Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Mutui Maledettissimi Mutui

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2016 14:32
08/04/2009 12:28
 
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Mutui: le previsioni su Euribor e Irs



La situazione
La Banca centrale europea (Bce) ha tagliato giovedì scorso il tasso di rifinanziamento dello 0,25%, portandolo così al minimo storico dell'1,25% (misura in vigore da mercoledì) contro le attese della maggior parte degli economisti che si attendevano una riduzione di mezzo punto. Nel suo comunicato, la Bce ha ribadito la possibilità di nuovi tagli fin dalla prossima riunione di inizio maggio. In quell'occasione dovrebbero essere adottate anche altre misure "non convenzionali" di politica monetaria, anche se per il momento i mercati restano decisamente dubbiosi su tale possibilità.
I rendimenti dei titoli di Stato governativi sono saliti grazie al clima di ottimismo dopo le decisioni prese dal summit del G20 e dal governo Usa di applicare in modo più morbido la regola del "mark to market" per la contabilizzazione dei titoli tossici in bilancio; ciò ha permesso alle borse di mettere a segno ampi rialzi nonostante i pessimi dati occupazionali europei e americani

L'Euribor
La reazione al taglio di "soli" 0,25% ha condotto ad una revisione al rialzo delle attese sull'Euribor (tassi Future). L'Euribor 3 mesi (che oggi è stato fissato al nuovo minimo storico di 1,466%) è atteso scendere al minimo di 1,33% a giugno e 1,40% a settembre, all'1,65% per dicembre, appena sopra il 2% per metà del prossimo anno e al 2,55% per dicembre '10. Il rientro dell'Euribor nei prossimi mesi, anche senza ulteriori allentamenti da parte della Bce, dovrebbe inoltre essere favorito dall'ulteriore ridimensionamento delle tensioni interbancarie.
Allo stato attuale il mercato sconta che verso fine anno la Bce possa iniziare una manovra restrittiva; tutto dipenderà dall'effettivo impatto sul ciclo economico delle manovre decise al G20 e, precedentemente, da ogni singolo governo. Se nei prossimi mesi venisse a delinearsi uno scenario di stabilizzazione e non ripresa, la BCE potrebbe attendere prima di invertire la rotta della propria politica monetaria, non volendo soffocare sul nascere i primi timidi tentativi di ripresa.
Per coloro che hanno il mutuo legato all'Euribor 1 mese, è probabile a breve una discesa di questo parametro al di sotto della barriera dell'1 per cento. L'Euribor 3 mesi rimane sempre di circa 40 centesimi superiore alla scadenza a 1 mese, una differenza destinata a permanere nei prossimi mesi.

L'Irs
I tassi Irs sono saliti di circa 30 centesimi dai minimi della scorsa settimana, trascinati al rialzo dai titoli governativi tedeschi e dalle attese sull'Euribor 3 mesi. I tassi IRS 5-10-15-20-30 anni, oggi al 2,89%-3,61%-3,91%-4.01%-4,09%, sono attesi dal mercato in ulteriore rialzo su tutte le durate e in special modo su quelle da 5 a 15 anni. Il mercato quindi sembra orientato a prevedere nei prossimi mesi livelli più alti a cui ancorare i mutui a tasso fisso. Pur essendo questa la tendenza attesa, ciò non significa che in concomitanza di giornate negative dell'azionario non si possano vedere livelli più bassi; i minimi registrati durante la scorsa settimana (IRS 5-10-15-20-30 all'incirca al 2,60%-3,35%-3,70%-3,80%-3,60%) saranno comunque difficilmente infranti al ribasso, se non momentaneamente.

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Le previsioni sull'Euribor

La tabella fornisce l'evoluzione attesa dal mercato sull'Euribor 3 mesi (dati in %), rappresentata dalla scaletta dei tassi impliciti Future, tassi ricavabili dalle quotazione dei Future sull'Euribor 3 mesi, strumento quotato al Liffe.

Fixing Euribor 3 mesi
06/04/20091,466
Tassi Future
giugno-091,320
settembre-091,395
dicembre-091,640
marzo-101,795
giugno-102,040
settembre-102,270
dicembre-102,540
marzo-112,740
giugno-112,950
settembre-113,120
dicembre-113,285
marzo-123,360


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Le previsioni sugli Irs

La tabella fornisce i tassi Irs (in %) e l'evoluzione attesa dei medesimi per i prossimi 3 anni. Ad esempio 3,78% rappresenta il tasso atteso IRS a 3 anni fra 3 anni

Tasso Irs 3 anni5 anni10 anni15 anni20 anni30 anni
Quotazione (6/4/2009) 2,412,893,613,914,014,09
 
Atteseaprile-102,983,363,904,074,144,17
aprile-113,473,754,154,214,244,24
aprile-123,784,004,264,284,294,27


14/04/2009 15:21
 
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Euribor a un mese all'1%, il mutuo variabile torna di moda

Euribor a un mese all'1%. Il tasso interbancario continua a scivolare e oggi, martedì 14 aprile, ha toccato una soglia psicologica importante, destinata con tutta probabilità a essere abbattuta al ribasso nei prossimi giorni. E come era altrettanto prevedibile gli italiani tornano a guardare con grande interesse i mutui variabili, le cui rate sono ancorate proprio al bizzoso parametro interbancario. In base alle più recenti rilevazioni del broker Mutuionline, il 42,2% delle famiglie in procinto di contrarre un nuovo prestito casa nei primi tre mesi del 2009 ha richiesto il tasso variabile. Il fatto che soltanto il 26,4% lo abbia poi ottenuto non deve trarre in inganno (l'iter richiede tempo, e molte richieste giungeranno a compimento soltanto nei prossimi mesi), perché l'inversione di tendenza è chiara. Soltanto lo scorso autunno, quando gli Euribor viaggiavano oltre il 5%, di variabile non se ne voleva più sentir neanche parlare e tre italiani su quattro sceglievano il fisso.

Col variabile risparmi immediati del 10-25%…
Adesso la situazione sembra dunque cambiare di nuovo, anche perché scegliendo un variabile anziché un fisso si possono nell'immediato risparmiare circa 100-130 euro (10-25%, a seconda della durata del contratto) su un prestito da 100mila euro. Chi si accinge a stipulare un nuovo mutuo deve però evitare di farsi ingannare da tanta convenienza: gli euribor potranno scendere ancora (specie se la Bce taglierà nuovamente il costo del denaro ora all'1,25%) a breve, ma torneranno inevitabilmente a salire nel momento in cui la crisi economica e finanziaria sarà superata. Se non si vuole incorrere negli stessi errori di chi ha acceso mutui a tasso variabile vantaggiosi nel periodo 2004-2005 (quando gli Euribor erano scesi all'allora minimo storico attorno al 2%) salvo rimanere poi spiazzato dai rincari del 2007-2008, occorre dunque valutare la scelta con estrema attenzione.

…attenzione però al reddito disponibile
L'elemento in grado di fare la differenza, oltre alla difficilmente quantificabile propensione al rischio (o voglia di tranquillità) di ciascuno, è il reddito a disposizione del nucleo famigliare. Le banche sono in genere propense a concedere mutui le cui rate (mensili, trimestrali o semestrali) non superino per valore un terzo delle entrate del sottoscrittore. Ma come tutte le regole, anche questa deve essere applicata con un minimo di analisi, soprattutto in chiave prospettica: se è vero che col tempo gli stipendi sono destinati ad aumentare (specialmente se a stipulare il mutuo è una persona giovane e all'inizio della propria carriera lavorativa), è anche vero che il rapporto rata/reddito deve ragionevolmente tener conto di possibili incrementi della rata.

Valuta la sostenibilità del variabile
La regola del "terzo", in altre parole, può essere appropriata per chi contrae un mutuo a tasso fisso, la cui rata è certa fino al termine del piano di ammortamento, lo è un po' meno per chi sceglie il variabile, a maggior ragione in questo periodo di tassi ai minimi storici. Tanto per fare un esempio pratico, chi stipula oggi un prestito ventennale da 100mila euro ancorato all'Euribor 3 mesi (+spread 1,2%) versa 537 euro al mese che potrebbero però trasformarsi in 750 euro nel caso i tassi interbancari tornassero sui livelli massimi dello scorso ottobre: un rincaro del 40% (che può salire fino al 60% se il mutuo è trentennale), in grado di mettere in difficoltà molte famiglie. Su Mutui24 è possibile misurare la sostenibilità del mutuo variabile attraverso uno strumento che permette, inserendo i propri dati (ammontare, durata e spread), di determinare l'aumento teorico della rata mensile con gli Euribor dell'autunno 2008. Non è detto che un evento così negativo si verifichi di nuovo, ma se la cifra vi spaventa è forse opportuno ripiegare sul tasso fisso.
20/04/2009 11:22
 
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20/04/2009 12:12
 
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21/04/2009 20:26
 
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Mutui: l'Euribor ha toccato il fondo?

