra dare garanzie di affidabilità.
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Saggio integrale in formato PDF (395.24 KB), con le note a pie' di pagina, e l'indice della rivista
Vi sconsiglio di leggerlo
: è troppo lungo, non fatelo, non ne vale la pena, ci sono tante altre cose più interessanti da vedere.
Anche perché a me dopo averlo letto è venuto il mal di testa. Forse è lo "stress da rientro dalle ferie", hanno ragione i telegiornali...
fabio