"È UN FLAGELLO per le banche. Un’onta da coprire e in qualche caso nemmeno denunciare, anche di fronte a perdite considerevoli. Il fronte dell’omertà, però, si è incrinato in gran segreto qualche mese fa, grazie alla denuncia di un istituto di Brescia, e ora il flagello rischia di dar vita a un terremoto giudiziario dalle conseguenze difficili da circoscrivere. È la truffa dei mutui gonfiati, prestiti ipotecari per l’acquisto di prime case, accesi sulla base di perizie di comodo, false buste paga e prestanome. A giugno se ne parlò nel ponente ligure, dopo la scoperta di un raggiro del valore di circa sei milioni di euro, che portò a otto arresti disposti dalla Procura di Sanremo. Briciole, secondo indiscrezioni, rispetto a quanto scoperto nel capoluogo ligure e nella riviera di Levante dalla Procura di Genova.
Una decina di indagati almeno, tra intermediari nel settore immobiliare e professionisti ben introdotti nel sistema creditizio, una cinquantina almeno di operazioni di compravendita sospette finite sotto inchiesta e un centinaio di milioni di euro di perdite stimate da almeno tre banche.
È questo il primo bilancio, top secret, di una maxi inchiesta della Procura della Repubblica genovese, condotta dal sostituto procuratore Francesco Pinto e affidata al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Una frode che, pur essendo iniziata nell’estremo ponente ligure, ha impiegato pochissimo a diffondersi in tutta la Regione e a sbarcare nel Tigullio. D’altronde nella riviera di Levante, specie nell’entroterra e nelle località più isolate sulle alture, non mancano i rustici, per non dire ruderi, buoni per mettere in atto i raggiri ideati dall’organizzazione criminale sotto inchiesta.
Ma andiamo con ordine. Il sistema individuato dagli inquirenti, che avrebbe avuto prime conferme sulla base dell’analisi, tuttora in corso, dei documenti acquisiti dalle Fiamme gialle nei giorni scorsi, era tanto complesso quanto efficace. Di fatto, l’organizzazione accendeva mutui e prestiti ipotecari per l’acquisto di alloggi e auto di lusso, senza saltare alcun passaggio. Ottenuti i finanziamenti, il denaro confluiva sui conti correnti della banda.
Dopo un paio di mesi i prestanome che avevano sottoscritto i contratti, presentando documenti e buste paga contraffatti, non onoravano le rate dei mutui e quando le banche avviavano le procedure per esercitare le ipoteche scoprivano che il valore degli immobili non corrispondeva a quello indicato nelle perizie. Valutazioni che risultavano gonfiate grazie alla compiacenza, se non proprio alla diretta complicità, di alcuni liberi professionisti."
Finalmente il comportamento dell'Agente immobiliare che prima era considerato normale, e cioè la sopravvalutazione degli immobili, oggi è considerato TRUFFA
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