Se è vero che tre indizi fanno una prova, ci sono molte possibilità che l'Euribor a un mese abbia toccato il minimo e si stia preparando a una risalita. Il tasso interbancario che sta a cuore alle famiglie italiane perché è uno dei parametri di riferimento per i mutui variabili è in rialzo (se pur lieve) da tre giorni a questa parte: dopo aver raggiunto giovedì scorso il minimo storico a quota 0,992% viene oggi quotato 1,005%, mentre l'Euribor a 3 mesi è stabile da 3 sedute all'1,405 per cento, non accadeva dallo scorso ottobre, quando entrambi i tassi viaggiavano oltre il 5%.

Niente di allarmante, per carità, perché i tassi resteranno probabilmente su livelli storicamente bassi e inferiori alle medie di lungo periodo per ancora molto tempo. Eppure il segnale c'è e non è da sottovalutare, tanto che sono molti ormai gli analisti a ritenere che la fase di caduta dei tassi a breve termine sia ormai prossima alla fine. Il motivo? Semplice: nel momento in cui si intravede qualche segnale di ripresa, i mercati cominciano a tenere conto di futuri aumenti dei tassi e anche sugli Euribor si fanno sentire le prime spinte rialziste. La sensazione è che la Banca centrale europea (Bce) possa (ma non è detto) abbassare ulteriormente il costo del denaro all'1% dall'1,25% nella riunione del 7 maggio prossimo e poi si fermi lì. Ai livelli attuali, gli Euribor terrebbero già pienamente conto delle mosse di Francoforte ed eventuali ulteriori spinte ribassiste sarebbero dovute (in particolare sull'Euribor 3 mesi) a un allentamento delle tensioni sui mercati finanziari.

Per i mutuatari sarà fondamentale capire con quale velocità avverrà l'inevitabile risalita dei tassi interbancari. Su Mutui 24 è possibile scoprirlo con le previsioni di Aritma I.F. sull'andamento di Euribor per i mutui variabili e degli Irs per i finanziamenti a tasso fisso.

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Mutui: le previsioni su Euribor e Irs

La situazione
La Banca centrale europea (Bce) sembra ormai quasi arrivata al termine delle manovre di riduzione del costo del denaro. I mercati si attendono infatti una possibile ultima sforbiciata dello 0,25% nella prossima riunione del 7 maggio, mossa che porterebbe il tasso P/t all'1 per cento. La Bce continua nel frattempo ad attuare altre mosse di politica monetaria (ad esempio fornire liquidità illimitata a 6 mesi, operazione che potrebbe essere estesa anche alla scadenza annuale) che contribuiscono ad allentare ulteriormente le tensioni presenti sul mercato interbancario.

L'Euribor
Con la Bce che sembra ormai aver quasi terminato di ridurre il costo del denaro, l'ulteriore calo dell'Euribor (oggi all'1% la scadenza a 1 mese e all'1,405% il 3 mesi) sarà condizionato dal contestuale rientro delle tensioni interbancarie. Queste ultime possono essere misurate dalla differenza fra l'Euribor stesso e il tasso Ois (overnight index swap), salita al picco dell'1,80% poco dopo il fallimento di Lehman Brothers e ora ridotta allo 0,55% sull'Euribor 3 mesi e a poco meno dello 0,1% sull'Euribor a un mese.
Su quest'ultima scadenza il mercato è quindi ormai quasi del tutto normalizzato, circostanza che lascia presagire come la discesa dell'Euribor 1 mese sia ormai arrivata al capolinea (ancora una manciata di centesimi) indipendentemente dalla decisione Bce di abbassare o meno il P/t all'1 per cento. Prova ne siano i fixing di venerdì e di oggi in lievissimo rialzo, episodio avvenuto l'ultima volta a fine novembre 2008. L'inversione di tendenza segnalata sulla scadenza 1 mese sta avvenendo da alcuni giorni sul brevissimo termine (Euribor 1 settimana) e oggi si è estesa a tutte le scadenze, tranne che a quella 3 mesi, sulla quale rimangano tensioni diffuse.
Tali episodi segnalano che i margini di discesa per i tassi interbancari sono ormai ridotti al lumicino e dipenderanno solo più esclusivamente dall'ulteriore rientro delle tensioni interbancarie. Su questo aspetto è possibile che dopo il buon miglioramento dell'ultima settimana vi possa essere una battuta d'arresto, anche perché molte incognite permangono sui bilanci delle maggiori istituzioni finanziarie (a breve saranno resi noti gli "stress test" sulle banche Usa). Al momento le previsioni di mercato indicano l'Euribor 3 mesi scendere all'1,30% circa per metà estate, al 1,90% circa per l'estate 2010 e 2,30% per fine anno prossimo.

L'Irs
I tassi Irs sono in flessione su tutte le scadenze, influenzati dallo storno delle Borse e dal calo dei rendimenti governativi tedeschi; (Irs 5-10-15-20-30 anni rispettivamente al 2,74%-3,44%-3,81%-3,80%-3,94%). Il movimento degli ultimi giorni non modifica comunque la tendenza attesa dal mercato che rimane impostata al rialzo. Tutto ciò non esclude che in caso di nuove giornate negative dell'azionario tali livelli possano anche essere rivisti momentaneamente al ribasso.
27/04/2009 15:51
 
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Mutui: in vent'anni il tasso variabile senza rivali

L'ultima rilevazione non ha sorpreso nessuno, almeno tra chi si intende di mutui. Quattro clienti su dieci, al momento di comprare casa, scelgono il tasso variabile. Alla fine del 2008 erano la metà – secondo i dati di MutuiOnline – e ora il pareggio con il tasso fisso non sembra lontano. Quello che potrebbe sorprendere, invece, è il risultato di una simulazione effettuata per «Il Sole 24 Ore» dal Centro studi Sintesi su un mutuo tipo da 100mila euro. I ricercatori hanno calcolato quale sarebbe stato il tasso più conveniente per 20 prestiti stipulati dal 1990 al 2009. Ebbene, in 18 casi su 20 il mutuo a tasso fisso è risultato più costoso di quello a tasso variabile: in pratica, chi lo ha scelto ha pagato più interessi.

La rata variabile non è sempre stata più leggera di quella fissa. Ma i periodi in cui il rialzo dei tassi l'ha spinta oltre l'altra sono stati troppo pochi per controbilanciarne il maggior costo. Con la sola eccezione dei mutui iniziati tra il 2004 e il 2007: qui, in due casi su quattro la convenienza del variabile si è assottigliata, mentre negli altri due casi il fisso è risultato leggermente meno costoso (anche se i finanziamenti sono ancora in corso e il giudizio non è definitivo).

La spiegazione si annida nella curva dei tassi. «Da giugno del 2003 alla fine del 2005 il tasso fissato dalla Banca centrale europea è rimasto al 2%, basso e costante – spiega Michele Bacco, ricercatore del Centro studi Sintesi –. Poi da dicembre 2005 a giugno del 2007 è stato portato al 4 per cento». E un incremento improvviso del costo del denaro è esattamente lo scenario che favorisce il fisso ai danni del variabile (che è mediamente più rapido nell'adeguarsi al costo del denaro). Quindi, chi si trovasse ad avviare un prestito in questo scenario, potrebbe puntare subito sul fisso preparandosi a passare al variabile non appena si esaurisce la spinta degli adeguamenti.

Nel guardare agli ultimi 20 anni, oltre ai tassi, bisogna considerare l'evoluzione del mercato. «Prima del 2000 i mutui erano un fenomeno contenuto. Nel 2008, invece, l'indebitamento delle famiglie per l'acquisto di abitazioni è arrivato al 19,9% del Pil», spiega Luca Dondi di Nomisma. Un fenomeno dietro al quale ci sono i bassi tassi d'interesse, ma anche la perdita di capacità d'acquisto. «Tra il 1991 e il 2007 – prosegue Dondi – il reddito familiare nominale è aumentato in media del 20,8%, mentre i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 95 per cento». Le case, in termini relativi, sono diventate più costose. E i mutui, di conseguenza, si sono fatti più pesanti.

