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La fine della bolla

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2015 09:29
06/05/2014 11:18
 
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ContediCavour, 06/05/2014 09:41:

Economia interna
05/05/2014
Istat: su crescita 2014 spinta arriva da investimenti (+1,9%)
Piccolo effetto viene anche dai consumi
Roma

Roma, 5 mag. (TMNews) - E' la ripresa degli investimenti a fare da traino alla crescita del Pil nel 2014 attesa a +0,6%. Secondo le previsioni dell'Istat, infatti, quest'anno è attesa "una ripresa significativa" degli investimenti (+1,9%) che si consoliderebbe nel 2015 (+3,5%) e nel 2016 (+3,8%). Ma un effetto "piccolo" dovrebbe arrivare anche dalla moderata ripresa dei consumi.



Ho trovato i dati delle previsioni sull'andamento del pil.
Non ho messo in evidenza i dati sulle previsioni di investimenti e quelli effettuati, piu' devastanti rispetto a quelli del pil, ma credo sia importante se ci dai un'occhio tramite il link in fondo al post.

Ecco le previsioni sull'andamento del pil da parte dell'istat a maggio 2012:





ecco invece come e' andata:
nel 2012 -2,4%
nel 2013 -1,9%

Vorrei farti notare che l'aumento del pil nel 2010 e nel 2011 e degli investimenti nel 2010 non hanno modificato l'andamento negativo del mercato immobiliare.

www.istat.it/it/archivio/120710
[Modificato da pax2you 06/05/2014 11:39]
06/05/2014 11:54
 
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Previsioni di ripresa per il mercato immobiliare


Il Cresme rafforza questa tesi presentando i dati della ricerca "Crescita demografica e mercato immobiliare: scenari di oggi e di domani". Dallo studio emerge che nel mercato laziale avvengono ciclicamente oscillazioni sia del numero di compravendite che di prezzi. Lo comprova che nel 2012 sono stati venduti 26.000 immobili e che la media dei prezzi è stata di poco inferiore alla media calcolata su di un periodo compreso tra il 1985 ed oggi.

Certamente l'inflessione c'è stata, anche se i dati presentati non sono così allarmanti. Per riattivare il meccanismo di crescita è necessario puntare i riflettori sui crediti. Secondo Batelli "per sbloccare la situazione è necessario coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti come strumento di garanzia e riorganizzare il risparmio in una dimensione di medio e lungo termine". ACER propone la creazione di Certificati di risparmio casa (CRC) orientando le assicurazioni, e non solo, ad investire una quota sul risparmio casa.


Secondo il Cresme a partire dal 2016 il reddito disponibile delle famiglie romane tornerà a salire poichè in questi anni è prevista l'estinzione di una ingente mole di mutui. Resta sempre l'incognita su quanta parte di esso e quando verrà reinvestito nel mercato immobiliare.
06/05/2014 12:09
 
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Re:
ContediCavour, 5/6/2014 11:54 AM:

...Certamente l'inflessione c'è stata, anche se i dati presentati non sono così allarmanti. Per riattivare il meccanismo di crescita è necessario puntare i riflettori sui crediti. Secondo Batelli "per sbloccare la situazione è necessario coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti come strumento di garanzia e riorganizzare il risparmio in una dimensione di medio e lungo termine". ACER propone la creazione di Certificati di risparmio casa (CRC) orientando le assicurazioni, e non solo, ad investire una quota sul risparmio casa...

Personalmente mi auguro che non avvenga, a chi gioverebbe una nuova speculazione immobiliare? Non sicuramente agli acquirenti, mi auguro che l'esperienza degli ultimi 8 anni abbia almeno lasciato qualche insegnamento, le storture speculative sui prezzi immobiliari prima o poi vengono riassorbite, un evento che non è ne' giusto ne' sbagliato, semplicemente è logico.
Auspico che la gente rifletta un po' più a lungo del passato prima di indebitarsi "ad ogni costo", il punto è proprio questo, "ad ogni costo".
[Modificato da marco--- 06/05/2014 12:16]
06/05/2014 12:17
 
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Re:
ContediCavour, 06/05/2014 11:54:

Previsioni di ripresa per il mercato immobiliare


Il Cresme rafforza questa tesi presentando i dati della ricerca "Crescita demografica e mercato immobiliare: scenari di oggi e di domani". Dallo studio emerge che nel mercato laziale avvengono ciclicamente oscillazioni sia del numero di compravendite che di prezzi. Lo comprova che nel 2012 sono stati venduti 26.000 immobili e che la media dei prezzi è stata di poco inferiore alla media calcolata su di un periodo compreso tra il 1985 ed oggi.

Certamente l'inflessione c'è stata, anche se i dati presentati non sono così allarmanti. Per riattivare il meccanismo di crescita è necessario puntare i riflettori sui crediti. Secondo Batelli "per sbloccare la situazione è necessario coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti come strumento di garanzia e riorganizzare il risparmio in una dimensione di medio e lungo termine". ACER propone la creazione di Certificati di risparmio casa (CRC) orientando le assicurazioni, e non solo, ad investire una quota sul risparmio casa.


Secondo il Cresme a partire dal 2016 il reddito disponibile delle famiglie romane tornerà a salire poichè in questi anni è prevista l'estinzione di una ingente mole di mutui. Resta sempre l'incognita su quanta parte di esso e quando verrà reinvestito nel mercato immobiliare.





L'EQUAZIONE RIPRESA ECONOMICA E DEL PIL ITALIANO = AUMENTO DEI PREZZI DELLE CASE chi te l'ha suggerita?

SEI CONVINTO CHE APPENA torna a crescere l'economia i prezzi delle case aumenteranno?

PER AUMENTARE I PREZZI DEVONO VERIFICARSI LE SEGUENTI CONDIZIONI:

-BOOM DI EROGAZIONE CREDITO CON mutui con caratteristiche come quelli del 2006-2007 - non credo che avverrà nei prossimi 10 anni ( le banche sono gonfie di crediti inesigibili e mutui svalutati)

-aumento demografico - dopo il picco dei baby boomers del 1965-1970
siamo in continua diminuzione
tuttaitalia.it
come puoi notare dal grafico , quando arriveranno sul mercato i prossimi 25 -35enni in cerca di una casa, questi saranno migliaia di meno rispetto a quelli nati nel 1965-1970 che hanno rappresentato una forte domanda di immobili ( tra il 2000 e il 2005) guarda caso proprio nel periodo in cui questi avevano circa 35 anni ed in più in nuovi 30enni saranno senza un lavoro o con lavori precari con redditi bassissimi...fatti 2 conti..

-riduzione delle tasse sugli immobili - nei prossimi anni le tasse sugli immobili non faranno altro che aumentare...


[SM=g1780131] [SM=g1780131] [SM=g1780131] [SM=g1780131] [SM=g1780131]
[Modificato da pax2you 12/05/2014 11:07]
06/05/2014 12:21
 
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Re: Re:
Vogliovedere2000euroalmq, 5/6/2014 12:17 PM:

-aumento demografico - dopo il picco dei baby boomers del 1965-1970
siamo in continua diminuzione
www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civi...

Vedi: Demografia e mercato
06/05/2014 12:22
 
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Re: Re:
marco---, 06/05/2014 12:09:

Personalmente mi auguro che non avvenga, a chi gioverebbe una nuova speculazione immobiliare? Non sicuramente agli acquirenti, mi auguro che l'esperienza degli ultimi 8 anni abbia almeno lasciato qualche insegnamento, le storture speculative sui prezzi immobiliari prima o poi vengono riassorbite, un evento che non è ne' giusto ne' sbagliato, semplicemente è logico.



Aggiungo inoltre che per comprendere l'andamento del mercato e' importante capire come il governo dei singoli paesi intende affrontare la crisi del settore.
In paesi come gli USA hanno fatto esplodere la bolla e in pochi anni la situazione sembra essersi stabilizzata se non migliorata mentre da noi le varie iniziative degli organi ufficiali fanno a pensare a un lento ma ben piu' lungo ciclo di discesa.
Cosa che onestamente fino ad ora e' accaduta.

