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2009.....deflazione o iperinflazione?

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2011 12:49
09/04/2009 07:48
 
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G20 ed ipotesi deflattiva
Il denaro concretamente messo a disposizione per stimoli fiscali dal G20 è pari a zero.

La marea di soldi che "dovrebbero" arrivare in realtà non ci sono se non nelle intenzioni.

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Complottismo? No, Grazie!!!
09/04/2009 16:43
 
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Dove si nasconde l'inflazione in un economia deflazionata?

ma nel cibo,no?

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09/04/2009 17:18
 
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Deflation,bloody deflation
Bini Smaghi, il deflazionista dice che: "Non torneremo sui livelli precedenti alla crisi"

A regime, dopo la stabilizzazione e il rimbalzo ciclico, il potenziale produttivo sarà probabilmente significativamente inferiore. Leva monetaria più ridotta e margini più contenuti: risultato, minore occupazione

......


La crisi, secondo Bini Smaghi, è stata causata dai pesanti squilibri accumulati negli anni più recenti a livello di partite correnti internazionali, di pressioni sulle risorse scarse del pianeta e di sviluppo eccessivo di alcuni settori, «in particolare quello finanziario e quello immobiliare. Ne consegue che sarà possibile uscire dalla crisi e tornare su un sentiero di crescita sostenibile solo quando gli squilibri saranno riassorbiti».

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09/04/2009 17:21
 
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Re: Deflation,bloody deflation
labottegadelfuturo, 09/04/2009 17.18:

Bini Smaghi, il deflazionista dice che: "Non torneremo sui livelli precedenti alla crisi"

A regime, dopo la stabilizzazione e il rimbalzo ciclico, il potenziale produttivo sarà probabilmente significativamente inferiore. Leva monetaria più ridotta e margini più contenuti: risultato, minore occupazione

......


La crisi, secondo Bini Smaghi, è stata causata dai pesanti squilibri accumulati negli anni più recenti a livello di partite correnti internazionali, di pressioni sulle risorse scarse del pianeta e di sviluppo eccessivo di alcuni settori, «in particolare quello finanziario e quello immobiliare. Ne consegue che sarà possibile uscire dalla crisi e tornare su un sentiero di crescita sostenibile solo quando gli squilibri saranno riassorbiti».




quanta saggezza...


...a posteriori!!!



noi che "lo avevamo detto" eravamo solo "cassandre"...

...vabbe', valga a futura memoria...


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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
09/04/2009 17:40
 
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Re: Re: Deflation,bloody deflation
laplace77, 09/04/2009 17.21:




quanta saggezza...


...a posteriori!!!



noi che "lo avevamo detto" eravamo solo "cassandre"...

...vabbe', valga a futura memoria...





In Europa è diverso

Poverello, nun ce sta a capì 'n...

Articolo del 2008 tanto per far capire come la gente cambia idea ;)
[Modificato da labottegadelfuturo 09/04/2009 17:41]

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16/04/2009 11:46
 
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L'inflazione in Italia (+1,2%) tocca i minimi dal 1969

A marzo l'indice nazionale dei prezzi al consumo segna un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente, mentre su base tendenziale la crescita è dell'1,2% (+1,6% a febbraio), la più bassa dal febbraio 1969, precisa l'Istat, quando si registrò il medesimo valore. Un "sostegno" all'inflazione si deve agli aumenti dei prezzi dei tabacchi. Per i prodotti più acquistati i valori si discostano di poco: +0,1% congiunturale e +1,1% tendenziale.

L'indice armonizzato Ipca (comparabile a livello europeo) è aumentato dell'1,2% su mese e ha registrato un aumento dell'1,1% su anno (1,5% a febbraio), record dal 1996. Entrambi i valori sono stati ritoccati al rialzo dello 0,1% rispetto alla precedente stima. L'inflazione di fondo è cresciuta dell'1,9% (+2,2% a febbraio); l'inflazione al netto dei prodotti energetici si è attestata al +1,8% (+2,2% a febbraio). Il tasso di inflazione acquisita è al +0,4 per cento
.

«Il deciso rallentamento dell'inflazione, a marzo, risente - spiega l'Istituto nazionale di Statistica - del netto ridimensionamento della crescita tendenziale dei prezzi sia nel comparto dei beni (+0,8% contro l'1,2% di febbraio) sia in quello dei servizi (dal 2,2% di febbraio all'1,7%)». In particolare, dopo gli aumenti registrati nel mese precedente, a marzo i prezzi dei beni energetici tornano a far segnare «un marcato calo sul piano congiunturale, che ne accentua la diminuzione su base tendenziale».

In rallentamento risulta anche il tasso tendenziale di crescita dei prezzi del comparto alimentare, i quali tuttavia continuano, anche a marzo, a registrare aumenti su base mensile. Con riferimento ai capitoli di spesa, gli incrementi congiunturali più rilevanti hanno interessato i prezzi delle bevande alcoliche e tabacchi (+1%), degli Altri beni e servizi (0,3%) e dell'Abbigliamento e calzature (0,2%).

Diminuzioni congiunturali si sono registrate per i prezzi dei Trasporti (-0,4%), della Ricreazione spettacoli e cultura (-0,2%) e dell'Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,1%).
Sul piano tendenziale, i maggiori tassi di crescita si sono registrati per i capitoli delle bevande alcoliche e tabacchi (+5,2%), dell'Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+3,4%) e dei prodotti alimentari e bevande alcoliche (+3%).

