Genova, boom finito - Secolo XIX
Mattone, il boom è finito
13 novembre 2008| Gilda Ferrari
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Se non fosse che la crisi finanziaria ha mandato in fumo gran parte dei risparmi delle famiglie, questo sarebbe il momento ideale per comprare casa. In Italia, e in modo particolare a Genova, le quotazioni del mattone sono in ribasso e lo saranno per altri dodici mesi, secondo gli specialisti del mercato. Per chi è a caccia di un appartamento, le rilevazioni dell’Osservatorio immobiliare di Confindustria Genova sono rassicuranti. Non c’è quartiere che sfugga al raffreddamento: i prezzi sono in calo, sia pure moderato, in tutta la città, ad eccezione di alcune zone, dove i valori ancora tengono (Voltri, Pra’, Oregina, Albaro e Sturla). La tabella a destra mostra i prezzi medi al metro quadrato, quartiere per quartiere (le strade sono indicative del contesto).
«A essere in crisi è l’usato dei quartieri medi - conferma Mario Giacomazzi, presidente della sezione Servizi immobiliari di Confindustria Genova - Il nuovo, se ci fosse, si venderebbe benissimo. Assistiamo a un rallentamento delle compravendite e ad un ridimensionamento dei valori che proseguirà ancora per qualche tempo». Se il 2007 è stato l’anno della stabilità il 2008 è l’anno del raffreddamento. Per chi vende, «le prospettive migliorano a far data dal 2010».
A confermare l’oggettivo stallo del mercato sono i sempre più dilatati tempi di realizzo, ovvero il tempo medio che intercorre tra quando un appartamento viene messo in vendita a quando si trova l’acquirente disposto a comprarlo. Tra un passaggio e l’altro trascorrono in media 5-6 mesi, rivelano gli specialisti dei Servizi immobiliari di Confindustria. Mesi durante i quali, il più delle volte, le pretese economiche di chi vende vengono forzosamente ridimensionate, a fronte di compratori sempre più a corto di liquidità e sempre più prudenti. Dai dati (secondo quadrimestre 2008) rilevati dall’Osservatorio Trenta Strade e dintorni (cui lavorano 22 specialisti del settore) emerge come si stiano ridimensionando i prezzi al metro quadrato nelle zone dove più sono aumentati negli ultimi 4 anni, centro e centro storico .
«Siamo stati i primi, a suo tempo, a parlare di bolla speculativa e delle conseguenti valutazioni ipertrofiche degli immobili, che prima o poi si sarebbero riallineati a una fisiologica valutazione di mercato» , spiega Giacomazzi. Non è un caso, dunque, che oggi si assista a un fenomeno di «riallineamento brusco», ammortizzato, nonostante la grave crisi finanziaria internazionale, «proprio dal valore intrinseco del mattone, che si conferma bene-rifugio per eccellenza».
La crisi insomma c’è e si fa sentire. Secondo Giacomazzi il periodo difficile, oltre a sgonfiare i valori immobiliari, avrà il merito di rendere i clienti «più accorti nella ricerca di collaboratori, sia immobiliari sia bancario-finanziari». «Questa crisi - spiega ancora - avrà come positivo effetto collaterale la scomparsa, per selezione naturale, di tanti immobiliaristi dell’ultima ora che negli ultimi anni si sono affacciati sul mercato (inquinandolo). senza competenza e con scarso rigore deontologico».
Preoccupa, in ambito locale, la politica edilizia. «Non si vede una gru, un’impalcatura, nulla che si possa chiamare produzione e che generi lavoro», attacca Giacomazzi. Se non altro, chi è a caccia di un appartamento può sfruttare la congiuntura.
I prezzi sono in calo «e scenderanno ancora», assicurano gli immobiliaristi.