Tra i fattori che supportano questa ipotesi ci sono :
1)sospensione pagamento mutui detto "piano famiglie" promossa dall'ABI con oltre 120.000 mutui sospesi.
2)nessuna modifica del TUB da parte di bankitalia sulla riduzione della percentuale di erogazione rispetto al valore immobiliare.
3)legge che vieta di mettere all'asta immobili ad un prezzo inferiore a quello del mutuo acceso sull'immobile
4)nessuna reale iniziativa per ridurre i tempi di sfratto
5)politica di edilizia sociale continuamente azzerata nonostante il continuo flusso migratorio in entrata
6)incremento imposte sugli immobili ma non eccessivo rispetto al valore di mercato



[Modificato da pax2you 06/05/2014 12:23]
06/05/2014 12:34
 
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RIPRESA DEL PIL ITALIANO = AUMENTO DEI PREZZI DELLE CASE
All'aumento del pil italiano negli anni 2010 e 2011 non corrisponde un aumento dei prezzi medi di compravendita nelle grandi città in base ai dati Tecnocasa.





[Modificato da pax2you 06/05/2014 12:35]
06/05/2014 12:36
 
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Real Estate Pills April 16, 2014

Investimenti esteri: ora tocca a noi

Il convegno de ilQI a Milano ha offerto molti spunti

C'è mercato, c'è interesse da parte degli investitori internazionali i quali credono in una ripresa economica dell'Italia, ma il settore immobiliare deve lavorare tanto per rendere strutturali gli investimenti provenienti dall'estero. Avere il coraggio di sconfiggere i mali cronici del nostro mercato (tempi, burocrazia, normativa oscura e penalizzante, fiscalità eccessiva, poca trasparenza e innovazione, un po' di approssimazione) per avviare la nuova fase del real estate italiano grazie alla liquidità che, chissà per quanto tempo, guarderà alla penisola. Questo uno dei tanti concetti emersi al convegno organizzato da ilQI a Milano presso Nctm Studio Legale Associato dal titolo“Gli investimenti stranieri nel real estate” (vi ricordiamo che tutte le relazioni integrali saranno visibili per gli abbonati de ilQI nei prossimi giorni, insieme alle slides presentate dai relatori al convegno). Potremmo partire dalla chiusura di un deciso Massimo Caputi di Prelios che ha dichiarato "l'interesse ed il movimento ci sono e sono concreti ma esiste ancora un gap tra chi vuole acquistare e chi vende che è quasi incolmabile, lo dimostrano anche le OPA sui fondi di questi giorni".

Insomma se anche il piccolo risparmiatore non vende ma tiene sul prezzo figuriamoci il proprietario di un asset, a meno che non sia costretto a svendere. "Il segnale positivo è che c'è domanda sul debito nel real estate", ha detto anche Caputi, come si è visto da recenti operazioni. Per gli investimenti stranieri tramite i fondi, Caputi è stato deciso "occorre fare chiarezza, dopo che nel 2010 è stata introdotta la scellerata norma che ha fatto fuggire gli investitori". Norma che è ratificata. Ogni investitore "che si affaccia chiede una fiscal opinion". Questa opacità di mercato, secondo Caputi, non permette una chiara distinzione tra "investitori buoni e cattivi", e va eliminata quanto prima altrimenti molti potenziali investitori saranno allontanati in un clima di sfiducia.

Ad aprire i lavori era stato Luigi Croce, Responsabile RE di Nctm, che dopo aver parlato del disegno legge Destinazione Italia e delle applicazioni nel real estate ha auspicato una semplificazione del quadro normativo e fiscale che punti sul rilancio delle Siiq, anche facilitando l'investimento delle stesse nei fondi immobiliari (almeno quelli che puntano sulla locazione) e abbassando il limite del'85% da distribuire agli azionisti, troppo limitante per le strategie aziendali. Un concetto portato avanti anche da Gualtiero Tamburini, Presidente di Federimmobiliare, il quale ha sottolineato l’importanza, ai fini del contesto economico, di non abbandonare il disegno di legge Destinazione Italia avviato dal precedente governo. Gli investitori esteri, ha però aggiunto, non sono scoraggiati soltanto dal complesso quadro normativo, ma anche da un vizio imputabile al mercato: la scarsa qualità dei dati relativi alle operazioni. Alivello di sentiment c'è di buono che si sta ricostruendo fiducia e l'aspettativa, un fattore importantissimo, anche se siamo sotto il livello dei tempi espansivi.Antonio Sanchez Fraga, AD di Rinascimento RE, ha improntato il suo intervento sull'innovazione e sulla creazione di nuovi modelli di business più aderenti al contesto attuale per attirare capitali. Nel real estate italiano, ha spiegato, il problema dei tempi e delle autorizzazioni rimane l'ostacolo che impedisce la nascita di un sistema integrato come in altri settori. Come si può valutare la variabile tempo? Detto questo, l'unicità degli asset di pregio italiani è sempre un unicum che il paese deve saper sfruttare. Come appare agli occhi degli stranieri il contesto italiano lo ha spiegato Luca Zaffaroni, Rbs Capital Resolution, intervenuto a titolo personale: attualmente nel mondo c’è moltissima liquidità da investire e sembra che l’Italia faccia parte delle destinazioni tra cui scegliere. Il Bel Paese è tornato nei radar degli operatori esteri, anche se ci sono ancora pareri discordanti sulla possibile evoluzione futura del mercato. Nel 2013 tre soli operatori esteri (Blackstone, Qatar e MSREF) hanno contribuito per oltre il 50% del totale di acquisti compiuti da stranieri. Ivan Mallardi, Responsabile RE Investing Italia di Morgan Stanley, ha confermato che la banca d’affari punta a espandere la propria attività italiana, con un focus particolare sul commerciale e il terziario. Un vantaggio del real estate italiano rispetto a quello di altri paesi è che, perlomeno agli occhi degli stranieri, è percepito di relativo comfort (rispetto ad economie più instabili) e presenta buone opportunità. L'operazione con Goldman Sachs su Auchan è indicativa della fiducia sull'Italia di questi grandi operatori. Segnali positivi confermati anche da Valeria Falcone, Country Head Italia di Carlyle Group, la quale, analizzando il contesto economico, ha riconosciuto che le famiglie italiane hanno ricominciato a risparmiare, notizia importante per il futuro del mercato residenziale. Ci sono evidenti indicazioni, perchè l'arrivo dei capitali dopo la grande crisi è sempre anticipatore della ripresa. Certo, per chi fa sviluppo al momento la situazione è più complessa rispetto a chi acquista asset o portafogli, e necessita ancora di maggiore specializzazione e cautela.

L'attività commerciale italiana può considerarsi già in forte recupero se si guarda al vecchio continente nel suo complesso: lo evidenzia Alessandro Mazzanti, AD di Cbre in Italia. Nel primo trimestre del 2014 i volumi di investimento nel real estate commerciale sono aumentati a livello europeo del 18% annuo, anche se a velocità differenti da regione a regione. In Italia è importante notare che si acquista molti di più in equity rispetto all'uso della leva anche degli anni di boom. Analizzando invece i nuovi trend per intercettare le diverse tipologie di investitori, Filippo Maria Carbonari di Praga Service RE ha confermato una fase attuale di mercato (la Prima Fase del ciclo) dominata dagli opportunistici, in cui il real estate italiano rimane soggetto un po' passivo. Per tornare a formulare proposte attrattive gli operatori e gli sviluppatori "dovrebbero fare veramente innovazione di prodotto, non solamente parlarne come spesso accade". Secondo Carbonari stiamo entrando nella seconda fase del ciclo di investimenti internazionali sul mercato italiano, una fase in cui gli specialisti cercano prodotto nuovo e il mercato deve saperlo offrire. Jerry Boschi, Country Manager di ECE in Italia ha spiegato la volontà del suo gruppo di investire in Italia, cercando anche location particolari che abbiano però una retail spending density interessante. C'è un grande mercato di consumo per i centri commerciali in Italia. Inter Ikea CG è un grande investitore straniero arrivato in Italia nel 2009, non proprio un momento felice, ma con grande ambizione, come ha ricordato Monica Cannalire di Inter Ikea Center Group. L'Italia è un mercato maturo ma per Inter Ikea (che si considera un long term investor) ci sono opportunità per creare valore in shopping mall evoluti. Inoltre, tra i plus positivi, si sta allentando la stretta del credito bancario. Stefano Keller di Foncière LFPI ha indicato il forte disallineamento tra domanda estera e offerta nazionale in termini di rendimento netto e lordo. In Italia c'è una forte incidenza della tassazione che rende difficile (ma possibile) ottenere il target del 7% netto cercato come obbiettivo della sua società. La soluzione? Prodotti particolari in località secondarie e molto asset management.

