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Il tramonto degli immobiliaristi

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2013 10:37
16/03/2010 08:13
 
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Tiro al palazzinaro

Gli immobili di Ricucci tornano all'asta a meta' prezzo


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16/03/2010 08:46
 
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Re:
(sylvestro), 3/16/2010 8:13 AM:

Tiro al palazzinaro

Gli immobili di Ricucci tornano all'asta a meta' prezzo

Quindi è vero che crolla pure il pregio! [SM=g6957]

Case lusso, crollo prezzi top ma aumentano investimenti (Fonte: demaniore.com - 03/04/2009)

Marco
29/05/2010 11:14
 
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Il crack in multiproprieta'



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[Modificato da (sylvestro) 29/05/2010 11:14]
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04/06/2010 09:24
 
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(segue) Quel sogno dei tre mattoni


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14/06/2010 10:09
 
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Cosi' Ligresti e' caduto sul mattone


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[Modificato da (sylvestro) 14/06/2010 10:10]
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15/06/2010 19:07
 
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Ricucci tratta con Eurohypo per debito Magiste
15/06/2010

- Trattativa in corso tra Stefano Ricucci e Eurohypo, banca cui l’immobiliarista deve ancora 200 milioni di euro.
Il braccio di ferro con l'istituto tedesco - si legge su Milano Finanza - dura da anni.
Di fronte al congelamento delle attività della società Magiste di Ricucci, in seguito all'intervento dei magistrati penali e fallimentari, la banca aveva avviato una serie di azioni esecutive che hanno provocato la vendita all'asta di diversi immobili di Magiste.
I consulenti del gruppo immobiliare - lo studio legale Donato Bruno e, per la parte fiscale, lo studio Vitali Piccardi Romagnoli - meno di un mese fa hanno proposto a Eurohypo, assistita da Federico Sutti di Dla Piper, una rimodulazione del debito di tre anni, con pagamento immediato di 50 milioni e degli altri 150 milioni a scadenza con una formula bullet e la costituzione a favore della banca di una garanzia reale su tutti gli immobili del gruppo, pari a 290 milioni circa a valori di libro (certificati a fine 2009 dal perito del tribunale Enrico Laghi).
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31/07/2010 10:37
 
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Caltagirone, perdita netta a 12,4 milioni
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22/04/2011 08:18
 
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Prelios: bilancio 2010 in perdita per 95,3 mln

21/04/2011

- L’assemblea degli azionisti di Prelios, riunitasi oggi, ha approvato il bilancio dell’esercizio 2010 che si è chiuso con una perdita netta di circa 95,3 milioni di euro a livello consolidato (-104,3 milioni nell’esercizio precedente) e di circa 133,5 a livello di bilancio d’esercizio (-95,2 milioni nel 2009).
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04/05/2011 18:21
 
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Ve lo ricordate quando pendevamo dalle labbra di questi due signori qui per interpretare l'andamento del mercato ... [SM=g1750163] [SM=g7628]


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20/07/2011 20:07
 
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[Modificato da (sylvestro) 25/02/2012 08:48]
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Immobiliarista Casale condannato a 4 anni per bancarotta fraudolenta

07/03/2012



Condannati a 4 anni di reclusione l'immobiliarista Vittorio Casale e a 3 anni e 8 mesi l'imprenditore Francesco Vizzari, coinvolti nell'inchiesta che li vede accusati a vario titolo, insieme all'imprenditore Gianguido Bonatti, di bancarotta fraudolenta aggravata patrimoniale e documentale.

La sentenza è stata emessa per i due imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato dal giudice per l'udienza preliminare Luigi Gargiulo, che ha inflitto loro pene più alte dei 3 anni e 5 mesi chiesti dal pubblico ministero Gaetano Ruta.

Casale, noto per aver importato in Italia il gioco del Bingo, era finito in carcere il 14 giugno scorso e poi aveva ottenuto gli arresti domiciliari.

Il procedimento riguarda il fallimento di quattro società del gruppo immobiliare Operae spa che, dopo aver realizzato cospicue plusvalenze e distribuito i dividendi, ha omesso di versare le imposte, accumulando un debito per oltre 20 milioni.

Gli imputati, poco prima che venisse dichiarato il fallimento, per evitare le procedure esecutive su altre aziende operative a loro riconducibili, avrebbero fraudolentemente trasferito le quote di tali società a una società inattiva, la Skt, dsi cui era titolare Bonatti.

Nell'ambito dello stesso procedimento lo scorso 12 dicembre è stato rinviato a giudizio l'ex presidente del Siena calcio Giovanni Lombardi Stronati, che secondo la procura nel 2005 avrebbe concorso con Casale nella distrazione di 12 milioni dalle casse della società Operae parlamento facente parte del gruppo immobiliare Operae spa.