Variazioni su base annua negative si sono avute invece nei capitoli Trasporti (-3,4%) e delle Comunicazioni (-1,9%). La scomposizione del tasso tendenziale di crescita dell'indice generale nei contributi imputabili ai diversi capitoli evidenzia che, nell'ultimo mese, il contributo maggiore è attribuibile al capitolo degli Alimentari e bevande alcoliche, che assieme a quello dell'Abitazione, spiega il 69% del tasso di inflazione.



-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Aumento per la benzina verde, cala il gasolio

I prezzi al consumo della benzina verde a marzo sono aumentati dell'1,8% rispetto a febbraio, mentre a livello tendenziale segnano un -15,9% tendenziale (dal -15,7% registrato nel mese precedente). Il prezzo del gasolio registra invece un calo congiunturale del 3,9% che porta il tasso tendenziale al -22,6% (-15,6% a febbraio). L'Istat segnala la diminuzione su mese dei prezzi dei combustibili liquidi (-3,4%) che a marzo sono risultati inferiori del 22% rispetto allo stesso mese del 2008.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Frena la crescita dei prezzi di pane e pasta

Frena la crescita tendenziale dei prezzi di pane e cereali: a marzo 2009 l'indice è salito del 4,4% rispetto al marzo 2008 (a febbraio la crescita annua era del 5,6%)..

Il prezzo del pane, spiega l'Istat,risulta tuttavia aumentato dello 0,1% rispetto a febbraio, con un incremento dell'1,6% rispetto a marzo 2008 (+2,2% a febbraio). Un "nuovo significativo calo congiunturale", pari a -1,5%, si registra invece per il prezzo della pasta di semola di grano duro, che sul piano tendenziale risulta accresciuto dell'11%, in flessione dal +16,9% registrato a febbraio (nel caso della pasta di semola di grano duro l'Istat ha rivisto al rialzo la stima provvisoria che registrava un segno negativo -1,7% congiunturale e un +10,8% su base annua).

Passando ai prodotti non lavorati, aumentano dello 0,7% rispetto a febbraio i prezzi della frutta fresca, che sul piano tendenziale fanno segnare una crescita del 5,7%, in lieve decelerazione rispetto al 5,9% del mese precedente. I prezzi dei vegetali freschi aumentano su base congiunturale dell'1,5%, portando il tasso tendenziale, che a febbraio era risultato pari a zero, a 1,1%.


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Indici dei prezzi al consumo (Marzo 2009)

Note informative

La dinamica dei prezzi al consumo (Marzo 2009)

Serie storiche

16/04/2009 11:51
 
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19/04/2009 14:16
 
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Interessante articolo di Mercato Libero sulla questioni Inflazione deflazione
........................

IL RAME E L'INFLAZIONE.....LA CINA GETTA LE BASI PER VINCERE LA GUERRA. (DA LEGGERE CON ATTENZIONE)


Il rame sale (come altre materie prime....). Guardate che rialzo negli ultimi 4 mesi.....

Eppure ci dicono che l'inflazione è negativa....e i tassi non saliranno...

Lo sapete perchè?
1)Perchè i dati inflattivi considerano i 12 mesi passati e non quelli futuri
2)Perchè l'aumento del prezzo delle materie prime si riflette dopo qualche mese sui prodotti.


IN PIU'....


Attenzione ai Cinesi....continuano a comprare materie prime a go go. garantendosi i prezzi per anni e pagando in DOLLARI (INDEBITANDOSI IN DOLLARI).

Attenzione ai cinesi, da mesi continuano a comprare assets e terreni..pagandoli in dollari.

Il bilancio dello stato cinese si sta equilibrando.

Hanno grandi attivi in dollari (obbligazioni americane) e stanno aumentando rapidamente i passivi in dollari (acquistando materie prime per anni indebitandosi in dollari....gli stessi investiti in america)

Quindi fra qualche mese potranno permettere al dollaro di svalutarsi pesantemente.

Venderanno i titoli di stato americani causando un crollo del dollaro.

Con i dollari che otterranno potranno pagare le materie prime (che nel frattempo saranno salite enormemente (in dollari).

A quel punto...i cinesi venderanno sempre meno prodotti agli americani in quanto le loro aziende saranno meno competitive. Ma i cinesi potranno contare su una domanda interna in aumento e l'effetto dell'aumento delle materie prime sarà limitato per loro, in quanto hanno già fissato il prezzo e hanno già i dollari con cui pagarle)

America (e crediamo europa) dovranno pagare di più le materie prime importando una grande inflazione. Le industrie occidentali che non si saranno garantite l'approvigionamento di materie prime a un prezzo fissato e non si saranno coperte dal rischio svalutazione dollaro non saranno competitive rispetto alle industrie cinesi.

Quindi i cinesi potrebbero riuscire a non perdere piu' di tanto le quota di mercato occidentale

I cinesi diverranno sempre più padroni del mondo. E LA GUERRA L'AVRANNO VINTA LORO.

A noi non resta che difenderci. Come? Verificando che il mondo stia andando in questa direzione e acquistando materie prime.

Il destino dell'euro non è chiaro, ma riteniamo che possa esserci anche una forte svalutazione dell'euro verso la valuta cinese. Mentre l'euro dollaro non dovrebbe subire cambiamenti sostanziali.