Sul rendimento degli asset l'incognita ripresa

De Nardis: c'è ma viaggia su ritmi modesti

È un trend di ripresa quello dei rendimenti degli immobili a reddito in mano ai gestori, come si evince dai dati presentati da IPD a Milano, in un appuntamento in cui si è dato un veloce e trasversale sguardo a mercato, trend, settori, indicatori di performance. Complessivamente viene confermata la risalita del grafico relativo ai rendimenti totali, una crescita dai minimi della "seconda recessione" avviata già a fine 2012 e proseguita per tutto il 2013. Dal segno meno a un timido segno più. Ci si attende dal primo semestre dell'anno in corso un'altra indicazione positiva, una conferma chiara dell'andamento ascendente in linea con i mercati che hanno già intrapreso questa strada prima di noi (UK e USA). Soprattutto sarà interessante capire come si è mosso, in questi primi mesi dell'anno, il valore capitale: si è arrivati al bottom del repricing degli asset oppure c'è ancora un gradino da scendere prima di arrivare alla fine del ciclo negativo del valore? Dai bilanci che sono stati pubblicati negli ultimi giorni si è vista ancora una lieve correzione dei valori di portafoglio, il prossimo resoconto potrebbe essere quello dell'assestamento. Nel mercato privato non sarà così, come detto tempo fa da Nomisma ci sarà un segno meno sui prezzi anche a fine 2014 e non sarà trascurabile, ma nel segmento corporate si ha l'impressione che il fenomeno del repricing stia frenando. Eppure ci sono ancora molte variabili che possono cambiare le carte in tavola, per esempio un paio ne ha citate anche ieri Massimo Caputi al convegno de ilQI sugli investitori esteri: dopo l'asset quality review in corso le banche potrebbero vendere anche a valori più bassi sul mercato, e il repossessed del leasing, che pare valga 15 mld di euro, che fine farà? Insomma la matassa è ancora tutta da dipanare anche se c'è un clima migliore rispetto al recente passato. Un nodo da sciogliere, non solo per il mercato ma per il Paese, è quello dell'economia: entrando più nel dettaglio il timore che la ripresa fosse troppo flebile è stato confermato dal governo che ha rinviato il pareggio di bilancio e ha sottolineato la drammaticità del momento. "La ripresa economica, ancora fragile, si associa a condizioni di liquidità delle imprese ancora lontane da livelli accettabili. La situazione del mercato del lavoro rimane molto difficile", ha detto in Senato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Abbiamo chiesto un commento a Sergio De Nardis, economista di Nomisma:"Direi che gli indicatori statistici degli ultimi giorni, soprattutto l’ulteriore calo dell’inflazione, confermano che la ripresa c’è, ma viaggia su ritmi modesti. Le misure messe in campo col Def per sostenere la domanda vanno nella giusta direzione, ma bisogna verificare la portata effettiva di questi provvedimenti e tenere conto degli effetti restrittivi delle coperture finanziarie adottate. Insomma, quello della ripresa si conferma un percorso difficile e pieno di vincoli".

Uffici Milano: stabili prime rent e yield

Secondo i dati di Jll relativi al primo trimestre del 2014, i prime rent per mq/anno nel settore uffici a Milano sono pari a 450 euro, stabili sul trimestre, con un prime yield del 5,15%, stabile rispetto al trimestre precedente.

High street: Milano la più cara d’Italia

Via Montenapoleone primeggia per canoni retail

Via Monte Napoleone a Milano è la strada della moda più cara d’Italia. Per fare un esempio, 100 mq di negozio costano all’anno 670.000 euro di affitto, mentre via della Spiga arriva a 500.000 euro. Non è da meno Roma che, per 100 mq nella preziosissima via dei Condotti, presenta canoni per640.000 euro annui. E’ quanto emerge dal Fashion & High Street Report redatto da Federazione Moda Italia in collaborazione con World Capital Group, un’analisi del mercato fashion che racchiude valori di locazione e rendimenti delle maggiori high street italiane.

Slancio globalizzazione investimenti commeciali nel 2014

Global Capital Flows Q1 2014 dati preliminari

JLL conferma che i volumi globali di transazioni dirette in immobili commerciali sono aumentati del 23% nel primo trimestre del 2014. Gli investimenti diretti in immobili commerciali hanno raggiunto globalmente i 130 miliardi di US$ nel primo trimestre del 2014. Nelle Americhe i volumi hanno registrato un aumento del 63% e in Europa del 14%, mentre in Asia Pacifico sono scesi del 17% su base annua. Le previsioni di JLL per i volumi di transazioni su base annua rimangono pari a 650 miliardi di US$ JLL ha confermato che i volumi di transazioni dirette in immobili commerciali hanno raggiunto globalmente i 130 miliardi di US$ nel primo trimestre del 2014, con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Investimenti immobiliari Italia: +16% nel I trimestre

Volume complessivo di 720 milioni di euro, analisi di Cbre

In Italia i volumi d’investimento nel primo trimestre sono aumentati del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi sul valore 720 milioni di euro, da ciò che emerge dall’ultima ricerca di Cbre. L’Italia sta beneficiando della maggiore liquidità disponibile, pur se in misura minore rispetto ai mercati di Spagna e Irlanda. Negli ultimi 5 trimestri, dall’ingresso del Qatar nell’operazione di Porta Nuova, gli investimenti stranieri nel settore immobiliare italiano hanno raggiunto i 4 miliardi di euro e sono ancora molto attivi investitori con profili opportunistici quali Blackstone, Cerberus, Apollo, Lone Star, Orion e Soros per citare i più grandi, nonchè Tristan e Benson Elliott con size più ridotte, che guardano a portafogli e genericamente ad asset svalutati in modo significativo.

Mazzola (Norisk): OPA Blackstone un successo per tutti

Vantaggi per i quotisti

"Penso che l’Opa sia stato un successo per tutti - commenta per ilQI Carlo Mazzola di Norisk circa l'OPA sul fondo Atlantic 1 - Blackstone ha comprato il 40% di un ottimo fondo a sconto e potrà influenzare la gestione nei prossimi anni a vantaggio di tutti i quotisti. Per questi ultimi, permetetemi il paragone, è come se fossero passati da guidare una macchina su una strada ad essere diventati passeggeri di una bellissima macchina guidata da un autista: la strada à la stessa, ma sei molto più comodo! Nelle prossime settimane - conclude Mazzola - si capirà bene, quali saranno le scelte di Blackstone per valorizzare al meglio il proprio investimento".

Last updated: 24/04/2014

prelios
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ContediCavour, 06/05/2014 12:36:

Real Estate Pills April 16, 2014

Investimenti esteri: ora tocca a noi

Il convegno de ilQI a Milano ha offerto molti spunti

C'è mercato, c'è interesse da parte degli investitori internazionali i quali credono in una ripresa economica dell'Italia, ma il settore immobiliare deve lavorare tanto per rendere strutturali gli investimenti provenienti dall'estero. Avere il coraggio di sconfiggere i mali cronici del nostro mercato (tempi, burocrazia, normativa oscura e penalizzante, fiscalità eccessiva, poca trasparenza e innovazione, un po' di approssimazione) per avviare la nuova fase del real estate italiano grazie alla liquidità che, chissà per quanto tempo, guarderà alla penisola. Questo uno dei tanti concetti emersi al convegno organizzato da ilQI a Milano presso Nctm Studio Legale Associato dal titolo“Gli investimenti stranieri nel real estate” (vi ricordiamo che tutte le relazioni integrali saranno visibili per gli abbonati de ilQI nei prossimi giorni, insieme alle slides presentate dai relatori al convegno). Potremmo partire dalla chiusura di un deciso Massimo Caputi di Prelios che ha dichiarato "l'interesse ed il movimento ci sono e sono concreti ma esiste ancora un gap tra chi vuole acquistare e chi vende che è quasi incolmabile, lo dimostrano anche le OPA sui fondi di questi giorni".

Insomma se anche il piccolo risparmiatore non vende ma tiene sul prezzo figuriamoci il proprietario di un asset, a meno che non sia costretto a svendere. "Il segnale positivo è che c'è domanda sul debito nel real estate", ha detto anche Caputi, come si è visto da recenti operazioni. Per gli investimenti stranieri tramite i fondi, Caputi è stato deciso "occorre fare chiarezza, dopo che nel 2010 è stata introdotta la scellerata norma che ha fatto fuggire gli investitori". Norma che è ratificata. Ogni investitore "che si affaccia chiede una fiscal opinion". Questa opacità di mercato, secondo Caputi, non permette una chiara distinzione tra "investitori buoni e cattivi", e va eliminata quanto prima altrimenti molti potenziali investitori saranno allontanati in un clima di sfiducia.

