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Come tutelare i propri risparmi da un eventuale fallimento della banca

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2015 09:34
30/12/2015 17:36
 
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marco---, 12/30/2015 3:12 PM:

Fondo Interbancario: le posizioni sotto i 100.000 sono al sicuro? (Fonte: alessandrospedicato.it)

Come abbiamo visto in un articolo precedente 9 persone su 10 non sanno che cosa sia il bail in e non hanno coscienza della svolta epocale che sta attraversando il settore bancario negli ultimi anni.

Se non sai cosa sia il bail-in e quali banche sono a rischio dal primo gennaio 2016 leggi questi articoli:
Bail-in o prelievo forzoso? Facciamo chiarezza
Bomba bail-in: le Banche a rischio dal 01/01/2016

Durante le mie consulenze ho notato che chi conosce la tematica bail in o chi l’ha appena scoperta e soprattutto chi non ha liquidità superiori ai 100.000 Euro su conti correnti o conti deposito rimane relativamente tranquillo riguardo alle proprie posizioni anche se sono detenute presso piccoli istituti.
Perlomeno fino a quando non inizio a far notare e vacillare le loro errate convinzioni.

Perchè queste persone inizialmente sono “tranquille”?

Il motivo è che praticamente tutti o quasi tutti sappiamo dell’ esistenza di un Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FIDT), quindi secondo la maggior parte di noi i nostri risparmi depositati nel conto corrente o nel conto deposito di una qualsiasi banca sono al sicuro se questi non superano i 100.000 Euro.
Pensiamo che se la banca dovesse fallire possiamo stare sereni perché tanto interverrebbe questo magico fondo di garanzia che ci rimborserebbe quanto secondo noi ci spetta.

Ve lo dico subito:
NON è proprio cosi!!!

Andiamo come al solito a capire il perché vi dico questo, e prima ancora andiamo a capire velocemente cosa è e come funziona il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Iniziamo col dire che questo fondo allo stato attuale non è proprio un fondo ma è un consorzio obbligatorio (tranne che per i crediti cooperativi, che hanno un Fondo di Tutela specifico) di diritto privato nato nel 1987 nella forma di consorzio volontario con lo scopo di garantire i depositanti delle Banche consorziate.
Nello specifico l’ obiettivo della garanzia dei depositi dovrebbe essere quella di offrire tutela al cosiddetto risparmiatore inconsapevole, inteso come colui che non ha facile accesso alle informazioni necessarie per valutare lo stato di salute dei soggetti cui affida il proprio risparmio.

Come fanno gli istituti aderenti a tutelare i risparmiatori?

Le banche aderenti si impegnano a versare in caso di intervento del fondo, tra lo 0,4 e lo 0,8 per cento dei fondi rimborsabili di tutti gli Istituti aderenti al consorzio.

Il punto però, è capire se tutto questo è sufficiente a farci dormire sonni tranquilli!

Per farlo vi espongo qualche numero estrapolato dalla relazione annuale del 2014 (FIDT):
•215 sono le banche consorziate
•508 i miliardi “protetti” dal fondo

Dato che le banche consorziate si impegnano a versare in caso di intervento tra lo 0,4 e lo 0,8 % in caso di intervento facciamo un semplice calcolo:

508 miliardi per 0,8 % (ipotizziamo che le banche si spremano per bene) = 4.064.000.000.

appena 4 miliardi di Euro.


Detto questo, chi ha depositi sotto i 100.000 Euro sapendo che i miliardi in teoria rimborsabili sono 508 (miliardi!!!) può dormire tranquillo e sereno?
Lascio a voi la risposta e comunque direi proprio di no.

Oggi il Fondo è fondamentalmente un sistema “antipanico”.
Serve ed è necessario per fare stare le persone tranquille ed evitare la famosa “corsa allo sportello” facendo si che le persone continuino a mantere i loro risparmi in banca piuttosto che sotto al materasso.
E di conseguenza evitare l’ implosione del sistema bancario.
Sapendo questo è chiaro ed evidente che il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi adempie alla sua funzione per il solo fatto di esistere, anche se la sua tenuta di fronte ad una grave crisi del sistema bancario italiano sarebbe tutta da dimostrare.



Nessun fondo di garanzia e' infinito.
Negli anni 90 l'FDIC(il fitd americano) ha esaurito il fondo e hanno pagato i contribuenti.

Economia internazionale, Volume 2
Di Paul R. Krugman,Maurice Obstfeld
pag 417



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