Vi ricordo che un eventuale aumento delle materie prime e in parte dovuto alla decisione di STAMPARE MONETA priva di valore, da parte delle banche centrali occidentali.

La svalutazione delle monete porta all'aumento del costo di materie prime e quindi ad un aumento dell'inflazione. Anche se case e altri beni locali NON dovrebbero subire rialzi particolari (così come i mercati azionari europeio e americani)
Anche l'ultima lettera di Leap2000(http://www.europe2020.org/) del 15 aprile avvisa di una vera e propria tempesta valutaria a settembre.

QUINDI, RIASSUMENDO....

A PROTEZIONE DEI RISPARMI SI DEVE INVESTIRE CON TESTA:

1) NEL MERCATO DELLE COMMODITIES (MATERIE PRIME)
2) NEL MERCATO DEI CAMBI
...................


NON VORREI CHE IL "PROBLMA" CASA DIVENTASSE L'ULTIMO DEI NOSTRI PROBLEMI [SM=g7840]



ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/
[Modificato da serafin. 19/04/2009 14:18]
19/04/2009 14:20
 
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TEMPO DE SECESSIONE? NO MA LA NOTIZIA E' SIMPATICA!


WASHINGTON – Il Texas, lo stato dei cow boy e di George W. Bush, minaccia la secessione dal resto dell’America. In Parlamento a Austin, la capitale, la Camera ha approvato la risoluzione 50 (50 è il numero degli Stati americani), che ordina di «vietare o respingere» tutte le misure imposte da Washington «lesive della nostra indipendenza». Secondo la risoluzione, le penali previste dal governo federale in caso di inadempienza, per esempio il ritiro di finanziamenti, sono «illegittime». Il pugnace governatore Rick Perry, un repubblicano, non la ha solo appoggiata, ha anche accusato Washington di «opprimere i texani, interferendo nella vita dei cittadini e nella conduzione dello Stato».
Il governatore è contrario ad alcuni dei sussidi stanziati da Obama per le banche e per le imprese in difficoltà, e li ha denunciati come «un’ipoteca sul futuro dei nostri figli».(CorriEre della sera)


NON VORREI CHE IL "PROBLEMA" CASA DIVENTASSE L'ULTIMO DEI NOSTRI PROBLEMI [SM=g7840]


ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2009/04/tempo-de-secessione-no-ma-la-notizi...
19/04/2009 14:25
 
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Re:
serafin., 19/04/2009 14.16:

Interessante articolo di Mercato Libero sulla questioni Inflazione deflazione
........................

IL RAME E L'INFLAZIONE.....LA CINA GETTA LE BASI PER VINCERE LA GUERRA. (DA LEGGERE CON ATTENZIONE)

...

ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/




in effetti, quando si parlava di decoupling della cina (il cui pil nel 2008 ha fatto cmq +6%), si parlava della "crescita per vie interne" (oltre 1.200.000.000 di persone e' il mercato cinese) e del fatto che con tutti i dollari che hanno in tasca, potranno comprare petrolio per anni... come i giapponesi...

...pero' se il dollaro si svaluta pesantemente, che succede?

che loro pagheranno 500$ un barile, quando avrebbero dovuto pagarlo 50$, nel senso che i $ che hanno, li hanno "non svalutati", quindi ci perderebbero in termini di svalutazione delle riserve... (*)

gli americani pure ci perderebbero, in termini di inflazione...

a noi EU... dipende... se l'euro si svaluta appresso al dollaro o no o se segue una via intermedia (EU e USA hanno comunque grossi scambi e "investimenti" incrociati - noi da loro, loro da noi)

e' il magico mondo della globalizzazione!



(*) la manovra di cui riporti tu non mi e' chiara: se stessero comprando "a debito", oggi (ai prezzi di oggi: 50$ a barile, per esempio) allora si che avrebbe un senso...

...il cetriolo dei $$$ svalutati finirebbe in mano a chi gli ha "promesso" il petrolio a 50$

no?


[Modificato da laplace77 19/04/2009 14:27]
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19/04/2009 14:35
 
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Re: Re:
laplace77, 19/04/2009 14.25:




in effetti, quando si parlava di decoupling della cina (il cui pil nel 2008 ha fatto cmq +6%), si parlava della "crescita per vie interne" (oltre 1.200.000.000 di persone e' il mercato cinese) e del fatto che con tutti i dollari che hanno in tasca, potranno comprare petrolio per anni... come i giapponesi...

...pero' se il dollaro si svaluta pesantemente, che succede?

che loro pagheranno 500$ un barile, quando avrebbero dovuto pagarlo 50$, nel senso che i $ che hanno, li hanno "non svalutati", quindi ci perderebbero in termini di svalutazione delle riserve...

gli americani pure ci perderebbero, in termini di inflazione...

a noi EU... dipende... se l'euro si svaluta appresso al dollaro o no o se segue una via intermedia (EU e USA hanno comunque grossi scambi e "investimenti" incrociati - noi da loro, loro da noi)

e' il magico mondo della globalizzazione!







Avevo seri dubbi sulla capacità della Cina di creare un mercato interno per il fatto che non esiste (ora si ?) una classe media economicamente "potente" in grado di acquistare beni e di sostenere la produzione industriale senza bisogno di appoggiarsi completamente sulle esportazioni

evidentemente mi sbagliavo [SM=g7576]
19/04/2009 14:41
 
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Re: Re:
laplace77, 19/04/2009 14.25:




in effetti, quando si parlava di decoupling della cina (il cui pil nel 2008 ha fatto cmq +6%), si parlava della "crescita per vie interne" (oltre 1.200.000.000 di persone e' il mercato cinese) e del fatto che con tutti i dollari che hanno in tasca, potranno comprare petrolio per anni... come i giapponesi...