C'è da chiedersi, allora, se il passato possa servire da insegnamento. E se il tasso variabile sia la scelta migliore anche oggi. Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline, predica cautela: «A causa della crisi oggi i tassi sono bassi ed è probabile che in futuro raggiungano un livello di maggiore equilibrio. Per questo, chi stipula un mutuo a tasso variabile di lunga durata dovrebbe mettere in conto un incremento di almeno 2-3 punti percentuali». In denaro, 150 euro in più al mese per un prestito da 100mila euro a 20 anni. Quanto alla possibilità di bloccare l'esborso mensile, Anedda ricorda che «il tasso fisso oggi è solo di qualche decimo di punto sopra i suoi minimi storici». La tentazione, dunque, ci sta tutta. Ma senza dimenticare che negli ultimi 20 anni la serenità della rata fissa è stata pagata a caro prezzo. E che nessuno può ragionevolmente prevedere se in futuro si determinerà quella situazione di tassi in rapida crescita che premia il fisso a discapito del variabile.

Quale che sia la propria scelta, perciò, è bene prepararsi a gestire attivamente il mutuo. Perché oggi c'è la possibilità di correggere le caratteristiche del prestito in corso d'opera (si veda l'articolo a fianco). Il tutto, però, senza farsi prendere dalla frenesia di cambiare. «Se il cambiamento non permette di ridurre il tasso di almeno l'1-1,5% – rileva Anedda – i vantaggi rischiano di svanire rapidamente».


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Confronto tra tasso fisso e variabile negli anni




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Tempi, spese e spread ostacolano la portabilità del mutuo

Trasferire il mutuo? A due anni dal Decreto Bersani sono migliaia le famiglie italiane che hanno approfittato della surroga per spostare a costo zero il finanziamento casa presso una nuova banca e migliorare così le condizioni del prestito. Non sempre però la tanto sbandierata «portabilità» si è rivelata operazione semplice e soprattutto esente da spese: proprio questa settimana l'Antitrust ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza con cui il Tar aveva annullato le multe comminate nell'agosto 2008 dall'Autorità guidata da Antonio Catricalà a 23 istituti di credito per «pratiche commerciali scorrette» riguardo all'applicazione del Dl Bersani.
Il duello fra banche e Antitrust (a fianco della quale si sono schierate le associazioni dei consumatori) è destinato quindi a proseguire nelle aule dei tribunali amministrativi. Gli istituti di credito si difendono sostenendo che la portabilità sia stata ostacolata da oggettive difficoltà di interpretazione della norma, ma che si tratta di un problema del passato, perché i successivi chiarimenti e decreti (sono stati addirittura sei i provvedimenti necessari a disciplinare la materia) hanno permesso di gestire al meglio i delicati passaggi. In effetti da giugno scorso, data di entrata in vigore della procedura automatica che favorisce il trasferimento del mutuo tra le banche, sono state secondo l'Abi circa 27.500 le operazioni di surroga portate a compimento.
L'accelerazione si è dunque vista, ma ciò non toglie che qualche granello di sabbia nel meccanismo sia ancora presente, e non sono infrequenti i messaggi che i lettori inviano a Mutui24 (all'indirizzo www.ilsole24ore.com/mutui) per segnalare difficoltà nel «trasloco» del mutuo. Le lamentele più ricorrenti riguardano l'eccessivo protrarsi nel tempo delle procedure (con il rischio che le condizioni di mercato possano nel frattempo evolversi a svantaggio del cliente), ma anche il persistere di spese a carico del mutuatario che rendono un miraggio il «costo zero». Resta poi spesso irrisolta la questione delle polizze collegate al mutuo (quella obbligatoria scoppio e incendio e le altre accessorie): le linee guida elaborate da Abi e Ania lo scorso autunno per favorire la portabilità delle assicurazioni in caso di estinzione anticipata e trasferimento del contratto di finanziamento sono a volte ignorate da banche e assicurazioni (che del resto non sono obbligate ad applicarle).
Difficoltà di applicazione a parte, nel 2009 ci sarà presumibilmente da mettere in conto un rallentamento del numero delle surroghe e delle sostituzioni. La sensibile riduzione dei tassi di interesse degli ultimi sei mesi (gli Euribor base di calcolo delle rate variabili sono scesi dal 5% di ottobre all'1% dei giorni scorsi) ha reso meno necessario il ricorso al «cambio mutuo» da parte delle famiglie. Ma a frenare la portabilità potrebbe contribuire anche il peggioramento delle condizioni del mercato dei finanziamenti: se è vero (vedi tabella a fianco) che i tassi complessivi sono scesi, tanto per i fissi che per i variabili, è anche vero che gli spread applicati dalle banche ai parametri di riferimento hanno registrato un forte incremento in risposta alla crisi economica e finanziaria.
Osservando le offerte presenti sul sito del broker MutuiOnline, si è passati dai ricarichi medi inferiori all'1% dello scorso agosto (prima del fallimento di Lehman Brothers) a valori ormai prossimi all'1,5% e allo sportello i rincari sono, se possibile, ancora più accentuati. Questo significa che, a meno di non voler proprio cambiare il tipo di tasso (passando per esempio da un fisso a un variabile o viceversa) o di cercare di limare qualche decimo al tasso fisso, ben pochi clienti saranno incentivati ad abbandonare il «vecchio» prodotto per uno che potrebbe rivelarsi molto meno competitivo.
04/05/2009 11:37
 
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12/05/2009 02:29
 
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Mutui: le previsioni su Euribor e Irs

La situazione
Giovedì scorso la Banca centrale europea (Bce) ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto, portandolo al nuovo minimo storico dell'1%. Una decisione giustificata dalla profonda recessione in corso e da un'inflazione che rimarrà ben sotto il livello obiettivo del 2% nel 2009-2010 (e negativa nei mesi estivi).

Nella successiva conferenza stampa il presidente, Jean-Claude Trichet, ha poi affermato che l'1% non è il livello più basso al quale si possa scendere, un'apertura che ha portato a un abbassamento delle attese sui tassi Euribor 3 mesi. Resta comunque forte incertezza sul punto di arrivo della politica espansiva della Bce: tassi fermi all'1% o ulteriore riduzione di 0,25%? I livelli dei tassi Ois (overnight index swap), spesso utilizzati come indicatore per determinare le attese sui tassi ufficiali, non forniscono per il momento segnali univoci.

Al di là di possibili nuove mosse al ribasso a Francoforte, il mercato si sta chiedendo per quanto tempo verrà mantenuto il livello minimo sui tassi. Il fatto che si sia evitato il peggio (collasso del sistema finanziario) non deve essere confuso con un ritorno alla crescita nel breve periodo. Per quanto riguarda l'Europa, il periodo del ritorno a una fase di espansione economica si sta progressivamente spostando in avanti e conseguentemente il momento di rialzo del costo del denaro potrebbe slittare oltre il primo quadrimestre 2010.

L'Euribor
La riduzione del tasso di rifinanziamento all'1% nella riunione Bce di giovedì scorso e le parole di Trichet orientate a non escludere nuovi allentamenti monetari favoriscono ancora il movimento al ribasso dell'Euribor, che continua a scendere in misura più veloce e marcata del previsto (1,299% il tasso a 3 mesi e 0,864% la scadenza a un mese al fixing di lunedì). Migliorano anche le previsioni per il resto dell'anno, con l'Euribor 3 mesi atteso fino all'1,15% in estate e in lieve risalita fino all'1,30% (il livello di oggi) a fine anno. Per quanto riguarda il 2010, migliorano ancora un po' gli obiettivi per metà anno (attese all'1,60%, contro l'1,75% di inizio maggio) e scende anche l'attesa per fine 2010 (2,10% circa). In sostanza in queste ultime settimane si sta prolungando nel tempo la fase di mantenimento dell'Euribor 3 mesi sotto l'1,50%.

L'Irs
Il taglio della Bce e l'apertura a ulteriori limature ha impattato sui tassi Irs a breve termine, in particolare fino alla durata a 5 anni. Su questo tratto della curva si è assistito a calo con l'Irs 5 anni al 2,74%. Scadenze brevi come queste sono tuttavia assai poco utilizzate dai sottoscrittori di mutui, quelle successive (10-15-20-30 anni rispettivamente al 3,56%-3,92%-4,03%-3,89%) si sono invece mosse al rialzo nei primi giorni di maggio al traino dell'andamento dei rendimenti dei titoli governativi tedeschi, saliti notevolmente grazie al recente andamento positivo delle Borse e alle attese per le ingenti prossime emissioni di Bund in programma nel corso del 2009 per finanziare la crescita del deficit.

