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Trentino Alto Adige - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2016 08:44
18/04/2016 08:44
 
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La crisi del mercato edilizio trentino (Fonte: ladigetto.it - di Nadia Clementi - 16/04/2016)

Il mercato edilizio Trentino non gode certo di buona salute e si lascia alle spalle un 2015 da dimenticare.
Da una parte il prezzo di mercato si è abbassato: nel mese di dicembre dell’anno scorso gli immobili in vendita costavano in media € 2.631 per metro quadro, contro i € 2.762 registrati il mese di dicembre 2014 (con una diminuzione del 4,72% in un anno).

Dall’altra le aziende edili che rimangono i grandi malati della crisi economica con poco lavoro, pochi guadagni e sempre più dipendenti a casa.
E quando anche i licenziamenti non bastano arriva la chiusura definitiva dell’azienda.

Quello dei fallimenti è un altro settore in cui il Trentino detiene un record davvero difficile da invidiare: nel corso del 2015, infatti, le aziende fallite hanno raggiunto la quota preoccupante di 100.
Si tratta di un vero e proprio record, con un incremento notevole rispetto agli 84 registrati nel 2014; un dato difficile da digerire se si pensa che nel resto d’Italia è stato registrato un calo del 5%.
Prima della crisi nel 2008 erano stati 28 e non bisogna essere esperti di marketing o finanza per capire che questo significa fallimenti triplicati nel giro di 7 anni.

La maggior parte delle aziende che hanno chiuso battenti nell’anno appena concluso sono proprio quelle che operano nel mattone: sono caduti nomi storici del settore come le Costruzioni Iobstraibitzer Srl, Adige Bitumi, Garbari, Rossaro, Giordani, Costruzioni Grosselli srl, Quadro Immobiliare srl, Ventura immobiliare srl, Quadro Uno Costruzioni. Quest’ultima al centro della galassia che faceva capo all’imprenditore Alberto Grassi, indagato insieme ad altre due persone per una bancarotta da 7 milioni di euro.
Secondo gli esperti la situazione è davvero poco incoraggiante e il Trentino non ha ancora intercettato la timida ripresa che l’Italia sta registrando.

L’unico dato positivo, emerso nell’ultimo semestre, è rappresentato da un più 6% nella compravendita del settore residenziale, la prima volta dopo anni di stagnazione, annunciato dai vertici di Fimaa Trento (Associazione degli Agenti d’Affari in Mediazione della PAT).
Si tratta comunque di un risultato amaro in quanto perdura la crisi per i settori dell'edilizia commerciale, artigianale e industriale, con un valore dei capannoni che è crollato anche del 50%.
Le richieste di locazione aumentano soprattutto su due fronti: le case di fascia alta richieste dai ceti più abbienti toccati solo in parte dalle difficoltà economiche e gli affitti per studenti fuori sede finanziati dai genitori e disposti a spendere qualcosa in più per stare vicino al centro storico.
Di questa difficile situazione ne abbiamo parlato con l'imprenditore edile Mirko Pellegrini titolare della Mak Costruzioni diventata in pochi anni la più grande azienda edile del Trentino.



Signor Pellegrini, secondo Lei come è possibile contrastare la crisi economica data la difficile situazione del settore edile?
«Sono convinto che viviamo da anni al di sopra delle nostre possibilità ma è giunto il momento di esserne consapevoli, dobbiamo avere il coraggio, la lucidità e l’umiltà di prenderne atto. Secondo me gli ingredienti per superare la crisi sono la pazienza, la perseveranza, il credere nei propri obiettivi e portarli a compimento, proiettando la propria azienda con uno sguardo verso il futuro.
«Oggi più di prima l'imprenditore deve essere, non solo un buon manager, ma anche un buon leader capace di motivare i propri collaboratori, negoziare con i partner e farsi percepire come soggetto sicuro ed affidabile. Ciò significa possedere delle caratteristiche di credibilità che provengono dalla terra e dai valori ricevuti dalla famiglia.
«Mi sento orgoglioso e fortunato della crescita della mia impresa. Per quanto mi riguarda i segnali di ripresa ci sono, e arrivano in particolare dalle banche che riprendono a concedere crediti alle aziende capaci di mettersi in gioco come la nostra.»