...pero' se il dollaro si svaluta pesantemente, che succede?

che loro pagheranno 500$ un barile, quando avrebbero dovuto pagarlo 50$, nel senso che i $ che hanno, li hanno "non svalutati", quindi ci perderebbero in termini di svalutazione delle riserve
... (*)

gli americani pure ci perderebbero, in termini di inflazione...

a noi EU... dipende... se l'euro si svaluta appresso al dollaro o no o se segue una via intermedia (EU e USA hanno comunque grossi scambi e "investimenti" incrociati - noi da loro, loro da noi)

e' il magico mondo della globalizzazione!



(*) la manovra di cui riporti tu non mi e' chiara: se stessero comprando "a debito", oggi (ai prezzi di oggi: 50$ a barile, per esempio) allora si che avrebbe un senso...

...il cetriolo dei $$$ svalutati finirebbe in mano a chi gli ha "promesso" il petrolio a 50$

no?






concordo con la questione della svalutazione del dollaro

vedremo come andra a finire questa storia

19/04/2009 14:43
 
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Re: Re: Re:
serafin., 19/04/2009 14.35:



Avevo seri dubbi sulla capacità della Cina di creare un mercato interno per il fatto che non esiste (ora si ?) una classe media economicamente "potente" in grado di acquistare beni e di sostenere la produzione industriale senza bisogno di appoggiarsi completamente sulle esportazioni

evidentemente mi sbagliavo [SM=g7576]




non e' tanto questione di classe media, li'...

e' questione delle riserve che ha la banca centrale,

che e' statale e "comunista" (o meglio "nazionalsocialista")



il discorso e' che il PCC DEVE mantenere un livello di crescita,
(questo lo hanno detto in tanti, pure il PCC tra le righe)
oppure si ritrova TIENAMMEN moltiplicato per 1000


...e quindi useranno le riserve come meglio credono...


...e questo e' un modo:

intanto fanno incetta* di tutto quello che "serve"
per far marciare l'economia (energia, materie prime),
POI vedranno TRA LORO come gestirsi l'uso di tali risorse...


(*) e se riescono a farlo ADESSO,
PRIMA della svalutazione del $$$...


[Modificato da laplace77 19/04/2009 14:47]
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21/04/2009 02:20
 
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Re:
serafin., 19/04/2009 14.20:

TEMPO DE SECESSIONE? NO MA LA NOTIZIA E' SIMPATICA!


WASHINGTON – Il Texas, lo stato dei cow boy e di George W. Bush, minaccia la secessione dal resto dell’America. In Parlamento a Austin, la capitale, la Camera ha approvato la risoluzione 50 (50 è il numero degli Stati americani), che ordina di «vietare o respingere» tutte le misure imposte da Washington «lesive della nostra indipendenza». Secondo la risoluzione, le penali previste dal governo federale in caso di inadempienza, per esempio il ritiro di finanziamenti, sono «illegittime». Il pugnace governatore Rick Perry, un repubblicano, non la ha solo appoggiata, ha anche accusato Washington di «opprimere i texani, interferendo nella vita dei cittadini e nella conduzione dello Stato».
Il governatore è contrario ad alcuni dei sussidi stanziati da Obama per le banche e per le imprese in difficoltà, e li ha denunciati come «un’ipoteca sul futuro dei nostri figli».(CorriEre della sera)


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CONTRATTI, 160 EURO IN PIÙ A POLIZIA E FORZE ARMATE [SM=g10303]

www.poliziotti.it

[IMG]http://[/IMG] [SM=g10303]

[IMG]http://[/IMG] [SM=g1749697]

[IMG]http://[/IMG] [SM=g1747543]









--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
21/04/2009 13:33
 
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Gran Bretagna in deflazione dopo quasi 50 anni

I prezzi al dettaglio sono crollati in Gran Bretagna nei primi mesi dell'anno in corso fino a far scendere l'indice di riferimento al livello negativo del -0,4% e comportando così, di fatto, l'ingresso del Paese in deflazione, per la prima volta dal 1960.
Dopo un totale appiattimento del Rpi (Retail price index) raggiunto nel corso di febbraio, infatti, l'indice è arrivato in marzo a perdere lo 0,4% su base annua, evidenziando chiaramente come nelll'economia inglese si stia registrando il più grave periodo di recessione a partire dalla seconda guerra mondiale.
Sceso anche il Cpi (Consumer price index), l'indice che misura l'inflazione dei prezzi al consumo, che passa dal 3,2% al 2,9%. Bank of England ha stimato una riduzione del livello di inflazione nei prossimi anni, con valori che dovrebbero avvicinarsi allo zero entro il 2011
21/04/2009 13:36
 
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dgambera, 21/04/2009 13.33:

Gran Bretagna in deflazione dopo quasi 50 anni

I prezzi al dettaglio sono crollati in Gran Bretagna nei primi mesi dell'anno in corso fino a far scendere l'indice di riferimento al livello negativo del -0,4% e comportando così, di fatto, l'ingresso del Paese in deflazione, per la prima volta dal 1960.
Dopo un totale appiattimento del Rpi (Retail price index) raggiunto nel corso di febbraio, infatti, l'indice è arrivato in marzo a perdere lo 0,4% su base annua, evidenziando chiaramente come nelll'economia inglese si stia registrando il più grave periodo di recessione a partire dalla seconda guerra mondiale.
Sceso anche il Cpi (Consumer price index), l'indice che misura l'inflazione dei prezzi al consumo, che passa dal 3,2% al 2,9%. Bank of England ha stimato una riduzione del livello di inflazione nei prossimi anni, con valori che dovrebbero avvicinarsi allo zero entro il 2011.





notare che la sterlina e' finita nel cesso:
tutto quello che gli inglesi importano costa molto di piu',
specie rispetto all'euro...




e l'iperinflazione di bekko's?


mah...



