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Siamo anche noi degli "inDIVAnados"

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2012 21:44
24/05/2012 14:13
 
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C'è proprio poco da ridere... le cose stanno davvero così! [SM=g1765139]

Scusate se ne parlo anche qui, riporto solo un passo della parte conclusiva del libro Il più grande crimine, i concetti mi sembrano esattamente gli stessi che hai evidenziato tu.

Reagire.
Siete arrivati fin qui. Bene. Se siete i soliti lettori o lettrici che si indignano da anni per un sacco di cose e che poi rischiano la pelle... dell’indice destro nella gloriosa lotta sulle barricate della scrivania del computer fra Facebook e i blogs, vi saluto qui. Non leggete oltre. Ciao. Per te, e per quell’altro, cioè quei due o tre rimasti in Italia che ci mettono ancora il corpo nella battaglia della vita reale, fra la gente, nei luoghi del potere, e che ci mettono la perseveranza e la sofferenza necessaria a fare quella cosa che si chiamava lotta per cambiare la Storia, concludo questo saggio dicendovi che l’ho scritto per voi in realtà. E vi lascio con una metafora. Potrà sembrarvi strana al termine di pagine zeppe di politica ed economia, ma la ritengo di eccezionale efficacia. L’ho tratta da una scena filmata nella savana del Sud Africa che ha affascinato oltre 62 milioni di spettatori su Youtube (64). In quella scena una mandria di immensi bufali se ne va a spasso lungo la riva di un fiume, mentre a loro insaputa quattro leonesse si stanno acquattando poco distante per un attacco. Pochi minuti dopo ciò avviene, la mandria è presa dal panico e fugge sparsa e caotica. E’ incredibile vedere centinaia di bufali che pesano come camion e che sono un unico fascio di muscoli e corna micidiali fuggire di fronte a quattro felini pelle e ossa. Le leonesse riescono ad azzannare un vitello e lo trascinano con violenza selvaggia sulla sponda 77 del fiume, in parte ruzzolando in acqua. La scena diviene ancor più angosciante quando un coccodrillo si spara fuori dal fiume e a sua volta azzanna il posteriore del vitellino. Ne segue un tiro alla fune fra il rettile e le belve che ghiaccia il sangue, anche solo a immaginare il dolore che quella povera bestia sta soffrendo prima di morire dilaniata. Ma perché quei colossi di animali non tornano indietro a salvare il loro piccolo? Cristo, ne basterebbero pochi in quella mandria per fare a pezzi chi lo sta divorando. Non si rendono conto della loro forza? Ma proprio quando si sarebbe tentati di smettere di guardare il resto della scena, la telecamera zooma indietro e le sopraccitate domande trovano risposta. Dapprima tentennati, poi più decisi, infine con potenza selvaggia i bufali maschi montano una carica per salvare il vitello straziato. La scena è esaltante: la mandria forma un muro nero di furia crescente che circonda le quattro leonesse, i cui corpi sono ora rattrappiti dalla paura. Una di loro viene sparata in aria da una cornata come fosse un micio di pochi etti, le altre sono messe in fuga nell’arco di pochi secondi. Il coccodrillo si dilegua in acqua. Incredibilmente la vittima è ancora viva e riesce a barcollare fra gli adulti che si chiudono in cerchio a sua protezione. Credo che non vi sia bisogno di spiegare questa metafora. Rimane una domanda: se lo sanno fare i bufali, perché noi non più?...
[Modificato da marco--- 24/05/2012 14:14]
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