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«L'euro giù, l'Italia no»
Nel 2006 Otte annunciò la crisi. Ora: «Salvi in due anni».
di Barbara Ciolli
Articolo in versione breve
Nel 2006 l'economista tedesco Max Otte annunciò con un anno di anticipo l'esplosione della bolla immobiliare speculativa, responsabile della crisi globale. Grazie al suo bestseller Arriva il crash Otte è diventato uno degli esperti più interpellati per prevedere il futuro dell'Eurozona. Nel suo ultimo libro Fermate l’euro disastro, fresco di stampa in Germania, l'esperto di investimenti finanziari non ha escluso l'uscita temporanea dalla moneta unica di alcuni Paesi: Grecia, ma anche Spagna, Portogallo e Irlanda.
L'ITALIA RESTA NELL'EUROZONA. «L'Italia, al contrario, resterà nell'euro», ha raccontato Otte in un'intervista a Lettera43.it, poiché il Belpaese, «terza economia dell'Eurozona e Stato fondatore dell'Unione europea, ha un polo industriale solido al Nord». Inoltre, ha precisato l'economista, «l'Italia non è stata investita dalla maxi bolla immobiliare partita dagli Usa». Essenziale, nonostante le Borse abbiano reagito male al cambio di governo e l'asta dei Btp non abbia dato i rendimenti previsti, sarà resistere agli attacchi speculativi sferrati dalle grandi banche d’investimento americane, abbattendo il debito pubblico: il vero punto debole dell'Italia.
SPECULATORI USA IN AZIONE. Secondo Otte, infatti, è in atto «una guerra finanziaria contro un euro troppo forte sul dollaro. La speculazione delle ultime settimane contro il vostro Paese è stata vergognosa. Ma per rimettere i conti in sesto basterà un anno, al massimo due. Il deficit pubblico di Roma è molto inferiore di quello degli Usa e gli italiani sono grandi risparmiatori» ha concluso l'esperto, «al contrario, per risanare Grecia, Spagna e Portogallo occorreranno dai quattro ai cinque anni».
Martedì, 15 Novembre 2011