29/09/2016 07:58 |
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Direttore Omise: "Un mercato immobiliare che si attesti intorno alle 500-600 mila compravendite è il più idoneo a un Paese come l'Italia" (Fonte: idealista.it - 28/09/2016)
Il 2016 è un anno di svolta per il mercato residenziale che registra anche nell'ultimo trimestre crescite a due cifre delle compravendite. E anche se difficilmente si raggiungeranno i livelli del 2006, con 800mila transazioni, "un livello di 500-600mila compravendite è il più idoneo a un Paese come l'Italia", dove a cambiare è la domanda abitativa. E dove, però, "il patrimonio immobiliare non è idoneo a rispondere alle mutate esigenze". A dirlo è Gianni Guerrieri, direttore centrale dell'Osservatorio sul Mercato Immobilare dell'Agenzia delle Entrate (Omise), intervistato da idealista news.
"Il mercato residenziale è cresciuto di circa il 23%, ma tutto il mercato immobiliare ha visto un + 21,8%. Il dato è importante perché segnala che c'è stato un salto, perché siamo arrivati a una crescita a due cifre. Il picco delle compravendite di 800mila unità del 2006 difficilmente sarà raggiunto, perché sono diversi i contesti e forse non c'è neanche bisogno"
"Ma un livello di mercato che si attesti intorno alle 500-600mila compravendite, questo è un mercato idoneo per un Paese come l'Italia. Ciò sia perché c'è una fascia di popolazione che ha ancora bisogno di un'abitazione principale, sia per il naturale ricambio che ci può essere nel corso di una vita."
Il mercato capace di rispondere alla domanda abitativa?
"Sulla domanda abitativa influiscono sia i fabbisogni derivanti dall'allungamento della vita (molti anziani rimangano in due o da soli) sia dal fatto che ci sono molte famiglie mononucleari e questo spinge a un fabbisogno abitativo transeunte. Non è più la famiglia che si forma e rimane insieme per trent'anni, ma è transitoria. Le abitazioni non sono idonee alle attuali esigenze abitative, sia per gli anziani, ma anche per le giovani coppie che utilizzano gli spazi in maniera diversa da quanto facevano le famiglie tradizionali".
A che punto è la riforma del catasto?
"La riforma del catasto era contenuta nella delega fiscale complessiva ormai scaduta e quindi a questo punto dovrebbe essere veicolata da uno strumento diverso. Ma una riforma oggi è più che necessaria per l'esistenza di una forte sprerequazione fiscale".
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