Lei personalmente come percepisce la crisi e con quali previsioni per il futuro?
«Sono fiducioso e ottimista che ci sarà una ripresa del mercato nei prossimi anni, sebbene consapevole che la crisi è presente, e ciò lo dimostrano le numerose aziende comprese quelle artigiane in cerca di lavoro. A fine anno si stimano 2000 o più persone disoccupate e, tra queste, non solo extracomunitari ma anche tantissimi trentini.
«A dimostrarlo sono i più di mille curriculum pervenuti lo scorso anno presso la mia azienda. D'altro canto non è sempre possibile aiutare amici e conoscenti o persone disperate in cerca di un occupazione e disposte a fare qualsiasi tipo di lavoro.»



Perchè secondo Lei in Trentino si sono registrati tanti fallimenti?
«La crisi di lavoro con la scarsità di commesse è stata devastante, nessuno era preparato nonostante gli sforzi della Provincia Autonoma di Trento ad ammortizzare l’impatto. Inoltre il mondo che conoscevamo è cambiato radicalmente nell’ultimo decennio: la tecnologia e la globalizzazione hanno fatto soccombere le imprese edili trentine, che non hanno voluto stare al passo con i tempi e confrontarsi con realtà imprenditoriali più moderne da fuori provincia.»

Lei è titolare della Mak Costruzioni che conta nel suo organico più di centocinquanta dipendenti, qual è il segreto di questa crescita?
«La Mak Costruzioni srl nasce nel 2004 a Palù di Giovo come piccola impresa familiare. Negli anni che seguono, affronta periodi di forte sofferenza, ma grazie alla tenacia e all'intraprendenza mia, di mio fratello Andrea e dei nostri collaboratori, è diventata in poco tempo una realtà di successo nel mondo dell'edilizia locale.
«Più nello specifico, l'impresa svolge la sua principale attività nelle costruzioni, nella ristrutturazione e nelle manutenzioni di edifici civili, industriali e alberghieri operando sia nel privato che negli appalti pubblici.
«Nel 2013, in controtendenza rispetto ai segnali che dava il mercato, abbiamo voluto impegnarci ancora di più, investendo su noi stessi con la realizzazione della nuova sede a Lavis: un investimento oneroso, ma che ci ha dato nuovi stimoli e aperto nuove possibilità di crescita. Tale sede, realizzata in classe energetica B e arredata con oculatezza ma funzionalità, ci offre 1.300 mq tra uffici e magazzino con sistemi di illuminazioni automatica.
«Infine una particolare attenzione è stata dedicata al confort e alla sicurezza dei nostri dipendenti e collaboratori, che sono la nostra vera risorsa. Ad oggi, infatti, grazie alla sinergia del lavoro di squadra la Mak è passata da un fatturato di 200mila euro a 25milioni di euro l'anno occupando 140 dipendenti tra amministrativi, tecnici e operai di cui il 40% stranieri (quasi tutti provenienti dall’Est europeo) e il restante trentini.»