In base alle accuse, Lombardi Stronati prima ha firmato con Casale un contratto preliminare da 75 milioni per l'acquisto di un immobile in piazza del Parlamento a Roma, poi ha concordato con l'immobiliarista di far concludere la compravendita a Banca Italease per 87 milioni, facendosene retrocedere 12, giustificati contabilmente con una fattura falsa.

Con lui sono a processo anche due soci del gruppo, Sabina Di Placido e Salvatore Tiozzo, il il fiscalista Gino Zannelli e Bonatti.
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07/03/2012 18:51
 
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Caltagirone ha un problema: il suo mattone non vale abbastanza

Andrew Sentance



E se il mattone su cui si basa l’impero di Caltagirone non fosse così solido? Al 2010 la Immobiliare Caltagirone valuta complessivamente le sue proprietà a 600 milioni di euro, che corrispondono a un ritorno sul capitale investito soltanto del 3 per cento. La società, scrive Andrew Sentance, analista finanziario indipendente, deve ripagare mutui per 79,7 milioni entro il 2015, un’impresa non facile con gli attuali flussi di cassa, pur avendo un tasso d’interesse medio sui prestiti delle banche dell’1,8 per cento. Per questo dovrà chiedere agli istituti una moratoria, o di mettere nuovamente mano al portafoglio.

7 marzo 2012 - 16:09

E se il problema di Francesco Gaetano Caltagirone fosse l’immobiliare, e non le partecipazioni in Generali e Monte dei Paschi? Forse il mattone non è l’investimento più solido dell’impero del costruttore romano, ed è per questa ragione che Caltagirone è entrato nel capitale delle banche: oltre che per mantenere buone relazioni e avere un accesso costante al credito, non ci sarebbe altra via per ripagare i debiti relativi alle sue società immobiliari.


Prendiamo alcuni numeri della Immobiliare Caltagirone (ICal). Gli attivi della società ammontano a 713 milioni di euro, dei quali 601 legati alle proprietà, 21 in quote societarie e 62 in prestiti, in gran parte con le parti correlate. Poi ci sono i diritti d’usufrutto degli immobili per altri 24 milioni. Il debito nei confronti delle banche è di 308 milioni, rispetto a un capitale proprio che ammonta a 306 milioni di euro e altri 77 milioni di prestiti dalle società collegate.
Veniamo ai profitti e alle perdite.

Una specificazione: questi non corrispondono esattamente ai conti di ICal, poiché l’analisi verte sul surplus necessario a ripagare il debito. Nel 2010 gli affitti hanno generato 24,5 milioni di euro, pari al 4% del valore delle proprietà. La società ha versato 4,8 milioni di costi associati e 5,6 milioni di interessi, il che significa un utile pre tasse di 14,1 milioni di euro. Tolta l’Ires al 27,5% e l’Irap al 4,97%, rimangono 9,6 milioni di euro, cioè l’1,6% del valore degli immobili. Il tutto mentre gli interessi medi sul debito ammontano soltanto all’1,8% senza alcun accantonamento per “rinfrescare” gli edifici. E il ritorno sul patrimonio netto sarebbe soltanto del 3,1%. Considerando un ritorno del 3,1% è difficile comprendere come sia possibile una valutazione degli immobili pari a 600 milioni di euro, e dovrebbe avvicinarsi più a 450 milioni di euro. A questi livelli il ritorno infatti sarebbe un più accettabile 6,8 per cento.

Nel bilancio la società spiega poi che deve ripagare mutui per 15 milioni di euro nel 2011 e per altri 79,7 milioni entro il 2015. Guardando alle cifre di cui sopra, non sembra un’impresa facile riuscire a generare una cassa sufficiente a raggiungere questo obiettivo. Un altro anno come il 2010 significa un deficit di 5,4 milioni di euro, mentre guardando a un orizzonte di 5 anni il capitale medio da ripagare è di 15,9 milioni di euro l’anno. Un gap ancora più grande, anche con un tasso agevolato dell’1,8 per cento. In altri termini, Immobiliare Caltagirone con ogni probabilità chiederà una moratoria alle banche oppure il gruppo dovrà trovare un’altra fonte di finanziamento.

Il ragionamento, come detto, riguarda numeri ipotetici, molto differenti da quanto sta scritto in bilancio, che evidenzia un utile minimale (410mila euro nel 2010, 257mila nel 2009), ma un flusso di cassa elevato per via delle deduzioni sugli ammortamenti, pari a 13,9 milioni nel 2010 e a 13,3 nel 2009. Numeri in ogni caso sotto il livello necessario per ripagare l’ammortamento del debito richiesto.
ICal, insomma, ha sempre bisogno dell’ossigeno finanziario delle banche e di nuovi prestiti.