Ad aprire i lavori era stato Luigi Croce, Responsabile RE di Nctm, che dopo aver parlato del disegno legge Destinazione Italia e delle applicazioni nel real estate ha auspicato una semplificazione del quadro normativo e fiscale che punti sul rilancio delle Siiq, anche facilitando l'investimento delle stesse nei fondi immobiliari (almeno quelli che puntano sulla locazione) e abbassando il limite del'85% da distribuire agli azionisti, troppo limitante per le strategie aziendali. Un concetto portato avanti anche da Gualtiero Tamburini, Presidente di Federimmobiliare, il quale ha sottolineato l’importanza, ai fini del contesto economico, di non abbandonare il disegno di legge Destinazione Italia avviato dal precedente governo. Gli investitori esteri, ha però aggiunto, non sono scoraggiati soltanto dal complesso quadro normativo, ma anche da un vizio imputabile al mercato: la scarsa qualità dei dati relativi alle operazioni. Alivello di sentiment c'è di buono che si sta ricostruendo fiducia e l'aspettativa, un fattore importantissimo, anche se siamo sotto il livello dei tempi espansivi.Antonio Sanchez Fraga, AD di Rinascimento RE, ha improntato il suo intervento sull'innovazione e sulla creazione di nuovi modelli di business più aderenti al contesto attuale per attirare capitali. Nel real estate italiano, ha spiegato, il problema dei tempi e delle autorizzazioni rimane l'ostacolo che impedisce la nascita di un sistema integrato come in altri settori. Come si può valutare la variabile tempo? Detto questo, l'unicità degli asset di pregio italiani è sempre un unicum che il paese deve saper sfruttare. Come appare agli occhi degli stranieri il contesto italiano lo ha spiegato Luca Zaffaroni, Rbs Capital Resolution, intervenuto a titolo personale: attualmente nel mondo c’è moltissima liquidità da investire e sembra che l’Italia faccia parte delle destinazioni tra cui scegliere. Il Bel Paese è tornato nei radar degli operatori esteri, anche se ci sono ancora pareri discordanti sulla possibile evoluzione futura del mercato. Nel 2013 tre soli operatori esteri (Blackstone, Qatar e MSREF) hanno contribuito per oltre il 50% del totale di acquisti compiuti da stranieri. Ivan Mallardi, Responsabile RE Investing Italia di Morgan Stanley, ha confermato che la banca d’affari punta a espandere la propria attività italiana, con un focus particolare sul commerciale e il terziario. Un vantaggio del real estate italiano rispetto a quello di altri paesi è che, perlomeno agli occhi degli stranieri, è percepito di relativo comfort (rispetto ad economie più instabili) e presenta buone opportunità. L'operazione con Goldman Sachs su Auchan è indicativa della fiducia sull'Italia di questi grandi operatori. Segnali positivi confermati anche da Valeria Falcone, Country Head Italia di Carlyle Group, la quale, analizzando il contesto economico, ha riconosciuto che le famiglie italiane hanno ricominciato a risparmiare, notizia importante per il futuro del mercato residenziale. Ci sono evidenti indicazioni, perchè l'arrivo dei capitali dopo la grande crisi è sempre anticipatore della ripresa. Certo, per chi fa sviluppo al momento la situazione è più complessa rispetto a chi acquista asset o portafogli, e necessita ancora di maggiore specializzazione e cautela.

L'attività commerciale italiana può considerarsi già in forte recupero se si guarda al vecchio continente nel suo complesso: lo evidenzia Alessandro Mazzanti, AD di Cbre in Italia. Nel primo trimestre del 2014 i volumi di investimento nel real estate commerciale sono aumentati a livello europeo del 18% annuo, anche se a velocità differenti da regione a regione. In Italia è importante notare che si acquista molti di più in equity rispetto all'uso della leva anche degli anni di boom. Analizzando invece i nuovi trend per intercettare le diverse tipologie di investitori, Filippo Maria Carbonari di Praga Service RE ha confermato una fase attuale di mercato (la Prima Fase del ciclo) dominata dagli opportunistici, in cui il real estate italiano rimane soggetto un po' passivo. Per tornare a formulare proposte attrattive gli operatori e gli sviluppatori "dovrebbero fare veramente innovazione di prodotto, non solamente parlarne come spesso accade". Secondo Carbonari stiamo entrando nella seconda fase del ciclo di investimenti internazionali sul mercato italiano, una fase in cui gli specialisti cercano prodotto nuovo e il mercato deve saperlo offrire. Jerry Boschi, Country Manager di ECE in Italia ha spiegato la volontà del suo gruppo di investire in Italia, cercando anche location particolari che abbiano però una retail spending density interessante. C'è un grande mercato di consumo per i centri commerciali in Italia. Inter Ikea CG è un grande investitore straniero arrivato in Italia nel 2009, non proprio un momento felice, ma con grande ambizione, come ha ricordato Monica Cannalire di Inter Ikea Center Group. L'Italia è un mercato maturo ma per Inter Ikea (che si considera un long term investor) ci sono opportunità per creare valore in shopping mall evoluti. Inoltre, tra i plus positivi, si sta allentando la stretta del credito bancario. Stefano Keller di Foncière LFPI ha indicato il forte disallineamento tra domanda estera e offerta nazionale in termini di rendimento netto e lordo. In Italia c'è una forte incidenza della tassazione che rende difficile (ma possibile) ottenere il target del 7% netto cercato come obbiettivo della sua società. La soluzione? Prodotti particolari in località secondarie e molto asset management.

Sul rendimento degli asset l'incognita ripresa

De Nardis: c'è ma viaggia su ritmi modesti

È un trend di ripresa quello dei rendimenti degli immobili a reddito in mano ai gestori, come si evince dai dati presentati da IPD a Milano, in un appuntamento in cui si è dato un veloce e trasversale sguardo a mercato, trend, settori, indicatori di performance. Complessivamente viene confermata la risalita del grafico relativo ai rendimenti totali, una crescita dai minimi della "seconda recessione" avviata già a fine 2012 e proseguita per tutto il 2013. Dal segno meno a un timido segno più. Ci si attende dal primo semestre dell'anno in corso un'altra indicazione positiva, una conferma chiara dell'andamento ascendente in linea con i mercati che hanno già intrapreso questa strada prima di noi (UK e USA). Soprattutto sarà interessante capire come si è mosso, in questi primi mesi dell'anno, il valore capitale: si è arrivati al bottom del repricing degli asset oppure c'è ancora un gradino da scendere prima di arrivare alla fine del ciclo negativo del valore? Dai bilanci che sono stati pubblicati negli ultimi giorni si è vista ancora una lieve correzione dei valori di portafoglio, il prossimo resoconto potrebbe essere quello dell'assestamento. Nel mercato privato non sarà così, come detto tempo fa da Nomisma ci sarà un segno meno sui prezzi anche a fine 2014 e non sarà trascurabile, ma nel segmento corporate si ha l'impressione che il fenomeno del repricing stia frenando. Eppure ci sono ancora molte variabili che possono cambiare le carte in tavola, per esempio un paio ne ha citate anche ieri Massimo Caputi al convegno de ilQI sugli investitori esteri: dopo l'asset quality review in corso le banche potrebbero vendere anche a valori più bassi sul mercato, e il repossessed del leasing, che pare valga 15 mld di euro, che fine farà? Insomma la matassa è ancora tutta da dipanare anche se c'è un clima migliore rispetto al recente passato. Un nodo da sciogliere, non solo per il mercato ma per il Paese, è quello dell'economia: entrando più nel dettaglio il timore che la ripresa fosse troppo flebile è stato confermato dal governo che ha rinviato il pareggio di bilancio e ha sottolineato la drammaticità del momento. "La ripresa economica, ancora fragile, si associa a condizioni di liquidità delle imprese ancora lontane da livelli accettabili. La situazione del mercato del lavoro rimane molto difficile", ha detto in Senato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Abbiamo chiesto un commento a Sergio De Nardis, economista di Nomisma:"Direi che gli indicatori statistici degli ultimi giorni, soprattutto l’ulteriore calo dell’inflazione, confermano che la ripresa c’è, ma viaggia su ritmi modesti. Le misure messe in campo col Def per sostenere la domanda vanno nella giusta direzione, ma bisogna verificare la portata effettiva di questi provvedimenti e tenere conto degli effetti restrittivi delle coperture finanziarie adottate. Insomma, quello della ripresa si conferma un percorso difficile e pieno di vincoli".

Uffici Milano: stabili prime rent e yield

Secondo i dati di Jll relativi al primo trimestre del 2014, i prime rent per mq/anno nel settore uffici a Milano sono pari a 450 euro, stabili sul trimestre, con un prime yield del 5,15%, stabile rispetto al trimestre precedente.