PS: non mi hai risposto alla mail...

mi linki il tuo post sull'EURIRS?



[Modificato da laplace77 21/04/2009 13:40]
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21/04/2009 13:56
 
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Re: Re:
laplace77, 21/04/2009 13.36:





notare che la sterlina e' finita nel cesso:
tutto quello che gli inglesi importano costa molto di piu',
specie rispetto all'euro...




e l'iperinflazione di bekko's?


mah...



PS: non mi hai risposto alla mail...

mi linki il tuo post sull'EURIRS?






Oggi non ho ricevuto le notifiche di nuovo.

Il thread era questo

Informazioni utili sui mutui

E qualcuno aveva gli stessi tuoi dubbi

www.finanzaonline.com/forum/showpost.php?p=21180911&post...

Analizziamo la cosa.
[Modificato da dgambera 21/04/2009 13:56]
21/04/2009 14:34
 
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iperinflazione/deflazione e l'EURIRS
si riporta qua:


dgambera, 28/01/2009 11.06:

Qui trovate il glossario

Come primo esempio c'è l'Euribor

oppure l'IRS

Per quest'ultimo consiglio di leggere ORIGINE EFFETTIVA DELL'IRS


L'IRS deve la sua notorietà all'utilizzo che ne fanno le banche riferendo ad esso il costo dei propri mutui a tasso fisso.

Tuttavia come indica la sua definizione - Interest Rate Swap - l'origine di questo indicatore va ricercata nei contratti di swap, che sono strumenti derivati sui tassi.

L'idea dei derivati è sfuggevole perché siamo abituati a ragionare in termini di tassi su scambi reali di capitale. Sappiamo cioè che il denaro viene prima prestato, quindi utilizzato e poi rimborsato insieme ad una quota aggiuntiva, detta interesse.

I contratti sui derivati invece non comportano l'effettivo movimento del capitale. Infatti l'obiettivo non è finanziario, ma speculativo.

E qui ci vuole un bell'esempio.

Diciamo che io e te vogliamo mettere in piedi un contratto di swap. Io credo che sia vantaggioso investire a tasso variabile mentre tu hai fiducia nel tasso fisso.

Allora potremmo fare così: io ti faccio un prestito a tasso variabile di 10.000 Euro e tu, contemporaneamente, ne fai uno a me di altrettanti 10.000 Euro a tasso fisso. Tutti i mesi io ti pago la rata a tasso fisso e tu mi rimborsi quella a tasso variabile.

Il meccanismo funziona, ma implica l'impegno di 20.000 Euro di capitale. Se ci pensi potremmo evitare di tirare in ballo il capitale e scambiarci solo le quote interessi delle rate, no?

Tanto se io ti do 10.000 Euro e tu me ne dai 10.000 il nostro patrimonio alla fine resta lo stesso, quindi tanto vale evitare lo scambio!

In questo modo le somme in gioco sarebbero solo quelle degli interessi, il che ci darebbe la possibilità di giocare anche su importi molto grossi che non possediamo veramente. Ed ecco realizzato lo swap.

Come immagini con questo sistema è possibile, per una delle parti, trasformare un prestito a tasso variabile in uno a tasso fisso.

Così le banche fanno rifornimento di denaro sul mercato a tasso variabile privo di rischi, stipulano contratti di swap con speculatori che assorbono il rischio di variazione e quindi prestano il denaro a tasso fisso senza temere le fluttuazioni dei tassi.

A volte nelle specifiche di costo potresti trovare riferimenti all'Eurirs. Esso coincide sostanzialmente con l'IRS.

Più precisamente si riferisce ai tassi ufficiali, diffusi dalla Federazione Bancaria Europea, che calcola quotidianamente la media degli IRS con cui le banche europee realizzano le operazioni di swap.





riprendo il discorso, approfittando di questo post:



Oggi, 09:20 #12
Nemor



Citazione:

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TASSO FISSO
EURIRS aggiornati al 20/4/2009

Scadenze

Tasso

1 anno 1,69%
2 anni 1,97%
3 anni 2,29%
4 anni 2,58%
5 anni 2,80%
6 anni 2,98%
7 anni 3,15%
8 anni 3,27%
9 anni 3,38%
10 anni 3,48%
12 anni 3,64%
15 anni 3,83%
20 anni 3,95%
25 anni 3,89%
30 anni 3,83%
40 anni 3,69%
50 anni 3,63%
TASSO VARIABILE

EURIBOR aggiornati al 20/4/2009

Scadenze

Euribor
360

Euribor
365

1 mese 1 1,01
2 mesi 1,21 1,23
3 mesi 1,4 1,42
4 mesi 1,49 1,51
5 mesi 1,54 1,56
6 mesi 1,6 1,62
7 mesi 1,63 1,66
8 mesi 1,66 1,68
9 mesi 1,69 1,71
10 mesi 1,72 1,74
11 mesi 1,74 1,76
12 mesi 1,77 1,79




Fisso in discesa, paura deflazione ?




la mia domanda e': alla luce di quanto illustrato da DG,
chi e' che si prenderebbe il rischio degli SWAP,
in un'ottica di iperinflazione, a questi tassi?


se chi garantisce le banche accollandosi il rischio tassi,
applica un interesse sotto al 4% su 10-20-30-40-50 anni,
che fine fa in caso di iperinflazione?!?


oppure questi tassi sono indizio che
"colà dove si puote / ciò che si vuole"
si mette in conto una deflazione pluridecennale???