Il fabbisogno forse sarà basso nel caso in cui gli immobili non avranno bisogno di nuovi restauri e riparazioni, in caso contrario saranno sempre gli istituti di credito a dover nuovamente aprire il portafoglio.


*analista finanziario indipendente
[Modificato da (sylvestro) 07/03/2012 18:52]
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08/03/2012 13:48
 
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Miti che crollano
Anche le archistar vanno in rovina


Miti che crollano, le archistar vanno in rovina.pdf - 618.3 KB
[Modificato da (sylvestro) 08/03/2012 13:50]
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30/03/2012 19:38
 
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Hong Kong: arrestati i re del mattone, il titolo perde 6 mld in una seduta

30/03/2012



I fratelli del mattone di Hong Kong a capo del Sun Hung Kai colosso immobiliare da 250 miliardi di dollari di capitalizzazione, sono stati arrestati con l'accusa di corruzione.

La notizia, lanciata da Reuters, è subito rimbalzata sui mercati finanziari con il titolo della società crollato del 12,6% accusando la maggior perdita degli ultimi 14 anni: in una sola seduta sono stati bruciati 5,8 miliardi di dollari.

Una storia, quella dell'arresto dey tycoon Thomas e Raymond Kwok da parte la commissione anti-corruzione (Icac), che evidenzia anche i forti legami tra imprese e politica nell'ex colonia britannica.

L'arresto è stato eseguito quattro giorni dopo le elezioni governative che hanno designato la vittoria di Leung Chun-ying come capo esecutivo nella Regione ad amministrazione speciale.
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02/05/2012 17:22
 
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Infrazione di passi falsi

Distraiamoci un attimo, leggiamo la "Gazza".

Roma choc: Toti molla il basket "Ora qualcuno si faccia avanti"
di Mario Canfora
ROMA, 4 maggio 2012
«Cercasi acquirenti. Il presidente: "Di sicuro io la squadra non la faccio, nè venderò il titolo. Aggiungo un particolare: mi aspetto compratori perché la società non la regalo e non sarà neppure un problema ricevere i soldi subito[SM=g1749704]

«La città merita una squadra di alto livello, che possa competere con Siena, Milano, Cantù, Bologna. Quindi, investimenti di una certa importanza che io non sono più in grado di garantire. In 12 anni ho fatto tanto, abbiamo lottato per grandi traguardi, giocato contro le migliori squadre d’Europa. Ma il mio settore, quello dell’edilizia, nel 2011 ha licenziato 25mila persone. E questi numeri mi hanno fatto riflettere. Restare con un budget ridotto? Non lo accetto, non è nella mia mentalità».


Per chi non lo sapesse, Claudio Toti è il presidente della "Lamaro Appalti S.p.A.", noto palazzinaro romano.

fabio
14/05/2012 07:54
 
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Prelios, più PRE che Elios

L'editoriale di Guglielmo Pelliccioli
03/09/2012, 17:23 | Italia | Prelios S.p.A.

Prelios, più PRE che Elios: almeno per ora! Il caso di Prelios è il paradigma del sistema industriale del mattone in Italia. Dopo i fasti di una crescita esagerata (soprattutto dal credito facile concesso dalle banche) è arrivato il contraccolpo della crisi finanziaria mondiale, che si è abbattuto sulle imprese del real estate, mettendone a nudo i problemi legati all’eccessivo indebitamento.

Con l’aggravante dell’operare in un momento di crisi tale che la gestione corrente non è più in grado di sostenere neppure i costi del debito e il rimborso degli interessi. Nelle condizioni di Prelios, evidenziate chiaramente dai risultati negativi della semestrale presentata nei giorni scorsi, vi sono più o meno tutte le società italiane focalizzate nell’immobiliare.

La vera urgenza di questa congiuntura, prima di parlare di ripresa, diventa quindi per tutti mettere i conti in sicurezza: con la ristrutturazione del debito e/o con l'iniezione di nuova liquidità. Prima ancora però occorre avere il coraggio di prendere consapevolezza di valori che non risultano più coerenti con il nuovo scenario; in altri termini la parola magica anche se amara, anzi amarissima, è svalutare. Anche se si rischia di dovere costruire la continuià aziendale su altre basi come ha fatto con coraggio Paolo Bottelli, AD da poco più di un anno della ex Pirelli Real Estate. Certo serve una buona dose di sangue freddo ma anche di onestà verso se stessi, gli stakeholders, la pubblica opinione, i media.

... continua al link originale ...
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25/05/2013 10:20
 
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Coppola, il Tribunale di Milano dichiara il fallimento per Immobiliare 2004 (Fonte: notiziarioitaliano.it - di Emilio Randacio - 24/05/2013)

Debiti tributari per oltre 270 milioni di euro, respinta la domanda di concordato preventivo. Per l'ex gruppo Coppola lo stato di insolvenza porta al fallimento. Nelle trattative per scongiurare l'epilogo è rientrata anche la vendita di un aereo Falcon.