La curva dei tassi Irs si è di conseguenza fatta più ripida. L'Irs 30 anni rimane tuttavia più basso, e quindi più appetibile, della scadenza 20 anni. Negli ultimi giorni le attese sui tassi Irs si sono mosse lievemente al rialzo lasciando presagire una lenta, ma graduale crescita di tale parametro nel corso dei prossimi anni. Tuttavia, specie per l'Irs a 10-15 anni è prevalente un orientamento attendista: non si escludono nel breve livelli più bassi specie in risposta a un andamento riflessivo delle Borse e a eventuali limature del rendimento del Bund 10 anni.

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Le previsioni sugli Irs

La tabella fornisce i tassi Irs (in %) e l'evoluzione attesa dei medesimi per i prossimi 3 anni. Ad esempio 3,79% rappresenta il tasso atteso IRS a 3 anni fra 3 anni.

Tasso Irs 3 anni5
anni
10 anni15 anni20 anni30 anni
Quotazione (11/05/2009) 2,152,743,553,924,033,89
 
AtteseMaggio-102,793,263,854,104,123,97
Maggio-113,403,734,134,264,204,04
Maggio-123,794,024,294,354,244,07


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Le previsioni sull'Euribor

La tabella fornisce l'evoluzione attesa dal mercato sull'Euribor 3 mesi (dati in %), rappresentata dalla scaletta dei tassi impliciti Future, tassi ricavabili dalle quotazione dei Future sull'Euribor 3 mesi, strumento quotato al Liffe.

Fixing Euribor 3 mesi
11/05/20091,299
Tassi Future
giugno-091,180
settembre-091,155
dicembre-091,305
marzo-101,400
giugno-101,610
settembre-101,835
dicembre-102,125
marzo-112,355
giugno-112,610
settembre-112,830
dicembre-113,045
marzo-123,160
15/05/2009 17:25
 
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Banche e clienti: promesse mancate


Dalla portabilità a costo zero fino al "tetto al 4%" sui mutui; dall'adeguamento degli interessi debitori sul conto al calo dei tassi Bce fino all'eliminazione della commissione di massimo scoperto. Che fine hanno fatto le norme a tutela dei risparmiatori introdotte a più riprese prima dalla legge Bersani poi dal decreto anticrisi? L'applicazione, in molti casi, stenta ancora e per il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, sono ancora molto diffuse fra le banche "pratiche che sfruttano abusivamente la posizione di svantaggio dei soggetti deboli". Su Plus 24 in edicola sabato il punto della situazione sulle questioni ancora irrisolte e i consigli ai clienti per far valere i propri diritti.

17/05/2009 16:45
 
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Portabilità e tetto al 4%, un percorso a ostacoli

Sarà forse perché alla fine riguarda gran parte delle famiglie italiane, per le quali rappresenta la principale voce di spesa mensile, ma quando si parla di mutui le antenne dei risparmiatori si drizzano immediatamente. E fioccano pure reclami e lamentele, come testimonia l'Antritrust e anche i numerosi messaggi che ogni giorno arrivano a Mutui24.

Costo zero? Dipende
Obiettivo numero uno delle lagnanze, almeno negli ultimi mesi, è quella portabilità a costo zero introdotta dal Decreto Bersani ormai più di due anni fa e da allora applicata decisamente a singhiozzo dalle stesse banche. Procedure rallentate (con il rischio di perdere i benefici del passaggio a un tipo di tasso differente) e costi non dovuti secondo la legge che spuntano a vario titolo quando ormai è troppo tardi tirarsi indietro sono le principali infrazioni denunciate. Punti dolenti che lo scorso agosto hanno spinto l'Antitrust a elevare una multa di circa 10 milioni di euro a carico di 23 istituti di credito operanti sul territorio italiano, provvedimento poi annullato dal Tar con una sentenza che l'Authority intende impugnare presso il Consiglio di Stato.

A questi si deve aggiungere poi il problema della portabilità delle polizze legate al mutuo (quelle obbligatorie, scoppio e incendio, e quelle aggiuntive), una questione che le linee guida dettate lo scorso autunno da Abi e Ania non hanno evidentemente ancora risolto del tutto, anche perché banche e compagnie assicurative non sono obbligate a rispettare.
Certo, l'Abi sostiene che i ritardi riguardano la fase di gestazione della «portabilità», quella che ha richiesto ben 7 interventi normativi per applicare in modo efficace la surroga, e che dallo scorso giugno (da quando è stata lanciata la procedura di colloquio fra le banche) sono circa 30mila le operazioni portate a termine. Una cifra senza dubbio interessante, anche se nel concreto si dovrebbe poi andare a vedere quante di queste operazioni si siano realmente concluse senza alcun costo per i clienti, oppure quanti tentativi di spostare il mutuo si siano di fatto arenati al cospetto di comportamenti poco ortodossi messi in atto dalle banche.

In attesa del contributo
Un nuovo fronte di conflitto fra mutuatari e istituti di credito rischia però di aprirsi proprio in queste ultime settimane sulla questione del cosiddetto «tetto al 4%». Del contributo dello Stato a vantaggio dei mutui prima casa a tasso non fisso non c'è (tranne rarissimi casi) ancora traccia a quasi 5 mesi dal Decreto anticrisi che lo ha istituito.
Anche in questo caso, va detto, non si è proprio partiti con il piede giusto: per la corretta interpretazione del testo di legge sono state già necessarie ben tre circolari chiarificatrici da parte del ministero delle Finanze. L'iter vede inoltre in campo, oltre al Governo (che mette i soldi) e alle banche (che devono materialmente trasferire i contributi nelle mani dei risparmiatori), anche l'agenzia delle Entrate. Quest'ultima ha dovuto infatti individuare e trasmettere agli istituti di credito gli elenchi dei mutuatari aventi diritto alle agevolazioni per l'abitazione principale, una procedura che è di fatto partita a marzo ma che non risulta ancora del tutto terminata.

Sarà poi compito delle singole filiali stabilire sulla base degli altri requisiti (tipologia di mutuo, tasso iniziale, data di stipula) chi avrà accesso agli aiuti di Stato e la misura stessa del contributo. I tempi, dunque, non si preannunciano brevi (adesso si parla di giugno, nella migliore delle ipotesi). Ma soprattutto, in mancanza di ulteriori chiarimenti da parte dell'Abi o del Ministero, esiste il rischio concreto che su alcuni casi particolari (i prestiti con opzione fisso/variabile) si possa procedere a scelte differenti fra banca e banca. Per i clienti l'unica consolazione è che il contributo, quando arriverà, sarà accreditato con valuta retroattiva pari alla data di pagamento della rata a cui si riferisce.
20/05/2009 17:53
 
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sofferenze in aumento...

...campanello di allarme...


14:00 - *** Banche: Abi, in peggioramento rapporto sofferenze nette/patrimonio

Sale all'8,31% a tutto marzo da 7,75% a fine 2008

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 20 mag - Il rapporto
tra le sofferenze nette delle banche italiane e il
patrimonio di Vigilanza e' peggiorato all'8,31% a tutto
marzo di quest'anno rispetto al 7,75% di fine 2008. Lo si
legge nel Rapporto mensile dell'Abi, dove si aggiunge che,
sempre in marzo, le sofferenze lorde sono state pari a
44.673 milioni, 1.372 milioni in piu' rispetto a febbraio e
3.867 milioni in meno rispetto al marzo 2008 (-8%). In
rapporto agli impieghi, le sofferenze sono pari al 2,96%
contro il 3,29% di un anno prima, ma negli ultimi cinque
mesi, precisa l'Abi, questo indicatore ha registrato
un'inversione di tendenza, passando dal 2,63% del novembre
2008 al 2,96% del marzo di quest'anno.


[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]

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26/05/2009 20:47
 
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Mutui: l'Euribor torna a salire sui timori di fiammate inflative

L'Euribor a tre mesi, il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali e serve da riferimento per i mutui sulla casa, è salito oggi di un punto base all'1,266% dall'1,264 per cento. L'Euribor ad una settimana è salito di un punto base allo 0,94% dallo 0,93% precedente, mentre quello a un mese ha segnato un rialzo di due punti base allo 0,94% (dallo 0,92%). I dati sono rilevati dall'European Banking Federation.