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21/04/2009 14:43
 
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[Modificato da iandy73 21/04/2009 14:44]
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Re: iperinflazione/deflazione e l'EURIRS
laplace77, 21/04/2009 14.34:

si riporta qua:





riprendo il discorso, approfittando di questo post:



Oggi, 09:20 #12
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10 mesi 1,72 1,74
11 mesi 1,74 1,76
12 mesi 1,77 1,79




Fisso in discesa, paura deflazione ?




la mia domanda e': alla luce di quanto illustrato da DG,
chi e' che si prenderebbe il rischio degli SWAP,
in un'ottica di iperinflazione, a questi tassi?


se chi garantisce le banche accollandosi il rischio tassi,
applica un interesse sotto al 4% su 10-20-30-40-50 anni,
che fine fa in caso di iperinflazione?!?


oppure questi tassi sono indizio che
"colà dove si puote / ciò che si vuole"
si mette in conto una deflazione pluridecennale???







La fine che farebbe è quella opposta a chi gli "vende" il debito, il quale lo vede praticamente sparire. Lo "speculatore" sullo SWAP si ritroverebbe il cerino SVALUTATO (nel senso del valore nominale rispetto al valore reale) in mano, ripagato con briciole come contropartita per l'inc...a presa.

Secondo me questi tassi indicano deflazione, molto probabilmente, ma potrei pure sbagliarmi.
[Modificato da dgambera 21/04/2009 15:40]
22/04/2009 16:10
 
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Fmi, Pil Italia -4,4% nel 2009, salgono debito e deficit

Il Fmi vede ancora dense nubi sul futuro dell'economia italiana, penalizzata come tutta l'Europa, dalla crisi. Nel «World Economic Outlook» di primavera, diffuso mercoledì 22 aprile a Washington, il Fondo monetario ha riveduto drasticamente la stima di crescita per l'Italia, abbassandola per il 2009 a -4,4 per cento. Il taglio é di ben 2,3 punti percentuali rispetto al -2,1% stimato soltanto tre mesi fa, a fine gennaio quando era stato diffuso l'ultimo aggiornamento dell'Outlook. Per il 2010 il peggioramento, stimato allo 0,1% in gennaio, é stato portato a -0,4 per cento

Il rapidissimo peggioramento della congiuntura é evidente nel confronto con il Pil 2008 (-1%) e 2007 (+1,6%). Anche l'Italia, come il resto del globo, é nella morsa di quella che il Fondo descrive come «la peggiore recessione dalla Grande Depressione» del 1929, innescata da «una massiccia crisi finanziaria» e da «un'acuta perdita di fiducia» a tutti i livelli del sistema economico. Per l'Italia la crisi si tradurrà anche in un balzo in avanti della disoccupazione che continuerà a salire, passando dal 6,8% del 2008 all'8,9% previsto per quest'anno e al 10,5% nel 2010. Il fortissimo calo di prezzo delle materie prime, soprattutto del petrolio, e il collasso della domanda, stanno invece, facendo scendere «in modo molto rapido», anche in Italia le pressioni inflative: il tasso di inflazione é, infatti, previsto allo 0,7% quest'anno, una discesa verticale dal 3,5% del 2008, con un ulteriore lieve assestamento allo 0,6% nel 2010
22/04/2009 17:22
 
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Gb, un 2009 da brividi: la deflazione toccherà il 3% in settembre

Londra – Con un occhio ai numeri e uno alle elezioni il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling ha presentato un Budget da brividi. Il quadro economico della Gran Bretagna centra tutte le peggiori previsioni. L'economia si contrarrà, quest'anno, del 3,5% (per l'Fmi del 4,1), il deficit pubblico sfonderà il 12% del Prodotto interno lordo per due anni di seguito, l'indice dei prezzi al dettaglio che ieri aveva fatto segnare per la prima volta in 60 anni un segno negativo dello 0,4% arriverà a meno 3% in settembre in una spirale deflattiva evidente, nonostate il tasso d'inflazione ufficiale si fermerà al più 1 per cento. E il debito nazionale schizzerà fino all'80% del Pil. Poi il quadro delle prev isioni del Cancelliere andrà migliorando con una aspettativa di crescita del piL dell'1,25% già nel 2010.

Se il quadro macro è questo la ricetta per uscirne è un mix di tagli e di tasse. Alcune efficaci altre più "politiche". E' il caso dell'aliquota del 50% che Alistair Darling ha annunciato sarà introdotta per i redditi al di sopra dei 150 mila pound. Un tassa sui ricchi che avrà limitato impatto sui conti ma forse un buon impatto elettorale in questa congiuntura che vede le fasce più alte di redditto messe all'indice nel grande caos sociale ed economico del post credit crunch. Più gettito garantiranno invece le imposte (più 2 %) su alcol e tabacco e quelle sul carburante. Come previsto saranno intodotti tagli alla spesa pubblica – sanità ed educazione saranno le più colpite - per una decina di miliardi di sterline oltre a ulteriori misure di risparmio negli anni a venire.

