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La fine della bolla

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2015 09:29
28/04/2014 23:50
 
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Cedolare, fondi, edilizia pubblica e case popolari, detrazioni fiscali, bonus mobli, occupazione abusiva, ecco tutte le novità del piano casa varato dal Governo Renzi

Alcune arriveranno subito, altre partiranno dal 30 giugno. Sono molte le novità riguardanti gli immobili, sia per gli affitti sia per la proprietà. Un piano che mira da un lato a rivoluzionare totalmente il mercato immobiliare italiano che negli ultimi 5 anni è andato incontro a un vero e proprio crollo, dall’altro a rispondere alle necessità delle famiglie impoverite dalla crisi economica.

L’esecutivo ha stanziato 1 miliardo e 741 milioni che serviranno per raggiungere tre obiettivi:

il sostegno all’affitto a canone concordato,
l’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari,
lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale.

All’interno di questi obiettivi troviamo parecchi interventi. Le novità attive sin da subito riguardano:

la cedolare secca,
il bonus mobili,
le case popolari,
i morosi incolpevoli,
il fondo per l’affitto.

Il Governo ha poi tempo fino al 30 giugno per mettere a punto un nuovo piano che regoli la vendita degli immobili Iacp (Istituti autonomi case popolari). Entro fine anno infine verrà varato un provvedimento riguardante il recupero degli alloggi posseduti dagli stessi. Ma vediamole una per una queste misure.

Cedolare secca
Il piano casa varato dal Governo Renzi prevede una riduzione dell’aliquota sulla cedolare secca dall’attuale 15% al 10% che però riguarderà esclusivamente le locazioni a canone concordato e gli alloggi universitari. Il provvedimento sarà valido dal 2014 al 2017 e mira a incrementare l’offerta di affitti a canone ridotto e a ridurre quelli in nero.

A beneficiare di questo provvedimento inoltre non saranno solo i nuovi contratti, ma anche quelli già stipulati.

Fondi per i morosi incolpevoli e per il sostegno

Il primo obiettivo del decreto legge è fornire immediato sostegno economico alle categorie sociali meno abbienti che ad oggi non riescono più a pagare l’affitto. E proprio in risposta a tale emergenza è stato deciso di incrementare rispettivamente con 100 milioni il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e 226 milioni il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.

Le risorse destinate al primo saliranno dunque a 200 milioni (100 per il 2014 e 100 per il 2015), quelle per il secondo arriveranno invece a 266, spalmati però dal 2014 al 2020.

Quest’ultimo inoltre viene rimodulato e destinato anche alla creazione di strumenti a livello comunale (ad es. Agenzie locali) che svolgano una funzione “di garanzia terza fra proprietario e affittuario per i mancati pagamenti del canone per eventuali danni all’alloggio.”

Edilizia pubblica e case popolari
Il Governo ha stanziato:

400 milioni di euro per un piano di recupero di 12.000 alloggi ex IACP con adeguamento energetico,
impiantistico e antismico degli immobili
68 milioni di euro per il recupero di altri 2.300 alloggi per le categorie sociali disagiate
Offerta di acquisto di alloggi ex IACP agli attuali inquilini (il ricavo finanzia il recupero di ulteriori alloggi).
Nel recupero dell’edilizia pubblica sono dunque compresi gli interventi di risparmio energetico. Gli obiettivi di questa misura sono essenzialmente due: andare incontro alle esigenze delle famiglie disagiate con difficoltà abitative e rilanciare l’occupazione nel settore immobiliare.

Da sottolineare che gli alloggi recuperati verranno destinati ai nuclei familiari con basso reddito e con disabili.

Per quanto riguarda invece gli alloggi IACP, il Governo ha varato un piano di dismissioni degli alloggi pubblici cha dà la possibilità agli IACP di vendere le case abitate da inquilini che non posseggono i requisiti reddituali per usufruire di un alloggio sociale. È stato infine creato un fondo (113,4 milioni dal 2015 al 2020) che permetterà di concedere mutui agevolati che consentiranno agli affittuari di riscattare l’abitazione pagando una rata mensile pari al canone di locazione versato in passato.

Agevolazioni fiscali

Si prevede che per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a:
900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro.

Trascorso un periodo di sette anni inoltre, gli inquilini di alloggi sociali avranno la possibilità di riscattare l’immobile e parte del canone versato andrà in conto d’acquisto.

Il Governo ha deciso infine che:

I redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40 per cento per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.

Bonus Mobili
Il decreto stabilisce che la spesa per l’acquisto di mobili dopo una ristrutturazione, su cui sono previste detrazioni IRPEF potrà superare l’importo speso per la ristrutturazione stessa a patto che rimanga entro la soglia limite di 10.000 euro.

Occupazione abusiva
L’ultima misura annunciata dall’Esecutivo riguarda un forte contrasto all’occupazione abusiva di immobili pubblici. L’occupante infatti non potrà più richiedere né la residenza né l’accesso alle utenze pubbliche.

Effetto Renzi
Boom in borsa: nei primi tre mesi dell’anno Piazza affari è cresciuta del 15 per cento, molto più di Francoforte e Madrid. Chi scommette sull’Italia? E perché?