High street: Milano la più cara d’Italia

Via Montenapoleone primeggia per canoni retail

Via Monte Napoleone a Milano è la strada della moda più cara d’Italia. Per fare un esempio, 100 mq di negozio costano all’anno 670.000 euro di affitto, mentre via della Spiga arriva a 500.000 euro. Non è da meno Roma che, per 100 mq nella preziosissima via dei Condotti, presenta canoni per640.000 euro annui. E’ quanto emerge dal Fashion & High Street Report redatto da Federazione Moda Italia in collaborazione con World Capital Group, un’analisi del mercato fashion che racchiude valori di locazione e rendimenti delle maggiori high street italiane.

Slancio globalizzazione investimenti commeciali nel 2014

Global Capital Flows Q1 2014 dati preliminari

JLL conferma che i volumi globali di transazioni dirette in immobili commerciali sono aumentati del 23% nel primo trimestre del 2014. Gli investimenti diretti in immobili commerciali hanno raggiunto globalmente i 130 miliardi di US$ nel primo trimestre del 2014. Nelle Americhe i volumi hanno registrato un aumento del 63% e in Europa del 14%, mentre in Asia Pacifico sono scesi del 17% su base annua. Le previsioni di JLL per i volumi di transazioni su base annua rimangono pari a 650 miliardi di US$ JLL ha confermato che i volumi di transazioni dirette in immobili commerciali hanno raggiunto globalmente i 130 miliardi di US$ nel primo trimestre del 2014, con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Investimenti immobiliari Italia: +16% nel I trimestre

Volume complessivo di 720 milioni di euro, analisi di Cbre

In Italia i volumi d’investimento nel primo trimestre sono aumentati del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi sul valore 720 milioni di euro, da ciò che emerge dall’ultima ricerca di Cbre. L’Italia sta beneficiando della maggiore liquidità disponibile, pur se in misura minore rispetto ai mercati di Spagna e Irlanda. Negli ultimi 5 trimestri, dall’ingresso del Qatar nell’operazione di Porta Nuova, gli investimenti stranieri nel settore immobiliare italiano hanno raggiunto i 4 miliardi di euro e sono ancora molto attivi investitori con profili opportunistici quali Blackstone, Cerberus, Apollo, Lone Star, Orion e Soros per citare i più grandi, nonchè Tristan e Benson Elliott con size più ridotte, che guardano a portafogli e genericamente ad asset svalutati in modo significativo.

Mazzola (Norisk): OPA Blackstone un successo per tutti

Vantaggi per i quotisti

"Penso che l’Opa sia stato un successo per tutti - commenta per ilQI Carlo Mazzola di Norisk circa l'OPA sul fondo Atlantic 1 - Blackstone ha comprato il 40% di un ottimo fondo a sconto e potrà influenzare la gestione nei prossimi anni a vantaggio di tutti i quotisti. Per questi ultimi, permetetemi il paragone, è come se fossero passati da guidare una macchina su una strada ad essere diventati passeggeri di una bellissima macchina guidata da un autista: la strada à la stessa, ma sei molto più comodo! Nelle prossime settimane - conclude Mazzola - si capirà bene, quali saranno le scelte di Blackstone per valorizzare al meglio il proprio investimento".

Last updated: 24/04/2014

prelios








RIPETO !!!!!!!!!!!!!!!!


L'EQUAZIONE RIPRESA ECONOMICA E DEL PIL ITALIANO = AUMENTO DEI PREZZI DELLE CASE chi te l'ha suggerita?

SEI CONVINTO CHE APPENA torna a crescere l'economia i prezzi delle case aumenteranno?
[Modificato da pax2you 12/05/2014 11:08]
06/05/2014 12:39
 
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Re: Re: Re:
marco---, 06/05/2014 12:21:





INTERESSANTISSIMO QUESTO GRAFICO


Demografia 1980-2050
.

Ho aggiornato il grafico andando indietro fino al 1980, considerando le fasce di età 30-40 anni (nuovi acquirenti) e 70-80 anni (nuove case libere) (FILE EXCEL IN ALLEGATO, IN FONDO AL POST).

C'é un picco nel 1985 dovuto alla bassa natalità durante la guerra 1915-18, e un picco poco dopo il 2000 dovuto al baby boom degli anni 1960-70.


INTERESSANTISSIMO QUESTO GRAFICO !!!!!




i picchi che si vedono nel 1980- 1985 e a metà anni 2000 ( 2005-2006 ) corrispondono a gli ultimi 2 boom dei prezzi!!!!!quando i 35 enni erano in aumento rispetto agli 80enni!!!
06/05/2014 12:44
 
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Dai, è evidente che il downtrend si stia spezzando. Come fate a nascondere l'evidenza dei fatti?
06/05/2014 12:49
 
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Re:
ContediCavour, 06/05/2014 12:44:

Dai, è evidente che il downtrend si stia spezzando. Come fate a nascondere l'evidenza dei fatti?




TRA rallentamento del downtrend e crescita dei prezzi ci sta una bella differenza.

IL DOWNTREND POTREBBE rallentare ed anche fermarsi per un anno PER POI RIPERTIRE VERSO IL BASSO non hai mai considerato una eventuale dinamica del genere?
[Modificato da Vogliovedere2000euroalmq 06/05/2014 12:50]
06/05/2014 13:06
 
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Ho guardato a 3 differenti grafici sulla ripresa, e tutti evidenziano una stabilizzazione tra il 2013 e il 2014. Poi le proiezioni sono differenti, ripresa graduale ma costante, ripresa assente allo stato attuale con picchi a 5 anni, ripresa costante con picchi a 3 anni.
Come ho detto molto dipenderà dalla geolocalizzazione dell'investimento.
Personalmente trovo allettanti situazioni che potrebbero offrire comunque guadagni maggiori. Faccio un esempio su tutti.
Guardiamo a Siracusa, siamo arrivati al prezzo più basso indicativemente lo scorso anno, ricordo a memoria era sui 900 euro a metro quadro, oggi siamo già intorno ai 1200 euro al metro quadro.
Potenzialmente da qui a 10 anni si potrà arivare a 2500 euro al metro quadro. Siracusa è una città deliziosa che ha bisogno di investimenti ovvio, come tutta la Sicilia, ma ha enormi potenzialità tutte da sfruttare. Ecco perchè sostanzialmente dico che allo stato attuale la situazione italiana è la più interessante al mondo. La città più bellina inglese, nel land scozzese ad esempio, comunque non potrà mai competere con quello che è Siracusa, che è stato e che sarà.
[Modificato da ContediCavour 06/05/2014 13:07]
06/05/2014 13:41
 
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Re: Re:
Vogliovedere2000euroalmq, 5/6/2014 12:49 PM:


TRA rallentamento del downtrend e crescita dei prezzi ci sta una bella differenza.

IL DOWNTREND POTREBBE rallentare ed anche fermarsi per un anno PER POI RIPERTIRE VERSO IL BASSO non hai mai considerato una eventuale dinamica del genere?

Infatti dopo una discesa del genere un rallentamento del downtrend ci può pure stare, peraltro non ancora comprovato da dati concreti, parlare poi di ripresa nell'attuale contesto economico penso che abbia davvero poco senso.
Qualche post fa parlavo di speculazione, penso che questo grafico esprima eloquentemente il concetto, aggiungo che tra il 2009 e il 2011 la discesa sembrava essersi arrestata, invece...
[Modificato da marco--- 06/05/2014 13:44]
06/05/2014 14:11
 
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Addio estero: la produzione industriale sta tornando in Italia

13-04-2014 - Francesco Matino
Negli ultimi anni le aziende stanno abbandonando la delocalizzazione per riportare l'attività produttiva in Italia.


La produzione industriale torna in Italia

La grande industria non scappa più all'estero - soprattutto in Cina e in Romania - per produrre quantità superiori di prodotti a costi ridotti, ma negli ultimi anni sta facendo il percorso inverso, rientrando in Italia e rilanciando così il settore secondario. Il fenomeno si è accentuato dal 2009, con molte attività produttive che sono rientrate in Patria, collocate soprattutto sulla Riviera del Brenta e sull'Appennino tosco - emiliano, nelle vicinanze di Firenze. Si riduce, dunque, la corsa alla delocalizzazione della produzione che aveva mandato in crisi il sistema industriale italiano.