Dopo quasi otto mesi di discesa praticamente ininterrotta che ha portato i tassi interbancari ai minimi storici, cinque sedute consecutive di risalita dei tassi interbancari sono un segnale di rilievo. Due gli ordini di fattori che stanno deteminando questo cambio di rotta. «Si fa più concreto - spiega al Sole 24Ore.com Angelo Drusiani, responsabile gestioni di Banca Albertini Syz - il timore di un aumento dell'inflazione nei prossimi mesi, causato dalla forte immissione di liquidità nel sistema finanziario. Una ripresa dell'economia verso fine anno spingerebbe le quotazioni del petrolio e quindi anche l'indice dei prezzi». Punto numero due: «Il mercato - continua Drusiani - inizia a scontare il fatto che la Banca centrale europea potrebbe cambiare idea rispetto alle recenti analisi esposte dal presidente Trichet, secondo il quale i tassi all'1% potevano non essere il limite minimo». Secondo le previsioni di Aritma I.F. per il Sole24ore.com sui tassi a medio-lungo termine peserà la massa di debito pubblico che i governi hanno accumulato per fronteggiare la crisi.

A questo punto bisogna chiedersi se non ci troviamo alla vigilia di una salita repentina dei tassi interbancari, con relativo peggioramento del quadro generale per i consumatori i cui portafogli sono gravati da debiti. Va sottolineato, infatti, che in questi mesi le famiglie hanno rifiatato proprio grazie alla caduta dell'Euribor. «Non credo che dietro l'angolo ci sia una risalita rapida, perché siamo ancora in una fase in cui prevale l'incertezza su quel che accadrà nei prossimi mesi: insomma, non sappiamo se si verificherà l'attesa di nuove fiammate inflative o se invece prenderà piede uno scenario di deflazione. Per una parola definitiva aspetterei due-tre settimane. Di sicuro dopo mesi di discesa dell'Euribor un rimbalzo ci può stare». Anche se le banche, aggiungiamo noi, hanno ovviamente interesse a che i tassi a cui si prestano il denaro tornino a essere superiori al tasso Bce, come succede di norma, per migliorare i propri margini.


In salita, intanto, anche le obbligazioni governative denominate in euro, in rialzo dai minimi di sei mesi segnati lunedì. La domanda di investimenti sicuri cresce anche per effetto delle rinnovate tensioni geopolitiche determinate dai test missilistici effettuati dalla Corea del Nord. Sale quindi l'attenzione per le prossime emissioni di Schatz tedeschi a 2 anni (titoli a cedola fissa annua, prevista un'offerta pari a 8 miliardi) e di bond spagnoli decennali per 5 miliardi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Mutui: le previsioni di Euribor e Irs

Mutui: le previsioni di Euribor e Irs. L'eccesso di debito pubblico creato dai governi per far fronte alla crisi condiziona le aspettative suprattutto sui tassi a medio-lungo termine
In Europa gli indici di fiducia (Zew, Ifo e Pmi) sono risultati migliori delle attese, lasciando intendere che la recessione in corso sia arginata. Tali indici restano tuttavia su livelli storicamente bassi e segnalano ancora una contrazione della crescita nei prossimi trimestri, anche se inferiore rispetto a quanto registrato nei primi tre mesi 2009 (–2,5%). Negli Stati Uniti i dati hanno invece deluso le aspettative e la Fed ha rivisto al ribasso le sue precedenti stime sulla crescita per il 2009-2010 (il Pil Usa è previsto tra –2 e –1,3% per quest'anno e tra +2 e +3% il prossimo).
A condizionare l'andamento dei tassi, in particolare di quelli a medio-lungo termine (Irs), sono stati tuttavia i dubbi sull'effettiva capacità di rientro dall'eccesso di debito che i vari governi stanno creando nel tentativo di rianimare l'economia, timori che si sono manifestati soprattutto dopo la decisione dell'agenzia S&P di mettere sotto osservazione per un possibile declassamento il rating della Gran Bretagna (al momento tripla A).

L'Euribor
Si è interrotta la discesa dell'Euribor: tutte le scadenze 1-3-6-12 mesi (0,939%; 1,267%; 1,467%; 1,632%) sono oggi di circa 3 centesimi superiori rispetto ai minimi storici registrati martedì scorso, mentre il tasso interbancario a 1 mese è cresciuto addirittura di circa 12 centesimi (riducendo a poco più di 30 centesimi il differenziale con il tasso a 3 mesi).
E' probabile che sul movimento abbiano influito anche fattori tecnici destinati ad essere riassorbiti nelle prossime settimane. Sul mercato interbancario si è infatti notata una liquidità più "neutra" rispetto ai livelli eccessivi degli ultimi periodi, un fenomeno dovuto probabilmente a una non perfetta valutazione delle effettive necessità da parte delle banche che hanno richiesto (la scorsa settimana) meno del solito nell'operazione di finanziamento settimanale al tasso P/T.
I livelli attualmente raggiunti dall'Euribor dovrebbero a questo punto tenere per qualche settimana e probabilmente per buona parte del mese di giugno: la scadenza a 1 mese attorno allo 0,95%, quella a 3 mesi attorno all'1,25%. Nuovi spunti direzionali in vista del prossimo meeting della Bce del 4 giugno (previsioni di neutralità) sono poco probabili, mentre si potrebbe assistere a maggiori movimenti a quello di inizio luglio. Le attese del mercato (inserire LINK a previsioni Euribor) restano in ogni caso abbastanza prudenti, visto che il punto di minimo per fine estate sull'Euribor a 3 mesi si posiziona intorno all'1,15%: 6 centesimi in più di quello che il mercato prevedeva 1 settimana fa, ma livelli comunque più bassi dell'attuale fixing.

Irs
Tutti i rendimenti governativi hanno subito una netta pressione rialzista (30 cent. rispetto a metà maggio), legata in parte ai dati incoraggianti che trapelano dagli indici di fiducia, ma soprattutto alle preoccupanti dimensioni di deficit e debito di molti paesi. Il Bund (titolo,di Stato tedesco) a 10 anni è oggi intorno al 3,60%: sulla Germania pesa anche il peggioramento dell'outlook fiscale, che richiederà almeno ulteriori 20 miliardi di euro di emissioni. Nelle ultime settimane i tassi Irs hanno limato in gran parte il cuscinetto offerto dallo spread Irs-Bund, che si è praticamente azzerato dai 10 anni in poi.
Questo significa che i tassi Irs a lungo termine saranno in "presa diretta" con l'andamento del Bund. Sotto questo aspetto, le attuali previsioni per il '09-'10 di Pil e inflazione non giustificano gli attuali livelli del Bund 10 anni, a meno dell'insorgere di difficoltà nei prossimi collocamenti di titoli tedeschi. L'Irs 30 anni, normalmente più lento ad adeguarsi alle nuove prospettive economiche, rimane più basso delle scadenze 15-20 anni e resta quindi interessante per operazioni di mutui a tasso fisso. Il rialzo dei governativi e degli Irs ha mosso verso l'alto anche le attese su questo tipo di tassi (inserire link a previsioni Irs).

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Le previsioni sugli Irs

La tabella fornisce i tassi Irs e l'evoluzione attesa dei medesimi per i prossimi 3 anni. NOTA: 3,93% rappresenta il tasso atteso IRS a 3 anni fra 3 anni.

Tasso Irs 3 anni5
anni
10 anni15 anni20 anni30 anni
Quotazione (26/5/2009) 2,192,813,664,044,144,01
 
Attesemag-102,863,373,984,234,254,10
mag-113,513,874,264,394,334,17
mag-123,934,164,434,494,374,21


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Le previsioni sull'Euribor

La tabella fornisce l'evoluzione attesa dal mercato sull'Euribor 3 mesi, rappresentata dalla scaletta dei tassi impliciti Future, tassi ricavabili dalle quotazione dei Future sull'Euribor 3 mesi, strumento quotato al Liffe.

Fixing Euribor 3 mesi
26/05/20091,266
Tassi Future
giugno-091,220
settembre-091,155
dicembre-091,260
marzo-101,350
giugno-101,570
settembre-101,810
dicembre-102,115
marzo-112,355
giugno-112,620
settembre-112,845
dicembre-113,070
marzo-123,210
27/05/2009 11:58
 
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Tassi Mutui: attenzione a quelli “civetta” (Fonte: mutui.vostrisoldi.it - 07/06/2009)

Nel nostro Paese gli istituti di credito, a parte qualche caso isolato, hanno letteralmente “ritirato dal mercato” i mutui a tasso fisso proponendo quelli a tasso variabile con “tassi civetta” e con spread, ovverosia con la commissione fissa da sommare al tasso base, che partono dall’1% fino ad arrivare al 2%.