Le reazioni sono state diverse. I mercati hanno accolto con freddezza le misure: la sterlina ha perso qualche punto e il Ftse ha mantenuto l'intonazione negativa della giornata. L'opposizione Tory ha invece lanciato un attacco durissimo ricordando al Cancelliere e al Premier, Gordon Brown, che nei dodici anni di governo laburista il debito nazionale è raddoppiato e denunciando la cattiva gestione economica del Paese. Fra gli analisti prevale la sensazione che Darling sia stato troppo ottimista. Non solo perchè immagina una ripresa già alla fine dell'anno, ma per avere tracciato un cammino verso l'uscita dalla crisi che pare troppo agevole. E' l'opinione di Richard Lambert direttore generale di Cbi (la Confidustrai inglese) che ha salutato con soddisfazione le agevolazioni per gli investimenti celle imprese, di fatto raddoppiate, senza nascondere però il timore per la tenuta della finanza pubblica britannica.
23/04/2009 00:29
 
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INFLAZIONE: COLDIRETTI, CON -11,4% E' PIENA DEFLAZIONE IN CAMPAGNA

(ASCA) - Roma, 16 apr - E' deflazione nelle campagne dove i prezzi dei prodotti agricoli vengono pagati su valori inferiori in media dell'11,4 per cento rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea a marzo in occasione della divulgazione dei dati Istat sull'inflazione. Il crollo delle quotazioni in campagna si registra - sottolinea la Coldiretti - sia per le produzioni vegetali (-15,8 per cento) che per quelle derivate dall'allevamento (-5,2 per cento). Il record della riduzione si e' verificato - precisa la Coldiretti - per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 46,4 per cento rispetto allo scorso anno a marzo, ma un forte calo delle quotazioni alla produzione - continua la Coldiretti - si e' registrato anche per vini e oli di oliva che, su base annua, hanno fatto segnare in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 26,2 per cento e del 24,6 per cento. Un flessione rilevante tra i prodotti di allevamento e' accusata dal latte (-11,1 per cento) e dai suini (-9,4 per cento).

Le tendenze registrate in campagna non si sono trasferite al consumo dove - denuncia la Coldiretti - i prezzi per l'alimentare secondo l'Istat continuano ad aumentare su base annua ad un tasso del 3 per cento e' quasi il triplo di quello dell'inflazione media dell'1,2 per cento. Un differenziale che e' costato agli italiani 300 milioni di euro in un solo mese che sono il risultato di inefficienze e speculazioni. Gli italiani spendono 205 miliardi all'anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed e' quindi necessario - precisa la Coldiretti - interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.

Scandalosi - denuncia la Coldiretti - continuano ad essere i casi della pasta e quelli di latte e formaggi che registrano rispettivamente un aumento del 11 per cento e del 2,2 per cento nonostante si sia verificato un vero crollo alla produzione per le quotazioni della materie prime che rischia di far chiudere aziende agricole e stalle che non riesocno piu' a coprire i costi di produzione.

res/sam/bra
23/04/2009 00:38
 
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La Deflazione Secondo Peter Thiel

Ho sentito ieri sera invece di guardare un film la conference call del 2 febbraio di Clarium Capital, il mega hedge fund creato dal fondare di PayPal Peter Thiel e dove c'è gente più intelligente di me (se uno la vuole sentire entra con gzibordi@cobraf.com come user e clarium1 come password)

Questa gente ha ottenuto veramente dei risultati con un fondo "macroeconomico" cioè che non fa CDS, arbitraggi, trading automatico e simili ma ragiona sui trend di fondo dell'economia e prende posizioni su valute, reddito fisso, materie prime e settori di borsa che tiene per mesi. Thiel era il campione USA di scacchi e un prodigio matematico ad esempio, io cerco di riflettere idee elaborate dai migliori

La loro prospettiva è :

1) la Deflazione sta avanzando ovunque, la distruzione del credito e della ricchezza finanziaria (50.000 miliardi bruciati) riduce la domanda di tutto, per cui i prezzi di qualunque asset o bene, dalle case alle azioni alle materie prime agli articoli al dettaglio al supermercato scenderanno per tutto il 2009

2) c'è un Mercato Toro della Politica per cui devi agganciarti a quello che fanno i governi, le uniche possibilità di guadagno sono nel seguire i governi, per cui compri titoli di stato e magari in qualche settore favorito dai sussidi governativi

3) le banche centrali non stanno combattendo la deflazione a sufficienza, non stanno pompando abbastanza moneta perchè la maggioranza dei media, dei politici e dell'opinione pubblica sono diffidenti all'idea di salvare le banche o stampare moneta e sono diciamo per la deflazione, vedi in Germania, Italia, Francia specialmente (e il 97% dei commenti su questo forum).