«Mi sento di affermare che nonostante la forte recessione del mercato, l’azienda è cresciuta anche dal punto di vista del capitale umano in termini di formazione e qualificazione professionale: prima di tutto la Mak vuole essere un’impresa fatta di persone motivate e competenti, in grado di supportare i professionisti e la committenza nelle scelte relative alla realizzazione delle loro costruzioni.
«Essa è percepita come squadra nella quale ognuno ha la propria funzione nel raggiungimento dell’obiettivo condiviso. Si lavora in gruppo cercando sempre di dare il massimo in ogni momento della giornata. Ed è questa la forza della nostra squadra, dove tutti sono coinvolti e hanno grandi soddisfazioni dal lavoro che svolgono.
«Punto di forza della Mak Costruzioni è altresì l’utilizzo di moderne attrezzature digitali: un’ampia gamma di soluzioni dalla progettazione alla realizzazione; impegno, affidabilità e riservatezza per ogni iniziativa; monitoraggio dei processi di lavorazione e ottimizzazione dei risultati. In sintesi organizzazione e controllo.
«Per realizzare tutto questo ci avvaliamo esclusivamente di manodopera specializzata, costruiamo per contribuire attivamente allo sviluppo degli standard qualitativi del mercato immobiliare, rendendolo accessibile e conveniente.
«Abbiamo associato la qualità dei materiali, delle finiture ed in generale dell’immobile alla convenienza, intesa come miglior prezzo per tipo di abitazione offerta, con lo scopo di dare il meglio al giusto prezzo. Questo non è altro che il cuore della Mak Costruzioni.»

Cosa significa secondo Lei essere imprenditore: si nasce o si diventa?
«Credo onestamente che buona parte delle caratteristiche che un imprenditore deve possedere, quali la capacità organizzativa e di dialogo con i diversi partner di un’azienda, faccia parte del patrimonio genetico di una persona.
«Devo però ammettere che la vera scuola la fa il lavoro quotidiano, specie in momenti di crisi come questo, dove ogni giorno impari, talvolta anche a tue spese cosa significhi veramente essere imprenditore.»



Che consiglio si sente di dare ai giovani che sognano di gestire una propria attività da imprenditori?
«Innanzitutto è indispensabile avere un progetto di vita, alzarsi presto al mattino e sentirsi il leader della squadra assumendosene in toto la responsabilità.
«Avere le idee chiare è fondamentale per migliorarsi e ottenere buoni risultati. Il primo passo per chi ambisce a diventare imprenditore è non temere di affrontare ostacoli sempre più alti.»

Perché ha scelto di fare l’imprenditore?
«L'attività edile è stata un’eredità acquisita dai miei genitori. Alla fine degli studi ho lavorato per una decina di anni come Guardia forestale, ma poi con mio fratello ingegnere abbiamo deciso di investire sull'attività edile familiare rischiando per conto nostro.»

Nella sua impresa sono importanti le tecnologie innovative. Come contribuiscono a realizzare la missione della vostra impresa?
«L’edilizia è un’arte, prima ancora di un investimento, che si basa sull’equilibrio perfetto di vari fattori, ovvero: cosa, dove, come, materiali, ambiente e tecnologie. Fin dai primi anni di attività abbiamo integrato nei nostri processi aziendali tutti i canoni dell’edilizia moderna capaci di rispondere tempestivamente alle richieste del mercato, ideando soluzioni su misura con il massimo risultato dal punto di vista architettonico, energetico e ambientale. In primis domotica in classe A o A+ e qualità al miglior prezzo.
«La nostra politica aziendale prevede inoltre di essere precisi e puntuali con le consegne e i pagamenti, controllando ogni mese al centesimo i nostri bilanci poiché l'affidabilità risulta fondamentale per la garanzia dei finanziamenti da parte degli istituti di credito.
«Ad oggi abbiamo in attivo numerosi appalti pubblici rilevati da aziende che hanno dovuto ridurre o chiudere la loro attività. Stiamo realizzando i nuovi uffici comunali di via Bronzetti, la nuova scuola materna di Civezzano, la piscina di Ronzone, l'ospedale di Mezzolombardo, poi ancora case ITEA a Dro, Arco e Cognola etc. Sono più di 28 i cantieri attivi tra pubblici e privati in Trentino, Alto Adige e Veneto: un impegno di lavoro che ci occupa dalla mattina alla sera tutti i giorni della settimana.
«Per fare una buona impresa è comunque fondamentale non solo l'investimento tecnologico ma la serietà, la trasparenza e la fiducia che si riesce ad infondere. »