Il fenomeno è cominciato negli Stati Uniti, dove sono circa 175 le aziende che hanno deciso di far tornare l'attività produttiva all'interno dei confini nazionali. Dopo gli statunitensi, ci sono gli italiani, con circa 60 aziende che hanno riportato la produzione nel Belpaese, precedendo Germania, Gran Bretagna e Francia. In un momento molto difficile per il sistema industriale italiano, queste decisioni potrebbero rilanciare il settore e anche l'attività produttiva e occupazionale.

L'obiettivo degli imprenditori italiani è quello di far rientrare le varie fasi della produzione dall'estero all'Italia, per puntare all'utilizzo di robot all'interno delle fabbriche. Gli automi andrebbero a ricoprire il ruolo degli operai extracomunitari che consta di una serie di attività meccaniche e ripetitive. Con l'introduzione dei robot nell'industria aumenterebbe la richiesta di periti e ingegneri. L'investimento iniziale per l'acquisto e il funzionamento degli automi è piuttosto impegnativo, ma una volta avviato esso consentirebbe un'attività produttiva dai costi e dai guadagni non molto differenti rispetto a quelli che ora si fanno registrare con la produzione delocalizzata, poiché attualmente la differenza tra i salari cinesi e quelli occidentali non è più molto ampia, come accadeva in passato.

Inoltre, le strategie di mercato basate sul risparmio del costo del lavoro e su un conseguente impoverimento della qualità, non appaiono più efficaci come in passato. I consumatori, infatti, ora stanno molto attenti alle "etichette", e spesso scartano prodotti che, pur portando un nome italiano, presentano una dicitura "Made in Cina" o quant'altro. Ecco perché, grandi marchi come "Piquadro" o come la "Nannini" stanno riportando in Italia la produzione di accessori e oggetti della pelletteria, per i quali gli acquirenti pretendono una qualità tutta italiana. Un cambiamento importante, quello che si sta verificando in questi ultimi anni, che se continuasse ad espandersi, potrebbe davvero dare una mano al rilancio dell'economia e dell'attività produttiva italiana.

06/05/2014 14:23
 
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Re:
ContediCavour, 5/6/2014 2:11 PM:

Addio estero: la produzione industriale sta tornando in Italia...

Dovesse verificarsi mi farebbe davvero molto piacere, personalmente non ho mai sperato nella distruzione del paese in cui vivo, al contrario, spero possa riprendersi. Lo spirito che animò la nascita di questo forum fu quello di denunciare un mercato immobiliare "drogato" dal credito e, conseguentemente, l'assurdità dei prezzi immobiliari palesemente gonfiati dalla speculazione.
07/05/2014 03:48
 
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È chiaramente un troll oppure un ai (oppure tutti e due) che non vede clienti dal 2007 ed ora ha avuto un orgasmo mentale leggendo le solite balle dai giornali prezzolati di regime ed avendo molto tempo libero per assenza di clienti si sfoga quà.

Ormai ai giornali di regime non crede più nessuno neppure i giornalisti stessi che fanno gli articoli! Mai lette balle più grosse come in questi ultimi mesi su tutto.

Io mi baso su fatti reali e concreti, sto seguendo l'andamento di prezzi nella mia città dal 2007. Ho visto cali del 50% e in alcuni casi anche oltre, poi ci sono anche proprietari che vorrebbero vendere il proprio appartamento a 3000€/mq e acquistare al portone affianco a 1000€/mq ed ovviamente, nel giro di 2 anni, hanno dato mandato di vendita a tutte le agenzie della zona senza riuscire a vendere neppure la buca delle lettere. Questi non venderanno mai!
E di cartelli vendesi marci di 2 anni quà da me è pieno.

Avete visto quante inserzioni di appartamenti in vendita ci sono in rete? È impressionante, quì a Torino facendo una ricerca avevo visto qualcosa come 340.000 appartamenti in vendita, considerando che ci sono meno di un milione di abitanti e che moltissimi hanno rinunciato persino a mettere l'annuncio di vendita o dato il mandato all'agenzia, che ci sono 36.000 case vuote/sfitte/invendute, chissà come andrà a finire...è veramente preoccupante questa situazione.

Personalmente ho fatto l'errore di dare il mio nominativo ad una famosa agenzia immobiliare per la ricerca di un 'immobile con (mie) condizioni a dir poco restrittive...mi hanno letteralmente intasato la casella postale di proposte, dalle 5 alle 10 telefonate al giorno, insomma dopo un mese ho detto che avevo trovato tramite privato, perchè stavano diventando veramente insopportabili.

Durante una trattativa uno di questi mi ha persino detto che nell'ultima riunione tenutasi con il loro gruppo hanno detto che questo è il momento giusto per acquistare perchè è già iniziata la salita dei prezzi...al chè, l immaginavo tutti a braccetto mentre ballavano in tondo sputando a terra invocando il dio del mattone come alcune sette di fanatici invasati e per evitare di mortificarlo ho preferito troncare li la discussione andandomene senza neppure prendere in considerazione il ribasso del 35% dell'appartamento che 7 giorni prima era ad un prezzo non più "trattabile" perchè (effettivamente) era già sceso del 30% rispetto al 2007.
Pensandoci bene perchè devo regalare 7 o 8 ex miei stipendi ad un tizio che avrà lavorato si e no qualche ora? Con tutte le case che ci sono all'asta per le quali non si pagano proviggioni e atti notarili vari...Si accontentassero di 500/600€ a transazione potrei anche pensarci, oltre no.

Devo dire che però qualcuno sembra essere consapevole della crisi e adegua i prezzi degli immobili al mercato attuale e molti mi hanno confessato che quando il cliente non vuole scendere non prendono neppure l'incarico (è ovvio, consumerebbero solo scarpe e telefonate).

Altri invece sono dei veri e propri pazzi scatenati e non posso non citare Gabetti. Questi sono completamente fuori, a parte le sole che tentano di rifilare, applicano prezzi del 2007! La loro concorrenza è ben consapevole di questo e ne sono contenti, (parole loro) perchè i clienti di gabetti poi passeranno a loro.

Ecco un esempio concreto di come vanno le vendite a torino, guardate bene i prezzi e le relative date sulle perizie che non sono del 2007 ma molto più recenti:
www.portaleaste.com/it/Aste/Detail/716226
www.portaleaste.com/it/Aste/Detail/718311
www.portaleaste.com/it/Aste/Detail/731773

non saprei che percentuale sia, fate voi, da 500mila€ a 161mila€ quanto fà:
www.portaleaste.com/it/Aste/Detail/768664
e non è detto che venga venduto...

Non posso postarne altri perchè purtroppo dopo una ventina di giorni a volte non sono più disponibili.
Per correttezza, aggiungo che dopo la vendita, telefono chiedendo il prezzo dell'aggiudicazione e nella maggior parte dei casi avendo avuto un'unica offerta è effettivamente il prezzo base.

Secondo voi la crisi è finita, posso acquistare casa senza rischiare che mi si svaluti? No, perchè quà di aziende che chiudono c'è nè tutti i giorni, sono anni che non sento dire di qualcuno che è stato assunto. Solo cassintegrati, mobilità, licenziamenti, delocalizzazioni, ma forse siamo solo negativi, come diceva un cavaliere...ora animatore di anziani.

ciao [SM=g6963]
[Modificato da tinos621 07/05/2014 03:51]
07/05/2014 04:19
 
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La Camera vota: addio alle monetine

L'aula di Montecitorio approva una mozione di Sel che impegna il Governo a sospendere il conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Polemico il 5 Stelle Di Stefano: "Cazzate". Ma anche il Movimento vota sì
di Luca Sappino

Il problema è il costo di produzione, sproporzionato rispetto al valore nominate: 4,5 centesimi costa produrre la moneta da un centesimo, 5,2 ne servono invece per fare la monetina da due centesimi. E non basta: «Il problema non è solo il costo di produzione», spiega il deputato di Sel Sergio Boccadutri all’Espresso, il problema dei “ramini” è che «non circolano» e che «il 70 per cento si perde ogni anno, costringendo la zecca a continue nuove produzioni». E così il deputato, tesoriere del partito di Nichi Vendola, ha predisposto una mozione per chiedere di sospendere il conio delle monete più piccole. E l’aula della Camera ha detto sì.