Il primo trimestre dell’anno è stato generoso per le borse occidentali. La (salomonica) previsione delle banche d’affari ad inizio anno stimava una crescita annua media del 10 per cento e l’indice eurostoxx delle piazze finanziarie del Vecchio Continente è perfettamente in linea: registra poco più di un +2,5 per cento dopo i primi tre mesi dell’anno.

A contribuire in modo decisivo a questa crescita è stato il listino italiano: il FTSEMIB infatti dal 1 gennaio a oggi è cresciuto del 15 per cento; molto più di quanto abbia fatto il teutonico DAX di Francoforte (+0,75%) ma anche molto meglio di un paese che per dimensioni, spread ed etichetta di “periferico” vale per l’Italia come pietra di paragone: il listino di Madrid, che segna un dignitoso (ma decisamente inferiore) +5,1%. La brillantezza del listino italiano ha diverse origini. Innanzitutto da qualche mese le piazze finanziarie dei paesi emergenti stanno subendo un richiamo di capitali dovuto all’inasprimento soft delle politiche monetarie americane e a diversi problemi locali che, dal Brasile alla Turchia, passando per la Russia e l’India, li rende oggetto di riflessioni preoccupate. Questi capitali, alla ricerca di rendimenti, trovano nella “periferia” dell’area euro un buon mix di valutazioni accessibili e rischio contenuto.

A mettere in luce l’Italia, all’interno di questo trend, c’è senza dubbio la sequenza ininterrotta di operazioni corpose, provenienti da investitori di dimensione mondiale: dagli acquisti di George Soros sul settore immobiliare allo shopping di BlackRock e Blackstone su Unicredit, Banca Intesa, MontePaschi e Versace, fino ai recenti investimenti cinesi su Eni ed Enel. Quando si muovono congiuntamente dei pezzi da 90 gli altri operatori tendono ad emulare, immaginando che se “vuolsi così colà dove si puote” un motivo ci dovrà pur essere.

Una delle ragioni non può che essere quantomeno la curiosità, se non la fiducia, che l’Italia stia intraprendendo realmente un percorso politico di cambiamento, di rinnovamento. La coincidenza di certe mosse degli operatori finanziari internazionali con la stagione delle nomine nella grandi aziende a partecipazione pubblica, ad esempio, non sembra essere un caso. Tra riforma del mercato del lavoro, snellimento della burocrazia e revisione delle logiche clientelari politica-industria, gli investitori hanno piazzato le loro fiche, valutando che il paese al momento gode – grazie al supporto della Bce – di una fase di minor tensione sul fronte del costo del debito e che il governo Renzi insisterà, tenendo il piede sull’acceleratore. Tanto che c’è chi parla di “effetto Renzi”.

Il risultato è una salita delle quotazioni borsistiche che, per quanto vistosa nel breve termine, riporta il listino milanese soltanto ai valori di inizio 2011, ancora lontani dai massimi: nel 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui americani, l’indice italiano era arrivato a valere il doppio di oggi. E andando ancora più indietro, al 2000 – prima della crisi delle dot.com – l’indice di Piazza Affari valeva circa due volte e mezza le quotazioni odierne. Se da una parte, quindi, non possiamo sederci sugli allori di capitali esteri che potrebbero andarsene come sono venuti, dall’altra la convergenza di riforme strutturali e di una politica monetaria accomodante ci autorizzano a pensare che la festa, dopo questo trionfale trimestre borsistico, possa essere solo all’inizio. Il governo deve dunque continuare a rimboccarsi le maniche, e lottare contro chi cerca di rimboccargli le coperte.





Fink (BlackRock): l'Italia rappresenta un'opportunità di investimento

L'Italia è un'opportunità di investimento. Il Paese sta cambiando in modo positivo e la discontinuità che si sta concretizzando, anche a livello politico, è utile e necessaria per il futuro del nostro Paese. È questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato da Larry Fink, numero uno di BlackRock, nell'incontro che si è tenuto oggi a Palazzo Mezzanotte e a cui hanno partecipato i manager di importanti società quotate italiane.

Il colosso americano del risparmio gestito ha scelto per la prima volta l'Italia, in particolare Milano, come sede per la consueta convention annuale, il Global leadership summit 2014, che riunisce i 150-200 più importanti top manager a livello mondiale del fondo Usa. Il meeting, rigorosamente a porte chiuse, iniziato oggi pomeriggio, durerà tre giorni. Al centro dell'incontro, secondo quanto appreso da Radiocor, le strategie globali di Blackrock, con una visione ampia e generale sugli investimenti a livello mondiale e un focus più specifico sull'Italia.
Prima dell'inizio del meeting, il numero uno di BlackRock ha incontrato a pranzo alcuni esponenti della piazza finanziaria milanese tra cui Gabriele Galateri Gabriele di Genola, presidente di Generali, Marco Tronchetti Provera, presidente e ad di Pirelli, Pietro Scott Jovane e Alberto Nagel, rispettivamente ad di Rcs e Mediobanca e Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi Group. Presenti anche Massimo Tononi e Raffele Jerusalmi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Borsa Italiana. Assenti i banchieri, ad eccezione di quelli di Piazzetta Cuccia: non risultano, infatti, aver partecipato all'incontro i numeri uno di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, Banco Popolare e Bpm.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-28/fink-blackrock-italia-rappresenta-opportunita-investimento-205020.shtml?uuid=...
[Modificato da ContediCavour 29/04/2014 00:03]
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