Avete riscontrato difficoltà nelle gare degli appalti pubblici? Se sì, quali e in che modo?
«Le gare pubbliche in questi ultimi anni hanno avuto una notevole contrazione e sono uscite quelle di un certo importo, con il metodo dell’economicamente vantaggioso o integrate comportando un rilevante investimento economico delle imprese partecipanti a fronte di una bassissima probabilità di vincita.
«Inoltre per le imprese non si ha più la possibilità di definire una programmazione aziendale, visti anche i tempi per l’aggiudicazione, mediamente più di un anno, e poi per gli inevitabili ricorsi, dovuti da bandi non sempre corretti e commissioni di gare che commettono talvolta errori di valutazione.
«Nel 2015 abbiamo partecipato a 65 gare pubbliche in Trentino Alto Adige e Veneto vincendone soltanto 4 con un investimento complessivo di circa 100mila euro.»

L’investimento nel mattone è il più sicuro o non è più così?
«Comprare casa è sempre stato il modo più sicuro di impiegare il risparmio. Del resto le alternative si sono spesso rivelate disastrose per i risparmiatori.»

Quali sono le principali problematiche che le aziende edili e immobiliari si sono ritrovate ad affrontare dal 2008, anno della crisi, ad oggi?
«La crisi è sicuramente generata da concause. Ma, quella più incalzante è la burocrazia che, oggi più che mai, mette un freno costante e consistente all'economia edile e a tutto il suo indotto.
«Le disposizioni previste dai Regolamenti Regionali impongono agli addetti ai lavori la redazione di progetti dettagliati e un'esasperante procedura burocratica per l'ottenimento dell'autorizzazione che spesso non è rilasciata nei tempi previsti, mettendo così in crisi l'impresa di costruzione e il committente.
«Questo è un tema sul quale noi chiediamo alle Istituzioni pubbliche di cambiare marcia anche agendo direttamente contro chi rallenta queste procedure. Per una licenza edilizia a Trento spesso si deve aspettare oltre due anni senza dunque avere certezza di cosa si potrà costruire, mentre le pratiche fuori Provincia vengono evase con modalità efficienti e in tempi ragionevoli.»



Secondo Lei quali sono le responsabilità della politica e della burocrazia in questa crisi?
«Il problema è che la politica non ha mai concesso una particolare attenzione al nostro settore, per questo appare totalmente impreparata ad affrontare la crisi, non sa come agire e quindi piuttosto di sbagliare non agisce.
«I risultati negativi di oggi, quindi, non possono essere considerati soltanto come frutto (amaro) di una crisi economica generalizzata, ma in parte sono stati aggravati dalla mancanza di correttivi legislativi utili a fare barriera contro la recessione.
«Come affermato nella risposta precedente i tempi medi che intercorrono tra la domanda di concessione e l’autorizzazione non sono inferiori ai due anni e questo crea ulteriori e serissimi problemi alla programmazione degli investimenti in edilizia.
«La burocrazia rappresenta uno dei problemi più evidenti con i quali ci dobbiamo confrontare e si traduce sia in un costo enorme sia in un mancato guadagno per le pubbliche amministrazioni. In un momento come questo, dove sono pochi coloro che hanno il coraggio di aprire nuovi cantieri, certi ostacoli sono davvero incomprensibili.
«In sostanza, come da tempo sottolineato, i costruttori altro non chiedono se non la possibilità di avere un rapporto proficuo con le istituzioni, nel quale la riduzione dei tempi è strategica per la programmazione degli investimenti.»

In che modo l'Associazione nazionale costruttori edili a Trento affronta la crisi?
«Gli imprenditori non chiedono altro se non di lavorare. L’unione fa la forza e così, anche se stretti da una crisi senza precedenti, le imprese del comparto edile unite in ANCE cercano di reagire facendo filiera, provando, non solo a resistere sul nostro territorio, ma anche a competere per lavori importanti fuori regione.
«Cerchiamo quindi di mantenerci ottimisti.»
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