«Forse è un piccolo passo», ammette Boccadutri, considerando che la mozione non è un atto vincolante. Ma certo ora la palla passa al governo, che ha ricevuto un’indicazione chiara dai deputati. Sulla mozione, come avevamo ricostruito sull’Espresso, erano già confluite firme bipartisan, comprese quelle di alcuni deputati dissidenti 5 Stelle. Ora arriva il sì unanime. Il governo potrà ignorarla, certo, ma tramite il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti per ora ha espresso parere favorevole ottenendo in cambio una riformulazione più prudente del dispositivo che "impegna il Governo ad assumere iniziative a livello nazionale ed europeo perché vengano attuate politiche di contenimento della spesa, esaminando l'opportunità di introdurre misure finalizzate a ridurre in maniera significativa la domanda di monete di 1 e 2 cent analogamente a quanto avvenuto in stati membri dell'Unione europea e previa valutazione dell'impatto delle misure sull'inflazione”. «Mi è sembrato giusto concedere un po’ più di prudenza, purché non sia una scusa» spiega Boccadutri all’Espresso. «Quello che conta è che per ora anche il governo ha detto sì».

Poi c’è il Cinque Stelle Manlio Di Stefano che polemizza, ma poco cambia, perché anche il movimento ha votato la mozione: «Voi non ci crederete ma in questa gravissima fase storica di recessione, sapete di cosa si occupa il Parlamento? Delle monetine da 1 e 2 centesimi!» scrive sprezzante su Facebook. «Ebbene sì, abbiamo appena votato una mozione per chiedere al governo di eliminarle. Non c'è tempo per calendarizzare il reddito di cittadinanza ma per queste cazzate sì. Applausi». E poi rincara con un post scriptum: «I maligni dicono che senza queste monetine la Picierno non potrà più usufruire delle promozioni a 0,99 euro per fare la spesa...».

Non è il solo a sollevare il tema del possibile rischio inflazionistico, Di Stefano. Boccadutri però è certo: «Lo hanno già fatto Finlandia e Paesi Bassi senza effetti inflattivi, con regole di arrotondamento e prezzi finali espressi comunque in centesimi». Il risparmio secondo Boccadutri sarebbe di 21 milioni di euro, solo per il conio. A Di Stefano, poi, il tesoriere di Sel risponde: «C’è sempre qualcosa di più importante, ma intanto questa cosa l’abbiamo portata a casa, e proprio a loro che sono attenti alle piccole cifre ho ricordato nel mio intervento due cose che potremmo fare con i 21 milioni di euro. Potremmo estendere il regime dei minimi
per le partite Iva fino a 65mila euro l’anno. Oppure potremmo finanziare più corsi per gli specializzandi di medicina, che troppo spesso ora sono costretti ad andare all’estero».


Poca roba è, 21M euro ma meglio che niente!
07/05/2014 05:02
 
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Re:
ContediCavour, 07/05/2014 04:19:

La Camera vota: addio alle monetine

L'aula di Montecitorio approva una mozione di Sel che impegna il Governo a sospendere il conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Polemico il 5 Stelle Di Stefano: "Cazzate". Ma anche il Movimento vota sì
di Luca Sappino

Il problema è il costo di produzione, sproporzionato rispetto al valore nominate: 4,5 centesimi costa produrre la moneta da un centesimo, 5,2 ne servono invece per fare la monetina da due centesimi. E non basta: «Il problema non è solo il costo di produzione», spiega il deputato di Sel Sergio Boccadutri all’Espresso, il problema dei “ramini” è che «non circolano» e che «il 70 per cento si perde ogni anno, costringendo la zecca a continue nuove produzioni». E così il deputato, tesoriere del partito di Nichi Vendola, ha predisposto una mozione per chiedere di sospendere il conio delle monete più piccole. E l’aula della Camera ha detto sì.




tutte cazzate! La gente li mette nei salvadanai e stato provato nel test su strada dalla trasmissione "LA GABBIA", dove la gente si chinava per strada per raccogliere anche l'uno e i due centesimi.

Tipico dei troll portare la discussione fuori tema
07/05/2014 08:24
 
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Economic outlook, analysis and forecasts

The slow recovery from recession will continue during 2014 and growth will rise somewhat further in 2015. Gains in confidence will help both consumption and investment, with some additional boost from modest tax cuts which will boost household incomes. Public expenditure will remain weak. Price inflation is set to remain low.

With weak growth and low inflation, the public debt-to-GDP ratio will not begin to fall before 2016. This leaves Italy still vulnerable to potential market turmoil, and thus it is essential to continue fiscal restraint, based on reducing expenditure as a share of GDP. The new government has announced income tax cuts for 2014, financed by spending cuts and small one-off measures. The tax cut will be reversed in 2015 if corresponding spending cuts are not found. Plans for further structural reforms are welcome, and the government should also ensure effective implementation of earlier reforms.

www.oecd.org/eco/outlook/italy-economic-forecast-summary.htm
08/05/2014 11:28
 
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Re:
ContediCavour, 07/05/2014 08:24:

Economic outlook, analysis and forecasts

The slow recovery from recession will continue during 2014 and growth will rise somewhat further in 2015. Gains in confidence will help both consumption and investment, with some additional boost from modest tax cuts which will boost household incomes. Public expenditure will remain weak. Price inflation is set to remain low.

With weak growth and low inflation, the public debt-to-GDP ratio will not begin to fall before 2016. This leaves Italy still vulnerable to potential market turmoil, and thus it is essential to continue fiscal restraint, based on reducing expenditure as a share of GDP. The new government has announced income tax cuts for 2014, financed by spending cuts and small one-off measures. The tax cut will be reversed in 2015 if corresponding spending cuts are not found. Plans for further structural reforms are welcome, and the government should also ensure effective implementation of earlier reforms.

www.oecd.org/eco/outlook/italy-economic-forecast-summary.htm






VORREI FARTI UNA DOMANDA.


CREDI FERMAMENTE ALL'EQUAZIONE - RIPRESA ECONOMIA ITALIANA = AUMENTO DEI PREZZI DELLE CASE IN ITALIA?
[Modificato da Vogliovedere2000euroalmq 08/05/2014 11:29]
08/05/2014 11:40
 
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Re: Re:
Vogliovedere2000euroalmq, 08/05/2014 11:28:






VORREI FARTI UNA DOMANDA.


CREDI FERMAMENTE ALL'EQUAZIONE - RIPRESA ECONOMIA ITALIANA = AUMENTO DEI PREZZI DELLE CASE IN ITALIA?




E' un fattore che va considerato.
Leggevo che hanno fatto diversi arresti oggi in seno ai vertici expo2015, dove sono state riscontrate irregolarità e turbative d'asta.
Io lo trovo un fatto decisamente positivo, l'Expo ha bisogno di essere al di sopra delle parti. Bene cosi'. Cosi' anche quello che di marcio poteva esserci è stato estirpato.
Expo: 7 arresti, c’è Greganti
I pm: «Abbiamo reciso i rami malati, Expo può ripartire».
[Modificato da ContediCavour 08/05/2014 11:43]
08/05/2014 15:21
 
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Re: Re: Re:
ContediCavour, 08/05/2014 11:40:




. Bene cosi'. Cosi' anche quello che di marcio poteva esserci è stato estirpato.



si dicevano così pure di Tangentopoli e della prima repubblica....a camillo ma famme il piacere!!!
08/05/2014 16:59
 
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Moody's dà fiducia all'Italia: il Pil può crescere del 2% nel 2015
L'agenzia di rating alza le stime rispetto a quelle di febbraio: l'Italia è l'unica, tra le grandi economie, a vedere una revisione migliorativa. Tutto dipende dalle riforme, ma per gli analisti si ridurrà la frattura Europea tra la periferia e il centro.

repubblica
[Modificato da pax2you 12/05/2014 11:09]
13/05/2014 12:34
 
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ContediCavour, 08/05/2014 16:59:

Moody's dà fiducia all'Italia: il Pil può crescere del 2% nel 2015
L'agenzia di rating alza le stime rispetto a quelle di febbraio: l'Italia è l'unica, tra le grandi economie, a vedere una revisione migliorativa. Tutto dipende dalle riforme, ma per gli analisti si ridurrà la frattura Europea tra la periferia e il centro.

repubblica






www.wallstreetitalia.com/article/1692679/compravendite-9-immobiliare-sotto-livelli-30-anni...

[SM=g1750483] [SM=g1750164] [SM=g1750164] [SM=g9589] [SM=g9589] [SM=g9589] [SM=g9589]
13/05/2014 14:48
 
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Entrate-Abi: mutui in crescita del 20%nel primo trimestre

Incremento dei mutui del 20% nei primi mesi dell'anno e maggiore capacità delle famiglie di accedere all'acquisto di una casa. Sono netti i segnali di miglioramento sul mercato residenziale che emergono dalla presentazione del Rapporto Immobiliare 2014, presentato oggi, martedì 13 maggio, a Roma da Agenzia delle Entrate e Abi. Si spera dunque che si realizzi finamente quel "rimbalzo" del mercato atteso ormai da tempo, dopo un 2013 che si è ancora distinto per i dati negativi: 406.928 le case compravendute (-9,2% sul 2012), il minimo dal 1985.