4) Solo quando la crisi diventerà veramente acuta allora finalmente stamperanno moneta e questo creerà inflazione dando sollievo
23/04/2009 16:04
 
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Re:
[QUOTE:93280927=dgambera, 23/04/2009 0.38
4) Solo quando la crisi diventerà veramente acuta allora finalmente stamperanno moneta e questo creerà inflazione dando sollievo



In Ammerika stanno già stampando carta straccia a ruota libera e non mi pare che vi sia traccia di inflazione. L'inflazione, se riparte, porterà sollievo a chi? Alle aziende già ultraindebitate che non riescono a vendere neppure abbassando i prezzi (deflazione), figurati alzandoli? Ai mutuatari e indebitati vari col mutuo a tv che già in ammerika non riescono a ripagare ora coi tassi a 0, figurati se risalgono?

23/04/2009 16:11
 
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Re: Re:
nazionalsindacalista, 23/04/2009 16.04:



In Ammerika stanno già stampando carta straccia a ruota libera e non mi pare che vi sia traccia di inflazione. L'inflazione, se riparte, porterà sollievo a chi? Alle aziende già ultraindebitate che non riescono a vendere neppure abbassando i prezzi (deflazione), figurati alzandoli? Ai mutuatari e indebitati vari col mutuo a tv che già in ammerika non riescono a ripagare ora coi tassi a 0, figurati se risalgono?





A chi è pieno di buffi sicuramente (tipo lo stato).

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23/04/2009 16:39
 
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Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 23/04/2009 16.11:




A chi è pieno di buffi sicuramente (tipo lo stato).



Allo stato certamente in primis... è lui che "decide" quanto pagare il proprio debito. Negli anni in cui in Italia l'inflazione era alta, era "alto" anche il rendimento dei bot, ma un po' meno dell'inflazione. A tutto vantaggio del debitore principale, cioè lo stato. Ma oggi se riparte l'inflazione e dunque i tassi, stato a parte, a chi conviene? O pensate che insieme all'inflazione aumenteranno pure i salari... [SM=g1748862]
No che non lo faranno, e dunque tanti saluti a indebitati vari, comprese le aziende il cui debito reale diminuirebbe meno del calo del fatturato (quindi fallimenti e licenziamenti). Si passerebbe cioè da una recessione deflattiva a una recessione inflattiva (reflazione). Per ora andiamo decisamente verso una deflazione. Il problema è il debito insostenibile, finchè non lo fanno scoppiare la malattia sarà lunga e dura e resterà. Se lo fanno scoppiare - ovvero se scoppierà nonostante gli sforzi degli oligarchi (vedi pantomima Geithner) - sarà dura ma forse breve. Dico forse perchè dovrebbero procedere a uno scoppio controllato, invece se scoppia è perchè non sono riusciti con l'ennesimo artificio a impedire il corso naturale. In questo caso, forse più realistico, bye bye ammerika...
Dopo 20 anni dalla caduta del kommunismo, cadrà anche la plutocrazia e riscoprirete tutti che il Duce aveva ragione... [SM=p7579]
Festeggiate pure il 25 aprile, la festa dei servi dello straniero piazzati sugli scranni della pappatoria da USA e URSS...
[Modificato da nazionalsindacalista 23/04/2009 16:42]
23/04/2009 16:42
 
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Re: Re: Re: Re:
nazionalsindacalista, 23/04/2009 16.39:



Allo stato certamente in primis... è lui che "decide" quanto pagare il proprio debito. Negli anni in cui in Italia l'inflazione era alta, era "alto" anche il rendimento dei bot, ma un po' meno dell'inflazione. A tutto vantaggio del debitore principale, cioè lo stato. Ma oggi se riparte l'inflazione e dunque i tassi, stato a parte, a chi conviene? O pensate che insieme all'inflazione aumenteranno pure i salari... [SM=g1748862]
No che non lo faranno, e dunque tanti saluti a indebitati vari, comprese le aziende il cui debito reale diminuirebbe meno del calo delle loro vendite (per di più necessarie a ripagare i debiti). Si passerebbe cioè da una recessione deflattiva a una recessione inflattiva (recessione). Ma in realtà ora andiamo decisamente verso una deflazione. Il problema è il debito insostenibile, finchè non lo fanno scoppiare la malattia sarà lunga e dura. Se lo fanno scoppiare - ovvero se scoppierà nonostante gli sforzi degli oligarchi (vedi pantomima Geithner) - sarà dura ma forse breve. Dico forse perchè dovrebbero procedere a uno scoppio controllato, invece se scoppia è perchè non sono riusciti con l'ennesimo artificio a impedire il corso naturale. In questo caso, forse più realistico, bye bye ammerika...
Dopo 20 anni dalla caduta del kommunismo, cadrà anche la plutocrazia e riscoprirete tutti che il Duce aveva ragione... [SM=p7579]
Festeggiate pure il 25 aprile, la festa dei servi dello straniero piazzati sugli scranni della pappatoria da USA e URSS...




Potresti spiegare cosa intendi per "scoppio"?
23/04/2009 16:46
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 23/04/2009 16.42:




Potresti spiegare cosa intendi per "scoppio"?




Intendo il cigno nero, intendo che nonostante tutte le piroette e i falsi contabili e le iniezioni di carta straccia non riescano a salvare le grosse banche insolventi (basta che gliene salta un'altra)...
23/04/2009 16:49
 
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O anche che per qualche motivo i cinesi decidano di sfanculare gli amerikani... qualsiasi fatto che precluda definitivamente loro la possibilità di nascondere i cocci sotto al tappeto... Già il probabile fallimento di GM e Chrysler potrebbe essere un'altra bella mazzata pur senza essere un cigno nero...
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