A farlo presente è l’Adusbef che, di conseguenza, ha reso noto d’aver inoltrato un’altra denuncia, l’ennesima, all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato in virtù del fatto che le banche offrendo mutui a tasso variabile, e quindi senza certezza della rata nel futuro, sanno che non appena i tassi torneranno a salire le rate dei mutuatari potranno crescere anche del 40-50%.

Il rischio, quindi, è quello che poi a lungo andare le famiglie non riescano più a pagare il mutuo, con la conseguenza che la banca potrà facilmente accaparrarsi la casa pignorata. Gli istituti di credito, quindi, non consigliando in questo momento il mutuo a tasso fisso, e anzi “ritirandolo dal mercato”, non contribuiscono di certo a rendere un buon servizio al proprio cliente che, alla lunga, finirà con il proprio mutuo con l’essere spennato.

Le banche, inoltre, quando propongono il tasso fisso “offrono” interessi superiori al 4%, ovverosia quattro volte il livello attuale del costo del denaro fissato dalla Banca Centrale Europea. Rischia di ripetersi quindi ciò che è accaduto non più di tre/cinque anni fa quando oltre tre milioni di famiglie italiane, grazie ai “consigli” delle banche, hanno stipulato un mutuo a tasso variabile sobbarcandosi tutti i rialzi dei tassi per i mesi successivi.

Mi sembra di avere già visto questo "film"...
Ci stanno riprovando con i mutui a TV, potrò sbagliarmi ma questo mi induce a pensare che i tassi in futuro dovrebbero nuovamente salire sensibilmente. [SM=g6957]

Marco
07/06/2009 15:38
 
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Re:
dgambera, 26/05/2009 20.47:

...

Dopo quasi otto mesi di discesa praticamente ininterrotta che ha portato i tassi interbancari ai minimi storici, cinque sedute consecutive di risalita dei tassi interbancari sono un segnale di rilievo. Due gli ordini di fattori che stanno deteminando questo cambio di rotta. «Si fa più concreto - spiega al Sole 24Ore.com Angelo Drusiani, responsabile gestioni di Banca Albertini Syz - il timore di un aumento dell'inflazione nei prossimi mesi, causato dalla forte immissione di liquidità nel sistema finanziario. Una ripresa dell'economia verso fine anno spingerebbe le quotazioni del petrolio e quindi anche l'indice dei prezzi». Punto numero due: «Il mercato - continua Drusiani - inizia a scontare il fatto che la Banca centrale europea potrebbe cambiare idea rispetto alle recenti analisi esposte dal presidente Trichet, secondo il quale i tassi all'1% potevano non essere il limite minimo». Secondo le previsioni di Aritma I.F. per il Sole24ore.com sui tassi a medio-lungo termine peserà la massa di debito pubblico che i governi hanno accumulato per fronteggiare la crisi.
...



non mi risulta che la salita dell'EURIBOR (quella del recente passato) fosse dovuta solo al rialzo dell'inflazione o alla salita dei tassi ufficiali BCE: era piuttosto il credit crunch, dovuto alla mancanza di fiducia tra banche

dopo gli "stress test" (farlocchi), dopo che le "iniezioni di liquidita'" (che sono prestiti e non regali) sono rallentate, siamo di nuovo a un riprezzamento del rischio sull'interbancario?



dgambera, 26/05/2009 20.47:

...
A questo punto bisogna chiedersi se non ci troviamo alla vigilia di una salita repentina dei tassi interbancari, con relativo peggioramento del quadro generale per i consumatori i cui portafogli sono gravati da debiti. Va sottolineato, infatti, che in questi mesi le famiglie hanno rifiatato proprio grazie alla caduta dell'Euribor. «Non credo che dietro l'angolo ci sia una risalita rapida, perché siamo ancora in una fase in cui prevale l'incertezza su quel che accadrà nei prossimi mesi: insomma, non sappiamo se si verificherà l'attesa di nuove fiammate inflative o se invece prenderà piede uno scenario di deflazione. Per una parola definitiva aspetterei due-tre settimane. Di sicuro dopo mesi di discesa dell'Euribor un rimbalzo ci può stare». Anche se le banche, aggiungiamo noi, hanno ovviamente interesse a che i tassi a cui si prestano il denaro tornino a essere superiori al tasso Bce, come succede di norma, per migliorare i propri margini.
...



il problema sta nei bilanci delle banche...


dgambera, 26/05/2009 20.47:

...
In salita, intanto, anche le obbligazioni governative denominate in euro, in rialzo dai minimi di sei mesi segnati lunedì. La domanda di investimenti sicuri cresce anche per effetto delle rinnovate tensioni geopolitiche determinate dai test missilistici effettuati dalla Corea del Nord. Sale quindi l'attenzione per le prossime emissioni di Schatz tedeschi a 2 anni (titoli a cedola fissa annua, prevista un'offerta pari a 8 miliardi) e di bond spagnoli decennali per 5 miliardi.
...



...e nei debiti pubblici degli stati



l' "inflazione" c'e' stata nel passato...

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Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
08/06/2009 08:46
 
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Re:
marco---, 6/7/2009 1:36 PM:

Tassi Mutui: attenzione a quelli “civetta” (Fonte: mutui.vostrisoldi.it - 07/06/2009)...




Mutui, consumatori: Tassi fissi superano 6%, attenti ai variabili (Fonte: apcom.net - 07/06/2009)

Costo denaro Banca centrale europea all'1% ma può salire
Milano, 7 giu. (Apcom) - I tassi fissi sui mutui restano alti, in certi casi superiori al 6%, anche se il tasso della Banca centrale europea è all'1%. E' quanto emerge dall'ultima rilevazione dell'associazione dei consumatori Adusbef. Che mette però in guardia anche dai prestiti per l'acquisto della casa a tassi variabili, "contenuti ma più pericolosi, perché soggetti agli aumenti" della Bce. "Nella scelta dei mutui di durata ultradecennale - sottolinea l'associazione in un comunicato - è meglio non lasciarsi abbagliare dalle convenienze contingenti dei tassi, ma pensare anche ai futuri rincari Bce". Così, nonostante le punte attuali, Adusbef, che ha condotto un monitoraggio sulle offerte migliori, "continua a consigliare anche nell'attuale fase i tassi fissi".


Forse sbaglierò, ma se le banche spingono fortemente la sottoscrizione dei mutui a tasso variabile scoraggiando i mutuatari nei confronti del tasso fisso questo significa che i tassi, non nell'immediato, ma dovrebbero salire significativamente.
Non è una regola, ma classicamente scegliendo il contrario di quello che viene pubblicizzato solitamente ci si azzecca.
Attenzione, rispetto al 2003 la situazione oggi è ancora più esplosiva, allora i tassi erano al 2% mentre oggi all'1%, questo significa che se il mutuatario dovesse calibrare il proprio bilancio economico familiare sull'1% in caso di rialzo dei tassi i problemi sarebbero veramente notevoli, un costo del denaro all'1% a mio giudizio costituisce decisamente un'anomalia che non è destinata a protrarsi a lungo nel tempo.

Marco
[Modificato da marco--- 08/06/2009 09:16]
15/06/2009 15:05
 
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Credito: finanziamenti a famiglie in calo, mutui ko

Il primo trimestre 2009 è stato infatti drammatico sul fronte dei mutui immobiliari: -23,4% le nuove erogazioni rispetto allo stesso periodo 2008.

www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200906181521027938&chkAgen...
20/06/2009 12:30
 
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Re:
stelafe, 6/20/2009 12:23 PM:

Credito: finanziamenti a famiglie in calo, mutui ko

Il primo trimestre 2009 è stato infatti drammatico sul fronte dei mutui immobiliari: -23,4% le nuove erogazioni rispetto allo stesso periodo 2008.

www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200906181521027938&chkAgen...

Praticamente i finanziamenti per l'acquisto della casa si sono ridotti in un solo anno di quasi un quarto, mica poco!