MILANO - La seconda sezione civile del Tribunale di Milano ha dichiarato inammissibile la domanda di concordato preventivo presentata da Gruppo Immobiliare 2004 (ex gruppo Coppola) e ne ha dichiarato il fallimento. La dichiarazione di fallimento è arrivata su richiesta di Equitalia Nord, avvenuta lo scorso 20 febbraio, dopo che il gruppo aveva tentato più volte una conciliazione col Fisco. La società che riscuote i tributi si era rivolta ai magistrati in quanto creditrice per oltre 272 milioni di euro nei confronti di Immobiliare 2004. Nel dettaglio "217.115.899,15 euro per tributi, 32.657.308,89 euro per interessi di mora, 22.477.863,05 euro per aggio e 21.340,89 euro per diritti di notifica". Sono stati nominati curatori fallimentari Carlo Bianco, Pierluigi Benigno e Fabrizio Torcellan. Il giudice delegato è invece Filippo d'Aquino.

Nella sentenza si legge che "risulta evidente lo stato di insolvenza" del Gruppo Immobiliare 2004 "alla luce del fatto che non è in grado con mezzi ordinari di pagamento di onorare gli ingentissimi debiti tributari, quanto meno in relazione ai debiti per i quali non vi è stata sospensione in sede di giustizia tributaria, debiti che ammontano quanto meno a 51.231.884,32 euro". Secondo il Tribunale, "il mancato pagamento dei debiti tributari è indice inequivocabile dello stato di insolvenza della resistente". Nelle sentenza, inoltre, si ricorda che "il gruppo Coppola, in liquidazione, aveva presentato una proposta di transazione
fiscale" che aveva ricevuto l'assenso da parte dell'Agenzia delle Entrate. Una proposta che contemplava debiti verso il fisco di 210 milioni; tuttavia, "alla data del 13 febbraio 2012" il gruppo Immobiliare "non ha adempiuto alla transazione fiscale" approvata, presentando due nuove proposte di transazione fiscale.

Si è arrivati così al 19 dicembre 2012, cioè alla richiesta di fallimento da parte di Equitalia nord spa. Dopo quella richiesta, la società ha depositato una ulteriore proposta di transazione fiscale. "Nella proposta", si legge, "viene offerto il pagamento di 54.613.111,13 euro complessivi, di cui 42.000.000,00 euro a carico di gruppo Immobiliare". Per conferire "ulteriore serietà alla nuova proposta di transazione" la società "ha prodotto documentazione attestante la stipula di un contratto preliminare di compravendita di un aeromobile (Falcon 900exy) per il valore di 20.400.000,00 di dollari". L'Agenzia delle Entrate, tuttavia, "soprattutto alla luce dell'inadempimento mostrato dalla resistente in relazione alla precedente transazione fiscale non onorata" ha reputato "che le garanzie offerte, compresa la vendita dell'aeromobile, non apparissero sufficienti".

La risposta della società. Gruppo Immobiliare 2004 S. p. A. è stata fatta fallire per 270 milioni di debiti fiscali "sub judice", 220 milioni di quali sono stati impugnati e sospesi dal giudice tributario mentre per i restati 50 milioni c'era la richiesta di rateizzarne il pagamento, ma l'Agenzia delle entrate, dopo "aver ventilato" la possibilità di accordare la rateizzazione, "ha inspiegabilmente mutato atteggiamento". Questa la replica di Danilo Coppola alla sentenza del tribunale di Milano che ha dichiarato il fallimento della società del gruppo Coppola Gruppo Immobiliare 2004.

In una nota Coppola sottolinea che l'"asserito" credito di 270 milioni "proviene esclusivamente da avvisi di accertamento talmente infondati" che sono stati impugnati e sospesi dal giudice per 220 milioni. I rimanenti 50 milioni circa, anch'essi impugnati e per i quali l'udienza per la sospensione è fissata al prossimo 24 giugno, "riguardano un'operazione di acquisto e vendita di titoli con una plusvalenza di circa 5 milioni di euro; tramite il solito avviso di accertamento, l'Agenzia delle Entrate ha richiesto 50 milioni di euro, non tenendo conto del costo di acquisto delle stesse azioni".

Coppola ricorda inoltre che del debito di 210 milioni sospeso, 160 milioni sono già stati pagati, da qui la richiesta di rateizzare i restati 50 milioni non accettata dall'Agenzia delle Entrate. "Come già avvenuto oramai più volte - conclude Coppola - dimostreremo presentando opposizione al fallimento, che la società non è insolvente e non doveva fallire, sottolineando che la società per cui oggi si è dichiarato il fallimento non ha altri creditori che possano giustificare una decisione di questo genere".
[Modificato da marco--- 25/05/2013 10:37]
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