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Lombardia - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2016 09:12
13/04/2012 10:07
 
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Quante case in Lombardia ma che fatica venderle (Fonte: Corriere della Sera MIlano - di Paolo Marelli - 13/04/2012)

In picchiata il mercato del mattone. Mantova, Lodi e Cremona maglia nera

MILANO — Si aggrava ‘il crollo del mattone. Cedono gli investimenti nelle costruzioni, con un calo del 4,6% lo scorso anno rispetto al 2010. Non si ferma l’emorragia di posti di lavoro: sono 44550 quelli persi in Lombardia nel periodo 2oo8-2o11. Giù anche le compravendite di Case: meno 2,7%. Si allungano invece fino a otto mesi i tempi di pagamento per i lavori pubblici. Da Sondrio a Mantova, da Pavia a Brescia, sono tante le imprese edili che stanno precipitando e che, come in un effetto domino, trascinano nella tempesta anche le aziende di comparti affini.
E’ una fotografia nera quella scattata dall’Ance Lombardia (Associazione nazionale costruttori edili), che ha presentato il Rapporto congiunturale dell’industria delle costruzioni nella nostra regione. Un quadro negativo per un settore che comunque resta strategico, considerato che l’edilizia costituisce l’8,4% del PIL regionale e conta circa l’8% complessivo degli occupati. Spiega Gianluigi Coghi, a capo del Centro studi di Ance Lombardia: «La crisi è più duratura del previsto. Le aspettative per il 2012 sono tutt’altro che rosee. Nel comparto tira una pessima aria, fra i costruttori ci sono più paure che speranze».
Come una fortezza: sotto assedio, il settore dell’edilizia in Lombardia combatte contro un nemico che ha più volti:
stretta dei credito, ritardi nei pagamenti, Patto di stabilità, tagli dei fondi pubblici, crisi economica. Lo scorso anno le banche hanno erogato il 7,1% in meno di mutui alle famiglie per l’acquisto di immobili così come sono diminuiti del 17,2% quelli alle aziende per investimenti in edilizia residenziale e sono scesi del 9% quelli per capannoni e negozi. Oltre alla chiusura dei rubinetti da parte degli istituti di credito, che ha frenato l’apertura di nuovi cantieri, a far tremare le imprese sono anche le amministrazioni pubbliche. I vincoli imposti dal Patto di stabilità congelano in Lombardia, stando ai dati della Corte dei conti, mezzo miliardo di euro nelle casse comunali. Ma soprattutto i ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali spingono sul baratro numerose aziende: «I fornitori chiedono il rispetto dei contratti, le banche premono per rientrare dai crediti, la pressione fiscale non fa sconti — spiega Coghi —. Però le imprese che lavorano con il pubblico arrivano ad aspettare in media fino a 236 giorni per incassare i soldi, con punte che superano anche i due anni». E sempre sul fronte delle infrastrutture l’orizzonte è denso di nubi. «il taglio delle spese in conto capitale è pesante. Nel 2012 le risorse saranno abbassate del 12,1%», denuncia il vicepresidente dell’Ance regionale. Ma, anche se una boccata d’ossigeno arriva dalla realizzazione delle opere per l’Expo 2015, in Lombardia ci sono edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, che avrebbero bisogno di essere messi in sicurezza. Così come, sempre sul versante della sicurezza, ci sono opere anti dissesto idrogeologico in montagna che non possono più attendere. L’aggravarsi della crisi del mattone, certificata anche dal lievitare della cassa integrazione, che ha sfondato Il tetto dei 18 milioni di ore autorizzate nei 2011, si ripercuote anche sulla compravendita di immobili.
Tra il 2007 e il 2011 il mercato della casa ha registrato un crollo verticale del meno Lo scorso anno, in linea generale, la percentuale è stata al ribasso del 2,7%, con un picco dei 3,8% nei piccoli comuni delle dodici province lombarde, mentre Il mercato della casa tiene nelle città capoluogo facendo segnare un +0,9%. La maglia nera nei territori di Lodi (-9%), Mantova (-8,5%), Cremona (-7,4%), dove il numero dei vani vuoti è in continuo aumento. «Ma vuoti non vuol dire invenduti — tiene a precisare Coghi —. Perché le case che frenano le compravendite sono soprattutto quelle non ecosostenibili, dai grandi consumi energetici, quelle che usando un paragone automobilistico, si potrebbe denir1e euro zero».
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