Marco
14/09/2009 17:24
 
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Mutui e prestiti con il contagocce il credito è sempre più difficile
di Parente Giovanni

Trovare un finanziamento al 100% per l'acquisto della casa ormai è quasi una rarità. Tra quelle monitorate daMutuiOnLine, erano 11 le banche nel 2007 che proponevano un mutuo per l'intero valore dell'immobile: ora sono diventate tre,


rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/PDF/2009/2009-09-14/200909141368...
[Modificato da stelafe 14/09/2009 17:31]
17/09/2009 23:13
 
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Sulla rivista ADvisor di settembre 2009 a firma di Marcella Persola troviamo un articolo nel quale viene illustrata la decisione di Banca Intesa di chiudere i rapporti con le reti terze, fino ad oggi avevano proposto alla propria clietela i mutui dell’Istitituto bancario Intesa San Paolo. Questa decisione viene addotta ad un cambio di management nella Banca e ad una nuova strategia che non prevede piu’ l’intermediazione di mediatori esterni alla Banca. Si tratta di un ritorno alle origini.

Sembrerebbe che tale decisione, seppur in misura differente, sia la strada che prenderanno altre Banche.

Tempi duri per la professione di Mediatore Creditizio ? Cosa può spingere le Banche a fare marcia indietro nei confronti di una categoria che fino a ieri era stata caldamente “coccolata” dagli stesse Banche che oggi decidono di cambiare strategia distributiva ?

www.immobiliare.com/2009/09/07/banca-intesa-non-rinnova-le-convenzioni-con-le-reti-di-mediat...
21/09/2009 23:49
 
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Credito alle famiglie. Tendenze del mercato
da mondocasablog
21. Settembre 2009, 5:15

L’ economia globale inizia a lanciare segnali più positivi: minor tensione dei mercati finanziari e monetari, maggior fiducia dei consumatori e ripresa degli scambi commerciali. Purtroppo il nostro Paese è ancora fortemente influenzato dalla situazione economica internazionale, infatti il PIL registra -6% su base annua nel secondo trimestre del 2009 (-5,6% nel Regno Unito e -3,9% negli Usa).

Il mercato dei mutui
In tale cornice economica il credito alle famiglie ha subito un forte rallentamento dovuto, principalmente, alla difficoltà di reperimento di fondi sul mercato e al periodo di riflessione del mercato immobiliare. Nel primo trimestre del 2009, il volume delle erogazioni per l’ acquisto di abitazioni da parte delle famiglie italiane ha subito una flessione (-23%, circa -3,3 miliardi di euro) rispetto al pari periodo 2008. Anche il 2008 si è concluso con un variazione negativa annua di circa -6,4 miliardi di euro (-10%).

Nel primo trimestre 2009 tutte le macroaree registrano variazioni negative: l’ area Nord Occidentale (-15%), l’ area Nord Orientale (-21%), l’ area Centrale (-21%), l’ area Meridionale (-27%) e l’ area Insulare (-53%), quest’ ultima ha subito una variazione così significativa a causa dell’ erogazione record registrata lo stesso trimestre dell’ anno precedente. I dati sono ancora influenzati dal mercato dei mutui di sostituzione / surroga (circa il 30% nel primo quadrimestre 2009). Tuttavia nel mese di giugno la domanda dei mutui ha registrato la quinta crescita consecutiva (+8%), infatti, a gennaio tale valore era del -15%.

Il valore delle consistenze dei mutui per l’ abitazione è incrementato a luglio 2009 di +5,3% (rispetto a luglio 2008), per un valore complessivo di circa 272 miliardi di euro. L’ importo medio erogato nel primo trimestre 2009 è pari a circa 114.000 euro contro i 122.000 euro dello stesso trimestre del 2008. La diminuzione è riconducibile alla tendenza delle banche di non erogare più mutui al 100%, arrivando ad un massimo dell’ 80% e dall’ andamento dei prezzi delle abitazioni. Secondo le nostre analisi tale valore arriverà a circa 116.000 euro nel secondo trimestre. A livello regionale, nel primo trimestre 2009, vi sono valori molto eterogenei che vanno dal mutuo medio più alto della Toscana (133.000 euro) a quello più basso della Basilicata (79.000 euro).

Tale diminuzione è dovuta alla tendenza di non erogare più la totalità del mutuo. Infatti, da uno studio campione, nei primi 6 mesi 2009 circa il 74% dei mutui erogati rientra nella fascia LTV (Loan to Value) dal 61% all’ 80%. Sempre da questo studio si può osservare come le famiglie consumatrici cercano di richiedere un importo che sia il più possibile vicino alla soglia LTV dell’ 80%, circa il 44% dei mutui erogati. L’ offerta è invece influenzata dalle recenti e più stringenti politiche delle banche in tema di concessione del credito: solo il 27% dei prodotti presenti sul mercato ha un LTV >80%. La tendenza all’ indebitamento è confermata anche dal Rapporto Rata Reddito (RRR): circa il 51% dei mutuatari ha un infatti un RRR tra il 31% e il 40%.

Gli interventi delle banche centrali hanno determinato un ridimensionamento dei tassi, soprattutto quelli variabili, che negli ultimi mesi hanno mostrato cali record. Questo nuovo scenario ha spostato verso il tasso variabile coloro che negli ultimi 2 anni avevano preferito quello fisso, che nel 2008 rappresentava il 72%. Per quanto riguarda i tassi taeg su mutui di importo inferiore a 125.000 euro, dopo gli interventi della BCE sono diminuiti di 76 bps.

La diminuzione riflette il graduale adeguamento dei tassi bancari alla diminuzione di quelli ufficiali. Sono in aumento le sofferenze delle famiglie consumatrici (+4% rispetto al quarto trimestre 2008, pari a circa 20,4 miliardi di euro). Valore positivo invece per il tasso di indebitamento sul reddito disponibile delle famiglie italiane pari al 60%, contro i 93% dell’ area Euro.

Il mercato del credito al consumo
Anche il mercato del credito al consumo ha iniziato a registrare una frenata nelle erogazioni, già evidenziata nell’ ultimo trimestre 2008 (-3%). Dopo un 2008 positivo (+1,4% rispetto al 2007), il primo semestre del 2009 vede un calo nelle erogazioni pari a circa 3 miliardi (circa -11% rispetto lo stesso semestre del 2008). Si nota un peggioramento soprattutto nel secondo trimestre 2009.

Il calo, secondo i nostri studi, non è stato accompagnato da una diminuzione delle operazioni, in aumento di circa il 3%, ma dall’ andamento negativo del settore autoveicoli e ciclomotori (-20%) e dall’ aumento della cessione del quinto dello stipendio (+14%), prodotto sempre in crescita negli ultimi anni grazie al minor rischio e alla diminuzione dei tassi di riferimento.

Si stima che il periodo di flessione delle erogazioni continuerà per tutto il 2009. Anche le consistenze nel mese di luglio hanno evidenziato una variazione negativa -1,6% (rispetto lo stesso mese del 2008), attestandosi a 55 miliardi di euro. Anche la domanda dei prestiti è diminuita del 6% nel primo semestre. Il settore è in parte influenzato dall’ andamento dei tassi di interesse; il nostro Paese ha tassi più elevati rispetto ai tassi praticati nell’ area euro, a giugno 2009 il costo di un prestito, rispetto ai tassi praticati nell’area euro, era superiore a 214 bps. L’ importo medio per tipologia di prestito è in ribasso, solo la cessione del quinto ha mostrato una crescita.

Le previsioni
L’ andamento del mercato del credito alle famiglie sconterà nei prossimi anni la debolezza derivante dalla crisi finanziaria e dalla successiva recessione: sia la domanda che l’ offerta continueranno ad essere influenzate dal contesto macroeconomico. I piani anticrisi e gli interventi delle banche centrali hanno portato le banche a svolgere una politica di facilitazione al credito delle famiglie, anche se queste sembrano più prudenti ad indebitarsi.

L’ attitudine al risparmio delle famiglie italiane, la buona salute del sistema bancario italiano (dovuto alla bassa propensione al rischio da parte delle banche), unite alla tendenza all’ investimento immobiliare dovrebbe determinare un miglioramento nel 2010, naturalmente condizionato dalle modalità e tempi della ripresa economica.

Ruolo primario sarà rappresentato dal livello di consulenza degli operatori, che dovranno essere costantemente aggiornati (es. Legge sui mediatori creditizi) e preparati ad indirizzare il Cliente a fare scelte consapevoli. La consulenza si svilupperà attraverso la relazione professionale, l’ acquisizione di informazioni sul cliente, l’ ascolto delle aspettative, l’ analisi e la valutazione del suo stato finanziario, lo sviluppo di un piano di indebitamento e il monitoraggio di questo. Attraverso un approccio così strutturato si eviteranno al cliente scelte non coerenti con la sua posizione economica, si aumenterà la qualità del credito e conseguentemente l’ offerta.