Mutui in risalita
L'indice di accessibilità delle famiglie all'acquisto della casa elaborato dall'Abi «dà segnali di miglioramento, disegnando uno scenario di moderato ottimismo», ha ha detto il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini, citando «la ripresa dei mutui» e le sofferenze, «la cui velocità di crescita sta diminuendo». In partcolare, nei primi tre mesi del 2014 i nuovi mutui per l'acquisto delle abitazioni, secondo il campione di 88 banche monitorato dall'Abi, hanno registrato un «incremento superiore al 20% sul 2013».

La fotografia
La fine del 2013 doveva essere, secondo le previsioni di molti operatori, l'inizio della "ripresina" del mercato immobiliare. I segnali non sembravano mancare: risveglio della domanda segnalato dagli agenti immobiliari e aumento dei plafond destinati ai mutui (su iniziativa dei singoli istituti e su spinta della convenzione Abi-Cdp, che mette sul tavolo dei finanziamenti alla casa dai 2 ai 5 miliardi di euro). L'ottimismo però è stato spento dalle molte incognite del mercato: tempi lunghi di trattativa e prezzi attesi ancora al ribasso hanno fatto rinviare le (comunque poche) compravendite; incertezza politica, soprattutto sulla Tasi (dopo la breve "euforia" per l'abolizione dell'Imu), congiuntura economica ancora sfavorevole e ritardi nell'allentamento della stretta del credito (con spread che tutt'oggi fano fatica a diminuire in modo sostanzioso) hanno fatto il resto.
E la conferma è arrivata dai dati relativi al quarto trimestre diffusi dall'agenzia delle Entrate un mese fa e confermati dal report di oggi: una discesa dell'8% degli scambi sullo stesso periodo dell'anno precedente che ha portato il saldo annuo a -9,2 per cento. Il calo maggiore, si è avuto nelle aree del Centro (-10,3%), delle Isole (-10,8%) e del Sud (-9,8%); ma non vanno molto meglio anche il Nord-ovest e il Nord-est che hanno segnato una diminuzione rispettivamente del 8,8% e del 7,5%. Nei capoluoghi si registra una diminuzione delle compravendite inferiore al risultato complessivo (-6,7%). Risultato sostenuto dai capoluoghi dell'area Nord Ovest dove si registra solo un -5,1%. In particolare Milano e Bologna sono in controtendenza con rispettivamente +3,4% e +1,5%. Le città peggiori sono invece Napoli (-15,2%) e Genova (-10,3%). I comuni non capoluogo scendono complessivamente del -10,5%.

È la volta buona per la ripresa?
Alla fine del 2013 c'è stata dunque un'inaspettata inversione di tendenza,rispetto al trend calante del 2013: dopo il crollo di addirittura un quarto degli scambi del 2012, infatti, il trend negativo era andato scemando, dal -14% del primo trimestre al -5% del terzo. Il rinvio di una parte degli acquisti al 2014 a causa di una tassazione (registro e ipocatsatele) più favorevole può in parte giustificare il dato, ma certo tutti gli occhi ora sono puntati al risultato del primo trimestre 2014, che sarà diffuso il 3 giugno. A meno di sorprese, la spinta registrata sul fronte mutui e la maturazione delle condizioni che hanno iniziato a manifestarsi appunto nell'autunno scorso, dovrebbero portare le compravendite finalmente al segno più.

Il fatturato
Nel 2013 il mercato della casa ha perso circa 8 miliardi: per l'acquisto di abitazioni si sono spesi 67,5 miliardi, a fronte dei 75,7 miliardi registrati nel 2012. Il calo è diffuso in tutte le aree del Paese con una flessione più elevata al Sud (-13,4%), al Centro il calo è intorno al 12% e nelle Isole e poco sotto il 10% per il Nord. Il calo del fatturato è poco più elevato nei Comuni non capoluogo (-12%) rispetto ai capoluoghi (-9,2%).

L'indice di accessibilità
Secondo l'affordability index elaborato dall'Ufficio studi dell'Abi, migliora nel 2013 la possibilità di accesso delle famiglie italiane all'acquisto di un'abitazione. A fine 2013 l'indice risultava infatti pari al 6,7 per cento, 2,1 punti in più della prima metà dell'anno scorso e soprattutto sui livelli del primo trimestre 2006. Il significativo miglioramento riporta quindi l'indice in linea con i valori pre-crisi. L'andamento, spiega l'Abi, è principalmente dovuto a un miglioramento del prezzo relativo alle case rispetto al reddito disponibile. Contribuisce anche l'andamento dei tassi di interesse sui mutui. In termini distributivi la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire «almeno il 30% del prezzo annuo dell'abitazione» è, infatti, di poco superiore al 50 per cento.
14/05/2014 11:29
 
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Re:
ContediCavour, 13/05/2014 14:48:



Entrate-Abi: mutui in crescita del 20%nel primo trimestre

Incremento dei mutui del 20% nei primi mesi dell'anno e maggiore capacità delle famiglie di accedere all'acquisto di una casa. Sono netti i segnali di miglioramento sul mercato residenziale che emergono dalla presentazione del Rapporto Immobiliare 2014, presentato oggi, martedì 13 maggio, a Roma da Agenzia delle Entrate e Abi. Si spera dunque che si realizzi finamente quel "rimbalzo" del mercato atteso ormai da tempo, dopo un 2013 che si è ancora distinto per i dati negativi: 406.928 le case compravendute (-9,2% sul 2012), il minimo dal 1985.



Anche l'ansa afferma:

Mutui casa, segnali positivi: nel 2014 in 3 mesi +20%

Nei primi tre mesi del 2014 i nuovi mutui per l'acquisto delle abitazioni hanno registrato un incremento superiore al 20% sul 2013. Lo afferma il Rapporto immobiliare realizzato da Agenzia delle Entrate e Abi. "Sul fronte dei mutui per le abitazioni i segnali cominciano ad essere positivi" ha detto il direttore generale Abi Giovanni Sabatini. Questo segnale positivo non può però essere interpretato come un segnale di ripresa dei prezzi delle case. "E' difficile dire se i prezzi delle case aumenteranno" ha detto Sabatini definendosi piuttosto "moderatamente ottimista" sulla possibilità per le famiglie italiane di acquistare una casa. Tale possibilità è misurata dall'indice di "accessibilità" elaborato dall'Abi. L'incide nel 2013 è migliorato - sottolinea il rapporto - proprio grazie al calo dei prezzi degli immobili e al miglioramento dei tassi di interesse sui mutui.


etc...
ansa

Inoltre nel rapporto immobiliare 2014 citato non contiene alcuna informazione riguardo un aumento dei mutui del 20% e del primo trimestre 2014.
Nel rapporto si riportano solo i dati fino al IV trim 2013 che sono, ancora e con maggior intensità rispetto al trim precedente, in calo.

Qui trovi il rapporto originale per verificare le affermazioni di tutte le parti in causa.

AdE

14/05/2014 13:28
 
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ContediCavour, 24/04/2014 17:24:

CASH



dev'essere finita la crisi e non me ne sono accorto....

Se tutti gli operai licenziati a causa della delocalizazione, hanno messo da parte 1.200.000€ in banca, allora conviene acquistare subito prima che aumentino nuovamente.


youtu.be/qgxeNTS_ZVY

pensandoci bene forse hanno ragione...ho appena acquistato 4 gomme per la mia auto...dopo undici anni. E le ho ordinate in germania.

Sono contento di aver contribuito alla ripresa dell'economia [SM=g6963] non mi ringraziate.
15/05/2014 10:08
 
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il fatto è che mette un articolo linkato, ma il parlato non sono quote, ma sue deduzioni che spesso non hanno a che vedere con l'articolo -.-

PIL: parla l'istat, ops...
15/05/2014 21:25
 
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Frank_Drebin, 15/05/2014 10:08:

il fatto è che mette un articolo linkato, ma il parlato non sono quote, ma sue deduzioni che spesso non hanno a che vedere con l'articolo -.-

PIL: parla l'istat, ops...




Peccato, brutto primo trimestre. Speriamo in un aggiustamento dal secondo in poi.
Ma ti riferisci a me quando dici il parlato spesso non ha a che vedere con l' articolo citato? [SM=g7840]
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