Renato Landoni
Presidente Kiron Partner Spa
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05/10/2009 13:16
 
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Il valzer dei mutui è già ripartito
di Fornovo Luca - Paolucci Gianluca


rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/PDF/2009/2009-10-05/200910051386...
07/10/2009 18:23
 
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Re:
stelafe, 05/10/2009 13.16:

Il valzer dei mutui è già ripartito
di Fornovo Luca - Paolucci Gianluca


rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/PDF/2009/2009-10-05/200910051386...




quindi ricomincia tutto come prima della crisi nel 2007 ? [SM=g10303]
14/10/2009 13:46
 
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trailer film documentario sul problema del credito


Speriamo che questi americani riescano a mettere un freno anche ai mutui usa...e probabilmente anche ai nostri.

www.affil.org/consumer_rsc/mortgage2.php



[Modificato da pax2you 14/10/2009 14:08]
18/10/2009 20:21
 
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Mutui che scottano

"...
aumenterà anche il numero di coloro che non possono più permettersi di pagare il mutuo sulla casa. Quei mutui però sono stati cartolarizzati e venduti agli investitori, che in qualche caso li hanno a loro volta impacchettati e venduti in altri prodotti (perlopiù obbligazioni strutturate), e se i mutui vanno in default si ricomincia da capo
...
Lo sanno bene dalle parti di Unicredit: mercoledì scorso, due emissioni del gruppo bancario sono state messe «sotto osservazione» da parte di Moody’s, mentre erano già state declassate - in maggio - da Standard & Poor’s. Il problema è che quelli che smettono di pagare il mutuo sono sempre di più e i titoli emessi con le cartolarizzazioni si deteriorano in fretta
...
il tasso dei default (insolvenza) è passato dallo 0,62% del gennaio 2008 al 2,74% di fine anno, per salire al 3,20% nel primo trimeste di quest’anno e del 3,4% a luglio.
Si tratta di mutui «prime», intestati a persone fisiche, su immobili di Milano e Roma (oltre il 60% del totale).
...
il fondo di garanzia, che serve per coprire i mancati pagamenti, che si è i ridotto a 12,2 milioni contro i 37,2 del suo target. Perfomance peggiori del previsto e ora la perdita attesa del Capital Mortgages è dell’1,7%». L’utilizzo del fondo di garanzia (cash fund) è un campanello d’allarme
..."
[Modificato da (sylvestro) 18/10/2009 20:24]
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Re:
(sylvestro), 18/10/2009 20.21:

Mutui che scottano

"...
aumenterà anche il numero di coloro che non possono più permettersi di pagare il mutuo sulla casa. Quei mutui però sono stati cartolarizzati e venduti agli investitori, che in qualche caso li hanno a loro volta impacchettati e venduti in altri prodotti (perlopiù obbligazioni strutturate), e se i mutui vanno in default si ricomincia da capo
...
Lo sanno bene dalle parti di Unicredit: mercoledì scorso, due emissioni del gruppo bancario sono state messe «sotto osservazione» da parte di Moody’s, mentre erano già state declassate - in maggio - da Standard & Poor’s. Il problema è che quelli che smettono di pagare il mutuo sono sempre di più e i titoli emessi con le cartolarizzazioni si deteriorano in fretta
...
il tasso dei default (insolvenza) è passato dallo 0,62% del gennaio 2008 al 2,74% di fine anno, per salire al 3,20% nel primo trimeste di quest’anno e del 3,4% a luglio.
Si tratta di mutui «prime», intestati a persone fisiche, su immobili di Milano e Roma (oltre il 60% del totale).
...
il fondo di garanzia, che serve per coprire i mancati pagamenti, che si è i ridotto a 12,2 milioni contro i 37,2 del suo target. Perfomance peggiori del previsto e ora la perdita attesa del Capital Mortgages è dell’1,7%». L’utilizzo del fondo di garanzia (cash fund) è un campanello d’allarme
..."



tic tac tic tac...

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21/10/2009 14:02
 
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21-10-09
CRISI: ABI LANCIA MORATORIA MUTUI PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'
(ASCA) - Milano, 21 ott - Dopo la moratoria in favore delle aziende, lanciata in agosto, l'Abi sta studiando una sospensione delle rate dei mutui per le famiglie in difficolta' (disoccupati, cassaintegrati ed altre categorie) per un periodo di un anno, a partire dal gennaio 2010. Lo ha annunciato Corrado Faissola, presidente Abi, al termine dellla riunione del Comitato esecutivo di stamattina.

''Abbiamo deliberato - ha detto - di realizzare un progetto per rendere omogenei i vari interventi sul territorio gia' attuati dai nostri associati. L'obiettivo e' quello di fare un quadro generale delle iniziative, soprattutto per quanto riguarda le rate dei mutui casa''. La prima fase sara' di approfondimento delle caratteristiche tecniche, e di interlocuzione con le autorita' coinvolte come ad esempio la Presidenza del Consiglio e le associazioni dei consumatori che gia' avevamo sollecitato. ''Stiamo rispondendo in maniera positiva'' - ha aggiunto Faissola -.

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21/10/2009 14:13
 
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Re: Re:
laplace77, 18/10/2009 21.41:



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Re:
(sylvestro), 21/10/2009 14.02:

21-10-09
CRISI: ABI LANCIA MORATORIA MUTUI PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'
(ASCA) - Milano, 21 ott - Dopo la moratoria in favore delle aziende, lanciata in agosto, l'Abi sta studiando una sospensione delle rate dei mutui per le famiglie in difficolta' (disoccupati, cassaintegrati ed altre categorie) per un periodo di un anno, a partire dal gennaio 2010. Lo ha annunciato Corrado Faissola, presidente Abi, al termine dellla riunione del Comitato esecutivo di stamattina.

''Abbiamo deliberato - ha detto - di realizzare un progetto per rendere omogenei i vari interventi sul territorio gia' attuati dai nostri associati. L'obiettivo e' quello di fare un quadro generale delle iniziative, soprattutto per quanto riguarda le rate dei mutui casa''. La prima fase sara' di approfondimento delle caratteristiche tecniche, e di interlocuzione con le autorita' coinvolte come ad esempio la Presidenza del Consiglio e le associazioni dei consumatori che gia' avevamo sollecitato. ''Stiamo rispondendo in maniera positiva'' - ha aggiunto Faissola -.

som/sam/rob




da altra fonte:

13:35 - ***Banche: Abi lancia moratoria mutui famiglie in difficolta'

Faissola: "Partira' dal primo gennaio"

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 21 ott - "Il comitato
esecutivo dell'Abi ha deliberato di realizzare un progetto
relativo a un piano di sostegno alle famiglie che tende a
rendere piu' generali e omogenei i diversi interventi sul
territorio delle associate". Lo ha annunciato il presidente
dell'Abi, Corrado Faissola, sottolineando che il progetto
prevedera' la "dilazione delle rate del mutuo" e che "la
sospensione varra' per un anno"
. Dopo il piano per le
imprese varato a inizio agosto con il Governo e le
associazioni imprenditoriali, l'Abi lancia quindi un 'Piano
famiglie' che, ha aggiunto Faissola, "partira' dal primo
gennaio 2010".



13:46 - Banche: Abi lancia moratoria mutui famiglie in difficolta' -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 21 ott - La finalita'
del progetto, ha proseguito Faissola, "e' fare un quadro
generale delle iniziative per le famiglie in difficolta'". I
destinatari dell'iniziativa saranno quelli gia' oggetto
degli altri accordi varati dalle singole banche e quindi chi
ha perso il posto di lavoro o chi e' entrato in cassa
integrazione.
Faissola ha precisato che "il presidente e il
direttore generale dell'Abi sono stati incaricati
dall'esecutivo di seguire la prossima fase di messa a punto
e di approfondimento delle caratteristiche tecniche del
piano". E' in arrivo, ha aggiunto, "un'interlocuzione con le
altre realta' coinvolte, tra cui la presidenza del Consiglio
dei ministri e le associazioni dei consumatori che avevano
sollecitato l'iniziativa". "Stiamo rispondendo in termini
positivi e utili alle loro istanze", ha concluso il
presidente dell'Abi.



secondo me le banche si stanno veramente cagando addosso...

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